Comparto Sicurezza italiano: Le vittime del dovere

Le vittime del dovere del Comparto Sicurezza italiano sono tutelate dallo studio legale dell’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’ONA-Osservatorio Nazionale Amianto.

La Polizia di Stato, i Vigili del Fuoco, così come la Guardia di Finanza e tutti gli altri corpi facente parte, sono stati esposti a diversi materiali tossici e nocivi che hanno provocato dei danni. Ciò è testimoniato dai numerosi casi di cronaca a riguardo:

L’attenzione è rivolta per lo più a danni irreparabili, come l’infermità, o anche la morte, per questo che l’avv. Bonanni fornisce consulenze legali gratuite e assistenza legale online.

Consulenza Comparto Sicurezza italiano
Indice dei contenuti
Riconoscimento e risarcimento danni
Il nesso causale per il riconoscimento di vittima
Quali malattie sono riconosciute ai fini assistenziali

Tempo di lettura: 4 minuti

Riconoscimento di vittima del dovere

Una volta acquisita la prova della causa di servizio, ossia il nesso causale, si procede con la domanda amministrativa di riconoscimento come vittima del dovere.

Per ottenere il riconoscimento di vittima è necessario dimostrare l’infermità. Quindi, tutte le persone, che hanno subito dei danni biologici causati da esposizione, hanno il diritto di ricevere delle prestazioni previdenziali.

Tutti i dipendenti delle Forze Armate e del Comparto Sicurezza, ottenendo lo status di vittima del dovere avranno, conseguentemente, diritto al riconoscimento di benefici aggiuntivi.

Infatti, le patologie asbesto correlate sono altamente invalidanti e, oltre ai danni non patrimoniali e patrimoniali, sono fonte di tutta una serie di ulteriori pregiudizi riguardanti tanto la vittima, quanto i familiari.

A tal fine, il nostro ordinamento prevede il diritto al risarcimento danni: dal danno biologico, morale ed esistenziale al danno patrimoniale, consistente nel danno emergente e lucro cessante.

Diritti delle vittime del Comparto Sicurezza italiano

Le vittime hanno il diritto a:

  • Assistenza psicologica a carico dello Stato;
  • Esenzione dalla spesa sanitaria e farmaceutica, estesa anche ai medicinali di fascia C e anche in favore dei famigliari;
  • Speciale elargizione vittime del dovere;
  • Speciale assegno vitalizio, per l’importo di €1.033,00, con decorrenza dal 02/05/1992. Occorre raggiungere il 25% di invalidità;
  • Esenzioni dall’IRPEF delle prestazioni;
  • Diritto al collocamento obbligatorio con precedenza rispetto ad altra categoria di soggetti e con preferenza a parità di titoli;
  • Esenzione dall’imposta di bollo per tutti gli atti connessi alla liquidazione dei benefici.

Alcune differenze, però, con le vittime del terrorismo, hanno mortificato le vittime del dovere e i loro familiari. Negli anni le cose stanno cambiando, anche grazie all’Osservatorio vittime del dovere, all’Ona e al suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni.

Cassazione, non esiste prescrizione per status vittime dovere

La Corte di Cassazione è intervenuta, nel maggio 2022, sullo status di vittima del dovere che non è soggetto a prescrizione. L’amministrazione dello Stato ha, invece, fino ad oggi, considerato il contrario. Negando così i risarcimenti quando le domande venivano presentate oltre i 10 anni.

L’Osservatorio vittime del dovere, l’Ona e l’avvocato Bonanni hanno sempre sostenuto il contrario. Questo ai sensi dell’art. 2934 del codice civile e degli stessi articoli 2 e 38 della Costituzione. Ora a dirlo è arrivata la sentenza delle SS.UU. n. 17440/2022.

Cassazione: imprescrittibilità

 “L’imprescrittibilità della pretesa – è scritto nella sentenza – […] discende ex se dalla riconosciuta natura di status della condizione di vittima del dovere e non già da una inesistente facoltà dell’amministrazione di attribuirla d’ufficio”. Questi benefici devono essere considerati, sempre secondo la Cassazione: “provvidenze in esame rientrino nell’ambito della tutela di cui all’art. 38 Cost.”.

