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ONA Cosenza sarà presente a Sibari, martedì 1 agosto

Uniti dalla Musica
Uniti dalla Musica

L’ONA è un’associazione onlus che tutela le vittime amianto ma in parallelo è attiva in molteplici iniziative per contribuire alla ricerca contro il cancro. Una di queste iniziative avrà luogo a Sibari il 1 agosto.

Le neoplasie di amianto sono tra le più diffuse nel nostro Paese, soprattutto se parliamo di mesotelioma, l’unico cancro che si innesta a contatto con l’amianto. 

L’ONA Cosenza vi aspetta a Sibari il 1 agosto

Si avvisano i soci, che l’Osservatorio Nazionale Amianto di Cosenza ha concesso il patrocinio gratuito alla manifestazione dell’Associazione “VIVA LA VIDA” che si terrà a Sibari martedì 1° Agosto 2017 secondo il programma contenuto nella locandina. Si tratta di un’iniziativa che è alla sua 7^ edizione, finalizzata alla raccolta fondi a sostegno della ricerca sui tumori rari.

Il suo presidente, Roseti Giuseppe, è interessato al monitoraggio critico sullo stato della salute ambientale del territorio, considerato che nell’area della sibaritide la presenza di amianto è molto diffusa insieme ad altri agenti cancerogeni derivanti dallo smaltimento abusivo di rifiuti industriali (ferriti di zinco) e dai trattamenti delle piante da frutto con pesticidi e conservanti. Un’area dove si assiste ad un aumento di incidenza di tumori che preoccupano i cittadini e dove l’informazione da parte delle istituzione è carente. L’ONA Cosenza sarà presente con un suo stand a partire dalla ore 17:30 al fine di informare i cittadini sulla prevenzione dal rischio amianto e sulla situazione in Calabria.

I contatti e la sede di ONA Cosenza

I soci che vogliono rendersi attivi presso lo stand possono prendere contatti con la nostra sede.
Contatti ONA COSENZA.

Sede  operativa:

Piazza G. Mancini, 60 (edificio I Due Fiumi) – Cosenza

Sede legale:Via Trieste, pal. Piacentini – 87040 Montalto Uffugo (Cs)
tel/fax 0984 934570

Sito web:  www.onacosenza.it
Coordinatore Provinciale: ing. Giuseppe Infusini
cell. 3383116887 – sito web:  www.infusini.it
Vice Coord. e Commissario Regionale: geol. Beniamino Falvo
cell. 330866564

Amianto: strage a Taranto

Ilva Taranto
Ilva Taranto

L’ONA continua a ricevere segnalazioni di nuovi casi di mesotelioma

L’Osservatorio Nazionale Amianto continua a ricevere segnalazioni di nuovi casi di mesotelioma per cittadini e lavoratori tarantini, impiegati direttamente o nelle ditte dell’indotto dell’Ilva di Taranto e quindi chiede che la Regione Puglia, le ASL, e le Autorità Sanitarie competenti, a tutti i livelli, realizzino uno studio di coorte che tenga conto delle diverse attività professionali, e per quelli di Ilva dei diversi reparti di impiego.

In altri termini il dato epidemiologico deve essere attinto tenendo conto dei diversi reparti di Ilva e non deve essere limitato ai soli mesoteliomi.

Inutile una statistica nella quale siano ricompresi anche gli impiegati, perché è chiaro che considerandoli, vengono abbattute le percentuali e i dati dei reparti in cui vi è l’epidemia, che sono quelli operativi.

