Le malattie professionali sono le patologie che si sviluppano a causa dell’attività lavorativa. In altre parole il rischio alla salute del lavoratore è provocato dagli atti svolti in maniera progressiva e ripetuti nel tempo. Infatti ciò che caratterizza la malattia professionale è l’azione lenta sull’organismo, non violenta e non concentrata nel tempo.
Per evitare l’insorgere di malattie tra i lavoratori è importante porre attenzione alla sicurezza sul lavoro. Infatti preservare l’ambiente e renderlo salubre fa sì che non si sviluppino effetti dannosi per la salute. Approfondisce questo argomento la settima puntata ONA News: “Sicurezza nei luoghi di lavoro realtà o utopia?“.
L’ONA–Osservatorio Nazionale Amianto e il suo presidente, l’Avvocato Bonanni, sono in prima linea nella tutela dei lavoratori. In particolare forniscono servizi di consulenza gratuita a tutti coloro che sono esposti ad agenti cancerogeni, come l’amianto.
Cosa sono le malattie professionali?
L’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) definisce la malattia professionale come “una patologia la cui causa agisce lentamente e progressivamente sull’organismo“.
In altre parole la causa è diluita e non violenta. Inoltre essa deve essere diretta ed efficiente, cioè in grado di produrre l’infermità in modo esclusivo o prevalente. Perciò deve esistere un rapporto causale o concausale tra il rischio professionale e la malattia.
Il rischio può essere provocato dalla lavorazione svolta dal lavoratore oppure dall’ambiente in cui la lavorazione si svolge (rischio ambientale). Costituiscono un rischio, per esempio, il contatto con polveri e sostanze nocive, rumore, vibrazioni e radiazioni.
Tuttavia è ammesso il concorso di cause extraprofessionali, purché queste non interrompano il nesso causale e che quindi siano capaci di produrre da sole l’infermità.
L’insorgere di una malattia professionale comporta un danno biologico. Il danno biologico è un pregiudizio a una persona che riguarda la sua salute e la sua integrità fisica e psichica. Per questo può causare un’invalidità temporanea o una menomazione permanente. Perciò è un danno che ha conseguenze sulla vita della persona, poiché danneggia la sua capacità di dedicarsi alle attività quotidiane.
Distinzione malattia professionale e infortunio sul lavoro
La malattia professionale si distingue dall’infortunio sul lavoro. Quest’ultimo, infatti, è un evento traumatico che interviene durante l’orario di lavoro, in maniera violenta e concentrata nel tempo.
Al contrario la malattia professionale non è a rapida evoluzione. Il soggetto può manifestare la patologia e i sintomi in maniera lenta e progressiva. Perciò, per ottenere le prestazioni dovute ai lavoratori vittima di malattia professionale non è sufficiente la sola occasione di lavoro, ma è necessario che essa sia in rapporto causale diretto con l’attività lavorativa.
Aggiornamento normativo per proteggere i lavoratori
L’approvazione della Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2021 ha determinato una serie di iniziative volte alla protezione dei lavoratori dall’esposizione all’amianto.
Prevede che i Paesi dell’Unione Europea aggiornino la direttiva 2009/148/CE, al fine di rafforzare la sicurezza dei lavoratori e prevenire una nuova ondata di vittime dell’amianto.
Per questo, anche grazie all’European Strategy for the Removal of All Asbestos (ESRAA), si cerca di definire le strategie nazionali di rimozione sicura di tutto l’amianto negli Stati membri.
Malattie professionali INAIL riconosciute
Quali sono le malattie professionali? L’INAIL ha inserito nelle tabelle malattie professionali riconosciute. Ciò vuol dire che è riconosciuta la causa di servizio. Alcune di esse riguardano il settore dell’agricoltura, altre quello dell’industria.
