Microcitoma polmonare: sintomi, terapia e sopravvivenza

Microcitoma è il tumore dei polmoni a piccole cellule. Questa neoplasia è chiamata anche microcitoma polmonare, tumore ai polmoni a piccole cellule (SCLC) è un cancro del polmone. Molti sono gli agenti causali, oltre al fumo di sigaretta.

L’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni assistono coloro che sono affetti da microcitoma malattia professionale, che possono usufruire del servizio consulenza gratuita legale e medica.

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Tempo di lettura: 20 minuti

Microcitoma: che cos’è e cosa lo provoca?

Questa neoplasia ha origine dalle cellule neuroendocrine dei grossi bronchi. Caratterizzato da elevata malignità, ha una precoce capacità metastatica.

Come tutti i tumori maligni è caratterizzato da cellule anomale, in grado di moltiplicarsi in maniera non controllata. Cosi di diffondersi a distanza attraverso i vasi sanguigni e linfatici. Man mano che le cellule proliferano si organizzano e formano la massa tumorale.

Il fumo di sigaretta costituisce il principale fattore di rischio per l’insorgenza del tumore microcitoma polmonare, tanto che, se riscontrato in soggetti non fumatori si tende a pensare ad un errore diagnostico. Ulteriore fattore di rischio è l’esposizione al radon, all’asbesto e ad altre sostanze cancerogene.

In molte occasioni, questa patologia è legata ad esposizioni professionali ad amianto, fumo di saldatura, IPA, etc. Tutti coloro che sono stati esposti a questi cancerogeni per motivi professionali (nello svolgimento dell’attività lavorativa), hanno diritto all’indennizzo INAIL. In più al risarcimento dei danni. In caso di esposizione ad amianto, vi è anche il diritto alle maggiorazioni contributive ex art. 13, co. 7, L. 257/92 e al prepensionamento.

L’ONA, con lo sportello di tutela legale, assiste tutti coloro che si sono ammalati di microcitoma polmonare a piccole cellule in seguito ad esposizione professionale, per motivi di lavoro. L’associazione si avvale della collaborazione del presidente, Avv. Ezio Bonanni che guida il pool di legali ONA. Così per la tutela dei diritti dei cittadini esposti ad amianto e ad altri cancerogeni per motivi professionali. Queste vittime hanno diritto anche al risarcimento del danno.

I polmoni, l’azione dei cancerogeni e il microcitoma

Cosa sono i polmoni? I polmoni sono due “sacche” di tessuto spugnoso, posizionate nella parte centrale del torace. Assolvono alle funzioni di respirazione (attraverso la quale viene ossigenato il sangue di tutto il corpo) e di espirazione (attraverso la quale viene eliminata l’anidride carbonica dall’organismo).

L’aria entra nell’organismo attraverso il naso e la bocca, passa poi nella trachea che è una sorta di tubo diviso in due rami, uno diretto al polmone destro e uno al polmone sinistro.

Questi due rami principali si dividono in altri rami più piccoli chiamati bronchi che a loro volta si dividono in tubi ancora più piccoli, i cosiddetti bronchioli. Al termine dei bronchioli ci sono gli alveoli, sorta di “sacchetti” nei quali avviene lo scambio di ossigeno con il sangue.

Grazie ai moltissimi capillari presenti negli alveoli, infatti, l’ossigeno introdotto con la respirazione entra nel circolo sanguigno e può raggiungere tutte le cellule del corpo, mentre l’anidride carbonica prodotta dalle cellule entra negli alveoli e viene espulsa con l’espirazione.

I diversi tipi di tumore del polmone

Esistono due tipi di cancro ai polmoni, differenziati in base alla tipologia di cellule cancerogene.

  • carcinoma polmonare non a piccole cellule (in cui rientrano l’adenocarcinoma e il carcinoma squamoso)
  • carcinoma polmonare a piccole cellule (anche detto microcitoma o Small Cell Lung Cancer “SCLC”, secondo la dicitura anglosassone).

In cosa consiste il microcitoma polmonare?

È una tipologia di tumore del polmone caratterizzata da cellule di piccole dimensioni, che al microscopio assumono l’aspetto tipico di chicco d’avena.

