Rinoceronte, da sempre cacciato per i suoi corni

Il rinoceronte è tra i più grandi mammiferi terrestri dopo l’elefante. Le specie ancora viventi sono 5, di cui 3 africane e 2 asiatiche. Due di queste sono ad alto rischio estinzione, ne restano infatti sulla terra soltanto poche decine di esemplari.

Tutelare l’ambiente e le specie che vi abitano è fondamentale per preservare la vita sul pianeta e la salute degli esseri viventi. L’estinzione di una specie è un rischio per tutte le altre perché si vanno a modificare equilibri difficili poi da ristabilire.

Per questo l’Ona – Osservatorio nazionale amianto, attraverso il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, è in prima linea nel preservare l’ambiente che ci circonda. Con la lotta all’asbesto, per la quale ha creato anche una App per la segnalazione dei siti contaminati. Ma anche contro tutti gli agenti cancerogeni, come anche l’uranio impoverito che ha causato tante vittime del dovere.

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Eppure l’uomo persevera con l’inquinamento e l’uccisione degli animali per i propri fini, in particolare economici. E’ proprio il caso del rinoceronte, cacciato e ucciso per il suo prezioso corno. Nella tradizione cinese i medici sostenevano la sua utilità per risvegliare dal coma i malati. Veniva utilizzato anche per eseguire esorcismi e incrementare la fertilità di uomini e donne.

Indice dei contenuti
Le 5 specie di rinoceronte
Il rinoceronte bianco
Il rinoceronte nero
Caratteristiche
Il rinoceronte di Sumatra
La nascita di un cucciolo il 24 marzo 2022
Il rinoceronte di Giava
Due cuccioli di rinoceronte di Giava avvistati nel 2021
Il rinoceronte indiano
Cosa minaccia la specie

Le 5 specie di rinoceronte

Sul nostro Pianeta esistono 5 specie di questo animale: il rinoceronte bianco, quello nero, quello di Sumatra, il rinoceronte di Giava e quello indiano.

Il rinoceronte bianco

Il rinoceronte bianco detto anche rinoceronte camuso, è la più grande specie. La parola white, bianco, usata per indicare il rinoceronte camuso, deriva dalla parola afrikaans wyd, che significa largo, in inglese wide, e non bianco. Ha una bocca larga usata per pascolare a livello del terreno, oltre ad essere la specie più sociale tra tutte le specie di rinoceronte.

Il rinoceronte bianco ha due sottospecie: il rinoceronte bianco meridionale, di cui, nel 2015, sono stati stimati circa 18.000 esemplari allo stato selvatico in 430 popolazioni (di cui il 93% in Sud Africa), ed il rinoceronte bianco settentrionale, molto più raro. La sottospecie settentrionale è praticamente estinta. Ne esistono soltanto due esemplari conosciuti in vita nel 2018 (due femmine: Najin di 32 anni e Fatu di 21 anni, madre e figlia), entrambe in cattività. Sudan, l’ultimo rinoceronte bianco settentrionale maschio conosciuto al mondo, morì in Kenya, il 19 marzo 2018. Una speranza potrebbe essere quella della fecondazione assista.

Il rinoceronte nero

Il rinoceronte nero, o rinoceronte a gancio, vive nelle regioni pianeggiati africane. In particolare in Botswana, Kenya, Camerun, Sudafrica, Zimbawe, Namibia, Malawi, Mozambico e Tanzania. Rientra tra i 5 animali più grandi dell’Africa.

Anche il suo nome deriva dall’errore nel nome del rinoceronte bianco. Lo hanno così distinto per colore e non per la dimensione.

Caratteristiche

La sua altezza va dai 140 ai 180 cm al garrese (ovvero fino alle spalle), mentre la sua lunghezza si aggira attorno ai 3,5 m. Un maschio adulto può pesare fino ai 1400 kg.

Ha due corni. Il più lungo può arrivare fino ai 140 cm. Il secondo corno è più piccolo ed appiattito. In alcuni casi eccezionali può persino spuntarne un terzo, che sarà molto piccolo.

