La chemioterapia con Alimta, commercializzata con il nome di pemetrexed, è un farmaco citotossico approvato per la cura di numerosi tumori. In particolare, il farmaco è stato approvato per curare i tumori ad eziologia professionale, che insorgono per esposizione ad amianto.
Queste patologie, complessivamente riconosciute come patologie asbesto correlate, sono note per la loro particolare aggressività. Per questo motivo, l’Osservatorio Nazionale Amianto ha istituito uno sportello online tramite il quale, le vittime o i loro familiari possono ricevere assistenza gratuita.
Tuttavia, anche per ricevere maggiori informazioni sull’utilizzo del farmaco Alimta è possibile contattare un pool di medici pronti a rispondere a qualsiasi esigenza.
Lo sportello di assistenza medica assiste anche coloro che subiscono danni in seguito a chemioterapia o a coloro che si vedono negare le terapie salvavita. Per approfondire l’argomento, visita la pagina sull’assistenza medica.
Farmaci chemioterapici per la cura del cancro
I farmaci chemioterapici sono sostanze sintetiche, prodotte in laboratorio, che hanno un’azione citotossica nei confronti delle cellule del tumore. Questi farmaci agiscono in maniera differente sulle cellule, bloccando la replicazione cellulare o sottraendo prodotti e metaboliti indispensabili per la replicazione.
Il loro raggio di azione è molto ampio, infatti si tratta di un protocollo terapeutico sistemico e generalizzato. Proprio per questo motivo, gli effetti collaterali della chemioterapia sono diffusi e colpiscono un gran numero di organi.
Le cellule maggiormente colpite sono quelle con elevato tasso di replicazione, come le cellule del sangue e del sistema immunitario, le cellule del midollo osseo e le cellule del cuoio capelluto.
Altri protocolli di cura per i tumori sono l’operazione chirurgica, la radioterapia e l’immunoterapia passiva mediante l’utilizzo di anticorpi monoclonali. Questi protocolli di cura possono essere somministrati anche contemporaneamente alla chemioterapia.
La combinazione di più protocolli terapeutici permette ai malati oncologici di trarre maggiore beneficio dalle terapie. Tuttavia, non tutte le neoplasie possono essere trattate mediante la somministrazione combinata di cure. Motivo per il quale bisogna tornare ad investire sulla ricerca medica, in particolar modo nel ramo oncologico, per aumentare la platea di persone destinate ai nuovi trattamenti.
Chemioterapia con il farmaco Alimta
Alimta è un farmaco antitumorale utilizzato durante il trattamento chemioterapico di un gran numero di patologie neoplastiche. Appartiene alla classe dei farmaci antitumorali antifolati, di tipo multi-target. Questo vuol dire che il farmaco ha un ampio raggio di azione, che esplica legandosi con elevata affinità a diversi prodotti metabolici.
In questo modo, le cellule perdono la capacità di replicazione per mancanza di disponibilità dei metaboliti, e per l’assenza di segnali indispensabili alla sopravvivenza cellulare. Infatti, i bersagli molecolari del farmaco sono proteine, enzimi, strutture cellulari, etc.
La somministrazione del farmaco prevede, come per la maggior parte dei farmaci antitumorali, un protocollo terapeutico ciclico. L’intervallo di tempo tra un ciclo e l’altro permette al paziente di recuperare dagli effetti collaterali, dall’altra permette al farmaco di colpire il maggior numero di cellule. Questo perché non tutte le cellule del tumore si replicano con la stessa velocità e allo stesso momento.
Per questo motivo, la durata della chemioterapia con il farmaco almita ha una durata variabile dai 3 ai 6 mesi, con la somministrazione di almeno 3 cicli a massimo 8 cicli.
Chemioterapia e terapia di combinazione con Alimta
La somministrazione del farmaco Alimta può avvenire sia in monoterapia che in terapia di combinazione. La chemioterapia con Alimta in monoterapia è indicata per il trattamento del tumore del polmone, in particolare per il carcinoma polmonare non a piccole cellule.
La somministrazione esclusiva del farmaco alimta è indicata anche per il trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule, localmente avanzato o metastatico che non ha risposto precedentemente ad un protocollo chemioterapico.
La terapia di combinazione con Alimta è indicata per il trattamento in prima linea del mesotelioma pleurico in fase avanzata, non operabile. La combinazione prevede la somministrazione del farmaco Alimta con il farmaco cisplatino.
La stessa combinazione è stata approvata anche per la cura del carcinoma polmonare non a piccole cellule localmente avanzato o in fase metastatica.