Le cellule tumorali del microcitoma nascono da cellule del rivestimento bronchiale. Sono considerate più aggressive rispetto alle cellule degli altri tumori polmonari, perché sono in grado di replicarsi velocemente. In più così  sviluppano precocemente una massa tumorale e si propagano ai linfonodi e ad altri organi.

Prognosi infausta del tumore polmonare a piccole cellule

Microcitoma prognosi è molto più grave di quella che riguarda il tumore del polmone a grandi cellule. Ha anche un elevato rischio di recidiva, cioè di ripresa di malattia dopo una iniziale risposta alle cure. Ci sono così limitate microcitoma polmonare aspettative di vita.

In genere il microcitoma a piccole cellule si sviluppa in posizione toracica centrale, vicino alla zona definita ilo polmonare. Cioè nel punto di ingresso di vasi sanguigni, linfatici e bronchi nel polmone. Le metastasi da microcitoma al polmone possono localizzarsi prevalentemente presso l’encefalo, il fegato, i surreni e le ossa. Ciò rende spesso per microcitoma polmonare prognosi infausta.

Microcitoma: fumo di sigaretta come causa

Il fumo di tabacco costituisce il più importante fattore di rischio per l’insorgenza di tumore del polmone. Infatti contiene molte sostanze cancerogene in grado di danneggiare irreparabilmente le cellule dei polmoni. Il microcitoma è il tumore maggiormente correlato a una storia di fumo, ed è decisamente raro riscontrarlo in un non fumatore.

Amianto, radon, radiazioni ed altre cause del microcitoma

Altri fattori che possono aumentare la probabilità di insorgenza di un tumore del polmone sono l’esposizione al fumo passivo e a sostanze di varia natura. Tra questi: asbesto, cromo, arsenico, cloruro di vinile, idrocarburi aromatici policiclici, radon.

Questi fattori hanno tra loro un effetto sinergico: se vi è un’esposizione a due o più sostanze, il loro effetto si moltiplica e l’effetto nocivo viene ulteriormente potenziato qualora vi sia l’esposizione contemporanea al fumo di tabacco.

In particolare l’amianto è ancora diffusamente presente sul nostro territorio. Denuncia questa situazione di emergenza la pubblicazione dell’Avvocato Bonanni: “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia (Ed. 2022)“. Riporta i dati aggiornati sulle morti di amianto in Italia, compresi quelli da carcinoma piccole cellule.

Microcitoma e rischi ambientali e predisposizione genetica

Aumentano il rischio anche l’inquinamento atmosferico, una storia familiare di tumore del polmone (soprattutto nei genitori o in fratelli e sorelle), precedenti malattie polmonari o trattamenti di radioterapia che hanno colpito i polmoni (magari per un pregresso linfoma).

Per quanto riguarda i fattori di rischio legati alla professione, è importante utilizzare sempre sul luogo di lavoro tutte le misure di prevenzione per poter ridurre al minimo i rischi e lavorare in sicurezza. Anche nella vita di tutti i giorni è possibile compiere azioni che aiutano a prevenire il tumore del polmone, facendo regolare esercizio fisico e portando in tavola tanta frutta e verdura ricche di vitamine ed elementi che possono aiutare i polmoni a mantenersi sani.

Riconoscimento INAIL nel caso di esposti amianto fumatori

Le vittime di microcitoma polmoni, esposti ad amianto per motivi di lavoro, hanno diritto al riconoscimento della malattia professionale. Sussiste il nesso causale anche in caso di lavoratore fumatore, se è dimostrata l’esposizione professionale ad amianto. I due agenti cancerogeni, infatti, agiscono in sinergia.

Fin dal 1955, Richard Doll nella pubblicazione dal titolo A Study of Lung Cancer Mortality in Asbestos Workers: Doll, 1955, ha dimostrato che vi è un effetto sinergico tra fumo di sigaretta e amianto. Si moltiplica il danno che anche le stesse fibre di amianto sono in grado di provocare.

