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lunedì, Dicembre 2, 2024

Cancro al colon: aspettative di vita e sopravvivenza

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Il cancro al colon ha aumentato i tassi di incidenza. Eppure, scegliendo la giusta terapia potrebbero essere migliorate le aspettative di vita del paziente e avere quindi maggior margine di sopravvivenza.

L’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avvocato Bonanni assistono le vittime di tumore al colon dal punto di vista medico e legale, offrendo un servizio di consulenza gratuita.

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Indice

  • Sintomi tumore colon

  • Aspettative di vita per le vittime

  • Tumore al colon da amianto

  • Come ottenere assistenza?


  • Tempo di lettura: 9 minuti

    Che cos’è il cancro al colon?

    Il cancro al colon è un tumore maligno che colpisce il tratto dell’intestino denominato intestino crasso, che corrisponde al tratto terminale dell’intestino e dell’apparato digerente.

    Si suddivide in:

    • cieco, sviluppando il tumore al colon cieco;
    • colon ascendente, che dà origine a tumore al colon ascendente;
    • colon trasverso, in cui si sviluppa il tumore al colon trasverso;
    • discendente;
    • sigma;
    • retto.

    Il tumore del colon retto, come altri tumori all’intestino maligni, genera una proliferazione di cellule anomale fuori controllo. Se le cure non intervengono in tempi brevi, a seconda della stadiazione della malattia, le cellule tumorali potrebbero diffondersi tra tessuti e organi provocando una metastasi.

    Le possibili cause del tumore del colon

    La possibilità di sviluppare il cancro del colon aumenta con l’avanzare dell’età. Le propabilità che possa venire diagnostica la malattia, infatti, incrementano notevolmente dopo i 50 anni di età. Spesso l’insorgenza di questa patologia è però correlata a stili di vita poco sani: per esempio, dieta squilibrata e povera di frutta e verdura, uso di alcol e tabacco, obesità e sedentarietà. Oppure, anche come causa degenerativa di una malattia infiammatoria del tratto intestinale. Solo il 5% dei casi di tumore del colon è riconducibile a origini ereditarie e genetiche.

    Tra le ulteriori cause di insorgenza della malattia vi è l’esposizione ad amianto. La ricerca, infatti, ha dimostrato una stretta correlazione tra il minerale e la patologia. A seguitvo di queste evidenze anche l’INAIL ha inserito il cancro del colon nella Lista II delle patologie contratte con limitata probabilità per cause lavorative. Pertanto, coloro che hanno contratto l’adenocarcinoma in ambito lavorativo ha diritto a tutti i risarcimenti, gli indennizzi e i benefici previsti dalla legge, di cui di seguito approfondiremo.

    Come riconoscere il cancro del colon: sintomi e diagnosi

    Così come la maggior parte delle forme neoplastiche, anche la sintomatologia del cancro del colon potrebbe a volte essere confusa con quella di altre patologie di minore entità. Eppure, ci sono diversi segnali poco equivoci che permettono ai medici e pazienti di identificare la neoplasia e programmare una visita specialistica.

    Tra i sintomi che evidenziano la presenza di un cancro al colon vi è un repentino cambiamento nelle abitudini intestinali, oltre alla sensazione di mancato svuotamento dell’intestino dopo la defecazione. In alcuni casi il tumore può provocare anche un sanguinamento rettale, con presenza di sangue nelle feci. I sintomi più comuni e spesso confondibili con altre patologie sono, invece, anemia, dolore addominale e crampi addominali.

    Per confermare la diagnosi di cancro al colon occorono opportune indagini ed esami tecnico-strumentali, tra cui pratiche più invasive, come la colonscopia. Si tratta dell’inserimento di una sonda nel retto, che allo specialista di determinare la localizzazione e le dimensioni di un’eventuale neoplasia.

    Stadiazione del tumore del colon

    Il cancro del colon può avere differenti stadiazioni, a seconda del momento in cui viene diagnosticato. A seconda dello stadio del tumore vengono poi scelte le diverse opzioni terapeutiche. La classificazione tumori colon prevede precisamente quattro stadi:

    • nello stadio I il cancro del colon-retto è ancora circoscritto alla parte più superficiale della parete dell’intestino verso il lume;
    • nello stadio II il carcinoma si è iniziato a diffondere nella parete dell’intestino, ma i linfonodi vicini non sono infiltrati dal tumore;
    • nello stadio III vede coinvolti anche uno o più linfonodi;
    • nell’ultimo stadio IV, il carcinoma si è ormai diffuso anche ad altri organi con la formazione di metastasi.