Ad oggi esistono più di 100 chemioterapici approvati per bloccare la diffusione di differenti neoplasie. Quelli maggiormente utilizzati nei protocolli di chemioterapia sono l’Actinomicina, Alectinib, Capecitabina, Carboplatino, Ceritinib, Docetaxel, Etoposide, Fluoracile, Gemcitabina, Taxolo e Vinorelbina
Posologia e somministrazione della chemioterapia con Alimta
Il farmaco Alimta deve essere somministrato sotto stretta sorveglianza medica, così da evitare qualsiasi reazione avversa grave. Il farmaco è disponibile sotto forma di polvere, da diluire con soluzione fisiologica prima di essere iniettato in vena.
La posologia raccomandata per il farmaco antitumorale, in associazione con cisplatino o in monoterapia, è di 500 mg/m2 di superficie corporea. I tempi di infusione sono vari: il farmaco può essere iniettato per circa 2 ore, ogni 21 giorni dalla somministrazione precedente.
Durante la terapia, i candidati devono assumere farmaci antiemetici e possedere un’adeguata idratazione, sia prima che dopo la somministrazione. L’idratazione previene lo sviluppo di reazioni tossiche, come conseguenza alla chemioterapia con il farmaco.
Inoltre, per ridurre l’incidenza e la gravità delle reazioni cutanee, l’equipe medica prescrive l’assunzione di alcuni farmaci, come il corticosteroide da assumere durante il trattamento. Per questo motivo, i pazienti candidati alla chemioterapia devono essere costantemente monitorati durante ogni somministrazione.
Gli esami da effettuare durante la terapia sono esami del sangue per valutare la conta leucocitaria e piastrinica della persona. Inoltre, è fondamentale anche valutare la funzionalità renale ed epatica per limitare al massimo danni irreversibili a questi due organi vitali.
Effetti collaterali della chemioterapia con Alimta
Come la maggior parte dei farmaci chemioterapici, anche il farmaco Alimta provoca effetti collaterali a coloro che si sottopongono a chemioterapia. Tra gli effetti collaterali maggiormente riscontrati vi sono problemi al midollo osseo, quest’ultimo caratterizzato da un’elevata replicazione cellulare.
Infatti, le cellule del midollo osseo sono cellule multipotenti, che si differenziano in diversi tipi di cellule, tra cui le cellule del sangue. Per questo motivo, le reazioni avverse al farmaco più comuni sono la:
- neutropenia: condizione che comporta una riduzione del numero dei granulociti neutrofili, ovvero particolari globuli bianchi, circolanti nel sangue;
- trombocitopenia: una condizione di carenza del numero di piastrine nel sangue, che aumenta il rischio di sanguinamento;
- mielosoppressione: è una condizione caratterizzata da una ridotta produzione di cellule del sangue da parte del midollo osseo.
Gli esami ematologici, proprio a causa di questi effetti collaterali, si rendono necessari sia prima, che durante e dopo il trattamento. In questo modo, l’equipe medica ha la possibilità di modificare, eventualmente, il protocollo di cura del paziente, al fine di trarre maggior beneficio della terapia.
Tra gli effetti collaterali, anche le reazioni cutanee, disturbi gastrici, e capogiri. Solo successivamente, in seguito all’approvazione del farmaco sono state segnalate reazioni avverse, come: diabete insipido nefrogenico, necrosi tubulare renale e infarto del miocardio.
Ulteriori informazioni sulla chemioterapia con alimta
La chemioterapia con il farmaco alimta non è stata ancora approvata per curare i tumori pediatrici e gli anziani over 65 anni. Ad oggi, infatti, non esiste ancora nessuna indicazione per la somministrazione di alimta per queste due popolazioni di individui.
Questo è da attribuire all’azione citotossica del farmaco. La popolazione pediatrica presenta un gran numero di cellule ad elevato tasso di replicazione, proprio per il processo di crescita e maturazione.
Differentemente avviene per la popolazione degli over 65. La crescita e differenziazione cellulare ha un turnover differente. Per questo motivo, le cellule non avrebbero il tempo necessario per riparare il danno causato dalla tossicità del farmaco.
La terapia con alimta è sconsigliata anche alla popolazione di uomini e donne in età fertile, che maturano il desiderio di avere un figlio. Per gli uomini si consiglia di attendere almeno 6 mesi dalla fine del trattamento per il concepimento. Tuttavia, la chemioterapia con il farmaco alimta potrebbe comportare anche infertilità irreversibile.
Motivo per il quale, il medico oncologo deve informare il paziente della possibilità di conservazione del liquido seminale. Anche le donne in età fertile che vogliono sviluppare una gravidanza, devono attendere qualche mese dal termine della chemioterapia. Questo perché la gestazione e lo sviluppo del feto potrebbero subire gli effetti citotossici della somministrazione del farmaco. Per approfondire la scheda tecnica di Alimta.