La Corte di Cassazione, sez. lav., con sentenza n. 644/2005, ha precisato che, in caso di esposizione lavorativa ad amianto, il lavoratore deceduto per tumore del polmone, vi è diritto al riconoscimento dell’indennizzo INAIL e del risarcimento dei danni.

Relazione tra fumo di sigaretta e microcitoma

Il rischio di sviluppare un tumore del polmone cresce con l’aumento del numero di sigarette fumate nel corso della vita e della durata dell’abitudine. Secondo gli esperti la durata di questa cattiva abitudine è anche più importante del numero di sigarette fumate per determinare il rischio di tumore.

Il rischio cioè è molto più alto se si inizia a fumare da giovanissimi e si prosegue per il resto della vita. In cifre, il rischio relativo dei fumatori aumenta di circa 14 volte rispetto ai non fumatori e addirittura fino a 20 volte se si fumano più di 20 sigarette al giorno.

Dopo una diagnosi di microcitoma si deve smettere di fumare?

Dopo una diagnosi di tumore polmonare, smettendo di fumare aumentano le possibilità di successo delle cure e microcitoma guarigione. In più si riducono le probabilità che la malattia si ripresenti. Inoltre, smettere di fumare riduce la possibilità di avere altre malattie tipicamente legate al fumo.

Tra queste quelle cardiologiche e respiratorie. In più si riduce le complicanze legate ai trattamenti. Smettere di fumare, quindi, non solo riduce il rischio che si sviluppi un microcitoma, ma migliora la qualità di vita e la prognosi complessiva, anche a seguito della diagnosi.

Importanza della sorveglianza sanitari dei soggetti a rischio

Non vi è ancora accordo tra gli esperti sull’opportunità di sottoporre a screening (cioè ad esami periodici) persone che sono a rischio elevato perché fumatrici o ex fumatrici. La ragione è che non sempre gli screening a oggi disponibili sono efficaci.

Su questo contesto si inserisce poi la problematica della sorveglianza sanitaria per esposizione professionale a cancerogeni. In particolare per quanto riguarda i minerali di amianto. Solo se individuano il tumore precocemente e consentono di effettuare terapie vi è questa efficacia. Perché il punto nodale è proprio la possibilità della diagnosi precoce. Cosicché le cure siano più efficaci con maggiori microcitoma aspettative di vita e a migliori condizioni di salute.

Tra gli studi ancora in corso, ce ne sono alcuni che mirano a dimostrare l’utilità di sottoporre i fumatori ultra cinquantenni a esami annuali come la TC spirale o l’esame citologico dello sputo. Sono stati identificati anche alcuni marcatori nel sangue (tra cui alcuni ormoni) che consentono di valutare l’evoluzione della malattia.

Più recentemente alcuni microRNA (piccoli frammenti di materiale genetico) che possono aiutare a determinare il rischio di sviluppare la malattia. Oppure la presenza di malattia prima ancora che ci siano noduli visibili nonché quanto aggressivo sarà il tumore.

Il gas radon e il microcitoma: prevenzione

Il radon è un gas naturale, radioattivo, che si forma quando si creano rotture della crosta terrestre. È noto per la capacità di risalire dal terreno. Il gas radon viene sprigionato nel corso di costruzioni edili. Inoltre è presente nelle abitazioni, in particolare negli scantinati e nei primi piani.

Da alcune ricerche pare che una sola esposizione al radon possa essere sufficiente  a provocare un tumore polmonare.

I prodotti di decadimento respirati si fissano sui tessuti polmonari e bronchiali, provocando un’esposizione alle radiazioni del tessuto circostante. Il gas radon può danneggiare anche il patrimonio genetico delle cellule dei tessuti, dando inizio così ad un processo canceroso.

Arsenico: come causa il tumore del polmone a piccole cellule

Larsenico è un elemento ubiquitario nell’ambiente. Spesso lo si ritrova nell’acqua potabile, sia in seguito a processi di cessione degli elementi da parte dei minerali sia a causa di attività umane. Esso è infatti molto impiegato nel settore industriale ed è anche abbondantemente usato nella produzione di pesticidi per l’agricoltura.

