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Tammone: cancro al colon risarcimento
Cancro al colon risarcimento: l’ONA ha ottenuto molti risultati positivi in sede giudiziaria. Infatti, l’INAIL nega sempre il diritto delle vittime all’indennizzo e al risarcimento. Il caso è quello di Carmine Tammone, ex lavoratore dei cantieri navali riuscito ad ottenere il riconoscimento della malattia professionale asbesto (cancro al colon risarcimento).
In questo modo, l’INAIL è stata condannata a costituire in suo favore la rendita mensile, con la liquidazione dei ratei arretrati.
Tumore del colon e assistenza dell’ONA
La storia di Carmine Tammone è il caso pilota per la tutela di tutte le vittime amianto tumore gastrointestinale.
Condanna dell’INAIL all’indennizzo delle tumore del colon
Il lavoratore nasce in provincia di Matera, ma si trasferisce appena adolescente nel Lazio.
Carmine ha lavorato quasi tutta la vita all’interno dei cantieri navali, da Civitavecchia a Via Reggio, ha trascorso circa 50 anni a dedicarsi al proprio lavoro. Finalmente nel 1995 è stato collocato a riposo.
La pensione doveva rappresentare per Carmine un traguardo raggiunto grazie alla pazienza e al sacrificio. Ma dopo 2 anni, nel 1997 gli hanno diagnosticato un cancro al colon ed è dovuto sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico.
Poiché è emerso che il tumore del colon fosse di origine professionale, è stata attivata la procedura INAIL. Lente ha rigettato le domande della vittima, per cui è stato presentato il ricorso giudiziario presso il Tribunale di Velletri. In seguito all’accertamento, l’INAIL è stato condannato all’indennizzo della malattia asbesto-correlate.
Successivamente, l’INAIL ha impugnato la sentenza favorevole presso la Corte di Appello di Roma, che invece ha confermato la decisione del tribunale. In questo modo si è messa la parola fine a questa controversia che la causa pilota utilizzabile per tutti gli altre controversie.
Carmine Tammone: domanda amministrativa di rendita INAIL
L’ONA, con il medico legale dottor Arturo Cianciosi, hanno accertato che il signor Tammone ha subito il tumore del colon a causa della esposizione professionale ad asbesto.
Per tali motivi, il dottor Arturo Cianciosi ha redatto la prima certificazione di malattia professionale che ha indirizzato al INAIL. I sanitari dell’INAIL hanno negato il diritto del Sig. Tammone all’indennizzo del tumore del colon malattia professionale.
Quindi la domanda amministrativa è stata rigettata dall’INAIL. L’avvocato Ezio Bonanni ha impugnato il rigetto ed ha chiesto che i sanitari dell’INAIL fissassero collegiale. Anche la collegiale medica ha confermato il provvedimento di rigetto.
Cancro del colon: ricorso giudiziario per il riconoscimento
A questo punto, non è rimasto altro da fare che ricorrere alla magistratura. Quindi è stato depositato il ricorso giudiziario al giudice del lavoro, sulla base dell’articolo 442 del codice di procedura civile grande.
Questo ricorso per l’indennizzo INAIL, è stato corredato con tutta la certificazione medica e quella per dimostrare l’origine professionale. Il medico legale, Dott. Arturo Cianciosi, ha redatto la relazione medica ad ulteriore supporto della domanda giudiziaria. È stata richiesta anche la prova testimoniale. Inoltre, sono state allegate le numerose sentenze di riconoscimento dei benefici contributivi per esposizione ad amianto per i lavoratori dei cantieri navali.
Infatti, fin dal 3000, l’Avv. Ezio Bonanni ha depositato molte domande per i lavoratori dei cantieri navali esposti all’amianto. Pure coloro che non si sono ammalati, hanno comunque diritto al prepensionamento.
Molti lavoratori dei cantieri navali sono anche deceduti, per cui, sono state intentate azioni di risarcimento danni.