I corni del rinoceronte africano sono fatti di cheratina e hanno numerose funzioni: servono per difesa e protezione, intimidiscono i nemici e sono molto utili per l’alimentazione. Grazie ad essi, il rinoceronte nero scava per cercare acqua e radici e per spezzare i rami degli arbusti.

Ha poi le orecchie mobili e può sentire a grandi distanze. Non avendo una buona vita si basano molto sull’udito e sull’olfatto per sopravvivere.  Il labbro superiore del rinoceronte nero è triangolare e prensile, proprio con questo strappa le foglie dagli alberi per cibarsene.

La sua corazza, con colori che vanno dal marrone al grigio scuro, è spessa e ruvida poiché formata da molti strati che aiutano l’animale a proteggersi dagli arbusti spinosi tipici del suo habitat naturale. Parassiti come pulci e zecche abitano sulla sua pelle. Sono alimento per i volatili che spesso si posano sulla schiena dei rinoceronti.

Il rinoceronte di Sumatra

Il rinoceronte di Sumatra ha un’altezza al garrese di 120-145 cm, è lungo 250 cm e pesa tra i 500 e gli 800 chilogrammi. Con queste misure è il rinoceronte più piccolo. Ha due corni, uno che misura tra i 15 e i 25 cm e un altro di pochi cm. Il suo mantello è marrone-rossastro.

Il suo habitat naturale era quello delle foreste pluviali, delle paludi e delle foreste della nebbia di India, Bhutan, Bangladesh, Birmania, Laos, Thailandia, Malaysia e Indonesia. È stato avvistato anche nelle regioni sud-occidentali della Cina.

In natura ne rimangono solamente sei popolazioni di maggiore entità: quattro a Sumatra, una nel Borneo e un’altra nella Malesia peninsulare. Si stima che in tutto il mondo vivano ancora 80 esemplari. I bracconieri nel corso degli anni sono riusciti a sterminarli per i suoi corni. Ognuno può costare sul mercato nero oltre 30mila dollari. Molto ha fatto, però, anche la deforestazione che li ha privati del loro habitat.

Le sue abitudini sono più conosciute perché gli zoologi hanno studiato in questi anni 40 animali in cattività. Hanno così scoperto che, escludendo il periodo del corteggiamento e dell’allevamento dei piccoli, il rinoceronte di Sumatra è una creatura solitaria. È, però, la più loquace e comunica con i propri simili calpestando il suolo con i piedi, piegando piccoli alberi o depositando i suoi escrementi.

La nascita di un cucciolo il 24 marzo 2022

Un’ottima notizia ha allietato gli studiosi: il 24 marzo 2022 è nato un cucciolo al Santuario del rinoceronte di Sumatra, nel Parco nazionale Way Kambas, in Indonesia. È una femmina ed è discendente di Andatu, maschio nato nel santuario nel 2012, e Rosa, una femmina catturata in natura nel 2005.

rinoceronte

Rosa ha tentato più volte di dare alla luce un piccolo e per ben 8 volte il tentativo non è andato a buon fine. Questi animali si riproducono poco e in cattività ancora meno. Nel loro ambiente, però, avrebbero avuto comunque poche chance di sopravvivere. Il cucciolo è quindi una notizia ancora più importante e dà una speranza per il futuro della specie. Madre e figlia vivranno ora in un’area di circa 100 ettari di habitat perfetto in sicurezza.

Il rinoceronte di Giava

Il rinoceronte di Giava appartiene allo stesso genere del rinoceronte indiano. La sua pelle è ricoperta da pieghe e sembra quasi un’armatura. E’ lungo dai 2 ai 3 metri e ha un’altezza da 1,4 a 1,7 metri. Il suo corno non supera i 25 cm. Le femmine invece ne sono prive.

rinoceronte di Giava

Se prima era il più diffuso tra i rinoceronti asiatici adesso non ne restano più di 60 esemplari, che vivono tutti nel parco nazionale di Ujung Kulon, nell’estremità occidentale di Giava, in Indonesia. Un altro gruppo, che stazionava nel parco nazionale di Cat Tien in Vietnam, è estinto nel 2011.