Non solo il mesotelioma, ma anche tumori polmonari, alla laringe, faringe, esofago, fegato, colon e perfino all’ovaio e per non parlare dell’asbestosi, placche pleuriche ed ispessimenti pleurici e le complicazioni cardio-vascolari per l’amianto, ma occorre tener conto anche dei metalli pesanti (la cui contaminazione provoca il Parkinson e l’Alzheimer), e anche di altri cancerogeni, che provocano altri cancri. Purtroppo non c’è uno studio di coorte, ed è questa la prima cosa da fare, oltre che naturalmente uno screening sanitario di tutta la cittadinanza di Taranto e la creazione di un polo oncologico di riferimento per le patologie asbesto correlate” dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

Le iniziative nuove dell’Osservatorio Nazionale Amianto

Iniziative totalmente nuove quelle dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che ha già scritto al Comune di Taranto, in persona del Sindaco, già prima delle recenti elezioni, confidando quindi sulla possibilità di una valorizzazione del ruolo dell’ONA nella città di Taranto. In caso contrario anche il Comune sarà responsabile e quindi chiederò all’Avv. Ezio Bonanni di iniziare delle cause civili anche nei confronti del Comune e della Regione Puglia, che tra l’altro sono stati a lungo latitanti sul problema amianto a Taranto. Dov’erano i precedenti Sindaci, dove erano le ASL quando a Taranto veniva fatto scempio della salute umana?”, dichiara Antonio Dal Cin, Coordinatore Nazionale dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

L’ONA ha infatti chiesto da tempo l’avvio della sorveglianza sanitaria per il rischio amianto e per il rischio cancerogeno per tutti coloro che hanno lavorato nell’Ilva e nella Marina Militare, per la diagnosi precoce e la terapia tempestiva.

Osservatorio Nazionale Amianto a Taranto

Precisi obblighi di legge, quelli della sorveglianza sanitaria (art. 259 D.L.vo 81/2008), dicono dall’Osservatorio Nazionale Amianto di Taranto, con in prima fila la Sig.ra Paola Santospirito, battagliera coordinatrice di ONA Taranto, che in questo periodo è sugli scudi. “Sono una congiunta di vittima del dovere. Mio marito è gravemente malato per via dell’amianto e dei metalli pesanti che costituivano un cocktail esplosivo nella sala macchine e nella zona di coperta delle unità navali della Marina Militare, luoghi bui e angusti nel ventre della nave, con motori a tutto vapore e con temperature che arrivavano a 70/90°, un caldo infernale. L’Osservatorio Nazionale Amianto, sede di Taranto, in collaborazione con l’Avv. Ezio Bonanni, sta raccogliendo un voluminoso dossier sui casi di asbestosi in Marina Militare e purtroppo dalle analisi del sangue sono risultati presenti i metalli pesanti, che provocano anche malattie neurodegenerative, oltre che neoplasie maligne, e potenziano l’effetto dell’amianto. In particolare il ferro potenzia l’effetto dell’amianto perché favorisce il passaggio dallo stato precanceroso a quello cancerogeno, come insegnano le pubblicazioni dell’insigne Prof. Giancarlo Ugazio, patologo generale dell’Università di Torino, ed ora componente del comitato tecnico scientifico dell’ONA. Nel mese di settembre, in presenza dell’Avv. Ezio Bonanni, renderò pubblico il dossier esplosivo, con documenti riservatissimi che inchiodano i vertici della Marina Militare alle loro precise responsabilità, morali e giuridiche. Noi dell’ONA Taranto andremo avanti, siamo nella trincea, ma, molto presto, intendiamo guidare la resurrezione della città di Taranto, sventrata e stuprata dall’amianto.

I NUMERI DELLA STRAGE

Attualmente risultano presenti in stabilimento circa 3700 tonnellate di amianto in matrice friabile e 120 in matrice compatta, tale materiale è censito secondo quanto previsto dalla normativa di riferimento, tuttavia non è da escludere la presenza di ulteriore materiale contenente amianto in varie aree dello stabilimento le quali pertanto non risultano censite. Si ritiene quindi che il rischio di esposizione ad amianto è tuttora presente all’interno dello stabilimento. Gli interventi di rimozione di materiale contenente amianto e lo smaltimento di rifiuti eseguiti negli anni 2013-2015 sono riferiti maggiormente a materiali contenenti amianto in matrice friabile. Nello specifico negli anni 2013-2014-2015 sono stati effettuati 290 interventi di rimozione amianto, di cui 150 interventi hanno interessato materiale in matrice friabile. Anche per quanto concerne lo smaltimento in discarica di materiale contenente amianto la quantità di materiale a matrice friabile è maggiore di quella a matrice compatta, sono state smaltite infatti circa 418 tonnellate a matrice compatta e 1324 tonnellate a matrice friabile.

