Il rischio amianto fu una costante di tutta la cantieristica navale, compreso amianto Fincantieri Monfalcone.
La S.p.A. Fincantieri, che ha assunto la gestione del cantiere, ha proseguito nell’uso dell’amianto. Quindi, Fincantieri Monfalcone è stato sinonimo di rischio amianto fino ai tempi più recenti. Inoltre, nelle navi varate fino ai primi anni ’90, l’amianto fu di largo utilizzo.
L’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni tutelano le vittime nei cantieri navali, tra i quali i lavoratori Fincantieri Monfalcone. Sono stati celebrati centinaia di procedimenti, penali e civili. Tutte le vittime possono richiedere la consulenza gratuita medica e legale.
In questo giornale ci sono tutte le news cantiere navale di Monfalcone. Infatti rappresenta lo strumento di formazione fondamentale per rendere noto il rischio nella cantieristica navale e per venire a conoscenza di Fincantieri Monfalcone news.
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Le azioni legali dell’ONA a tutela delle vittime
L’ONA è parte civile anche nei processi di Fincantieri Palermo. Ha ottenuto significativi risultati anche nella tutela legale delle vittime di malattia asbesto correlate Fincantieri Monfalcone.
La nocività delle fibre di amianto è stata scientificamente accertata dalle istituzioni scientifica per la ricerca contro i tumori. Le malattie asbesto correlate sono in continuo aumento. Ciò è stato confermato dall’ultima monografia IARC in tema amianto.
L’ONA condivide pienamente le conclusioni della comunità scientifica: non vi è una soglia minima di esposizione ad amianto al di sotto della quale il rischio si annulla. Ciò è ribadito anche nel Consensus Report di Helsinki.
Epidemia mesotelioma amianto Fincantieri Monfalcone
L’ONA tutela le vittime dell’asbesto nei cantieri navali Monfalcone. Nel VII Rapporto ReNaM vi è la conferma del rischio per l’alta incidenza dei mesoteliomi nella cantieristica navale.
Tra i dipendenti del cantiere navale di Fincantieri Monfalcone vi è un’altissima incidenza di mesoteliomi. Il mesotelioma, in particolare il mesotelioma pleurico, è la patologia più frequente tra i dipendenti del cantiere navale di Monfalcone. La responsabilità è degli amministratori Fincantieri, ma anche del resto della dirigenza. L’ONA tutela le vittime mesotelioma Fincantieri Monfalcone.
Rischio amianto Fincantieri Monfalcone
L’abnorme utilizzo di eternit nella cantieristica navale è, peraltro, confermato da tutta la letteratura. Il Dott. Enrico Bullian, scrittore e consulente della Procura della Repubblica di Gorizia, ha svolto un ruolo importante nel processo Fincantieri.
Nella pubblicazione “Il male che non scompare. Storia e conseguenze dell’uso dell’amianto nell’Italia contemporanea” ha approfondito questi temi. Di amianto Gorizia parla anche nel suo articolo: “La storia comparata dell’uso e delle conseguenze dell’amianto nei più importanti cantieri navali italiani dell’alto Adriatico nei lunghi anni Settanta”. Qui sono stati riportati tutti i dati relativi ai livelli di esposizione ad amianto nei Monfalcone cantieri navali di Fincantieri S.p.A..
Inoltre, il Dott. Enrico Bullian ha calcolato le “Concentrazione atmosferica di fibre di amianto nelle salderie della Marina Militare e a bordo di una nave petroliera all’ITC di Monfalcone”.
Quindi, questa tabella dimostra l’elevato livello espositivo ad amianto. Queste conclusioni sono coerenti con la letteratura INAIL.
L’amianto è stato utilizzato moltissimo nei cantieri navali perché materiale ignifugo, resistente e fonoassorbente, causando purtroppo numerose vittime. I dati sono presenti nell’ultima pubblicazione dell’Avvocato Ezio Bonanni “Il libro bianco per le morti di amianto in Italia – ed. 2022”.
Utilizzo di amianto in Navalmeccanica e grandi navi in ferro
L’ampio utilizzo dell’amianto nella cantieristica, così nel cantiere navale monfalconese, può essere, così, sintetizzato. Navalmeccanica e grandi navi in ferro dell’Arpae Emilia Romagna afferma che c’era l’applicazione a più strati:
- vernice che proteggeva per evitare la formazione della ruggine ricoperta o anche non ricoperta da vernice (vernici ad elevato spessore antirombo);
- minerali di asbesto floccati e che erano applicati a spruzzo, oppure, con il materassino con la lana minerale artificiale;
- con le reti metalliche intrecciate, all’interno delle quali applicare l’amianto friabile con il gesso o la calce;
- finiture esterne con varie modalità di realizzazione;
- intonaci eseguiti con cemento amianto, ovvero, con cemento impastato con amianto friabile;
- cartone di amianto forato;
- tela in amianto verniciata;
- marinite (gomma e fibra di amianto).
