La chemioterapia con etoposide è un protocollo terapeutico che permette la risoluzione di alcuni tumori, anche quelli ad eziologia professionale. In particolar modo, le patologie ad eziologia professionale sono tutte quelle patologie che il lavoratore sviluppa a causa di specifiche mansioni svolte in ambito lavorativo.
Un esempio sono le patologie asbesto correlate che il lavoratore sviluppa per esposizione ad amianto. Quest’ultimo, uno dei tanti cancerogeni presenti nei luoghi di lavoro. Infatti, secondo uno studio europeo, i lavoratori esposti a cancerogeni in Italia sono circa 4.200.000 su 21.8 milioni di lavoratori complessivi.
Per questo motivo, l’Osservatorio Nazionale Amianto ha istituito uno sportello di consulenza gratuita rivolto a tutti coloro che sviluppano una patologia ad eziologia professionale. Richiedi la tua consulenza gratuita per conoscere i diritti previsti dalla legge in caso di patologia o per avere maggiori informazioni sulla chemioterapia con etoposide.
Un gruppo di professionisti saprà rispondere alle tue necessità. Scopri la sezione news e resta aggiornato con i contenuti editoriali dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
Come curare il cancro: protocolli terapeutici nell’oncologia
Il cancro è una patologia che si manifesta con alcuni tratti distintivi. Si tratta di neoplasie, ovvero tumori, che insorgono a seguito di mutazioni cellulari. Il processo di cancerogenesi è un processo lungo, che richiede tempo, che si caratterizza per alcuni comportamenti che caratterizzano le cellule cancerose.
Infatti, le cellule tumorali, quando vanno in contro a trasformazione, acquisiscono la capacità di dividersi in maniera incontrollata, di evadere il riconoscimento da parte del sistema immunitario, di invasione dei tessuti ed organi vicini, di immortalità cellulare e la capacità di formazione di nuovi vasi sanguigni.
Sulla base dello stato di salute del paziente, alla stadiazione e localizzazione del tumore, l’equipe medica può optare per un protocollo terapeutico differente. Ad esempio, i tumori che si trovano in uno stadio iniziale, diagnosticati tempestivamente, l’operazione chirurgica rappresenta il protocollo di cura maggiormente utilizzato.
Questi tumori sono circoscritti e di dimensioni ridotte da poter essere asportati dall’organo o tessuto in cui si sono formati. Per migliorare il successo del protocollo, il medico può consigliare anche una o più sedute di chemioterapia o radioterapia.
Combinazione di protocolli terapeutici e farmaci citotossici
La chemioterapia e la radioterapia sono due protocolli di cura analoghi tra loro, ma con un raggio d’azione differente. Solitamente sono applicati quando i tumori si trovano in uno stadio avanzato, come avviene per la maggior parte delle patologie asbesto correlate.
Quest’ultime hanno dei tempi di latenza davvero lunghi rispetto all’esposizione al cancerogeno. Per questo motivo, spesso la diagnosi è tardiva ed i pazienti ricevono una prognosi infausta.
La chemioterapia è un trattamento sistemico che permette di ridurre considerevolmente il numero di cellule maligne diffuse nel corpo. La radioterapia, invece è un trattamento localizzato che permette di ridurre la dimensione della massa tumorale e evitare la formazione di una nuova massa tumorale in particolari distretti corporei.
Oltre al farmaco Etoposine, altri farmaci chemioterapici ad aver ricevuto l’approvazione, sono i farmaci: Actinomicina, Alectinib, Alimta, Capecitabina, Carboplatino, Ceritinib, Cisplatino, Docetaxel, Fluoracile, Gemcitabina, Taxolo e Vinorelbina.
Chemioterapia con farmaco Etoposide
Il farmaco Etoposide è un farmaco antineoplastico, o antitumorale, che svolge la sua azione citotossica nei confronti delle cellule tumorali. Si tratta di un antimetabolita, il che vuol dire che il farmaco inibisce alcuni prodotti della sintesi cellulare.
In particolare, Etoposide è un inibitore della topoisomerasi, un’enzima che svolge un ruolo importante durante la replicazione cellulare. Questo enzima agisce a livello del DNA, ovvero separa le due eliche che costituiscono il patrimonio genetico permettendo ad altri enzimi di creare una copia esatta da destinare alle cellule figlie.
L’inibizione di questo enzima interrompe irreversibilmente la divisione cellulare, attivando, così, il programma di morte cellulare definito “apoptosi“. Un altro meccanismo d’azione del farmaco avviene anche a livello di particolari strutture che si formano al momento della divisione cellulare.
Queste strutture, chiamate “microtubuli” costituiscono il fuso mitotico che ripartisce equamente il DNA tra le due cellule figlie.