    Per definire lo stadio della malattia è necessario eseguire anche esami che riguardano organi e apparati localizzati vicino al colon. La tomografia computerizzata del torace, dell’addome e della pelvi con mezzo di contrasto sono esami efficaci, per esempio, per individuare possibili metastasi in queste aree.

    Cancro del colon: quali sono le aspettative di vita?

    Il decorso clinico, dunque la prognosi, del cancro del colon è strettamente correlata alla stadiazione del tumore stesso. Infatti, prima avviene la diagnosi, e quindi uno stadio basso della malattia, più probabilità ci sono per un’ipotetica guarigione. Di conseguenza, le aspettative di vita di un paziente affetto dall’adenocarcinoma del colon diminuiscono qualora lo stadio della patologia sia avanzato in sede di diagnosi.

    Negli stadi III e IV, infatti, le cellule tumorali hanno iniziato ad allontanarsi dall’organo di origine, fino a formare nei casi più gravi addirittura metastasi. Per questo motivo, auspicare in questi casi a una guarigione definitiva è molto raro. Attraverso un approccio terapeutico adeguato è comunque possibile migliorare la qualità di vita del paziente e prolungarne la sopravvivenza.

    Purtroppo, le statistiche rivelano che solo una minor percentuale di pazienti affetti da cancro del colon riesce a diagnosticare la patologia in tempi brevi. Nella maggioranza dei casi il tumore si palesa in uno stadio avanzato della malattia, a volte con presenza di metastasi e questo incide anche sulle probabilità di guarigione.

    Prognosi del cancro al colon: il tasso di sopravvivenza

    Il tasso di sopravvivenza è una stima che si basa su statistiche generali che stabilisce le aspettative di vita nei casi di cancro del colon. La percentuale viene determinata in seguito a un confronto, di solito entro i cinque anni, tra un gruppo di pazienti con lo stesso tumore allo stesso stadio e un insieme di individui non affetti dalla patologia.

    Se il tasso di sopravvivenza in cinque anni per uno stadio specifico del cancro del colon o del retto è pari all’80%, significa che le persone con quel cancro hanno in media circa l’80% delle probabilità delle persone che non hanno il cancro di vivere per almeno cinque anni dopo la diagnosi.

    Nel caso specifico, il tasso di sopravvivenza del tumore del colon a cinque anni dalla diagnosi di uno stadio I è circa del 95%, per gli uomini e quasi del 100% per le donne. Questo significa che, dopo cinque anni dalla diagnosi e dal trattamento di un cancro al colon in fase precoce, 95 pazienti maschi su 100 e quasi 100 pazienti femmine su 100 sono ancora in vita.

    Come già ribadito in precedenza, il tasso di sopravvivenza, e quindi le aspettative di vita, variano a seconda della stadiazione del tumore, influenzando in questo modo anche la guarigione. I dati dei tassi di sopravvivenza sono comunque generali e quindi non applicabili in ogni situazione. Ogni circostanza è unica e deve essere, pertanto, valutata individualmente, a prescindere da questi dati statistici.

    Cura e trattamento del cancro del colon

    Come abbiamo già detto in precedenza, il trattamento del cancro del colon è determinabile in base alla stadiazione del tumore. La ricerca, comunque, non smette di sperimentare nuove cure per migliorare le aspettative di vita dei pazienti affetti da questa neoplasia.

    Nella maggior parte dei casi, la chirurgia rappresenta il trattamento più efficace, permettendo l’estirpazione totale delle cellule maligne. Ma non sempre è possibile procedere chirurgicamente.

    Negli stadi primari della malattia si predilige l’operazione chirurgica, valutando la necessità o meno di un ulteriore trattamento chemioterapico a seguito dell’intervento stesso. Negli stadi avanzati, invece, la cura è inversa, procedendo prima con la chemioterapia per indebolire il tumore e aumentare la possibilità di intervenire chirurgicamente per l’asportazione della massa maligna.

    Cancro del colon per esposizione all’amianto

    Il cancro al colon è stato riconosciuto dalla ricerca medica come conseguenza dell’esposizione all’amianto. Questo minerale cancerogeno, infatti, è stato largamente utilizzato prima di scoprirne le proprietà nocive. Le fibre di amianto rimangono a lungo sospese negli ambienti grazie alla loro forma longitudinale e alle sottili dimensioni, e la potenziale inalazione di queste può causare l’insorgenza di gravi patologie.