La procedura è quella della domanda all’INPS di accredito delle maggiorazioni contributive per esposizione ad amianto. Si deve presentare la domanda amministrativa, sulla base dell’articolo 13 comma 8 della legge 257 del 1992:
Scopri i diritti delle vittime di tumore amianto gastrointestinale
Tumore al colon e asbesto: conferma del nesso causale
Nel ricorso giudiziario, l’ Avv. Ezio Bonanni ha citato tutta la letteratura scientifica ed ha dimostrato il nesso causale. Risulta, infatti, che nei lavoratori esposti ad amianto vi è una più alta incidenza di tumori del colon.
Questo dato epidemiologico, anche se non assoluto, è confermato dallo iarc nella sua ultima monografia in materia di asbesto.
Infatti le fibre di asbesto sono un cancerogeno perfetto, ed incidono anche sugli organi gastrici.
Le tesi dell’ Avv. Ezio Bonanni hanno ricevuto autorevole riscontro da tutta la letteratura scientifica. Successivamente, anche dalla Corte di Cassazione ha confermato queste risultanze scientifiche.
Approfondimento su amianto e tumore del colon
Quali malattie amianto l’INAIL deve sempre risarcire?
La prova scientifica sulla cancerogenicità dell’amianto debbono indurre ad indennizzare le vittime. Infatti, ci sono alcune malattie asbesto correlate nella lista 1.
L’inserimento in questa lista è molto importante, perché comporta la presunzione legale di origine. In altre parole, in questi casi si presume il nesso causale.
Perciò, l’INAIL deve indennizzare i lavoratori, in caso di morte, i superstiti. L’ente, se non vuole indennizzare, deve prima eccepire e poi dimostrare che la malattia è extra professionale.
Inoltre è sufficiente la concausa, per ottenere comunque riconoscimento e dunque l’indennizzo. I mesoteliomi, tra i quali quello delle della pleura, del peritoneo, della tunica vaginale del testicolo e del pericardio, fanno parte della lista 1.
Così, allo stesso modo, il tumore del polmone, poi quello della laringe e quello delle ovaie. Ancora l’asbestosi, le placche pleuriche e gli ispessimenti.
Per queste malattie, è molto semplice ottenere il riconoscimento perché gli oneri probatori sono a carico dell’ INAIL. Più complicato, invece, per quanto riguarda quelle malattie non inserire nelle liste, anche se ora è in vigore il sistema misto.
Tumore colon: sì all’indennizzo se c’è l’esposizione amianto
Infatti, prima la Corte Costituzionale, poi legislatore, con l’articolo 10 del decreto legislativo 38 del 2000 hanno ribadito questo concetto. Devono essere riconosciute tutte quelle malattie amianto o comunque professionali a prescindere da l’inserimento nella lista 1. La condizione è che il lavoratore dimostri la loro origine professionale, quindi il nesso causale.
Nel nostro caso, il tumore del colon era inserito nella lista II dell’ INAIL. Inizialmente nella lista 3. Quindi, non c’era la presunzione legale di origine. Per cui a carico di questo lavoratore, come tutte le altre vittime dello stesso tumore, vi è un preciso onere probatorio: quello del nesso causale.
Ovvero, che la malattia sia legata alla esposizione lavorativa all’agente cancerogeno, in questo caso l’amianto. La prova è a carico del lavoratore, che però l’aveva fornita poi gli erano state allegate molte sentenze di condanna dell’INPS all’accredito delle maggiorazioni amianto.
L’ Avv. Ezio Bonanni ha depositato le sentenze di condanna dell’INPS e, vuol dire che ha dimostrato il superamento della soglia delle 100 fibre litro per più di 10 anni.
Si tratta, quindi, di una prova importante di elevata condizione di rischio professionale per esposizione ad asbesto che rileva anche in caso di malattia amianto correlata. In particolare, per i tumori amianto, tra i quali quello del colon.
Per questi motivi, in seguito alla prova testimoniale è alla perizia medico legale, il ricorso è stato accolto. L’ INAIL è stata condannata.