Mesotelioma pleurico Marina Militare

Salvatore Arcieri
Salvatore Arcieri

Salvatore Arcieri, altra vittima dell’amianto

Mesotelioma pleurico Marina Militare: questo è il cancro che ha provocato la morte di Salvatore Arcieri, Arturo per gli amici e familiari. 

68 anni, ancora giovane e desideroso di vivere. Voleva vivere Salvatore ma l’amianto se l’è portato via. Ora che la Marina Militare ha rigettato la domanda di riconscimento vittima del dovere, l’Avv. Ezio Bonanni ha impugnato la decisione al TAR del Lazio. L’avvocato ha iniziato una causa presso il Tribunale di Siracusa, giudice del Lavoro con udienza fissata per il prossimo 7 giugno 2018 (proc 1451/2017. Giudice: Dott. Pittera).

Non si danno per vinti i familiari e l’ONA che, da tempo, hanno portato alla luce il rischio amianto in Marina Militare. Un rischio che si unisce a quello di altri agenti patogeni e cancerogeni, come l’uranio impoverito. Inoltre, un programma di vaccini che, deprimendo il sistema immunitario, ha provocato un vero e proprio fenomeno epidemico di patologie degenerative e tumorali. Una vera e propria strage tutt’ora in corso, come dimostra il recente rapporto.

I risultati della Commissione di Inchiesta

Quello della mancanza di sicurezza delle forze armate è un tema caldo per l’ONA che non si da per vinta ed ora le sue tesi sono avvalorate dai risultati della Commissione di Inchiesta.

A pag. 18 della stessa relazione si legge: “Secondo quanto comunicato dalla difesa, si sarebbero verificati 126 casi di mesotelioma; dai casi raccolti dalla Procura della Repubblica di Padova le malattie asbesto correlate a carico di dipendenti della Marina Militare sono state 1101, di cui 570 mesoteliomi pleurici”.

A parlarne, accorata, è Laura Arcieri che, a seguito del decesso del padre, avvenuto nel 2009,  ha intrapreso una battaglia legale, penale e civile, con l’assistenza dell’ONA, l’Osservatorio Nazionale Amianto.

Ho visto mio padre sempre più debilitato a causa di una malattia terribile. I suoi polmoni si riempivano di acqua, che veniva aspirata ma si riformava continuamente. Mio padre era diventato anoressico. Non mangiava ma restava un uomo forte, anche nella malattia. Vederlo deperire giorno per giorno è stata una sofferenza difficile da accettare, che ci portiamo ancora dentro“.

Salvatore Arcieri era un motorista esperto, ben voluto, perbene. Dopo il servizio militare, rimase imbarcato, a lavorare, purtroppo proprio nella corvetta Milito, una delle navi attualmente inserite nella black list della Marina per la forte presenza di amianto. Successivamente passò alla corvetta Chimera, poi fu congedato e lavorò anche nella zona industriale di Siracusa. Un uomo ricercato per l’esperienza nel suo lavoro, che purtroppo gli costò cara, ovvero la perdita della sua stessa vita, a decenni di distanza.

Il rischio amianto Marina Militare nel tempo

Il carteggio riservatissimo recentemente reso pubblico dall’Osservatorio Nazionale Amianto e pubblicato sul nostro Notiziario dimostra che la Marina Militare era a conoscenza del rischio amianto almeno dal 1969. Ciò nonostante fino ai tempi più recenti l’amianto è stato presente nelle installazioni a terra e sulle unità navali della Marina Militare. L’ONA contesta il mancato accredito delle prestazioni di vittima del dovere ai familiari del sig. Arcieri. Ed è per questo che ho iniziato ben due cause civili: una al TAR ed una al Tribunale del Lavoro“, dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, presidente Osservatorio Nazionale Amianto.