Cantieri navali Fincantieri Monfalcone: conferma del rischio
La CONTARP INAIL “Mappa storica dell’esposizione all’amianto nell’industria Italiana Verdel – INAIL” ha certificato il rischio amianto. In particolare, ha posto l’accento su esposizione amianto Fincantieri di Monfalcone.
In “Aggiornamento della mappa storica dell’esposizione all’amianto nell’industria italiana: le ricerche nel 1997“, si conferma questa condizione di rischio. Per cui, questa documentazione, coniugata alle numerose sentenze, permette le tutele in favore dei lavoratori.
Rischio a Monfalcone Fincantieri: importanza della prevenzione
L’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni da anni chiedono giustizia per le vittime amianto cantiere Monfalcone. La Spa Fincantieri ha sempre negato il rischio dell’uso dei minerali di asbesto. Sono in corso decine e decine di cause civili per i risarcimento dei danni. Ma, allo stesso modo, l’associazione si batte per la prevenzione primaria. La prevenzione primaria é l’unico strumento di effettiva tutela della salute con l’evitare nuove esposizioni nei cantieri navali.
In particolare nel cantiere navale Monfalcone, nel quale nel passato le esposizioni alle fibre sono state elevate. Ci sono ancora molti casi di mesotelioma e di altre patologie asbesto correlate di in generale danni alla salute cantiere navale Monfalcone.
Non basta bandire l’estrazione e la commercializzazione di tutti i minerali di asbesto stabiliti con la L. 257/1992 per prevenire il rischio da malattie asbesto correlate. È necessario imporre la bonifica di tutti i materiali contenenti queste fibre. Finché ci saranno materiali contenenti amianto, così vecchie navi, sulle quali si lavora ancora nel cantiere Fincantieri Monfalcone, ci sarà il rischio.
Per questo l’ONA ha istituito l’APP Amianto. Attraverso questo strumento i cittadini potranno segnalare i siti contaminati.
Rischio amianto Fincantieri Monfalcone: prevenzione secondaria
Per i lavoratori già esposti presso Fincantieri Monfalcone, l’Avv. Ezio Bonanni raccomanda di evitare qualsiasi altra forma di esposizione. Per questo è stato valorizzato il prepensionamento amianto, con l’art. 13, co. 8, L. 257/1992. Questo diritto si matura prima della malattia. La ratio di questa norma é quella della prevenzione (Corte Costituzionale, sentenza n. 5/2000 e Corte di Cassazione, Sez. Lav., n. 4913/2001).
In più, è fondamentale per i lavoratori Fincantieri Monfalcone anche la sorveglianza sanitaria. Infatti, con la prevenzione secondaria e tali controlli, si ha la diagnosi precoce dei danni alla salute, compresi quelli della infiammazione. Infatti le fibre di questi minerali, inalate o ingerite nelle cantiere Fincantieri Monfalcone, provocano prima malattie fibrotiche. Asbestosi, placche e ispessimenti pleurici, che anticipano la diagnosi rispettivamente di tumore del polmone e mesotelioma pleurico. Le placche e gli ispessimenti sono sempre presenti tra i lavoratori del cantiere Fincantieri Monfalcone.
Certo, non tutti quelli che hanno queste lesioni infiammatorie, per fortuna, ricevono la diagnosi di mesotelioma. Tuttavia, occorre non abbassare la guardia. Fare i controlli e accedere subito al prepensionamento.
L’obbligo di sorveglianza sanitaria per i lavoratori esposti amianto é stabilito dall’art. 259 del Dlgs. 81/2008. Così, coloro che sono stati esposti ad amianto possono ottenere la diagnosi precoce di eventuali malattie asbesto correlate, il che rende più efficaci le terapie.
Rischio amianto Fincantieri: la prevenzione terziaria
La prevenzione terziaria è costituita dal rilevazione epidemiologica e dalla tutela dei diritti delle vittime. Prima di tutto c’è il prepensionamento, anche per la semplice e sola esposizione, ai sensi dell’art. 13, co. 7, legge 257 del 1992.