Monoterapia e terapia di combinazione con Etoposide
La chemioterapia con il farmaco etoposide è applicata per un gran numero di tumori. La somministrazione del farmaco può avvenire sia in monoterapia che in associazione con altri farmaci neoplastici o con altri protocolli di cura.
Infatti, le terapie di combinazione, sebbene siano ristrette ad un numero limitato di patologie, permettono di ottenere benefici maggiori. La combinazione dei protocolli di cura con il farmaco etoposide con altri farmaci chemioterapici, è stata approvata per:
- tumore del testicolo;
- carcinoma polmonare a piccole cellule;
- linfoma di Hodgkin e non Hodgkin;
- leucemia mieloide acuta;
- cancro dell’ovaio.
La sicurezza del farmaco per la cura dei tumori pediatrici non ha ancora restituito esiti favorevoli. Quindi, per il momento, il farmaco può essere somministrato solamente per la cura dei tumori negli adulti.
Posologia e somministrazione della chemioterapia con etoposide
Come tutti i farmaci chemioterapici, anche etoposide deve essere somministrato sotto la supervisione di una equipe medica specializzata nella somministrazione di medicinali citotossici. Sono in questo modo, sarà possibile prevenire l’insorgenza di effetti collaterali gravi e modificare il protocollo di cura.
Tuttavia, prima di sottoporsi a qualsiasi protocollo terapeutico, i malati oncologici devo effettuare degli accertamenti clinici e diagnostici. Tali accertamenti sono strettamente consigliati anche durante la terapia.
Etoposide è un farmaco venduto sia sotto forma di soluzione acquosa che sotto forma di capsule rosa chiaro da 50 e 100 mg. Per questo motivo, la somministrazione del farmaco è duplice. Il farmaco può essere somministrato per infusione in vena, attraverso una cannula o il PICC, sia per via orale. In questo caso, le capsule di etoposide devono essere assunte a stomaco vuoto senza essere masticate.
Per quanto riguarda la posologia, invece, quest’ultima dipende dal protocollo di cura. Quando il farmaco è assunto in monoterapia, senza l’associazione con altri protocolli di cura o altri farmaci chemioterapici, la posologia è maggiore.
Differentemente, quando la terapia prevede la combinazione di più farmaci o protocolli di cura. Proprio per salvaguardare l’organismo dall’azione citotossica dell’etoposide, la posologia è di gran lunga inferiore.
Effetti collaterali della chemioterapia con etoposide
Gli effetti collaterali della chemioterapia con etoposide variano da individuo a individuo. Le persone che si sottopongono alla chemioterapia con il farmaco, non riferiscono sempre gli stesso effetti collaterali.
Questo perché, le reazioni avverse dipendono dallo stato di salute del paziente e dalla tollerabilità al farmaco. Tuttavia, vi sono degli effetti collaterali che si manifestano in maniera più frequente rispetto a tutti gli altri.
Alcuni di questi effetti sono, ad esempio, la stanchezza e la diminuzione dell’appetito con conseguente perdita di peso. Altri effetti collaterali comuni, sono:
- temporanea riduzione della produzione di cellule ematiche da parte del midollo osseo;
- perdita dei capelli o di peli;
- disturbi gastrointestinali (nausea e vomito).
Gli effetti collaterali meno frequenti, invece, sono:
- diarrea;
- dolore o ulcere del cavo orale, con o senza modeste alterazioni del gusto;
- modificazioni della cute;
- reazioni allergiche;
- aumento della pressione arteriosa;
- riduzione della funzione epatica e pancreatica.
Ulteriori informazioni sulla chemioterapia con etoposide
La chemioterapia con il farmaco etoposide può avere effetti indesiderati anche nella quotidianità di una persona. Ad esempio, la somministrazione dei farmaci antitumorali può modificare il colore delle urine per le 24 ore successive al trattamento.
Oppure, l’azione antitumorale dei farmaci chemioterapici potrebbe venire meno a causa dell’assunzione di altri farmaci. Per questo motivo, prima di sottoporsi ad un protocollo chemioterapico, le persone devono comunicare all’oncologo quali farmaci assume o perplessità sulle possibili conseguenze.
D’altra parte, l’oncologo deve illustrare quali sono i rischi dovuti alla somministrazione di etoposide. Per gli uomini il farmaco può causare la sterilità, per questo motivo è bene informare i soggetti della possibilità di poter conservare il liquido seminale. Anche per le donne c’è il rischio di infertilità o di compromissione della gravidanza.
Per loro, la chemioterapia potrebbe provocare amenorrea, e quindi l’interruzione del flusso mestruale. E, poiché i farmaci chemioterapici provocano mutazioni cellulari, è assolutamente sconsigliabile una gravidanza prima di cinque anni dal termine della chemioterapia. Anche l’allattamento è sconsigliato durante la terapia.
Per approfondire la scheda tecnica di Etoposide.