Il caso di Salvatore Arcieri, come quello di Michelangelo Blanco, morto per esposizione ad amianto presumibilmente contratta sul luogo di lavoro, ovvero l’ufficio elettorale del Comune di Siracusa (per entrambe le morti sono in corso delle battaglie legali con l’assistenza dell’ONA), sono casi emblematici di morti premature che si potevano evitare, con una seria sensibilizzazione e presa di coscienza del rischio amianto. Perché di amianto SI MUORE.

L’amianto è tuttora presente in tantissimi edifici pubblici e privati. Se non si interviene SUBITO esso continuerà a mietere vittime ed avere terribili conseguenze in termini di nuovi ammalati e decessi. È dunque un’emergenza sociale, oltre che sanitaria e giudiziaria. Molta strada ci attende, ma l’obiettivo è la totale rimozione del rischio amianto, specialmente nel devastato territorio siciliano. Continueremo la battaglia. Dobbiamo farlo per Salvatore, per Michelangelo, per le tante vittime, morti ed ammalati a causa del cancro killer. Che almeno la loro testimonianza possa servire ad evitare altro dolore ed altra sofferenza.

Compleanno di morte da amianto

Amianto
Amianto

Morte da amianto: ONA sollecita un’indagine della Procura di Siracusa

Un compleanno di morte da amianto. Un anno esatto dalla morte del Sig. Michelangelo Blanco, deceduto per amianto, che gli ha provocato il mesotelioma. Centinaia, se non migliaia, sono i decessi per amianto in Sicilia, eppure tutto tace, sembra una riproposizione in chiave moderna di un Gattopardo tragico e drammatico sul quale l’Avv. Ezio Bonanni, in qualità di presidente dell’ONA e legale dei famigliari di Michelangelo Blanco, torna chiedendo giustizia e soprattutto sollecita giustizia. Oggi manifestazione dell’ONA a Siracusa, forte mobilitazione di tutte le strutture associative in Sicilia e nel resto d’Italia per sollecitare la bonifica dell’amianto e la rimozione dei rifiuti delle discariche abusive e nei territori contaminati.

“Oggi, 29 luglio, è ormai un anno dalla morte di Michelangelo. Mi auguro che la Magistratura inquirente/Procura della Repubblica di Siracusa assuma le necessarie determinazioni in relazione a questo come ad altri casi di morte per amianto, mesoteliomi, carcinomi polmonari e altri cancri da amianto e non in ultimo le asbestosi. Va un mio segno di ammirazione per la Sig.ra Tiziana Blanco che con coraggio e determinazione continua a portare avanti questa battaglia di legalità e giustizia nella memoria del padre e nell’interesse di coloro che potrebbero essere vittime come lui” dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

Morte da amianto: caso del signor Michelangelo Blanco

Il Sig. Michelangelo Blanco, dopo un’agonia di oltre un anno e mezzo, il 29.07.2016 è deceduto per mesotelioma pleurico. L’ennesima morte da amianto.

La sig.ra Tiziana Blanco, figlia del sig. Michelangelo Blanco, dirigente dell’ufficio elettorale del Comune di Siracusa, ha consegnato mercoledì 19 luglio una denuncia querela alla Procura della Repubblica per chiedere giustizia per la morte del padre.

“Io e mio fratello, Lorenzo, chiediamo giustizia per mio padre. A cosa serve parlare di bonifica, della pericolosità dell’amianto seamianto tanto poi quegli stessi maledetti uffici dove mio padre ha respirato la fibra killer sono ancora aperti e con gli impiegati all’interno? E’ un vero controsenso…Qui si sta giocando con la vita delle persone. Due mesi fa è stata eseguita una perizia all’interno dell’ufficio elettorale ma ancora non si sa nulla…L’unica cosa certa è che c’è ancora gente lì dentro. E’ inaccettabile”, dichiara Tiziana Blanco, figlia del sig. Michelangelo.