È proprio a causa di questi molteplici usi che spesso sono presenti alte concentrazioni di arsenico nelle falde acquifere. Cosi incrementandone significativamente il livello anche nell’acqua potabile.

L’arsenico inorganico è quello nocivo. Si assorbe rapidamente subito dopo l’ingestione all’apparato gastrointestinale. In seguito si distribuisce in quasi tutti gli organi, attraversando facilmente anche la barriera placentare.

Amianto e microcitoma, tumore a piccole cellule

L’asbesto, o amianto è costituito da un insieme di minerali (inosilicati e fillosilicati). Questi minerali si distinguono nei serpentini e negli anfiboli. Si caratterizzano  per essere costituita fibre sottili, con capacità di distinguersi ulteriormente. Sono costituite da corpi allungati, che formano le cosiddette “fibre dell’amianto“.

Sono capaci di disperdersi facilmente nell’aria e questo ne comporta la loro inalazione. Tra di essi il più estratto risulta essere l’amianto bianco, anche detto crisotilo. L’amianto rappresenta la principale causa di un altro tipo di tumore maligno molto aggressivo: il mesotelioma.

La possibilità di contrarre il cancro ai polmoni a seguito di esposizione a sostanze chimiche usate a livello industriale è molto elevata.

Microcitoma: gli agenti cancerogeni del polmone

I “veleni” più conosciuti sono:

  • asbesto;
  • arsenico;
  • berillio;
  • cadmio;
  • fumo di carbone;
  • silice.

Ad avere un elevato rischio di contrarre la grave patologia, Ci sono diversi settori occupazionali. Tra questi si segnalano l’agricoltura, il settore minerario, la metallurgia, i cantieri navali e i conducenti di autocarri e taxi.

Sintomi del tumore polmonare a piccole cellule

Tumore polmone sintomi: Quali sono i sintomi del cancro del polmone? In particolare i sintomi del microcitoma?

I tumori polmonari, trai quali i microcitomi, a piccole cellule, possono essere del tutto asintomatici. In particolare allo stadio iniziale della neoplasia. Oppure avere carenza di sintomi aspecifici, cioè sintomi che non sono attribuibili unicamente a un tumore del polmone e/o ad un’altra malattia respiratoria.

Sintomi più frequenti del microcitoma

Alcuni sintomi frequentemente riscontrati in caso di tumore del polmone a piccole cellule sono:

  • Tosse:

tosse produttiva (catarrosa) o secca, sintomo presente nella maggior parte dei fumatori e in chi soffre di bronchite cronica. È importante valutare i cambiamenti della tosse in termini di intensità, durata e caratteristiche. Si può passare ad esempio da rari colpi di tosse al mattino a una sintomatologia persistente nell’arco della giornata. Ciò, a causa di una maggiore irritazione delle pareti bronchiali da parte delle cellule tumorali.

  • Sangue nel catarro (emoftoe):

si manifesta perché le pareti bronchiali interessate dal tumore sono più fragili e causano in alcuni casi il sanguinamento.

  • Dispnea:

mancanza di fiato o difficoltà respiratoria sono sintomi tipici dei fumatori e dei bronchitici cronici, per cui è necessario valutarne il peggioramento nel tempo ed eventuali aggravamenti in acuto.

  • Dolore al torace:

a volte irradiato alla spalla e al braccio. Può intensificarsi con la respirazione, con la tosse o con i cambiamenti di posizione. È causato da un interessamento delle fibre nervose da parte delle cellule tumorali.

  • Disfagia:

la difficoltà alla deglutizione può avvenire per una compressione dell’esofago dall’esterno da parte della massa tumorale. Altri sintomi possono essere stanchezza eccessiva (astenia), perdita di appetito e di peso. Quando il tumore si è diffuso al di fuori del torace, può causare sintomi diversi in relazione all’organo in cui si è localizzato. Tra questi il mal di testa, dolore osseo, ingiallimento della cute o della sclera (parte bianca dell’occhio), ecc…

Il microcitoma, in particolare, si può associare a sindromi paraneoplastiche, caratterizzate da manifestazioni che si verificano in zone distanti dal tumore o dalle sue metastasi.