Amianto cancerogeno e patologie asbesto correlate
L’amianto è un minerale fibroso che per molti anni è stato estratto dalle miniere ed utilizzato nei più disparati ambienti lavorativi. Tuttavia, il suo utilizzo è cessato con l’entrata in vigore della legge 257 del 1992, introdotta nel sistema normativo una volta accertata la cancerogenicità del minerale.
In particolar modo, lo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), ha ribadito la cancerogenicità delle fibre di amianto anche nella sua ultima monografia. L’agenzia monitora ed identifica costantemente quali sono i fattori ambientali che rappresentano un potenziale rischio cancerogeno per l’uomo.
La cancerogenicità dell’amianto è stata ipotizzata già durante gli anni ’60. Solo studi più recenti ed approfonditi hanno accertato la cancerogenicità di tutte le fibre. Infatti, il minerale è presente in natura con diverse morfologie, che presentano caratteristiche chimico-fisiche simili tra loro.
Quando queste fibre sono aerodisperse nell’aria possono essere inalate o ingerite dall’uomo. Purtroppo, il nostro organismo non è in grado di eliminare le sottilissime fibre di amianto che si depositano a livello degli organi. Quindi, l’amianto killer causa lunghi processi infiammatori che danno luogo al tumore.
Malattie dell’amianto: quali sono e come difendersi
Gli organi maggiormente interessati dalle fibre di amianto sono: i polmoni, alcune strutture della gola (laringe e faringe), ed il sistema gastroenterico (stomaco, colon e retto). Per questo motivo, le patologie asbesto correlate, ovvero le patologie che insorgono a causa dell’amianto sono:
- Asbestosi polmonare: una fibrosi che interessa l’albero respiratorio, ovvero bronchi, bronchioli e dotti alveolari;
- Placche pleuriche: sono lesioni della pleura causate prevalentemente dall’esposizione all’amianto;
- Ispessimenti pleurici: sono infiammazioni che interessano le membrane del polmone;
- Mesotelioma: tumori che interessano le membrane che avvolgono gli organi addominali. Si distinguono il mesotelioma pleurico (del polmone), pericardico (del cuore), peritoneale (degli organi addominali) e della tunica vaginale del testicolo (del sistema riproduttivo maschile);
- Cancro della laringe: una neoplasia maligna che interessa l’organo della gola;
- Tumore alla faringe e all’esofago: al pari del cancro alla laringe, sono tra le neoplasie più comuni nei paesi non industrializzati;
- Tumore alle ovaie: neoplasia più comune tra le donne con età tra i 50 e 60 anni;
- Cancro dello stomaco: neoplasia che interessa tutto il sistema digestivo e in parte quello intestinale (colon retto).
Come difendersi dalle patologie asbesto correlate
Uno degli obiettivi della medicina moderna è proprio quello di rendere il cancro una patologia curabile, come il resto delle malattie. L’aggressività dei tumori è legata al comportamento delle cellule neoplastiche, che adottano dei meccanismi tali per cui il sistema immunitario non riesce ad eliminarle.
Tuttavia, in attesa che la medicina trovi la formula più idonea per la guarigione dei tumori, l’uomo può tutelare la propria salute grazie alle attività di prevenzione. La prevenzione, infatti, rappresenta l’arma migliore per evitare o prevenire l’insorgenza delle malattie, anche quelle asbesto correlate.
In particolar modo, la prevenzione può essere effettuata in diverso modo. Con la prevenzione primaria, che prevede l’adozione di uno stile di vita salutare, le persone possono evitare l’insorgenza di patologie di qualsiasi genere. Anche la bonifica degli ambienti contaminati dalla fibra killer rappresenta un’azione fondamentale per prevenire le patologie asbesto correlate.
Con la prevenzione secondaria, invece, che prevede attività come la vaccinazione, i controlli regolari e la partecipazione ai programmi di screening, permette alle persone di attuare degli accorgimenti in chiave preventiva. In questo modo, le persone possono evitare di contrarre patologie o di diagnosticarle tempestivamente.
Infine, la prevenzione terziaria coincide con i protocolli di cura veri e propri. Questi protocolli permettono alle persone di controllare la progressione della patologia e di controllare eventuali forme di recidive di cancro. Inoltre, affidarsi alla prevenzione terziaria vuol dire ridurre al minimo la possibilità di sviluppare complicazioni e ulteriori danni all’organismo.