Tenendo conto che in tutti i cantieri navali Fincantieri l’esposizione è molto elevata, le placche pleuriche sono sempre presenti. Per tali motivi, per le vittime di placche e ispessimenti, sussiste il diritto alla pensione. L’art. 13, co. 7, L. 257/1992 dà diritto a chiedere la rivalutazione contributiva con il coefficiente 1,5, per il periodo di esposizione lavorativa ad amianto.
Se anche con tale rivalutazione non si ha la maturazione del diritto a pensione, allora, si può depositare la domanda di pensione invalidità amianto (art. 1, commi 250, 250 bis e ter, L. 232/2016). Si tratta di una misura estesa a tutti i lavoratori che hanno subito un danno amianto. Una qualsiasi lesione, anche dell’1%, dà diritto, comunque, alla pensione amianto. Non c’è un limite di entità.
Contributi esposizione amianto Fincantieri Monfalcone
I lavoratori dei cantieri navali, tra cui quelli Fincantieri Monfalcone, hanno diritto ai benefici contributivi per esposizione ad amianto. Si tratta di maggiorazioni contributive con l’art. 13, co. 8, L. 257/1992. L’onere probatorio è costituito dalla dimostrazione dell’esposizione qualificata amianto, cioè, superiore alle 100 ff/ll nella media delle 8h lavorative, per ogni anno e per oltre 10 anni.
Per poter provare tale superamento, si fa riferimento alle modalità di accertamento dell’INAIL. Infatti, l’ente previdenziale ha elaborato una sua legge scientifica. Acquisito dall’ente tedesco Hauptverband der Berufsgenossenschaften, il sistema di calcolo dei livelli espositivi ad amianto l’ha adattato al caso Italia. È stata, infatti, elaborata la banca dati Amyant. Su questa banca dati è possibile acquisire tutti i livelli espositivi per singole lavorazioni.
La formula è la seguente: E= Σ(cᵢ * hᵢ)/hanno, e, con il calcolo, si indicano i valori della banca dati Amyant e i tempi. Così con questo algoritmo è possibile calcolare il livello espositivo di ogni singolo lavoratore. Questo è molto importante perché ha permesso di dimostrare l’elevata esposizione alle fibre asbestiformi presso il cantiere di Monfalcone.
Questi benefici amianto si ottengono sulla base dell’art. 13, co. 8, L. 257/1992.
Malattia amianto indennizzo INAIL Monfalcone Fincantieri
In caso di malattie asbesto correlate, in base alla percentuale di danno riconosciuta, si ha diritto a un indennizzo INAIL diretto, se il danno biologico è da 6 a 15%, oppure a una rendita diretta, con il danno da 16% a 100%.
Il mesotelioma (pleurico, pericardico, peritoneale e della tunica vaginale del testicolo), il tumore del polmone, il cancro della laringe e delle ovaie, l’asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici sono malattie della lista I.
Inoltre, l’Avv. Ezio Bonanni è riuscito ad ottenere significativi risultati per il riconoscimento di malattie asbesto correlate non inserite nella lista I.
Le malattie della lista II INAIL non hanno la presunzione legale di origine. Quindi, l’onere della prova è a carico del lavoratore amianto Fincantieri Monfalcone.
Le malattie asbesto correlate sono: tumori della faringe, dello stomaco e del colon retto. Poi nella lista III c’è il cancro dell’esofago.
In aggiunta alla rendita, ogni vittima amianto può fare richiesta per il Fondo Vittime Amianto.
Risarcimento danni amianto Fincantieri Monfalcone
Con riferimento alle condizioni di rischio amianto, l’ONA ha attivato anche la tutela del risarcimento del danno. È dovuto il risarcimento del danno differenziale. In caso di decesso, questi danni si liquidano in favore degli eredi. I familiari hanno diritto al risarcimento del danno iure proprio.
Ai fini della quantificazione dei danni, si prendono in considerazione le tabelle del Tribunale di Milano.
Amianto Fincantieri Monfalcone: la storia
Il cantiere Fincantieri Monfalcone è uno degli esempi più rilevanti di massiccio utilizzo di amianto nel settore navale. L’INAIL ha riconosciuto, per i lavoratori dei cantieri navali di Monfalcone, i benefici previdenziali per esposizione ad amianto, fino al settembre 1985. Il termine fu, poi, prolungato fino al 1988.