Il Sig. Michelangelo Blanco, per 42 anni ha lavorato presso il Comune di Siracusa in una struttura contenente amianto, respirando queste fibre che, giorno dopo giorno, gli hanno “pirciatu” (bucato) i polmoni, uccidendolo.

Non ci sta l’Osservatorio Nazionale Amianto, che attraverso il suo legale l’Avv. Ezio Bonanni, assiste legalmente la famiglia Blanco

 “La morte da amianto continua a condannare le persone e chi dovrebbe tutelarci non lo fa. L’amianto è come la Dea Fortuna, Bendata, e può colpire chiunque. Tutti coloro che ad oggi sottovalutano il rischio dell’amianto un domani potrebbero esserne anche loro vittime”, dichiara l’On.le Pippo Gianni, ideatore della L.R. n. 10 del 2014, ancora inattuata, e componente del Comitato tecnico scientifico Nazionale.

“L’ho detto chiaro al sottosegretario Faraone, non interromperemo le azioni legali anche nei confronti di suoi colleghi di partito ed esponenti politici a lui vicini, come il presidente della regione, fino a quando non ci sarà l’attuazione della Legge Regionale, ed anzi spero che possa sollecitare il suo collega di partito On. Crocetta a dare attuazione alla legge. Dovrebbe intervenire anche l’ex Premier Renzi” aggiunge l’Avv. Ezio Bonanni.

La pensa così anche il Sig. Calogero Vicario, Coordinatore ONA Sicilia, “Continueremo a dare battaglia per il rispetto dei diritti dei lavoratori siciliani e siracusani. Il Presidente della Regione, nonostante abbia il potere per emettere atti equipollenti equivalenti agli atti di indirizzo ministeriale, non provvede ad emanare alcun provvedimento, di conseguenza i lavoratori sono obbligati ad intraprendere atti legali. Siamo stanchi di veder morire lavoratori e familiari. Non è giusto morire a causa del proprio lavoro. Ci chiediamo le ragioni di tanto ostracismo nei nostri confronti e una risposta dalle istituzioni, primo fra tutti il Presidente della Regione On.le Crocetta, che fa parte di diritto delle riunioni del Consiglio dei Ministri”.

Di seguito la storia della famiglia Blanco attraverso le parole della sig.ra Tiziana Blanco

Sig. ra Tiziana ci parli un po’ di suo padre, il Sig. Michelangelo Blanco.

Mio padre era una persona splendida, ma non lo dico solo perché era mio padre. Un uomo vitale, generoso e un gran lavoratore e purtroppo è stato proprio questo ad ucciderlo. Ha lavorato per 42 come Dirigente dell’ufficio elettorale del Comune di Siracusa, dal 1961 al 2003 quando è andato in pensione. Mio padre viveva in quell’ufficio, in quei corridoi. Ancora ricordo quando da bambina, io e mio fratello Lorenzo, andavamo a trovarlo, fieri di vederlo all’opera e di sentire i suoi colleghi parlare sempre bene di lui. Ma se adesso ripenso che quei corridoi, con tutte quelle librerie e quei faldoni che da piccola mi incuriosivano tanto, sono stati il luogo in cui mio padre è entrato in contatto con l’amianto che ha causato il suo decesso lo scorso luglio 2016 non riesco a darmi pace.

Tiziana come fa a sapere con certezza che ci sia dell’amianto nella struttura?

Io e mio fratello, una volta diagnosticata la malattia di mio padre, mesotelioma pleurico, siamo andati alla ricerca della causa. Non è stato difficile intuire che si trattasse del luogo di lavoro. Siamo tornati li e abbiamo visto dagli uffici del primo piano i tetti dei 2 corridoi, a se stanti, staccati dal resto, e da lì abbiamo confermato le nostre supposizioni: la copertura del tetto è in eternit, tra l’altro neanche in buone condizioni. Gli stessi dipendenti che sono ancora lì in servizio mi hanno detto che molto spesso quando piove ci sono delle infiltrazioni di acqua, e non devo certo dirvelo io quanto questo sia pericoloso. Adesso che ci penso ricordo bene che anche in passato quando andavo a trovare mio padre in ufficio c’erano queste bacinelle a terra proprio per raccogliere l’acqua piovana. Non avrei mai immaginato che tutti questi fossero dei segnali che, magari, se interpretati da subito correttamente avrebbero dato più chance a mio padre.