Il rinoceronte di Giava è quello meno studiati perché ce ne sono davvero pochi esemplari che si cerca in tutti i modi di non disturbarli o stressarli. I ricercatori allora utilizzano trappole fotografiche e analizzano campioni fecali per raccogliere informazioni.

Due cuccioli di rinoceronte di Giava avvistati nel 2021

Nel marzo del 2021 proprio delle telecamere nascoste all’interno del parco nazionale di Ujung Kulon, hanno immortalato 2 cuccioli camminare nella foresta pluviale. La notizia è stata diffusa con grande soddisfazione dal Ministero dell’ambiente indonesiano.

Gli esperti hanno stimato che gli esemplari potrebbero avere un’età compresa tra i tre mesi e un anno. Questo vuol dire che il rinoceronte di Giava sta continuando a riprodursi in natura e questo pone un freno, almeno per il momento, all’estinzione di questa specie.

Il rinoceronte indiano

Il rinoceronte indiano è il più grande delle specie asiatiche, raggiunge 1,8 m al garrese, 4,20 m di lunghezza e 2 t di peso. Sia il maschio che la femmina hanno un unico corno, che può raggiungere gli 80 cm di lunghezza.

La pelle è grigia e presenta pesanti pieghe, che sembrano le piastre di una corazza. Mangia soprattutto erbe alte, arbusti e piante acquatiche. Oggi ne sopravvivono circa 3.500 esemplari. Sono divisi in 8 riserve in India, cinque delle quali sono situate nell’Assam (uno stato dell’India nordorientale) e nel Parco Nazionale che si trova nella valle di Rapti nel Nepal. La Iucn la considera una specie vulnerabile.

Nell’Assam questi rinoceronti vivono in campagne paludose. In Nepal, invece, durante i mesi freddi, abitano per lo più nelle macchie fitte con alberi e nelle foreste. Mangiano erba, ramoscelli e giunchi, sia di giorno che di notte. Anche questi esemplari vivono in maniera solitaria e trascorrono la maggior parte del tempo nei pantani, soprattutto nella stagione calda.

Tornano sempre allo stesso posto per defecare e accumulano vasti monticelli di sterco che possono raggiungere 4,5 metri di diametro e più di un metro di altezza.

La gestazione è molto lunga e dura mediamente 15-18 mesi, con un intervallo tra una gravidanza e l’altra che va da 33-50 mesi di vita. I parti sono singoli e il piccolo resta con la madre per due anni e mezzo, finché non ne nasce un altro. Con una femmina in calore, due maschi possono arrivare a lottare ferocemente per accoppiarsi con lei.

Cosa minaccia la specie

Come abbiano detto il rinoceronte è un animale a concreto rischio estinzione. I motivi sono molteplici e tra questi spicca sicuramente il comportamento dell’uomo. Nel tempo, però, altri predatori si sono scagliati contro i rinoceronti. Tra questi c’è sicuramente il leone.

L’inquinamento ha la sua grande parte di responsabilità. I rinoceronti, infatti, sono erbivori. Con la progressiva distruzione degli habitat naturali piante sono più ricche di ferro. I rinoceronti sono riusciti, con l’evoluzione, ad ingerirne il meno possibile, ma crea ancora diversi problemi. Al fegato, alla milza e all’intestino tenue.

Il bracconaggio ha fatto il resto. Nel 1970 addirittura i corni che vennero utilizzati per la creazione del Janbiya, un pugnale ornamentale che portato dai ragazzi con più di 14 anni in medio oriente.

Assistenza ONA e tutela dell’ambiente

L’Osservatorio Nazionale Amianto ha tra i suoi obiettivi la tutela dell’ambiente. Inoltre fornisce un servizio di assistenza gratuita per le vittime di agenti cancerogeni, come l’amianto.

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