Danno morale: risarcimento e tutela legale

Il danno morale consiste in una sofferenza interiore e psicologica che il danneggiato è costretto a subire in conseguenza di un fatto illecito altrui.

Questo pregiudizio rientra nella categoria del danno non patrimoniale. La vittima di malattia professionale ha diritto all’integrale risarcimento dei danni, sia patrimoniali (danno emergente e lucro cessante) sia non patrimoniali.

Per tutelare i loro diritti l’ONA–Osservatorio Nazionale Amianto e il suo presidente, l’Avvocato Bonanni, sono in prima linea.

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La materia risarcitoria è alquanto complessa. Il libro dell’Avvocato Bonanni, “Il danno da amianto-Profili risarcitori e tutela medico-legale“, aiuta a far chiarezza. Inoltre, la tutela si rivolge in particolare ai cittadini e lavoratori esposti a pericolosi agenti cancerogeni. Tra questi è compreso l’amianto, come conferma l’ultima monografia IARC. Per evitare qualsiasi esposizione e il conseguente danno alla salute è necessario segnalare i siti contaminati, attraverso l’APP Amianto, e bonificare le aree.

Indice dei contenuti


  • Cosa significa subire un danno morale?

  • Come si calcola il danno morale?


  • Tempo di lettura: 5 minuti

    Danno morale definizione e onere della prova

    Il danno morale è una sofferenza interiore soggettiva, che consiste nel perturbamento psichico o nel pregiudizio arrecato alla dignità o integrità morale, massima espressione della personalità di ogni individuo.

    La definizione danno morale è riportata dalle Sezioni Unite della Cassazione:
    La sofferenza morale, senza ulteriori connotazioni in termini di durata, integra il pregiudizio non patrimoniale. Deve trattarsi di un turbamento dell’anima, di un dolore sofferto, che non abbia generato degenerazioni patologiche della sofferenza”.

    Perciò è possibile risarcire un danno morale quando sussistono determinate condizioni:

    • in caso di violazione dei diritti tutelati dalla Costituzione italiana e da trattati internazionali, come l’onore e la reputazione, la famiglia, la salute, l’identità personale;
    • quando il fatto illecito consiste in un reato.

    I semplici disagi o gli inconvenienti della vita quotidiana non possono essere oggetto di risarcimento danni morali.

    Per ottenere il ristoro di questo tipo di danno la vittima deve darne prova. Dovrà dimostrare la sussistenza di una sofferenza interiore che sia derivata dalle modalità con cui il danneggiato ha percepito la lesione oppure dalle specifiche circostanze in cui si è manifestato l’illecito. Tuttavia basta dimostrare il danno in sé e non l’entità di esso.

    Differenze tra danno biologico e morale

    Sebbene facciano entrambi parte della categoria dei danni non patrimoniali, il danno morale si distingue nettamente da quello biologico. In particolare il danno biologico indica un danno alla salute, mentre quello morale coincide con una sofferenza di natura passeggera, dovuta all’incidente e alle cure e convalescenza dalla malattia.

    Essendo due tipi di pregiudizio diversi, il danno morale è autonomo rispetto al danno biologico. Perciò va riconosciuto indipendentemente dal fatto che il soggetto abbia anche subito un danno biologico di natura fisica o psichica. Di conseguenza, si può far richiesta del risarcimento per il danno morale, anche se alla vittima non spetta alcun risarcimento per il danno biologico.

    Tuttavia occorre precisare che l’autonomia ontologica del danno morale non può prescindere dal carattere omnicomprensivo della valutazione dei danni non patrimoniali (Cass., sez. III, 25817/2017).

    Il danno biologico (cioè la lesione della salute), quello morale (cioè la sofferenza interiore) e quello dinamico-relazionale (altrimenti definibile esistenziale, e consistente nel peggioramento delle condizioni di vita quotidiane, risarcibile nel caso in cui l’illecito abbia violato diritti fondamentali della persona) integrano componenti autonome dell’unitario danno non patrimoniale, le quali, pur valutate nello loro differenza ontologica, devono sempre dar luogo a una valutazione globale“.

    Risarcimento per danno morale calcolo

    Come si quantifica il danno morale? Il calcolo danno morale varia se esso è collegato o meno a un danno fisico, cioè un danno biologico. Infatti quando quello biologico è superiore a 3 punti percentuali, quello morale viene di norma risarcito in automatico. Quando, invece, non è presente una lesione fisica, la vittima deve dare prova concreta e certa dei danni morali.

    La prova, però, secondo l’ultima sentenza della Cassazione del 2022, può essere ottenuta anche attraverso “presunzioni”. La più recente Cassazione, sezione lavoro, 19623 del 2022, ha dichirato risarcibile il danno da paura di ammalarsi, anche senza il danno biologico.

    I lavoratori potranno rendere la prova anche sulla base di “presunzioni”, perchè presuppone il “danno morale un paterna d’animo e quindi una sofferenza interna del soggetto“.

    La Cassazione spiega che i moti d’animo, solo quando assumono connotazioni eclatanti possono essere provati in modo diretto, “dovendo il più delle volte essere accertato in base ad indizi e presunzioni che, anche da soli, se del caso, possono essere decisivi ai fini della sua configurabilità“.

    Attraverso le presunzioni sarà possibile provare la sofferenza fisica e morale e le modifiche delle proprie abitudini di vita.

    Il principio di equità per il calcolo del risarcimento

    Per quantificare il danno, il giudice ricorre al criterio di “equità”, cioè definisce una somma che, in base al proprio giudizio, si deve ritenere congrua. Più precisamente il risarcimento del danno morale deve avvenire secondo equità circostanziata (art. 2056 c.c.). Infatti, per il danno non patrimoniale, il risarcimento deve essere integrale e tanto più elevato quanto maggiore è la lesione (SS.UU., sentenza 26972/2008).

    La Corte di Cassazione (Cass., sez. III, 11754/2018) ha stabilito che, nella liquidazione del danno non patrimoniale, devono essere applicate le Tabelle del Tribunale di Milano su tutto il territorio nazionale (Cass., sentenza 12408/2011). Esse determinano il valore finale del punto utile al calcolo del danno biologico da invalidità permanente, tenendo conto di tutte le componenti non patrimoniali, compreso il danno morale.

    Inoltre il giudice può procedere alla personalizzazione del danno, entro le percentuali massime di aumento previste nelle tabelle, dando adeguatamente conto nella motivazione della sussistenza di peculiari ragioni per un incremento del risarcimento.

    Si possono superare anche i limiti minimi e massimi tabellari, tenendo conto della fattispecie concreta. Infatti la Cassazione Civile, Sez. III, sentenza 5691/2016 ha chiarito che la quantificazione dei danni morali in una frazione del biologico non ne esclude una misurazione superiore a quanto stabilito dalle Tabelle del Tribunale di Milano.

    Assistenza legale per risarcimento danni

    L’ONA e l’Avvocato Bonanni assistono tutte le vittime e i lavoratori. Lo studio legale dell’Avv. Bonanni fornisce una consulenza legale al fine di ottenere il riconoscimento di tutti i diritti, come le prestazioni assistenziali e previdenziali.

    Alle vittime è riservato anche un servizio di consulenza medica gratuita. Questo tipo di assistenza è fornita grazie a medici volontari, coordinati dal Dott. Cianciosi.

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