    Le patologie correlate all’amianto sono elencate nelle monografie dello IARC sull’asbesto, in cui è chiara la correlazione tra esposizione all’amianto, che può avvenire negli ambienti di lavoro e nelle immediate vicinanze dei luoghi in cui si maneggia amianto, e il cancro.

    Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed.2022” dell’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA, denuncia la strage provocata dalle fibre di amianto in Italia.

    Per ulteriori approfondimenti rimandiamo ai Quaderni del Ministero della Salute “Stato dell’arte e prospettive in materiali di contrasto alle patologie asbesto-correlate”, n. 15, maggio-giugno 2012.

    I diritti dei malati di cancro al colon

    L’INAIL ha creato delle apposite tabelle in cui compaiono lavorazioni e agenti cancerogeni e malattie da essi provocate. Il cancro al colon è stato, infatti, inserito nella Lista II delle malattie causate con limitata probabilità dall’esposizione lavorativa. Bisogna tener presente che la dimostrazione della causa lavorativa della malattia deve essere dimostrata dal lavoratore.

    Qualora sia dimostrato il nesso causale, il lavoratore malato ha diritto a tutti gli indennizzi e le prestazioni dell’INAIL previste dalla legge, nonché al risarcimento dei danni subiti.

    A tal proposito il Tribunale di Lucca, già con la sentenza del 22 febbraio 2023, ha ribadito la correlazione tra esposizione ad amianto e tumore del colon, condannando quindi l’INAIL al pagamento dell’indennizzo. La giurisprudenza continua a segnare comunque anche negli anni a venire importanti traguardi per le vittime affette o decedute a causa di questa patologia.

    Se il grado di invalidità riscontrato è tra il 6% e il 15% si ha diritto all’indennizzo INAIL. Invece dal 15% si può ottenere la rendita. A questa si aggiunge la prestazione del Fondo Vittime Amianto.

    Tutti gli indennizzi previsti per la vittima devono essere liquidati anche a favore degli eredi legittimi in caso di morte. I superstiti hanno quindi diritto alla rendita di reversibilità INAIL che si aggiunge alla pensione di reversibilità INPS e all’assegno funerario.

    Benefici contributivi amianto e prepensionamento

    Coloro che hanno ottenuto il riconoscimento del tumore del colon-retto quale origine professionale, per esposizione all’amianto, hanno diritto ai benefici contributivi amianto (art. 13, co. 7, L. 257/92).

    Con questa maggiorazione contributiva, con il coefficiente 1,5, c’è addirittura diritto al prepensionamento. Coloro che, invece, sono già pensionati hanno diritto alla ricostituzione della loro posizione contributiva e riliquidazione della prestazione pensionistica. In ogni caso, anche chiunque, nonostante i benefici, non abbia ancora maturato il diritto a pensione, può fare domanda per la pensione inabilità amianto.

    Risarcimento danni amianto per cancro al colon

    L’INAIL indennizza solo il danno biologico e quello per diminuite capacità di lavoro. La vittima ha comunque diritto all’integrale risarcimento danni. Difatti, tutti i danni differenziali debbono essere risarciti dal datore di lavoro. In tal senso, bisogna fare una distinzione tra i danni subiti dalla vittima, che possono essere di origine patrimoniale (danno emergente e lucro cessante) e non patrimoniale (biologico, morale ed esistenziale).

    Chiedi la tua consulenza gratuita

    L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA APS – assiste gratuitamente le vittime delle malattie professionali causate da amianto e da altri cancerogeni, tra i quali anche coloro affetti da tumore al colon da amianto.

    Per rendere la consulenza di facile fruibilità, l’associazione ha istituito uno speciale sportello dedicato all’assistenza legale, con il fine di guidare le vittime e i loro familiari nelle procedure di richiesta di indennizzi e risarcimenti dei danni. Inoltre, è a disposizione anche l’App amianto, supporto fondamentale per la prevenzione primaria dal rischio amianto, che permette di segnalare i luoghi contaminati favorendo la prova di esposizione.

    L’ONA fornisce anche l’assistenza medica per informare le vittime sui nuovi trattamenti terapeutici e indicare i migliori centri specializzati. È possibile richiedere la consulenza chiamando il numero verde o compilando il form online.

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