Metastasi polmonari: quali sono i sintomi

Metastasi polmonare sintomi dipendono dalla locazione di esse. Chi è colpito da metastasi al polmone, accusa ulteriori sintomi. Tra questi: tosse, emottisi, dolore toracico e difficoltà respiratorie. In più, epatomegalia, nausea, poco appetito e ittero sono associati alla diffusione del tumore dal fegato al polmone.

Possono essere scatenate da sostanze o ormoni prodotti dalle cellule tumorali che entrando in circolo. In questo caso possono insorgere: febbre (soprattutto nelle ore serali), dolori articolari diffusi. In più, riduzione dei valori di sodio e incremento del calcio agli esami del sangue. Infine, incremento dei livelli di cortisolo nel sangue con alterazioni metaboliche.

Tali sindromi possono essere dovute anche alla formazione di anticorpi antitumorali che erroneamente riconoscono organi sani. Come ad esempio i muscoli della spalla e dell’anca (muscoli prossimali) causando sindromi neurologiche. Si associano altri sintomi: stanchezza, dolore e alterazioni della sensibilità con punture di spillo alle estremità degli arti.

La diagnosi del microcitoma polmonare

Quali sono gli esami che permettono la diagnosi del tumore polmonare a piccole cellule?

La radiografia del torace è tuttora uno dei primi esami eseguiti nell’inquadramento di un tumore del polmone. Ciò anche se ha dei limiti nel riscontrare masse piccole o nascoste dietro le coste o lo sterno.

La tomografia computerizzata (TC) è un esame molto più preciso della radiografia del torace, in quanto permette di definire la sede, le dimensioni e i rapporti del tumore con le strutture adiacenti. La TC non consente di definire il tipo di tumore. Lo studio TC viene solitamente esteso non solo a livello del torace, ma anche a livello dell’encefalo e dell’addome. Cosi per valutare l’eventuale diffusione del tumore negli organi che più frequentemente sono sede di metastasi. Un esempio è costituito da metastasi cerebrali da tumore al polmone.

La tomografia ad emissione di positroni (PET) è una tecnica diagnostica di medicina nucleare che comporta la somministrazione per via endovenosa di una sostanza a base di zucchero legata a una molecola radioattiva. Le cellule che si replicano più velocemente sono più avide di zucchero e pertanto tale composto si accumula in queste aree. Le zone con più zucchero sono messe in risalto da colori maggiormente brillanti rispetto alle zone normali. Questo esame è utile nell’individuazione precoce dei tumori, delle loro dimensioni e della precisa localizzazione.

La diagnosi anatomopatologica del tumore a piccole cellule

Una volta che è stata individuata la lesione tumorale è necessario prelevare un campione di tessuto. Cosi per effettuare la diagnosi anatomopatologica. Il prelievo cito-istologico di solito avviene tramite:

  • Fibrobroncoscopia

Mediante un broncoscopio, tubicino flessibile di piccole dimensioni dotato di fibre ottiche, si accede alle vie aeree dalle narici o dalla bocca visionando l’albero bronchiale ed eventuali anomalie in tale sede. Permette di prelevare cellule o frammenti di tessuto in tumori che si localizzano in sede toracica “centrale”.

  • Agobiopsia polmonare TC guidata o ecoguidata

Viene introdotto un ago attraverso la parete toracica, in anestesia locale, e grazie alla guida delle immagini radiologiche, ottenute dalla TC o dall’ecografia, si possono raggiungere masse tumorali più “periferiche”.

  • Toracentesi

Nei casi in cui vi sia un versamento pleurico abbondante è possibile estrarre tale liquido mediante l’inserimento di un ago attraverso la parete toracica. Talora con l’analisi microscopica di tale liquido è possibile riscontrare cellule tumorali.

Diagnosi: l’analisi anatomopatologica

I campioni tumorali ottenuti tramite le biopsie vengono analizzati al microscopio. Cosi per definire con sicurezza la natura e il tipo di tumore. Tale diagnosi si chiama analisi anatomopatologica. La diagnosi si esegue osservando al microscopio la forma, la colorazione e la disposizione delle cellule prelevate. Si usano utilizzando dei reagenti per evidenziare la presenza o meno di proteine che chiariscono la diagnosi.

