Cantieri navali amianto: tutela dei diritti delle vittime

I lavoratori dei cantieri navali amianto sono tutelati dall’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto e dall’Avv. Ezio Bonanni. Il Giornale dell’amianto riporta, infatti, numerosi casi di decessi per via dell’amianto nei cantieri navali.

L’Osservatorio Nazionale Amianto e il reparto tecnico operativo hanno attenzionato questa tipologia di esposizione. Infatti, vi è un’alta incidenza di casi di mesotelioma, riportati nel VII Rapporto ReNaM, e sono elevati anche i casi di altre patologie.

Per tali motivi si pone il problema della prevenzione primaria e di tutte le altre forme, cioè quella secondariaterziaria. Supportare le vittime dal punto di vista medico e legale è uno degli obiettivi dell’ONA, che mette a disposizione un servizio di consulenza gratuita.

Consulenza Cantieri navali amianto

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Cantieri navali e l’uso dell’amianto

Quello dei cantieri navali è stato uno dei settori maggiormente interessato dalla presenza di amianto e materiali contenenti amianto. Ad oggi, la presenza di amianto nei cantieri navali rappresenta, ancora, una minaccia per la salute, nonché un problema di igiene del lavoro.

Nel settore delle imprese navali si è utilizzato in modo massiccio l’amianto per le coibentazioni delle strutture delle unità navali, per la coibentazione delle condotte dei fluidi per la sua proprietà ignifuga, di fonoassorbimento e antirombo.

È stato impiegato, ancora, nelle stesse protezioni individuali, utilizzate in alcune specifiche lavorazioni come la saldatura per la protezione dal fuoco e dal calore. Si utilizzava amianto sia in matrice compatta che friabile.

Cantieri navali: utilizzo dell’amianto friabile

L’amianto friabile è stato utilizzato, soprattutto, per la coibentazione delle parti del motore sottoposte a surriscaldamento, nonché come isolante termico. Si trattava, in particolare, di anfiboli (crocidolite, amosite), applicati a spruzzo sulle lamiere e sulle strutture.

Il materiale grezzo è stato utilizzato, inoltre, come riempimento di cuscini termoisolanti. Questi servivano per il termo isolamento di flange di accoppiamento di tubi e anche delle flange di accoppiamento delle grandi turbine.

In forma friabile, era utilizzato anche per i tessuti (teli, nastri, corde, filotti e baderne), che servivano per il rivestimento di tubi metallici per trasporto dei fluidi, caldi e freddi. In questo caso, l’amianto aveva anche una funzione di anticondensa.

Oltre a essere utilizzato per il motore e per le strutture delle navi, l’amianto era utilizzato in modo massiccio anche nelle cucine, sempre per la sua qualità ignifuga per prevenire la diffusione di incendi.

Cantieri navali: utilizzo in matrice compatta

L’amianto in forma compatta (amiantite), è costituito da un impasto di resina (gomma) e amianto. Era commercializzato in fogli e utilizzato per il confezionamento delle guarnizioni.

Dopo un uso prolungato, anche questo tipo di materiale diventava friabile, soprattutto, quando veniva rimosso con l’ausilio di utensili.

Era prodotto anche in pannelli che servivano per tamponature interne e per il rivestimento di superfici coibentate con amianto a spruzzo o con lane minerali artificiali.

La compattezza di questo materiale non è paragonabile a quella dell’eternit (cemento amianto). Durante il taglio o la sagomatura, o durante il foraggio per il passaggio dei cavi, i materiali rilasciano elevati quantitativi di fibre.

L’amianto è stato abbondantemente utilizzato, oltre che nelle unità navali, anche nelle diverse officine a terra.

Cantieri navali amianto: epidemia di mesoteliomi

Nel VI Rapporto mesoteliomi INAIL del 2018, si registrano ben 1.184 casi di mesoteliomi tra i lavoratori del settore dei cantieri navali. Il dato è relativo al periodo dal 1993 al 2015 e il numero dei casi di mesotelioma nei cantieri navali è pari al 6,1% dei casi totali. Questo trend è confermato anche dall’ultimo Rapporto ReNaM.