Quindi Tiziana lei ci sta dicendo che in questi uffici ci sono ancora dipendenti?

Assolutamente si! Infatti non riesco proprio a capire. Se penso non solo ai dipendenti, ma anche al pubblico che quotidianamente entra in questi uffici, ma come si fa?! Io ho cercato in tutti i modi di avvertire tutti, informandoli di quanto è accaduto a mio padre. Loro lo adoravano e poi, ho saputo che mio padre non è l’unica persona deceduta all’interno di quell’ufficio; nel giro di pochi anni 5 donne sono morte di tumore. Mi sembra una strana coincidenza. Io al posto loro mi sarei fatta sentire, anche perché le patologie asbesto correlate si presentano dopo molti anni, di conseguenza nemmeno loro sono totalmente al sicuro. Ma come si può rischiare così?

Suo padre quando si è ammalato?

Mio padre ha cominciato ha cominciato a stare male nel 2011. Quello che sembrava un semplice affanno con versamento pleurico si è scoperto essere, nel 2015, un mesotelioma pleurico. Inutile cercare di descrivere lo stato d’animo di tutti. Mio padre, un uomo di grande cultura, si è subito documentato ed ha cominciato a fare ricerche sulla malattia, scoprendo subito che purtroppo non aveva alcuna speranza di guarigione. Gli ultimi mesi sono stati terribili per lui ma anche per noi. Non può immaginare quanti rimorsi o senza di colpa abbiamo, “Avremmo potuto fare di più” “Magari se avessimo provato quest’altra cosa”, ma del resto quale figlio non se li creerebbe? In quello stesso periodo si è anche aggravata mia madre, allettata con un respiratore e deceduta anche lei poco dopo mio padre.

La vostra vita quindi è stata totalmente sconvolta

Io ho rinunciato a tutto. Sono sempre stata una fotografa ma per stare dietro ai miei genitori ho dovuto lasciare il lavoro. Adesso mi ritrovo senza lavoro e senza casa. Purtroppo tutti i nostri risparmi sono stati utilizzati per i viaggi per le cure e per le visite specialistiche. Insomma l’unica ad averci guadagnato in tutta questa vicenda è stata l’INPS. Mio fratello ha un bambino piccolo che non è riuscito a godersi il nonno e viceversa. Mio padre non ce lo ridarà nessuno però spero almeno che tutto questo possa servire per salvare altre persone.

Cosa intende fare adesso?

Ho conosciuto l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale Amianto, nel febbraio del 2017, durante un convegno organizzato dall’ONA nella città di Siracusa. Quando ho sentito che il Capo di Gabinetto dell’Assessore Regionale parlava, parlava e parlava, solo parlava, per quanto riguarda la mancata attuazione della legge siciliana sull’amianto ho pensato al fatto che la legge prevedeva la istituzione di una struttura al Muscatello di Augusta, che invece non c’è ancora e che noi siamo dovuti andare, peregrini, come i primi immigrati, nel nord Italia per cercare una terapia per nostro padre, che, sventurato, era ormai stato distrutto dall’amianto, ed era già moribondo.

Una sorveglianza sanitaria avrebbe potuto salvare la sua vita. Invece non è stato così perché alcuni politici hanno deciso di non applicare la legge. Mi sono affidata nelle mani dell’ONA, perché trascini in Tribunale il Comune di Siracusa e la Regione Sicilia, per ottenere il riconoscimento di malattia professionale, e il risarcimento danni.