Ad oggi, analisi aggiuntive sul campione bioptico di un microcitoma possono essere effettuate solo nell’ambito di studi clinici sperimentali. Ciò  al fine di individuare bersagli molecolari di terapie personalizzate, mentre non sono indicate nella pratica clinica.

Trattamento, terapia e cura del microcitoma

La scelta del trattamento e della cura nel caso di microcitoma polmonare dipende dalla stadiazione della malattia. Nonché dalle condizioni generali di salute del paziente, dalla sua età e dalle eventuali patologie concomitanti. È possibile rivolgersi a centri specializzati.

Il trattamento più utilizzato per questo tipo di tumore del polmone è la chemioterapia. Questo approccio diagnostico si adotta quando si ritenga che la malattia in genere risponde bene ai farmaci. Questo tipo di opzione terapeutica si adotta specialmente se al momento della diagnosi sono già presenti metastasi in organi diversi dal polmone (microcitoma polmonare metastatico). Cosi escludendo la chirurgia come approccio efficace, cosi con il tentativo di bloccare l’avanzare della malattia.

I farmaci più utilizzati sono i derivati del platino (cisplatino, carboplatino eccetera), ciclofosfammide, dexorubicina, gemcitabina e altri ancora.

Per questo tipo di tumore si utilizza anche la radioterapia in associazione alla chemioterapia oppure dopo la chemio per eliminare eventuali cellule tumorali residue. Il trattamento combinato chemio-radioterapico migliora il controllo locale della malattia e la prognosi, perché riduce la probabilità che la malattia si ripresenti o cresca nella stessa sede.

Infine, recentemente, si utilizzano gli anticorpi monoclonali, che agiscono direttamente sulle cellule cancerogene di specifiche neoplasia.

Le cure palliative dei pazienti con il microcitoma

Le cure palliative sono trattamenti rivolti al controllo dei sintomi che non agiscono direttamente sulla malattia.

La chemioterapia e la radioterapia possono non essere indicate in pazienti fragili, a causa del rischio di importanti tossicità e a fronte di un beneficio clinico molto limitato. In questi casi può essere più vantaggioso controllare la sintomatologia e migliorare la qualità di vita.

Si ottengono questi risultati ricorrendo alle cure palliative, piuttosto che effettuare un trattamento oncologico attivo. Le cure palliative microcitoma possono anche essere un ottimo coadiuvante della chemioterapia e della radioterapia.

Quando è indicata la chirurgia del microcitoma?

La chirurgia, quando possibile, è l’opzione terapeutica di prima scelta per il carcinoma polmonare non a piccole cellule resecabile non metastatico. L’intervento può essere preceduto o seguito dalla chemioterapia o dalla radioterapia.

Si può procedere con la lobectomia (asportazione di un lobo polmonare), bilobectomia se nel polmone destro, che ha tre lobi, si asportano due lobi, segmentectomia (asportazione di uno o più segmenti polmonari), resezione a cuneo (asportazione di una piccola parte di polmone).

Nella quasi totalità dei casi la chirurgia non è indicata nel trattamento del microcitoma perché, in considerazione della biologia tumorale aggressiva. Questa neoplasia viene ritenuta un tumore potenzialmente già disseminato al momento della diagnosi. Proprio per questo, più adeguatamente aggredibile con la chemioterapia.

La chirurgia può rimuovere solo la massa tumorale in una determinata sede, ma non può bloccare la crescita tumorale nelle altre sedi di diffusione del tumore.

In casi molto rari e selezionati, in cui il tumore è di piccole dimensioni e non ha interessato altre strutture, può essere valutato un approccio multimodale che includa anche la chirurgia.

Come e quando si usa la chemioterapia

Generalmente, se il trattamento è la chemioterapia, si preferisce usare una combinazione di farmaci, con meccanismo d’azione differente. Lo schema più diffuso per il trattamento del microcitoma è a base di un derivato del platino (cisplatino o carboplatino) ed etoposide.