Tribunale di Velletri: il cancro del colon malattia correlata
La sentenza ha accolto le richieste del lavoratore, difeso dall’Avvocato Ezio Bonanni. In sostanza l’INAIL è stata condannata a costituire la rendita in suo favore, e a pagare i ratei arretrati.
L’INAIL ha dovuto pure rilasciare al signor Tammone il certificato di esposizione amianto ex articolo 13 comma 7 della legge 257 del 1992.
Tumore al colon: quali sono i diritti delle vittime?
Le vittime amianto tumore del colon malattia professionale hanno i seguenti diritti:
- indennizzo INAIL malattia professionale che consiste della costituzione di una rendita, per i casi di lesione a partire dal 16%. Mentre se l’invalidità è inferiore, si ha diritto all’indennizzo del solo danno biologico, con prestazione una tantum;
- Fondo Vittime Amianto. Nel caso di riconoscimento del tumore del colon da asbesto, si ha diritto ad ottenere la prestazione aggiuntiva del Fondo Vittime Amianto (art. 1, commi 241/246, L. 244/2007);
- benefici contributivi amianto, sia per il prepensionamento amianto, sia la rivalutazione e riliquidazione della pensione. con la liquidazione degli arretrati.
- pensione invalidità INPS. In caso di mancata maturazione del diritto a pensione pur dopo la rivalutazione del 50% per i contributi amianto, si può chiedere comunque il pensionamento. È necessario farne domanda entro il prossimo 31 marzo 2022. Qualora non si presentasse la domanda entro questo termine, la richiesta verrà esaminata l’anno successivo a partire da aprile. Ne hanno diritto tutti coloro che hanno ottenuto il riconoscimento di malattia asbesto correlata punto la prestazione non è cumulabile con la rendita Inail.
- risarcimento danni malattia correlata
L’INAIL ricorre: la Corte di Appello conferma la condanna
L’ Avv. Ezio Bonanni, in difesa del Sig. Tammone Carmine si è rivolto al Tribunale, il quale dopo aver disposto gli accertamenti, ha condannato l’INAIL a costituire la rendita.
La controparte ha impugnato la sentenza di condanna presso la Corte di Appello di Roma, in quanto nega le capacità cancerogene dell’amianto. Ha sostenuto che a maggior ragione anche il cancro al colon non deve essere riconosciuto come malattia professionale.
La Corte di Appello di Roma ha disposto un ulteriore accertamento medico legale che ha smentito le tesi dell’INAIL confermando che l’amianto è dannoso per la salute umana.
Una vittoria schiacciante che riesce a dare speranza a tutte le vittime amianto che cercano risposta al fatto che ad oggi sono ancora in molti a non vedere riconosciuti i propri diritti.
Così l’appello è stato rigettato con condanna dell’INAIL al pagamento delle spese.
Cancro al colon risarcimento: il grazie della vittima
Nel momento della lettura della sentenza, la vittima ricorda i suoi colleghi deceduti:
«Ho lavorato una vita nei cantieri navali. Non vedevamo ad un metro di distanza per le polveri di amianto. Tutti i miei colleghi, purtroppo sono già morti, e io sono vivo per miracolo, solo perché, grazie allo Sportello Amianto, creato dal comitato delle vittime”.
L’impegno nella costituzione del comitato delle vittime:
già nei primi anni 2000 nell’Agro Pontino, e all’impegno del Dott. Arturo Cianciosi, i sanitari hanno estirpato il cancro, e così sono salvo, anche se con dei grossi problemi.
La vittima ricorda la vittoria giudiziaria con il cancro al colon risarcimento:
Poi è iniziata la trafila con l’INAIL che negava e nega i diritti alle vittime, agli orfani, alle vedove, è una cosa veramente vergognosa. Come aderente all’ONA avrei voluto iniziare uno sciopero della fame per protestare per il comportamento dell’INAIL.