Per quanto riguarda il comparto agricoltura, l’INAIL riconosce le malattie provocate dall’arsenico, composti del fosforo, derivati alogenati degli idrocarburi alifatici e del benzene. Inoltre comprende anche i composti del rame, i derivati dell’acido carbammico e tiocarbammico, i composti organici dello stagno e i derivati dell’acido ftalico, ftalimide e del dipiridile. Infine altri agenti sono formaldeide, zolfo e anidride solforosa, olii minerali, radiazioni solari, acylostoma duodenale, rumore e vibrazioni meccaniche.
Tra le malattie riconosciute di origine professionale per il settore agricolo ci sono ernia discale lombare, subire un sovraccarico biomeccanico degli arti superiori, dermatite irritativa da contatto, cloracne, asma bronchiale e alveoliti allergiche estrinseche.
Agenti e patologie professionali nell’industria
Invece, per il comparto dell’industria, le malattie sul lavoro sono quelle causate da antimonio, arsenico, berillio, cadmio, mercurio, cromo, nichel e manganese. In più ci sono osmio, piombo (tetraetile e tetrametile), selenio, stagno, tallio, uranio, vanadio, zinco, leghe, bromo, cloro, iodio, fluoro, ossido di carbonio e tutti i loro composti.
A questi si aggiungono anche cloruro di carbonile o fosgene, composti del fosforo, acido solforico, solfuro di carbonio, idrogeno solforato, n-esano e altri idrocarburi alifatici lineari e ciclici, etere di petrolio, acqua ragia minerale e idrocarburi aromatici mononucleari e policiclici aromatici.
Altri agenti sono ancora cloruro di vinile, derivati alogenati o nitrici degli idrocarburi alifatici, terpeni, amine alifatiche e aromatiche, ammidi, acido cianidrico, cianuri, nitrili, isocianati. Ci sono anche chetoni e derivati alogenati, aldeidi, chinoni, alcoli, tioli e derivati alifatici e aromatici, eteri, acido carbammico, tiocarbammico, carbammati, tiocarbammati, esteri organici ed esteri organici dell’acido nitrico.
Infine possono provocare malattie del lavoro in questo settore erionite, polveri e fumi di alluminio, ancylostoma duodenale, metalli duri, polveri di legno e di cuoio, vibrazioni meccaniche, lavori subacquei e in camere iperbariche, radiazioni ionizzanti, laser, infrarosse e ultraviolette.
Tra le malattie riconosciute di origine lavorativa per l’industria ci sono ernia discale lombare, danni dovuti al sovraccarico biomeccanico dell’arto superiore e del ginocchio, cloracne e ipoacusia da rumore. Inoltre sono comprese le dermatiti allergiche, irritative e follicolari, bissinosi, broncopneumopatia cronica ostruttiva e pneumoconiosi da talco, polveri di pietra pomice, mica, caolino o da polveri di silicati.
A queste si aggiungono asma bronchiale, alveolite allergica estrinseca, antracosi, baritosi, siderosi, carcinoma del polmone e malattie da asbesto.
Lista malattie professionali dell’INAIL
Il DM del 27/04/2004 ha raggruppato le malattie professionali in 3 liste, in cui l’origine lavorativa è:
- elevata (Lista I);
- di limitata probabilità (Lista II);
- possibile (Lista III).
Le malattie che l’INAIL ha inserito nella Lista I sono considerate di “elevata probabilità“, perciò si ha la presunzione legale di origine. In altre parole è sufficiente la presenza dell’agente cancerogeno nel luogo di lavoro per ottenere il riconoscimento di malattia professionale. Al contrario, per le patologie della Lista II e Lista III non è prevista la presunzione legale d’origine.
Nel caso in cui il lavoratore abbia contratto una malattia non tabellata, sarà suo onere dimostrare che essa sia in rapporto causale con le condizioni di lavoro.
Lista I delle malattie professionali
La Lista I dell’INAIL racchiude le patologie in sei gruppi distinti. Nel gruppo 1 sono riportate le malattie provocate da agenti chimici, come piombo (anemia, encefalopatia), rame (congiuntivite, asma bronchiale), anidride solforosa (tracheobronchite), cloruro di vinile (fibrosi polmonare, epatopatia fibrotica).