La somministrazione di questi farmaci avviene per via endovenosa o, nel caso dell’etoposide, per via orale. Il trattamento viene somministrato in cicli trisettimanali, in cui a tre giorni consecutivi di terapia seguono circa tre settimane di riposo, per permettere al corpo un corretto recupero. Tale combinazione di farmaci può essere effettuata per un totale di 4-6 cicli. Ciò in base alla risposta e alla tollerabilità della persona al trattamento.

Microcitoma ed effetti della chemioterapia

Gli obiettivi della chemioterapia sono:

  • ottenere una risposta (bloccare o far regredire la malattia)
  • rallentare la crescita tumorale e prolungare la vita
  • prevenire la diffusione del tumore
  • controllare i sintomi legati alla malattia.

Circa un quarto delle diagnosi di microcitoma riguardano pazienti con età superiore ai 70 anni. Il beneficio della chemioterapia si può ottenere anche nella popolazione anziana e non ci sono controindicazioni ad effettuare un trattamento chemioterapico in pazienti con età maggiore di 70 anni. L’unico accorgimento può riguardare la scelta dei dosaggi e degli schemi terapeutici per limitarne le tossicità.

Come e quando si usa la radioterapia nel microcitoma

La radioterapia è una terapia che prevede l’impiego di radiazioni ionizzanti ad alta energia al fine di danneggiare il DNA delle cellule tumorali, arrestando la crescita tumorale o distruggendo tali cellule.

Questa ha un ruolo fondamentale nel trattamento del microcitoma, soprattutto nel caso di malattia limitata e in associazione alla chemioterapia. Questo trattamento ha anche un ruolo nel controllo delle metastasi cerebrali, sia a scopo profilattico che curativo.

Un altro campo di applicazione della radioterapia sono le metastasi ossee, con uno scopo palliativo-antalgico. La durata del trattamento radioterapico dipende dai volumi tumorali, dalla sede e dall’intento curativo o palliativo. Ad esempio a livello toracico, nel trattamento della malattia limitata, le sedute sono giornaliere, hanno una durata di pochi minuti e si protraggono per circa 5 settimane. Invece un trattamento a livello della colonna vertebrale può avvenire in poche sedute.

Encefalo radioterapia profilattica delle metastasi microcitoma

L’irradiazione profilattica dell’encefalo si utilizza nei pazienti con malattia limitata (e in casi selezionati in pazienti con malattia estesa). Come trattamento radioterapico preventivo a livello encefalico, frequente sede di metastasi da microcitoma.

La maggior parte degli effetti collaterali della radioterapia sono di lieve entità e concentrati nell’area di irradizione. Regrediscono completamente dopo alcune settimane dalla fine del trattamento radioterapico.

La sopravvivenza nel microcitoma polmonare

I pazienti con microcitoma localizzato hanno una aspettativa di vita di 15-20 mesi. Invece si riduce per questo tipo di tumore con metastasi al fegato e ai polmoni sopravvivenza.

La percentuale di pazienti con microcitoma polmonare che sopravvive almeno 2 anni, è del 20-40%. Per microcitoma polmonare sopravvivenza maggiore, è, quindi, necessario ottenere la diagnosi precoce microcitoma. Ciò è il solo modo per aumentare le possibilità per le vittime di carcinoma a piccole cellule sopravvivenza.

Così è possibile ottenere una maggiore chance di microcitoma sopravvivenza. Inoltre per carcinoma polmonare a piccole cellule sopravvivenza copre un più lungo periodo e con miglior condizioni di salute.

Microcitoma da sostanze cancerogene: assistenza medica

L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA è un’associazione di utilità sociale che si occupa di assistere tutti i lavoratori e i cittadini che sono stati o sono esposti a sostanze cancerogene, che sono stati vittime del dovere o della malasanità o che hanno contratto un microcitoma polmonare causato dall’esposizione al radon o ad altri cancerogeni. L’ONA offre ai malati l’assistenza medica gratuita.

Tutela legale microcitoma malattia professionale

Nella stragrande maggioranza dei casi, il microcitoma ha origine dalla esposizione ad amianto, radon, IPA, etc., negli ambienti di lavoro. L’ONA ha costituito un pool di legali e offre assistenza legale a tutti coloro che ne fanno richiesta.

