Durvalumab, come cura tumore al polmone, è un farmaco somministrato ai pazienti durante la chemioterapia. Questo approccio terapeutico trova impiego nel trattamento del carcinoma polmonare sia non a piccole cellule (adenocarcinoma o NSCLC) sia a piccole cellule (microcitoma o SCLC).
La causa principale di entrambe le tipologie di questa neoplasia è il fumo di sigarette. Il fumo è, infatti, responsabile di 8-9 tumori del polmone su 10. Tuttavia spesso agisce in sinergia con altri fattori, tra cui il radon, i metalli pesanti e, soprattutto, l’amianto.
Le capacità cancerogene dell’asbesto sono state confermate dallo IARC, nella sua ultima monografia. Inoltre Richard Doll, nella sua pubblicazione “A Study of Lung Cancer Mortality in Asbestos Workers“, ha dimostrato come vi sia un effetto sinergico tra fumo di sigaretta e amianto. Insieme i due fattori aumentano di 5 volte il rischio di insorgenza di tumore polmonare.
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e il suo presidente, l’Avv. Ezio Bonanni, assistono tutte le vittime di patologie asbesto correlate, tra cui quelle di tumore al polmone. Queste possono richiedere servizi di assistenza medica e legale gratuita.
INDICE – Chemioterapia con Durvalumab, farmaco immunoterapico – Efficacia del farmaco: studi scientifici – Effetti indesiderati provocati dal farmaco Tempo stimato di lettura: 4 minuti |
Durvalumab: cura chemioterapica del tumore al polmone
Durvalumab è un farmaco immunoterapico che agisce inibendo PD-L1, il ligando del recettore PD-1. Il principio attivo si basa su un anticorpo monoclonale. È un tipo di proteina, disegnata per riconoscere una specifica sostanza bersaglio nell’organismo.
Il suo scopo è quello di stimolare le cellule del sistema immunitario a sviluppare una risposta immunitaria contro le cellule del tumore.
Il farmaco è indicato in monoterapia per il trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule, localmente avanzato, non resecabile. Inoltre il tumore deve presentare PD-L1 ≥ 1% sulle cellule tumorali. La malattia non deve essere progredita a seguito di chemio-radioterapia a base di platino.
Invece, la terapia in combinazione con Etoposide e Carboplatino o Cisplatino è indicata per il trattamento di prima linea di pazienti adulti con carcinoma polmonare a piccole cellule in stadio esteso (ES-SCLC). In questo caso il cancro deve essersi:
- diffuso all’interno dei polmoni o di altre parti del corpo;
- non essere stato precedentemente trattato.
Durvalumab si somministra in vena ogni 2 settimane per un totale di 12 mesi. La dose è di 10 mg/kg di peso corporeo.
Studi sull’efficacia di Durvalumab come cura
Il trattamento terapeutico del tumore al polmone, nello specifico dell’adenocarcinoma, ha subito notevoli progressi negli ultimi anni.
In particolare la terapia del NSCLC in stadio localmente avanzato non suscettibile di trattamento chirurgico ha subito un radicale cambiamento grazie al Durvalumab.
Per esempio, nello studio PACIFIC, 713 pazienti con NSCLC in stadio III non operabile, che hanno completato senza progressione un trattamento radio-chemioterapico concomitante sul torace, sono stati randomizzati a Durvalumab (10 mg/Kg ogni 2 settimane) o placebo per 12 mesi.
Lo studio ha dimostrato un netto beneficio per i pazienti trattati con Durvalumab, in sopravvivenza globale ed in sopravvivenza libera da progressione. Soprattutto i risultati sono stati evidenti in tutti i sottogruppi analizzati ad eccezione dei pazienti con PDL-1 <1%.
Così il Durvalumab ha ottenuto l’autorizzazione EMA per il trattamento di pazienti adulti con:
- NSCLC localmente avanzato non operabile;
- espressione di PDL-1>1%;
- non è progredito dopo il trattamento radioterapico e chemioterapico.
Altri farmaci antitumorali sono Alectinib, Atezolizumab, Brigatinib, Ceritinib, Crizotinib, Dabrafenib, Gemcitabina, Gefitinib, Erlotinib, Afatinib, Osimertinib, Nintedanib, Nivolumab, Pembrolizumab, Pemetrexed, Taxolo, Taxotere, Trametinib, Vinorelbina.
Durvalumab: effetti collaterali cura del tumore al polmone
Durvalumab agisce sul sistema immunitario. Per questo può causare infiammazione in alcune parti dell’organismo. Si possono manifestare anche gravi danni alla salute e condizioni infiammatorie pericolose. In questo caso si può determinare l’interruzione del trattamento.
Ci sono poi altri effetti collaterali. Tra questi ci sono stanchezza, dolori muscolari o articolari, debolezza e dolore addominale. Inoltre si possono verificare reazioni e lesioni cutanee, come l’aumento della vitiligine, costipazione, tosse e diarrea.
Infine altri effetti indesiderati sono inappetenza, febbre, mal di testa, prurito cutaneo, respiro corto o sibilante, e anomalie nel test della funzionalità tiroidea.
Assistenza medica e tutela legale ONA
Per le vittime di tumore al polmone, mesotelioma o altre malattie asbesto correlate, l’ONA fornisce assistenza medica gratuita. Grazie ad essa è possibile ottenere una diagnosi precoce, terapie tempestive e sorveglianza sanitaria.
Inoltre un team di avvocati, coordinati dall’Avv. Bonanni, offre anche un servizio di assistenza legale gratuito. Le vittime possono così ottenere il riconoscimento di tutti i benefici previsti dalla legge, come il risarcimento dei danni.
Possono far valere i propri diritti grazie all’ONA anche le vittime di malasanità, assicurando la responsabilità medica.
È possibile avere maggiori informazioni chiamando il numero verde o compilando il form.