Tutela legale e giuridica per le patologie asbesto correlate
L’Osservatorio Nazionale Amianto, insieme al suo Presidente, l’Avv. Ezio Bonanni, tutelano le vittime dell’amianto, nonché i loro familiari. La tutela giuridica, legale e medica è fondamentale per attivare la procedura INAIL per ottenere l ‘indennizzo del danno biologico e ricevere un contributo economico ed assistenziale per il danno subito.
Con il riconoscimento della malattia professionale, si può accedere alla tutela risarcitoria del danno differenziale, per l’integrale ristoro. Inoltre, permette alle vittime di avere diritto alla rendita mensile, erogata in proporzione all’entità del danno biologico. Scopri di più sulla malattia professionale e indennizzo INAIL.
Nel caso in cui la vittima primaria sia deceduta, allora la vedova ha diritto alla rendita di reversibilità. Anche gli eredi della vittima primaria hanno il diritto alla rendita, nelle modalità e nei tempi previsti dalla legge.
Inoltre, in caso di riconoscimento dell’origine professionale della patologia asbesto correlata, i ricorrenti hanno diritto anche ad una prestazione aggiuntiva economica erogata dal Fondo vittime amianto.
Sorveglianza sanitaria ed epidemiologica
L’Italia è stata uno dei Paesi maggiormente coinvolti nell’utilizzo dell’amianto. Per questo motivo è stato istituito un Registro Nazionale dei Mesoteliomi per il monitoraggio dell’incidenza del mesotelioma, una patologia asbesto correlata.
Secondo il VII Rapporto Mesoteliomi, emerge che dalla messa al bando dell’amianto al 2018, sono stati censiti più di 31.572 casi di mesotelioma maligno. Questi numeri sono in continuo aumento se si tiene conto che durante la pandemia COVID, le diagnosi ed i protocolli terapeutici sono stati sospesi.
L’Avv. Ezio Bonanni, in una sua pubblicazione ha descritto la terribile situazione che ha coinvolto l’Italia ed i lavoratori italiani. “L’amianto è un killer silenzioso cancerogeno che provoca con assoluta certezza scientifica mesotelioma, tumore del polmone, tumore della laringe, dello stomaco e del colon. Per non parlare dei danni respiratori che causa, anche quando non insorge il cancro (placche pleuriche, ispessimenti pleurici, asbestosi e complicanze cardiocircolatorie)”.
Nel testo, l’autore ha illustrato anche le morti per la patologia: “1.900 di Mesotelioma, 600 per Asbestosi (stima conforme a quella dell’INAIL); 3.600 per Tumori polmonari(40.000 nuovi casi ogni anno in Italia, circa 33.000 decessi).
Per approfondire, consulta gratuitamente Il Libro Bianco delle Morti di Amianto in Italia – ed 2022.
App amianto: strumento gratuito per segnalare amianto
L’Osservatorio Nazionale Amianto, per fronteggiare l’emergenza amianto, ha realizzato uno strumento che permette a cittadini ed istituzioni di segnalare la presenza della fibra killer sul tutto il territorio. Stiamo parlando dell’APP Amianto, uno strumento gratuito finalizzato alla bonifica dei manufatti e materiali realizzati in amianto.
Grazie alle numerose segnalazioni raccolte, l’Osservatorio divulga ogni anno i dati ufficiali della mappatura amianto. Oggi sappiamo che su tutto il territorio sono ancora presenti oltre 58milioni di mq di coperture in cemento-amianto e più di 40milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto.
Tra gli edifici maggiormente a rischio vi sono le scuole, gli ospedali e le strutture pubbliche, come biblioteche ed edifici realizzati prima degli anni ’90.
Scarica gratuitamente l’APP Amianto anche sul tuo smartphone e resta aggiornato con le attività dell’Osservatorio Nazionale Amianto. Oppure, consulta la sezione news per restare aggiornato sulle attività dell’Associazione e sui comunicati stampa divulgati in merito alla tutela e protezione della salute.
Assistenza medica e chemioterapia con alimta
Contatta l’associazione tramite il numero verde 800 034 294, oppure compila il form per ricevere assistenza medica gratuita e tutela legale gratuita. L’Osservatorio Nazionale Amianto, oltre a fornire assistenza alle vittime dell’amianto, offre supporto anche a coloro che si sottopongono a particolari protocolli di cura per vincere le patologie asbesto correlate.
Per questo motivo, possono richiedere assistenza coloro che hanno ricevuto la diagnosi di malattia correlata all’amianto e devono intraprendere un percorso chemioterapico con il farmaco alimta.
Inoltre, lo sportello di assistenza medica gratuita offre supporto a coloro che subiscono un danno in seguito ad un trattamento sanitario.
Visita la pagina oppure contattaci: un team di medici professionisti e legali specializzati potrà fornire una prima consulenza gratuita.