Inoltre i dati aggiornati sulla strage provocata dall’asbesto sono confermati nell’opera dell’Avv. Ezio Bonanni “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia (Ed. 2022). I dati fanno riflettere sul fatto che la strage di amianto è ancora in atto e le mortalità a causa di questo cancerogeno continuano ad aumentare. Anche l’ultima monografia IARC conferma la capacità cancerogena della fibra killer.

Cantieri navali amianto: processi penali a Palermo

Prosegue l’accertamento della presenza di amianto e delle responsabilità, anche in sede penale. L’ONA si costituirà parte civile nel procedimento penale n. 9121/2016 R.G.N.R. e n. 11919/2019 R.G. G.i.p., la cui ultima udienza è del 03.11.2020.

Il Giudice, Dott. Giuliano Castiglia, del Tribunale Penale di Palermo, dovrà giudicare 3 Ex Direttori della Fincantieri. I capi di imputazione sono l’omicidio colposo di 13 ex dipendenti e le lesioni colpose gravissime di altri 3 ex dipendenti.

Intanto, prosegue l’ulteriore processo penale n. 22119/2013 R.G.N.R. e n. 8505/2018 R.G. Trib., dove tre ex direttori della Fincantieri sono imputati per l’omicidio colposo di 7 dipendenti e lesioni personali gravissime di altri 5 dipendenti.

L’ultima udienza si è tenuta il 16.12.2020 presso il Tribunale di Palermo innanzi al Giudice Dott.ssa Daniela Vascellaro.

Cantieri navali amianto a Monfalcone

La questione della presenza di amianto nei cantieri navali e della conseguente insorgenza di gravi patologie asbesto correlate è stata affrontata dal Dott. Enrico Bullian.

Il Dott. Bullian ha redatto l’articolo “Il male che non scompare. Storia e conseguenze dell’uso dell’amianto nell’Italia contemporanea”, pubblicato in “Il ramo d’oro” nel 2008.

È stato rilevato che i siti degli stabilimenti navali più estesi, che hanno utilizzato in misura elevata il minerale, sono ora proprietà di Fincantieri S.p.A. I cantieri sono: Monfalcone, Marghera, Sestri Ponente, Riva Trigoso, Muggiano, Ancona, Castellammare di Stabia e Palermo.

A fronte dei circa 9.000 dipendenti diretti di oggi, nel 1975, Fincantieri occupava oltre 21.000 addetti. Inoltre molti lavoratori portuali, pur alle dipendenze di ditte appaltatrici, prestavano attività presso i cantieri navali.

Secondo i dati di Fincantieri e dell’INAIL, la cessazione dell’utilizzo dell’amianto nei cantieri navali risale tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80.

I lavoratori, con proteste e ricorsi giudiziari, hanno chiesto il prolungamento del periodo di riconoscimento di esposizione ad amianto. Sono stati ottenuti i riconoscimenti di esposizione ad amianto fino al 1984/1985. Dopo lunghi confronti e discussioni, si arrivò all’emanazione degli atti di indirizzo ministeriale. 

I diritti dei lavoratori nella cantieristica navale

I lavoratori, vittime di malattie asbesto correlate in cantieristica navale, hanno diritto al riconoscimento della malattia professionale da parte dell’INAIL. Con tale riconoscimento si può ottenere l’indennizzo INAIL e la rendita. A quest’ultima si può aggiungere la prestazione del Fondo Vittime Amianto.

Inoltre i lavoratori possono richiedere la rivalutazione contributiva, grazie ai benefici contributivi amianto, per accedere a prepensionamento, e la pensione d’invalidità anticipata.

Le vittime hanno anche il diritto all’integrale risarcimento danni. Nel caso di lavoratori deceduti, le prestazioni vengono liquidate in favore dei superstiti.

Consulenza legale e medica ONA

L’ONA e l’Avvocato Bonanno offrono alle vittime l’assistenza medica e l’assistenza legale. Per avere maggiori informazioni e richiedere la consulenza gratuita occorre chiamare il numero verde o compilare il form.

 

 

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