Il gruppo 2 comprende le malattie causate da agenti fisici, tra cui vibrazioni meccaniche (sindrome del tunnel carpale), spostamento manuale di carichi (ernia discale lombare), radiazioni ionizzanti (radiodermite, opacità del cristallino), laser (lesioni retiniche e della cornea).
Nel gruppo 3 sono presenti le malattie derivanti da agenti biologici, come batteri (tetano, meningite), virus (epatite acuta A e B), virus HIV (sindrome da immunodeficienza acquisita o AIDS), parassiti (malaria), fibre dei minerali (tracheobronchite).
Il gruppo 4 prevede le malattie dell’apparato respiratorio. Ci sono quelle provocate da silice libera cristallina (silicosi polmonare), asbesto (asbestosi polmonare), ossidi di ferro (siderosi), stagno (stannosi), alluminio (alluminosi), cotone (bissinosi), fibre dei minerali (tracheobronchite), fibre vetrose (tracheobronchite).
Invece il gruppo 5 contiene le malattie della pelle, come quelle provocate da olii minerali (dermatite follicolare), radiazioni ionizzanti (radiodermiti), solari (cheratosi attiniche) e infrarosse (eritema permanente).
Infine nel gruppo 6 sono presenti i tumori professionali, tra cui quelli provocati da arsenico (tumore della cute, del polmone e della vescica), cromo (cancro del polmone), composti del nichel (tumore del polmone, delle cavità nasali e dei seni paranasali), fuliggine, pece di catrame e catrame di carbone (cancro della cute e del polmone).
Questo gruppo comprende anche le neoplasie dovute alle lavorazioni dell’industria della gomma (tumore del polmone, della vescica e dello stomaco, leucemie, linfoma), dell’alluminio (cancro del polmone e della vescica), alla produzione del gas dal carbone (tumore del polmone), all’attività del verniciatore (cancro della vescica e del polmone), di saldatura (melanoma oculare), e alle emissioni di motori diesel (tumore del polmone).
Malattia professionale: Lista II dell’INAIL
La Lista II comprende le malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità e anch’essa è divisa in gruppi. Per esempio, il gruppo 1 contiene le malattie da agenti chimici come anadride trimellitica (alveoliti allergiche estrinseche) e cloruro di polivinile (granulosi polmonare). Nel gruppo 2 sono presenti le patologie da agenti fisici come microtraumi, posture incongrue (sindrome del tunnel tarsale, tendinite del tendine di achille) e sforzi prolungati delle corde vocali (noduli alle corde vocali).
Il gruppo 6 riporta, invece, i tumori professionali. Ci sono quelli provocati dalla formaldeide, come tumore delle cavità nasali e dei seni paranasali, o dal benzene, cioè leucemia linfoide, linfoma non Hodgkin, mieloma multiplo. A questi si aggiungono quelli dovuti all’esposizione ai minerali di amianto. Le neoplasie comprese nella lista II sono tumore della faringe, dello stomaco e del colon retto.
Infine il gruppo 7 riporta le malattie psichiche e psicosomatiche provocate da disfunzioni nell’organizzazione del lavoro, come il disturbo dell’adattamento cronico (ansia, depressione, alterazione della condotta e dell’emotività) e il disturbo post-traumatico cronico da stress.
Lista III: malattie professionali INAIL
Nella Lista III sono presenti le patologie, la cui origine lavorativa è possibile, suddivise in gruppi. Il gruppo 1 riporta le malattie provocate da agenti chimici come la silice libera cristallina (poliangite microscopica) e le fibre ceramiche (fibrosi polmonare).