Tuttavia, molti lavoratori dei cantieri navali Fincantieri Monfalcone, hanno riferito di aver costruito sottomarini coibentati in asbesto, almeno fino al 1989. L’impiego di minerali di asbesto nei cantieri navali di Monfalcone è proseguito verosimilmente fino al 1996. Tanto che, il Ministero della Difesa ha segnalato a Fincantieri la presenza di guarnizioni in amianto consegnate a Monfalcone. Alla segnalazione, l’azienda ha fatto sapere che avrebbe provveduto, ma non ha mai apertamente dichiarato le azioni messe in atto per la bonifica e l’eliminazione di materiali dannosi alla salute.
Fincantieri ha minimizzato la portata del problema dell’utilizzo di crisotilo ed altri minerali fibrosi nello stabilimento Fincantieri Monfalcone.
Amianto Fincantieri Monfalcone: il grande processo
L’ONA torna all’attacco e chiede che gli ex dirigenti di Fincantieri, responsabili della morte di centinaia di lavoratori, siano puniti. Infatti mesotelioma, cancro polmonare, cancro alla laringe, faringe, allo stomaco, al colon retto e asbestosi stanno falcidiando i lavoratori. È giusto che i dirigenti Fincantieri paghino per le loro responsabilità. Ciò anche alla luce della sentenza del Tribunale Penale di Gorizia di fine luglio del 2017.
“L’aula del Tribunale di Gorizia, alla lettura della sentenza, giunta dopo 40 udienze, e 385 giorni, è testimone ed unica sopravvissuta della tragedia delle vittime. Sembra, per una volta, animata dagli spiriti delle vittime che per un giorno sembrano tornati a vivere. Usciti dai sarcofagi che hanno avvolto quei corpi, ridotti pelle-ossa, divorati dal cancro causato dall’amianto” – così Antonio Dal Cin. Questi eroe sopravvissuto per ora all’asbestosi e quindi al killer che lotta per salvare vite umane e per dare giustizia alle vittime.
Amianto Fincantieri Monfalcone: la condanna penale
Gorizia, 40 udienze in 385 giorni. Il primo agosto 2017, il Giudice Monocratico del Tribunale di Gorizia, Paolo Alessio Vernì, nel terzo maxi processo per la morte di ex lavoratori del cantiere di Monfalconea causa dell’esposizione all’amianto. Erano 60 le parti offese rappresentate al processo.
Il giudice ha condannato gli ex dirigenti dell’Italcantieri Giorgio Tupini, Corrado Antonini, Antonio Zappi, Roberto Schivi e Mario Abbona a un totale di 20 anni e tre mesi di reclusione. Una differenza abissale rispetto alle richieste della Procura della Repubblica (pm Bossi, Collini, Maltomini), che aveva avanzato una richiesta per un totale di 80 anni di reclusione.
Non ha fatto in tempo a sentire la sentenza di condanna l’imputato Enrico Bocchini, già direttore di stabilimento. Infatti è morto pochi giorni prima a Cesena.
Gli imputati e Fincantieri spa, in qualità di responsabile civile, tra risarcimenti danno e provvisionali, dovranno sborsare oltre un milione di euro, che si aggiungono a quelli già pagati in precedenza.
Aggiornamento 2022: Fincantieri pagherà 1 milione di euro
A gennaio 2022 l’Avvocato Ezio Bonanni ha ottenuto una grande vittoria per la famiglia di un operaio della Sait, di Castellammare di Stabia, ma impiegato in Fincantieri, con un milione di euro di risarcimento.
Il lavoratore ha contratto un mesotelioma nel 2015 ed è morto l’anno successivo, a causa dell’amianto utilizzato nei cantieri navali. L’avvocato Ezio Bonanni, ha sostenuto la tutela legale in ordine al rischio amianto Fincantieri Palermo, che si è concretizzata nella sentenza del Tribunale di Torre Annunziata n. 2030 del 30/12/2021.
Si tratta di un pronunciamento importante perché riconosce un principio fondamentale nella tutela dei lavoratori con malattie professionali legate all’amianto, e potrà essere utilizzata anche in altri procedimenti.
Il Tribunale di Torre Annunziata, con la sentenza n. 2030 del 30/12/2021, ha accolto le tesi dell’avvocato Bonanni, condannando in solido le 2 società: Fincantieri e Sait.
Si tratta di una news Fincantieri chiave che potrà essere utilizzata anche negli altri procedimenti.
Consulenza gratuita ONA per le vittime e i familiari
L’ONA continua ad assistere i lavoratori della cantieristica navale in tutta Italia. Tantissimi ormai i procedimenti seguiti dall’Avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’ONA.
Per richiedere l’assistenza legale e l’assistenza medica è possibile chiamare il numero verde o compilare il form.