Questo perché rientra nelle: “peculiari ed ulteriori forme di assistenza per coloro che siano rimasti vittima dell’adempimento di un dovere svolto nell’interesse della collettività”, in quanto “esposti ad uno speciale pericolo e all’assunzione di rischi qualificati”.

Vittime del dovere: danni morali ed esistenziali

Altri importanti passi avanti sono stati fatti verso la tutela dei diritti, sia per quanto riguarda il riconoscimento, sia per l’adeguamento nella quantificazione dell’entità del danno non patrimoniale.

L’indennità si conteggia ora prevedendo oltre al danno biologico, anche i danni morali ed esistenziali. Già in sede giudiziaria proprio l’avvocato Bonanni ha ottenuto la somma del danno biologico al danno morale e della differenza ottenuta tra invalidità permanente e danno biologico: IC= DB+DM+ (IP-DB).

Occorre, infatti, quantificare la sofferenza fisica e morale e il turbamento dello stato d’animo. Inoltre è rilevante la lesione alla dignità della persona, con riferimento all’evento morboso, quindi con un adeguamento pari ai 2/3 del valore percentuale del danno biologico.

Così ha disposto la Corte di Cassazione 6215 del 2022, anche per le vittime del dovere, e comunque per le prestazioni previdenziali delle vittime del dovere.

Status vittime del dovere personale Comparto Sicurezza italiano

Nell’espletamento delle proprie funzioni di istituto o di svolgimento delle attività di servizio, anche il personale civile e militare del Comparto di Sicurezza può divenire soggetto passivo di un’invalidità permanente o infermità psicofisica, così come addirittura decedere.

Fondamentale è il nesso causale. Deve esservi riconducibilità degli effetti diretti delle lesioni riportate con l’attività di servizio svolta. Infatti, si rende presupposto indispensabile l’accertamento che, il danno subito sia conseguenza di eventi verificatosi nell’espletamento delle proprie funzioni.

Il riconoscimento dello status di vittima del dovere può descriversi come un’attività solidaristica garantita anche nei confronti di coloro che, a causa delle gravi lesioni riportate, perdono la vita. Difatti, il dipartimento della Pubblica Sicurezza sostiene con particolari e specifici sussidi economici i familiari delle vittime del dovere.

I dipendenti delle Forze Armate e del Comparto Sicurezza, nel caso in cui riportino delle gravi lesioni nello svolgimento delle suddette attività, hanno diritto al riconoscimento dello status di vittima del dovere.

Tuttavia, per quanto riguarda tutti coloro che hanno subito un danno biologico a causa del servizio svolto in particolari condizioni ambientali, si prevede l’equiparazione a vittime del dovere. Le condizioni ambientali ed operative, presupposto dell’equiparazione, debbono eccedere l’ordinarietà, ex. Art. 1, c. 564, L. n. 266/2005).

Fattori di rischio per le vittime del Comparto Sicurezza

I lavoratori si trovano in delle condizioni di esposizione con cancerogeni e altri agenti tossico nocivi sia indirettamente, ma anche a causa della contaminazione degli ambienti di servizio:

  • Radon;

Comparto Sicurezza italiano: le malattie asbesto correlate

Il personale civile e militare del Comparto Sicurezza, riconosciuti vittime del dovere, hanno il diritto a ottenere i relativi benefici e prestazioni previdenziali in caso di patologia asbesto correlata, causata dall’attività di servizio o svolgimento di missioni che hanno esposto il dipendente a sostanze e materiali estremamente cancerogeni, come l’amianto.

Quest’ultimo, protagonista assoluto delle patologie asbesto correlate, è fonte di incalcolabili effetti cancerogeni e gravissimi danni alla salute, confermati anche dalla più recente monografia IARC (Asbestos – chrysotile, amosite, crocidolite, tremolite, actinolite and anthophyllite“).

Le fibre di amianto, impercettibili a occhio nudo ma facilmente inalabili ed ingeribili, provocano gravissime patologie infiammatorie, che spesso trasmutano in neoplasia.

Le principali malattie infiammatorie da amianto riconosciute di origine professionale sono:

Per quanto riguarda le neoplasie asbesto correlate:

Consulenza per le vittime del Comparto Sicurezza

L’ONA fornisce assistenza medica e assistenza legale alle vittime appartenenti al Comparto Sicurezza. È possibile richiedere la propria consulenza chiamando il numero verde o compilando il form.

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