Rendita INAIL per le vittime da microcitoma polmonare

Il microcitoma è una patologia asbesto correlata dall’INAIL nella Lista I delle malattie professionali. Questa classificazione dei tumori polmonari li rende indennizzabili. Le vittime hanno quindi diritto al riconoscimento e alla liquidazione della rendita INAIL e della prestazione aggiuntiva del Fondo Vittime Amianto, costituita da circa il 15% in più della rendita.

Le malattie professionali INAIL della Lista I sono assistite da presunzione legale di origine ed è quindi sufficiente la presenza della noxa patogena (agente cancerogeno) nell’ambiente lavorativo per avere diritto al riconoscimento e alla rendita INAIL malattia professionale (Cass., Sez. lav., n. 30438/2018).

Prepensionamento da microcitoma del polmone

L’articolo 1, comma 250, della Legge 232/2016, ha sancito il diritto all’immediato pensionamento per i lavoratori sprovvisti dei requisiti per il pensionamento al momento dell’insorgenza della malattia professionale amianto.

Il diritto è però limitato alle vittime di mesotelioma, tumore polmonare e asbestosi, senza limite di grado invalidante (decreto del 18/07/2017).

La procedura di pensionamento immediato (pensione invalidità amianto) può essere adottata solo se, nonostante l’accredito dei benefici amianto con il coefficiente 1,5, non si matura il diritto a pensione.

La circolare congiunta INPS e INAIL (n. 7 del 2018) ha dettato le regole per poter accedere al prepensionamento/pensionamento amianto. il prossimo termine per le domande è quello del 31 marzo 2022. Qualora non si presentasse la domanda entro questo termine, la richiesta verrà esaminata l’anno successivo a partire da aprile. Inoltre occorre ricordare che la pensione d’invalidità non è cumulabile con la rendita INAIL.

Microcitoma e riconoscimento come Vittime del Dovere

I dipendenti civili e militari delle Forze Armate e del Comparto Sicurezza, non assicurati INAIL, che a causa delle attività di servizio o missioni con esposizione ad amianto e altri cancerogeni per il polmone hanno contratto delle infermità, tra le quali il cancro del polmone (adenocarcinoma o microcitoma), hanno diritto al riconoscimento della causa di servizio e della qualità di vittima del dovere.

Alle Vittime del Dovere spettano specifiche prestazioni assistenziali e previdenziali, tra cui la speciale elargizione, assegno vitalizio, speciale assegno vitalizio, etc., con parificazione alle vittime del terrorismo (SS.UU. 7761).

Risarcimento dei danni microcitoma malattia professionale

I lavoratori vittime di tumore del polmone a non piccole cellule e del carcinoma a piccole cellule del polmone per esposizione professionale ad asbesto, e i loro famigliari in caso di decesso, hanno diritto anche al risarcimento danni tumore polmone.

In caso di decesso per tumore polmone piccole cellule, sussiste il diritto al risarcimento danni, sia con riferimento ai pregiudizi sofferti dalla vittima primaria (lavoratore vittima tumore del polmone), che debbono essere liquidati ai congiunti (danni iure hereditario), sia al risarcimento dei danni sofferti direttamente dai famigliari (danni iure proprio).

Microcitoma: diritto al risarcimento dei danni differenziali

La rendita INAIL non costituisce integrale risarcimento di tutti i danni che il lavoratore ha subito in caso di malattia professionale – neoplasia del polmone, con il diritto all’integrale risarcimento dei danni differenziali e complementari (Cass. Sez. Lav. 777/2015).

Gli accertamenti INAIL costituiscono una prima prova per ottenere la condanna del datore di lavoro al risarcimento dei danni. Ciò è evidente anche nelle ultime sentenze (Cass. Sez. Lav. 5174/2015; Cass. Sez. Lav., n. 15165/2019), in cui è stata confermata la sentenza della Corte d’Appello di Roma di condanna delle Ferrovie dello Stato al risarcimento dei danni per un lavoratore deceduto per patologia asbesto correlata.

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