Nuove frontiere dell’oncologia medica: la medicina di precisione
Negli ultimi anni si sta assistendo ad una importante rivoluzione in campo dell’oncologia. Nuove tecniche di cura stanno per terminare la fase di sperimentazione, e ciò permetterà di trattare il cancro come una comune malattia.
Uno degli obiettivi della ricerca oncologica è proprio quello di rendere i tumori curabili, così come si curano le influenze ed altre patologie. Questo obiettivo sta per essere raggiunto grazie alla medicina di precisione, una branca della medicina che prevede protocolli di cura personalizzati.
La personalizzazione delle terapie si raggiunge sfruttando le “caratteristiche comuni” dei tumori. Si tratta di particolari mutazioni che si verificano all’interno delle sole cellule tumorali che conferiscono loro l’acquisizione di particolari comportamenti. Le mutazioni possono essere individuate mediante dei test diagnostici effettuati con campioni di tessuto della massa tumorale o campioni di sangue dei malati.
In questo modo, sarà possibile sviluppare dei farmaci “intelligenti” che prendono di mira le mutazioni.
I primi farmaci intelligenti ad esser stati approvati sono gli anticorpi monoclonali utilizzati nell’immunoterapia immunoterapia passiva. Queste molecole, realizzate in laboratorio mediante tecniche di DNA ricombinante, si legano con elevata specificità sia alle mutazioni che ai prodotti molecolari delle mutazioni. In questo modo, le cellule tumorali vengono smascherate e attaccate dal sistema immunitario.
Gli anticorpi monoclonali, oltre a potenziare le attività del sistema immunitario hanno degli effetti collaterali davvero contenuti rispetto le altre terapie. Tuttavia, il loro utilizzo è ancora limitato ad un numero ristretto di tumori.
Patologie ad eziologia professionale: quali sono
Le patologie ad eziologia professionale sono tutte quelle malattie che una persona contrae in occasione dello svolgimento dell’attività lavorativa. L’insorgenza della patologia è dovuta all’esposizione, nel tempo, ad alcuni fattori presenti nell’ambiente in cui opera, come ad esempio alcuni cancerogeni.
Un esempio sono proprio le patologie asbesto correlate che il lavoratore contrae sul luogo di lavoro per esposizione all’amianto. Più in generale, L’INAIL, Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro, prevede per i lavoratori un sistema assicurativo.
In questo modo, eroga sostegni di natura economica o assistenziale per i lavoratori o per i loro familiari che contraggono la malattia professionale. Le malattie di origine professionali sono suddivise in:
- 85 categorie di malattie per il settore dell’industria;
- 24 categorie di malattie per il settore agricolo.
Tutte queste patologie sono “malattie tabellate“, ovvero malattie per le quali il lavoratore deve dimostrare solo di aver svolto determinate mansioni per poter accedere alle prestazioni INAIL. Inoltre, le malattie tabellate sono distinte in Liste (Lista I, II e III), sulla base della presunzione legale di origine o meno.
Per tutte le altre patologie, definite “malattie non tabellate“, che insorgono a causa di fattori di rischio presenti nel luogo di lavoro, il lavoratore dovrà dimostrare il nesso causale tra la malattia e la condizione di lavoro.
Patologie asbesto correlate e presunzione legale di origine
Le patologie asbesto correlate riconosciute dall’INAIL sono suddivise in tre liste che determinano o meno la presunzione legale di origine. Nella lista I sono riportate tutte quelle patologie la cui origine lavorativa è di “elevata probabilità“.
In questo caso è sufficiente provare la presenza delle fibre di amianto nel luogo di lavoro per ottenere il riconoscimento della malattia professionale. Lo sviluppo di una di queste patologie dà diritto alla rendita INAIL e al risarcimento danni differenziali e complementari a carico del datore di lavoro.
Le patologie asbesto correlate inserite nella lista I dell’INAIL sono:
- Asbestosi polmonare (I.4.03);
- Placche pleuriche e ispessimenti pleurici (I.4.03);
- Mesotelioma: pleurico (I.4.03), pericardico (I.6.03), peritoneale (I.6.03) e della tunica vaginale del testicolo (I.6.03);
- Tumore polmonare (I.4.03);
- Cancro della laringe (I.6.03);
- Tumore alle ovaie (I.6.03).
Per le patologie inserite nella lista II e III, non esiste la presunzione legale di origine. Per questo motivo, il lavoratore dovrà dimostrare il nesso causale per ottenere le prestazioni INAIL. Le patologie inserite nella lista II sono:
- Tumore alla faringe (c10-c13);
- Cancro dello stomaco (c16);
- Neoplasia del colon retto (c18-c20).
La lista III, infine, comprende solo il tumore all’esofago, la cui origine lavorativa è ritenuta “possibile”.
