L’asbestosi è la fibrosi dei polmoni, causata esclusivamente dai minerali di amianto. L’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni hanno tra le loro finalità la prevenzione delle pneumoconiosi, come l’asbestosi.
L’asbestosi si previene evitando l’esposizione alle fibre di asbesto ed è per questo motivo che l’ONA ritiene fondamentale la prevenzione primaria. Tuttavia, nel caso in cui le esposizioni si siano già verificate e ci siano dei danni alla salute, è possibile ottenere la tutela legale. L’Osservatorio Nazionale Amianto tutela le vittime. Quindi tutti possono ottenere la tutela dei loro diritti, in caso di danno biologico per asbestosi.
Asbestosi: prevenzione, cura e tutela dei diritti
I medici volontari dell’ONA assistono le vittime di asbestosi e i loro familiari. Infatti, l’assistenza medica è il punto di riferimento per prevenire e curare l’asbestosi e qualsiasi altra patologia asbesto correlata. Inoltre, in caso di danni da esposizione alle fibre, compresi quelli al polmone, l’ONA permette la tutela dei diritti.
L’asbestosi, fibrosi provocata dai minerali di amianto, è molto insidiosa, e poi evolve in tumore del polmone. In altri casi, se la fibrosi polmonare è di natura pleurica o pleuro-polmonare, evolve in mesotelioma pleurico. Per questi motivi, l’Osservatorio Nazionale Amianto raccomanda di evitare tutte le esposizioni ad amianto.
Grazie all’impegno dell’Avv. Ezio Bonanni, le vittime di asbestosi per esposizione professionale hanno ottenuto la tutela dei loro diritti.
Che cos’è l’asbestosi?
Asbestosi cos’è? L’asbestosi polmonare è una malattia respiratoria cronica causata esclusivamente dalle fibre di amianto. Ha un decorso progressivo, con complicazioni cardiache ed evolve in tumore polmonare o mesotelioma pleurico.
Infatti l’esposizione ad amianto causa innanzitutto fenomeni infiammatori che provocano appunto l’asbestosi. Successivamente la malattia può evolvere e far sviluppare neoplasie, come l’insorgere del tumore al polmone.
L’asbesto è l’unico fattore che provoca l’asbestosi, la quale è una malattia dose dipendente monofattoriale. I tempi di latenza per l’insorgenza della malattia possono essere anche di trent’anni, dall’iniziale esposizione. Per questo motivo i lavoratori esposti ad asbesto o amianto debbono essere sottoposti a controlli sanitari periodici per la diagnosi precoce di questa fibrosi, che permette la terapia e la cura tempestiva e quindi più efficace (prevenzione secondaria).
L’assistenza legale per vittime asbestosi
In caso di fibrosi da asbesto, l’ONA fornisce il servizio di assistenza legale, con il riconoscimento dell‘indennizzo INAIL, del prepensionamento INPS e il risarcimento dei danni.
Per il personale civile e militare delle Forze Armate e del Comparto Sicurezza sussiste il diritto ad ottenere il riconoscimento di causa di servizio e della qualità di vittima del dovere.
Asbestosi e riconoscimento malattia professionale
La diagnosi di asbestosi deve essere accompagnata dall’anamnesi. Il medico legale verifica la presenza i sintomi di asbestosi, sia asbestosi pleurica sia asbestosi polmonare, e l’esposizione ad amianto, certificandola. Il medico compila il modello INAIL per la denuncia.
Si precisa che è necessario il certificato su modello 5ss dell’INAIL. In questo modo, con il certificato di asbestosi malattia professionale, si può procedere con l’inoltro all’INAIL. Così, si avvia la procedura di riconoscimento di malattia professionale. L’INAIL fissa la visita medico-legale. La domanda può essere accolta o respinta.
La malattia di asbestosi è inserita nella LISTA I dell’INAIL ed è stata riconosciuta come malattia professionale già con la L. 455/43. In questo modo, vi è la presunzione legale di origine. Il nesso causale si presume. Quindi, l’INAIL deve riconoscere e indennizzare la patologia. Solo se dimostra l’origine extraprofessionale, può negare l’indennizzo.