Al contrario, il gruppo 2 raccoglie le malattie causate da agenti fisici come il rumore (malattie dell’apparato cardiocircolatorio, digerente, endocrino), microtraumi e posture incongrue dovute ad attività svolte con ritmi continui e ripetitivi (sindrome dello stretto toracico, morbo di dupuytren).
Infine, nel gruppo 6 sono presenti i tumori professionali dovuti all’esposizione al cloruro di vinile (tumore del polmone, cerebrale e del sistema emolinfopoietico), al cobalto e ai suoi sali (tumore del polmone). In questo gruppo è compreso anche il tumore dell’esofago causato da asbesto.
Patologie asbesto correlate riconosciute dall’INAIL
Come conferma l’ultima monografia IARC, l’esposizione ad amianto ha effetti cancerogeni. Infatti, una volta inalate o ingerite le fibre, esse provocano fenomeni infiammatori, che possono far sviluppare gravi patologie asbesto correlate.
Purtroppo la presenza di amianto sul territorio nazionale è ancora diffusa, come denuncia la pubblicazione dell’Avvocato Bonanni “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed.2022“. Perciò è difficile evitare l’esposizione.
L’INAIL riconosce l’effetto dannoso sulla salute dell’esposizione a questi minerali, soprattutto sul luogo di lavoro. Perciò comprende nelle liste delle malattie di origine professionale anche molte patologie ricondotte all’amianto.
In particolare nella Lista I ci sono, oltre l’asbestosi, placche e ispessimenti pleurici e i vari tipi di mesotelioma (pleurico, pericardico, peritoneale e della tunica vaginale del testicolo). In più ci sono il cancro polmonare, della laringe e alle ovaie.
Invece la Lista II comprende il tumore alla faringe, dello stomaco e del colon retto. Infine nella Lista III c’è il tumore all’esofago.
Tuttavia, oltre a INAIL malattie professionali riconosciute, vi sono altre patologie provocate dall’amianto, che si possono manifestare fino a 40 anni dall’esposizione. L’asbesto provoca patologie fibrotiche e tumori che possono coinvolgere il cervello, la colecisti, i tessuti emolinfopoietici, la mammella, il pancreas, la prostata, i reni, la tiroide e la vescica.
A queste si aggiungono altre malattie degenerative che coinvolgono il cuore (miocardiopatia) o il sistema nervoso (morbo di Alzheimer). In più l’amianto può provocare anche la sclerosi laterale amiotrofica, la fibromialgia e vari problemi cardiovascolari.
Come fare domanda per malattia professionale?
Una volta ottenuta la diagnosi da parte del medico, è necessario effettuare la denuncia di malattia professionale all’INAIL. La denuncia prevede che vengano specificati i dati del lavoratore, quelli dell’azienda e devono essere indicati:
- malattia, insieme alla certificazione medica;
- luogo di lavoro;
- settore di appartenenza;
- orario di lavoro;
- retribuzione del lavoratore.
Denunciata la malattia, sarà l’INAIL a dover certificare se si tratta di una malattia professionale. Perciò il lavoratore viene convocato nella sede territoriale di competenza per essere sottoposto a una visita medica. In questo modo inizia l’iter per il riconoscimento della malattia.
Nel caso in cui l’INAIL riconosca la patologia come di origine professionale, il lavoratore inizia a percepire un’indennità economica. Mentre, se la malattia non venisse riconosciuta, il lavoratore ha diritto a fare ricorso entro 3 anni.
Quando, successivamente al riconoscimento, il lavoratore si aggravi, si ha la possibilità di effettuare una domanda di revisione. Si è così nuovamente sottoposto a visita.
La prima domanda di aggravamento può essere presentata solo dopo:
- 6 mesi dal termine dell’eventuale inabilità temporanea assoluta;
- 1 anno dal manifestarsi della malattia.
Invece le domande successive sono proponibili a distanza di almeno 1 anno dalle precedenti. Le domande di revisione possono essere presentate al massimo decorsi 15 anni dalla data di decorrenza della rendita. L’unica eccezzione è per i medici e i tecnici di radiologia vittime di malattie provocate dall’azione dei raggi X e delle sostanze radioattive. Queste domande possono essere sempre revisionate.