Amianto: la fibra killer dal comportamento subdolo
Amianto, asbesto o fibra killer, sono tutti sinonimi dello stesso minerale che ogni anno, in Italia, causa più di 7 mila decessi. L’amianto è un minerale fibroso che ha trovato largo utilizzo in moltissimi settori industriali, sia per i suoi costi molto bassi che per le sue proprietà chimico-fisiche.
Tuttavia, una volta scoperta la cancerogenicità del minerale, con la Legge 257 del 1992 sono cessate tutte le attività direttamente collegate all’amianto. Nonostante ciò, le morti per amianto non sono diminuite, ma hanno subito un incremento negli ultimi 30 anni.
L’aumento del tasso di incidenza delle morti correlate all’esposizione a polveri e fibre di amianto è da ricercare nei tempi di latenza delle fibre. Le fibre di amianto, quando sono areodisperse nell’aria possono essere ingerite o inalate, per poi depositarsi a livello delle membrane degli organi interni.
Le fibre di amianto vengono riconosciute estranee dal nostro organismo, quindi sono prese di mira dal sistema immunitario. Le cellule spazzine del nostro corpo, però, non riescono a digerire ed eliminare le fibre, che continuano così ad attivare il sistema immunitario. I lunghi processi di infiammazione causano la trasformazione cellulare.
Per questo motivo, le cellule delle membrane degli organi si infiammano e le cellule si trasformano in cellule cancerose.
Il processo di trasformazione non è immediata, ma avviene negli anni. Per questo motivo, le patologie asbesto correlate hanno dei tempi di latenza molto lunghi. Inoltre, per la maggior parte delle volte, le patologie non si manifestano con particolari campanelli di allarme.
Come conseguenza, le persone ricevono spesso una diagnosi tardiva ed infausta, con una malattia che si trova in uno stadio troppo avanzato per qualsiasi protocollo di cura.
Sorveglianza sanitaria e sorveglianza epidemiologica
Le patologie asbesto correlate sono patologie mortali che possono essere combattute mediante sensibilizzazione ai programmi di prevenzione sanitaria. Per poter agire tempestivamente contro l’amianto è opportuno sottoporsi regolarmente ai programmi di screening attuati sul proprio territorio e partecipare ai programmi di educazione alla salute.
Proprio per abbattere l’alto tasso di mortalità, in Italia è stato istituito il Registro Nazionale dei Mesoteliomi, l’ente che registra quotidianamente tutti i nuovi casi di mesotelioma.
Dall’ultimo rapporto divulgato, pubblicato a fine gennaio 2022 (VII Rapporto Mesoteliomi), è possibile quantificare il numero di decessi per mesotelioma maligno negli ultimi 30 anni. Secondo il ReNaM – Registro Nazionale dei Mesoteliomi, il numero di persone censite per la patologia è di 31.572 casi di mesotelioma maligno.
Questi numeri, se si prende in considerazione la mappatura ufficiale dell’amianto realizzata dall’Osservatorio Nazionale Amianto, tenderanno ad aumentare progressivamente negli anni.
Secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto, in Italia vi sono ancora 58 milioni di mq di coperture in cemento-amianto e oltre 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto. Tra gli edifici maggiormente a rischio vi sono almeno 2.400 scuole e circa 250 ospedali.
Questa terribile situazione è stata raccontata dall’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto. Per conoscere in maniera dettagliata la strage dell’amianto in Italia, consulta gratuitamente “Il Libro Bianco delle Morti di Amianto in Italia – ed 2022”, redatto e pubblicato dal Presidente ONA.
App amianto: strumento gratuito per segnalare amianto
L’APP Amianto è uno strumento gratuito sviluppato dall’ONA per permettere a cittadini e istituzioni di segnalare gratuitamente siti contaminati dall’amianto in Italia.
Grazie a questo strumento, l’associazione è in grado realizzare una mappatura ufficiale della nostra Penisola, così da accelerare le operazioni di smaltimento e abbassare l’incidenza dello sviluppo di patologie neoplastiche. L’applicazione è disponibile gratuitamente anche per smartphone.
Assistenza medica e chemioterapia con etoposide
L’Osservatorio Nazionale Amianto offre un servizio di assistenza medica gratuita a coloro che si sottopongono a chemioterapia con il farmaco etoposide. In questo modo sarà possibile ricevere maggiori informazioni sulla terapia, sul farmaco e sulle patologie per cui è stata approvata la terapia.
L’associazione, supportata dalla partecipazione dei familiari delle vittime dell’amianto, offre un servizio di consulenza gratuita anche in ambito legale. Infatti, coloro che hanno prestato servizio o che prestano tuttora servizio in particolari condizioni ambientali, possono attivare la tutela legale gratuita.
Contatta l’associazione tramite il numero verde 800 034 294, oppure compila il form.