Terremoto 2016: alcune problematiche sono legate all’amianto

Amianto macerie
Amianto macerie

L’ONA esprime solidarietà ai familiari delle vittime del terremoto

L’Osservatorio Nazionale Amianto, dopo aver espresso solidarietà e vicinanza ai familiari delle vittime e alle popolazioni colpite dal terremoto, ennesima tragedia legata alla forza imperscrutabile della natura, che spesso l’uomo aggrava con comportamenti incauti, continua a denunciare la grave situazione di cui sono vittime i cittadini dei territori interessati dai diversi sismi, ivi compresi quelli della regione Marche.

Infatti, in tale contesto gioca un ruolo l’utilizzo massiccio di amianto, fino al 1992, nelle costruzioni edili, e nell’impiantistica e negli arredi in generale, e complice l’assenza di obbligo giuridico di bonifica, in occasione di ogni terremoto, si perpetua la situazione di pericolo e di rischio, in quanto la riduzione allo stato pulverulento dei materiali che contengono questi minerali cancerogeni determina la contaminazione di polveri e fibre che vengono quindi inalate sia dagli operatori che dalle popolazioni.

Non si può prescindere dal fatto che qualsiasi esposizione ad amianto è comunque dannosa per la salute umana e non c’è una soglia al di sotto della quale il rischio si annulli.

IARC conferma la pericolosità dell’amianto

Ciò è confermato dallo IARC (International Agency For Research On Cancer) già nella pubblicazione Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans, Volume 14, Asbestos, Summary of Data Reported and Evaluation, Asbestos, Last updated: 26 March 1998, nel quale testualmente: “At present, it is not possible to assess whether there is a level of exposure in humans below which an increased risk of cancer would not occur” (e di rischio anche a basse dosi aveva parlato fin dagli anni ’60 anche il Prof. Irvin Selikoff: tanto che anche una sola fibra è potenzialmente in grado di poter determinare l’insorgenza del mesotelioma).

L’amianto è in grado di determinare patologie fibrotiche, tra le quali l’asbestosi, le placche pleuriche, gli ispessimenti pleurici e complicazioni cardiovascolari e cardiocircolatorie, e patologie neoplastiche, tra le quali il mesotelioma, il tumore polmonare, i tumori del tratto gastrointestinale, etc..

Poiché non vi è una soglia, al di sotto della quale il rischio di tumore si annulla, è necessario evitare qualsiasi forma di esposizione al materiale cancerogeno, e ciò è possibile innanzitutto bagnando le macerie con presenza di amianto e poi confinandole, anche attraverso l’utilizzo di teli di nylon, in attesa della bonifica.

È necessario che gli operatori vengano protetti con maschere in grado di evitare l’inalazione d polveri e fibre di amianto.

Solo in questo modo è possibile evitare l’esposizione a polveri e fibre di amianto prima di tutto di coloro che sono chiamati ad effettuare i primi interventi, ma anche di coloro che poi, successivamente, si occuperanno della bonifica, ma anche dei volontari, che vanno prima di tutto informati e poi dotati delle necessarie protezioni (non ultimo delle tute monouso).

Abbiamo trovato sostegno nell’On.le Peppino Giorgini, del Movimento 5 stelle, da sempre molto vicino alle vittime e tuttavia confidiamo che anche le altre forze politiche possano sostenere le istanze di tutela dell’ambiente e della salute che rientrano nei principi dell’ONA.

L’Osservatorio Nazionale Amianto evidenzia che nella normativa della Regione Marche vi sono numerose falle per quanto riguarda la problematica amianto ed è per questo che rivolge un appello alle forze politiche affinchè venga approvata una Legge Regionale amianto sulla base delle seguenti proposte:

  • polo di riferimento per patologie asbesto correlate presso l’Università di Ancona (che potrà essere affidato alla direzione della Prof. Lory Santarelli);
  • sorveglianza sanitaria in favore di tutti i lavoratori esposti ad amianto, anche quelli che hanno cessato l’attività (art 259 D.L. 81/2008);
  • bonifica di tutte le macerie che purtroppo sono a rischio amianto per il fatto che tale minerale è stato utilizzato fino alla Legge 257/92 (aprile 93);
  • detassazione per interventi di bonifica in favori di privati ed imprese.