La medicina legale per il cancro al colon risarcimento
L’importanza del medico legale, e quindi il grazie al dottor Arturo cianciosi:
Dopo una lunga battaglia in primo grado, dove il mio medico di parte Dott. Arturo Cianciosi ha dimostrato che l’amianto fa male anche al colon. Quindi la vittoria delle tesi dell’Avv. Ezio Bonanni, l’INAIL ha proposto appello.
Subito dopo la sentenza di condanna hanno notificato l’appello ed io ho resistito con l’appello.
La vittima ringrazia l’Avv. Ezio Bonanni per l’assistenza
“Intendo ringraziare pubblicamente l’Avv. Ezio Bonanni. Sono più che soddisfatto dei risultati raggiunti, soprattutto grazie all’impegno dell’Avv. Bonanni e dell’Osservatorio Nazionale Amianto”.
Così dichiara il Sig. Tammone Carmine per aver ottenuto la tutela dei diritti come vittima del tumore al colon.
Cancro al colon risarcimento tutela legale
«Non comprendo le ragioni per le quali l’INAIL opponga tutta questa resistenza. Se c’è uno sventurato lavoratore malato di cancro per via dell’esposizione lavorativa ad amianto, perché negare il riconoscimento dei suoi diritti?
Soprattutto per quale motivo, dopo una sentenza schiacciante di condanna in primo grado, si continua con l’atto di appello?
Qui c’è un vero e proprio accanimento, ingiusto e ingiustificato, contro gli sventurati lavoratori vittime dell’amianto» – dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, difensore del Sig. Tammone.
L’epidemiologia conferma il rischio tumori amianto nel Lazio
Intanto aumentano senza scrupoli i numeri in riferimento alle morti per malattie amianto correlate nel Lazio, generando una vera e propria strage anche nel centro Italia tra i lavoratori dell’Agro Pontino.
I numeri della strage dei Tumori nel Lazio
L’Osservatorio Nazionale Amianto continua ad effettuare il censimento del numero dei casi di malattie asbesto correlate in Italia e nel Lazio in particolare.
Nel VI Rapporto Mesoteliomi di INAIL, risultano censiti, per il Lazio, fino al 2015, n. 1.426 casi di mesotelioma. I dati sono stati aggiornati:
Risulta (pag. 70), che nella cantieristica navale sono stati censiti n. 1.184 casi di mesotelioma, pari al 6,1%.
Questa neoplasia è quella timbrata dalle fibre di asbesto, perché ne costituiscono l’unico agente eziologico. Si tratta della punta dell’iceberg, perché poi ci sono tutti gli altri tumori amianto.
Inoltre, vanno aggiunti anche il tumore del polmone, della laringe, delle ovaie, che fanno parte della lista 1 dell’INAIL.
Poi ci sono i tumori della faringe, dello stomaco e del colon, fanno parte della lista II. Il tumore dell’esofago che fa parte della lista 3.
Anche le malattie fibrotiche, tra le quali l’asbestosi le placche pleuriche gli ispessimenti pleurici, nella lista uno.
Queste ultime patologie provocano anche delle complicazioni cardiache cardiovascolari e preparano all’insorgenza detto cuore del polmone e del mesotelioma.
I numeri della strage delle malattie asbesto correlate in provincia di Latina:
Circa 100 casi di tumori amianto di mesotelioma per esposizione al materiale dal 2001 al 2015.
- 19 accertati a Latina, tra il 2001 e il 2014 (Fonte Dep Lazio).
- 13 a Gaeta, tra il 2001 e il 2014 (Fonte Dep Lazio).
- 12 ad Aprilia, tra il 2001 e il 2014 (Fonte Dep Lazio).
- 8 a Sezze, tra il 2001 e il 2014 (Fonte Dep Lazio).
- 7 a Formia, tra il 2001 e il 2014 (Fonte Dep Lazio).
Il mesotelioma è solo la punta dell’iceberg, poiché l’amianto provoca anche il cancro al polmone, alla laringe, alla faringe, al colon, alle ovaie e ad altri organi vitali e anche l’asbestosi.