Il paziente è, dunque, convocato dall’INAIL e sottoposto a visita medico legale e, all’esito, in caso di rigetto, è possibile proporre il ricorso ex art. 104 del D.P.R. 1124/65.
Indennizzi INAIL per asbestosi malattia professionale
A seconda del grado di invalidità, l’indennizzo costituisce un versamento una tantum per il danno biologico dal 6% al 15%.
Dal 16% si ha diritto alla rendita mensile. In determinate condizioni, si ha diritto alla rendita di passaggio.
Le prestazioni INAIL sono, quindi, riconosciute sulla base dell’accertamento del grado invalidante:
- inferiore al 6%: l’INAIL non indennizza il danno biologico e il datore di lavoro deve risarcire per intero i danni.
- dal 6% al 15%: il datore di lavoro risarcisce i danni differenziali, morali, esistenziali e patrimoniali.
- a partire dal 16%: l’INAIL indennizza il danno biologico e patrimoniale e il datore di lavoro i danni differenziali e complementari.
Rendita di passaggio in caso di asbestosi
La rendita di passaggio è quella prestazione di indennizzo in favore di lavoratori vittime di asbestosi malattia professionale (artt. 150 e 151 del D.P.R. 1124/65 e nota Inail 11.01.2007, n. 264).
In questo modo si incentiva l’abbandono di quelle attività pericolose, per evitare l’aggravamento dell’asbestosi. Ne hanno diritto coloro che hanno un grado di invalidità non superiore all’80%. A partire dal 01.01.2007, in favore di coloro che hanno un danno biologico a condizione che non superi il 60%, occupati nella lavorazione morbigena.
La finalità è proprio quella di allontanare il lavoratore dal sito contaminato e ciò ai fini di una prevenzione primaria e a prescindere dal livello di contaminazione sussistente. Vi è una durata della prestazione per un anno.
Benefici contributivi e prepensionamento INPS
In caso di riconoscimento di asbestosi, tra cui l’asbestosi pleurica e l’asbestosi polmonare, sussiste il diritto ai benefici amianto.
Infatti, l’art. 13, co. 7, L. 257/92, dà diritto alle maggiorazioni contributive con il coefficiente 1,5. Questi benefici amianto sono utili sia al prepensionamento sia alla rivalutazione delle prestazioni INPS.
Questo diritto consiste nel considerare il periodo di esposizione ad amianto con una maggiorazione del 50%, valida sia come prolungamento dell’anzianità contributiva sia come maggior valore della contribuzione, utile anche ad adeguare i ratei pensionistici per coloro che sono stati già collocati in quiescenza.
In questo modo, questi lavoratori malati di asbestosi possono ottenere il prepensionamento INPS e, per coloro che sono già in pensione, la rivalutazione della prestazione.
Pensione amianto: pensione inabilità asbestosi
Inoltre, le vittime di fibrosi da asbesto riconosciute, se con le maggiorazioni contributive per esposizione ad amianto non hanno maturato la pensione, possono richiedere la pensione d’inabilità amianto.
Infatti, con l’art. 1, co. 250, L. 232 del 2016, le vittime asbestosi possono chiedere il prepensionamento amianto. La platea è stata ampliata ancora nel 2020 e quindi tutte le vittime amianto hanno diritto alla pensione.
Con la Circolare INPS n. 34 del 09.03.2020 si dettano le linee guida anche per i malati di asbestosi per ottenere il prepensionamento amianto.
Con il riconoscimento, si può presentare la domanda di prepensionamento entro il prossimo 31.03.2022. Qualora non si presentasse la domanda entro questo termine, la richiesta verrà esaminata l’anno successivo a partire da aprile. Inoltre occorre ricordare che la pensione d’invalidità non è cumulabile con la rendita INAIL.
Asbestosi e lo status di vittima del dovere
In caso di fibrosi da amianto per causa di servizio, in particolari condizioni ambientali ed operative eccedenti l’ordinarietà, ai sensi dell’art. 1, co. 564, L. 266/2005, e art. 1 del d.p.r. 243/2006, sussiste il diritto alle seguenti prestazioni:
- speciale elargizione (€200.000,00);
- assegno vitalizio (€500 mensili, con l’equiparazione alle vittime del terrorismo);
- speciale assegno vitalizio (€1033,00 mensili);
- altre prestazioni di vittima del dovere;
- liquidazione delle prestazioni di vittima del dovere in favore dei familiari con equiparazione.