Risarcimento e indennizzo per malattie professionali
L’insorgere di una malattia professionale dà luogo a un danno biologico. Questo viene di norma accertato attraverso una perizia medico–legale, che assegna una percentuale di danno alla persona.
Infatti, una volta riconosciuta la malattia professionale e qualora questa danneggi la capacità lavorativa del dipendente, l’INAIL corrisponde alla vittima un’indennità, sulla base della percentuale di danno biologico.
Le prestazioni INAIL previste secondo il grado invalidante sono:
- se è inferiore al 6% non sussiste il diritto all’indennizzo INAIL, perciò il risarcimento è totalmente a carico del datore di lavoro;
- tra il 6 e il 15% l’INAIL indennizza il danno biologico, mentre tutte le altre componenti sono risarcite dal datore di lavoro;
- dal 16% la vittima ha diritto alla rendita INAIL, che prevede l’indennizzo del danno biologico e del danno patrimoniale per diminuite capacità di lavoro.
Queste prestazioni sono erogate sulla base dell’art. 38 Cost., che garantisce a tutti i cittadini di mantenere il reddito in caso di malattia professionale e di inabilità temporanea o permanente.
Risarcimento danni malattia professionale
La vittima, però, ha anche diritto all’integrale risarcimento dei danni. A differenza dell’indennizzo che ha una funzione riparatoria, il risarcimento ha la finalità di ripristinare la situazione preesistente al danno. Questo può scaturire da una condotta illecita extracontrattuale o contrattuale.
I danni subiti si distinguono in patrimoniali e non patrimoniali. Nello specifico, il danno non patrimoniale comprende varie categorie descrittive, che però non rappresentano voci distinte e autonome. Queste sono:
- biologico, cioè la lesione temporanea o permanente dell’integrità psicofisica della persona;
- morale, la sofferenza interiore soggettiva ricollegabile a una lesione fisica o alla perdita di una persona cara;
- esistenziale, cioè un peggioramento della qualità della vita della vittima, a causa di un evento lesivo.
Poi esiste il danno patrimoniale, che si verifica quando un soggetto subisce ripercussioni negative sul patrimonio. È composto da:
- danno emergente, cioè quello attuale e immediato di diminuzione delle sostanze patrimoniali;
- lucro cessante, il danno futuro che si manifesta attraverso il mancato guadagno e la perdita di future opportunità lavorative.
Per stabilire il risarcimento dovuto alla vittima dal datore di lavoro, si devono scomputare per poste omogenee le prestazioni INAIL dal danno biologico e da quello patrimoniale per diminuite capacità di lavoro. Mentre tutti gli altri pregiudizi devono essere integralmente risarciti.
Diritti dei superstiti delle vittime
In caso di decesso, le prestazioni INAIL sono reversibili ai superstiti. Inoltre i familiari della vittima, che hanno subito dei pregiudizi morali, dinamico-relazionali ed economici, hanno diritto all’integrale risarcimento dei danni, compresi quelli catastrofali e tanatologici.
Possono richiedere i danni iure proprio, cioè quelli subiti come eredi della vittima, e i danni iure hereditario, ossia subiti dalla vittima che vengono ereditati dai familiari.
Assistenza legale e medica in difesa delle vittime
L’ONA e l’Avvocato Bonanni assistono tutte le vittime. Sono in prima linea nella difesa dei diritti dei lavoratori. Per questo offrono un servizio di consulenza medica gratuita, grazie a medici volontari, coordinati dal Dott. Cianciosi.
Inoltre, lo studio legale dell’Avv. Bonanni fornisce una consulenza legale per guidare il lavoratore nelle varie fasi fino al riconoscimento di tutti i suoi diritti.
È possibile chiamare il numero verde o compilare il form.