Asbestosi malattia professionale: risarcimento danni
Nel caso di riconoscimento di asbestosi come malattia professionale, sussiste il diritto al risarcimento dei danni subiti dal lavoratore.
L’asbestosi è malattia asbesto correlata, monofattoriale e dose dipendente. Per questi motivi, essendoci una legge scientifica di copertura, in base alla quale tutte le esposizioni sono rilevanti, il nesso causale è accertabile.
Ai fini civilistici, il giudizio deve essere reso sul principio del ‘più probabile che non’, ragione per cui la vittima asbestosi, può allegare di aver ricevuto il riconoscimento INAIL. Può aggiungere i dati epidemiologici, ancora, il fatto che le malattia è mono fattoriale e dose dipendente. Quindi, tutte le esposizioni sono rilevati in proporzione alla loro entità.
Per tali motivi, la vittima asbestosi ha diritto al risarcimento di tutti i danni, biologici, morali ed esistenziali, cioè tutti quelli non patrimoniali. Lo scomputo dell’indennizzo INAIL è solo per poste omogenee.
In caso di decesso, gli eredi hanno diritto alla liquidazione di quanto maturato dal lavoratore defunto. I familiari hanno diritto anche al risarcimento dei danni iure proprio, singolarmente sofferti per la malattia e la morte del loro congiunto.
Tutti i pregiudizi, sia della vittima primaria sia dei suoi familiari stretti congiunti, debbono essere integralmente risarciti con quantificazione equitativa.
Asbestosi: fattori di rischio e assistenza medica
L’asbestosi è una fibrosi polmonare ingravescente, che può evolvere in tumore al polmone e in mesotelioma della pleura. Per ottenere la diagnosi precoce dell’asbestosi e per la terapia e cura, l’ONA ha predisposto un servizio di assistenza medica gratuita in favore di tutti coloro che ne facciano richiesta.
L’ONA ha istituito il dipartimento di assistenza medica, terapia e cura dell’asbestosi, che ha già conseguito significativi risultati nella cura all’asbestosi grazie alla qualificata assistenza medica. In questo modo si limitano le gravi conseguenze dell’esposizione ad asbesto e si ottiene la tutela dei diritti.
I minerali di amianto e la loro azione nei polmoni
L’asbestosi è la fibrosi dei polmoni da fibre di amianto, che è anche detto asbesto. Infatti, i due termini sono sinonimi. Dunque con il termine amianto, derivato dal greco αμίαντος, si traduce con inattaccabile, incorruttibile, mentre il suo sinonimo asbesto, dal greco ἄσβεστος, ovvero, che non brucia e perpetuo.
I minerali di amianto si distinguono nei serpentini, tra i cui il crisotilo (dal greco χρυσός= fibra d’oro) e gli anfiboli (dal greco αμφίβολος e in latino amphibolus = ambiguo).
Questi ultimi si classificano in actinolite, amosite di amianto, crocidolite di amianto e tremolite di amianto e antofillite.
Queste fibre, penetrate negli alveoli polmonari, provocano, prima di tutto, infiammazione, poi placche pleuriche, placche pleuriche calcifiche e ispessimenti pleurici. In altri casi, queste infiammazioni degenerano in tumore del polmone e in mesotelioma pleurico.
L’azione delle fibre e l’asbestosi: patogenesi
Le fibre di amianto invadono i polmoni, i bronchioli respiratori e i dotti alveolari. Man mano, la fibrosi si estende agli alveoli e la presenza del tessuto fibroso altera il parenchima che viene “stirato”. Si formano così tralci fibrotici che possono raggiungere il diametro di 5 mm. Si crea quindi un aspetto a favo di api tipico di questa malattia, per il potere patogeno delle fibre di asbesto.
Le fibre di asbesto con diametro inferiore a 0,5 μm, penetrano in profondità nell’apparato respiratorio. Giunte nei bronchioli respiratori e negli alveoli polmonari, le fibre asbesto generano infiammazione e attivano i macrofagi alveolari, che tentano di rimuoverle perché rappresentano un corpo estraneo.
Nel caso in cui si tratti di fibre lunghe, i macrofagi vanno incontro a morte cellulare rilasciando nell’organismo la fibra non espulsa, sostanze ossidanti, enzimi litici e fattori chemiotattici per i neutrofili. Il processo infiammatorio prosegue e vengono richiamati nuovi macrofagi.
L’azione infiammatoria provoca il rilascio di radicali liberi ed effetto citotossico. Sono colpite le cellule che rivestono gli alveoli e i pneumociti di I tipo.
In questo modo la proliferazione e l’attivazione dei fibroblasti dell’interstizio provocano deposizione di collagene. Cosi c’è l’ispessimento della parete bronchiale ed alveolare. Si tratta, in questo caso, di fibrosi polmonare interstiziale diffusa.
Uso dell’amianto, dell’asbesto e dell’eternit
L’asbestosi è una malattia di origine professionale in quanto per contrarla è necessaria una intensa esposizione ad asbesto. A partire dagli anni ’30, l’asbesto è stato ampiamente utilizzato nella produzione industriale. Con la L. 257 del 1992 (“Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto”) in Italia è stato introdotto il divieto di “estrazione, importazione, esportazione, commercializzazione e produzione di amianto eternit, prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto”, con possibilità di continuare a farne utilizzo fino a esaurimento scorte.
Perciò, a partire dal 28 aprile 1993, gli amianti non possono essere più lavorati. Tuttavia il fatto stesso che ci sono state elevate esposizioni per utilizzo elevato di materiali fibrosi in 2.748.550 tonnellate di amianto ha determinato, specialmente nel passato, le esposizioni per le quali ora si assiste ancora alla strage di fibrosi polmonare da asbesto.
Le 3.000 applicazioni dell’amianto in Italia
L’asbesto è stato utilizzato in circa 3000 applicazioni, in concentrazioni dal 5 al 15%. I materiali che lo contengono ancora presenti in Italia sono circa 45 milioni di tonnellate, in circa un milione di micrositi, tra cui più di 50 mila siti e in alcune decine di siti di interesse nazionale. Ciò ha determinato le diffuse esposizioni eternit nei luoghi di vita e di lavoro.
Questa condizione provoca ogni anno circa 600 decessi solo in Italia e solo con la bonifica è possibile sconfiggere questa epidemia. Il picco di malattia è previsto nel 2030.
L’avv. Ezio Bonanni ha raccolto, nella pubblicazione “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia (Ed. 2022)“, tutti i dati epidemiologici grazie alle segnalazioni effettuate dai cittadini all’ONA.
Asbestosi sintomi iniziali e l’evoluzione
L’asbestosi si manifesta solo dopo molti anni dall’esposizione asbesto. I sintomi iniziali dell’asbestosi sono costituiti dalle prime difficoltà di respirare. Poi, evolvono in dispnea, prima in seguito a sforzi e poi anche a riposo, e tosse cronica secca. Successivamente si può presentare l’insufficienza respiratoria ingravescente. Tra i sintomi asbestosi vi é prima di tutto l’insufficienza respiratoria che è direttamente proporzionale alla gravità della malattia.
L’entità dell’esposizione amianto influenza sia l’esordio sia la progressione della malattia. Inoltre, questa fibrosi asbesto correlata provoca le “dita a bacchetta di tamburo”. Si tratta di un sintomo amianto fastidioso. Infatti l’apice delle dita delle mani si gonfia. Questo sintomo asbestosi si manifesta solo quando la malattia è a uno stadio avanzato.
Quando la malattia è in uno stadio ancora più avanzato si manifesta con lo stato di cianosi. Questo è uno di asbestosi sintomi finali. La morte per questa fibrosi avviene per arresto cardiocircolatorio oppure per evoluzione in cancro, tra i quali il tumore della pleura e il tumore del polmone.
Asbestosi diagnosi e trattamenti
I lavoratori esposti ad amianto vanno sottoposti a sorveglianza sanitaria e a controlli medici periodici per assicurare la diagnosi precoce e quindi migliori e più efficaci terapie e cure. Solo in questo modo è possibile avere maggiori chance di guarigione e sopravvivenza.
La diagnosi dell’asbestosi è clinico-radiologica e vi si giunge con una serie di step:
- Anamnesi lavorativa;
- sintomatologia;
- visita medica e specialistica pneumologica;
- spirometria;
- raggi X;
- TAC.
La cura dell’asbestosi: come prevenire le complicazioni
Purtroppo l’asbestosi non può essere curata. Non esistono per l’asbestosi terapie definitive ma sono possibili diverse tipologie di intervento per alleviare i sintomi asbestosi.
Anche in caso di assenza di ulteriori esposizioni, purtroppo, vi è una evoluzione ingravescente della malattia fibrotica. Vi può essere anche la degenerazione neoplastica con il tumore del polmone e il mesotelioma della pleura.
Non esiste una terapia specifica per la cura asbestosi. Ci possono essere diversi approcci, in caso di asbestosi, e in primo luogo è necessario seguire le linee guida elaborate dal Dott. Arturo Cianciosi. Il medico legale ONA, con gli altri sanitari, ha steso un protocollo per evitare le complicazioni dovute al rischio di evoluzione di questa fibrosi in tumore dei polmoni e nel mesotelioma della pleura:
- smettere di fumare, perché il fumo agisce in sinergia e potenzia gli effetti dei minerali di asbesto;
- eseguire la vaccinazione contro l’influenza e lo pneumococco;
- utilizzare farmaci broncodilatatori con inalatore;
- utilizzare la bombola di ossigeno e altri strumenti;
- evitare altre esposizioni;
- bonificare gli ambienti di vita ed evitare luoghi con coperture in eternit;
- fare controlli sanitari ripetuti;
- assumere farmaci cortisonici ad uso inalatorio, che possono essere aggiunti ai broncodilatatori e alla ventilazione;
- avvalersi di una ossigenoterapia.
Asbestosi cura: trattamenti consigliati
I farmaci che facilitino la respirazione, come i broncodilatatori con inalatore o teofillina, agiscono direttamente per contrastare i sintomi della malattia. Infatti inducono il rilassamento della muscolatura delle vie aeree e rendono la respirazione meno faticosa. Nei casi più gravi si può anche utilizzare una bombola di ossigeno o concentratore di ossigeno per facilitare la respirazione e far fronte alle crisi respiratorie.
L’asbestosi polmonare provoca complicanze cardiocircolatorie e cardiovascolari (le cosiddette cardiopatie da amianto). Infatti spesso l’asbestosi può causare la morte della vittima per complicazioni respiratorie e cardiache.
Queste complicazioni sono rilevanti anche dal punto di vista medico legale per determinare il grado invalidante e quindi l’entità dell’indennizzo INAIL (art. 145 del DPR 1124/65), e della quantificazione del danno biologico.
Asbestosi: professioni a rischio
L’ONA assiste tutti i lavoratori vittime di asbestosi. La maggiore incidenza di casi di asbestosi polmonare si riscontra nelle seguenti attività produttive:
- Estrazione della fibra grezza dalle cave;
- isolanti termici ed elettrici (idraulica, cabine elettriche, ecc.);
- produzione di caldaie e scaldabagni;
- edilizia e ristrutturazioni, a causa di eternit – cemento amianto;
- produzione e lavorazione di mescole impiegate nelle pastiglie dei freni a disco;
- tessitura di fibre per tute e guanti termici in tessuto amianto (vigili del fuoco e piloti);
- cantieristica navale (in particolare Fincantieri S.p.a.);
- settore ferroviario, per l’isolante impiegato nella costruzione delle carrozze dei treni;
- industria chimica;
- Forze armate, con particolare riferimento ai motoristi navali, altre specialità di coperta e sommergibilisti.
Assistenza medica e tutela legale
Il servizio di assistenza medica dell’ONA e la tutela legale dell’Avv. Ezio Bonanni può essere richiesta attraverso lo Sportello Nazionale Amianto.
Per usufruire del servizio di assistenza medica e di assistenza legale gratuita fornita dall’ONA è sufficiente farne richiesta, chiamando il numero verde o compilando il form nella pagina.