Quando parliamo del rischio amianto e della vita delle persone, il cosiddetto “rischio accettabile” non deve essere mai sottovalutato. In effetti l’esposizione all’amianto é sempre dannosa. Infatti non c’è una soglia sotto la quale il rischio si annulla ed il danno infiammatorio c’è sempre, e può evolvere in cancro.
L’ONA (Osservatorio Nazionale Amianto) offre consulenza gratuita, assistenza medica, legale, psicologica a quanti interessati alla delicata materia.
Cos’è il “rischio amianto accettabile”?
Tutti i minerali di amianto sono cancerogeni. ciò è confermato nell’ultima monografia IARC.
Per questi motivi, vanno evitate tutte le forme di esposizione a questi minerali asbestiformi. Nella normativa prevenzionistica Italiana, infatti, si fa riferimento alla valutazione del rischio eternit. In particolare, negli artt. 17 e 30, Dlgs. 81/2008.
Tuttavia, quello che è importante premettere, che non c’è una soglia limite, e che tutte le esposizioni fanno male.
La valutazione del rischio amianto tiene conto di determinate caratteristiche peculiari: livello di esposizione all’amianto pericolo, misure di prevenzione attuate, livello di consapevolezza dei soggetti esposti.
Nel caso di strutture con presenza di materiali contenenti amianto (MCA): il pericolo è dato dalla presenza di materiali contenenti amianto e da polvere di eternit. Contrariamente il rischio è la probabilità che gli individui possano essere colpiti da malattie asbesto correlate. Quindi occorre tener conto:
- della possibilità che il materiale rilasci fibre,
- che tali fibre o polveri amianto, vengano inalate,
- che la dose inalata sia significativa (valutabile in termini di concentrazione di fibre di amianto aerodisperse).
Perché sono pericolose le fibre di amianto?
Finché sono contenuti nella roccia o nell’orizzonte del suolo vescicolare – lo strato profondo di polvere di amianto depositata dal vento, chiamato “pavimentazione” o “pelle“, i minerali asbestiformi non costituiscono pericolo (amianto pericolo).
Infatti, le fibre sempre si aerodisperdono. Questi minerali fibrosi si dividono in fibre sempre più sottili. Queste fibre sono inalate, e provocano prima infiammazione e poi cancro. Perciò l’amianto è pericoloso.
Quando un prodotto contenente amianto è in buona forma, in poche parole, non è nocivo. Se si asciuga e si spezza, le fibre di amianto “friabile” vengono rilasciate nell’aria, diventando letali.
Purtroppo l’ipotesi che un prodotto contenente amianto si deteriori non è così remoto. Infatti danni causati dall’acqua, vibrazioni continue, invecchiamento. Cosi l’impatto fisico come perforazione, molatura, lucidatura, taglio, segatura o percussione provocano il rilascio di fibre e polveri di amianto.
Per questi motivi, l’ONA raccomanda la prevenzione primaria, che è l’unico sistema per evitare l’esposizione e, quindi, i danni. Ciò è confermato nella revisione del Consensus di Helsinki.
Inalazione della fibra killer: rischio amianto
Spesso purtroppo, l’esposizione all’amianto non è solo involontaria, ma sconosciuta: le persone in genere non sanno nemmeno quando sono esposte alle microscopiche, insipide e inodori fibre presenti nell’aria e l’amianto è praticamente ovunque.
Il modo più comune per le fibre di amianto di entrare nel corpo è attraverso la respirazione. Infatti la polvere d’amianto o fibre aerodisperse nell’aria possono essere inalate o ingerite.
Intrappolate nelle mucose del naso e della gola, dopo inalazione amianto, le fibre possono passare in profondità nei polmoni. In più se ingerite, nel tratto digestivo, causando anche qui, seri problemi di salute.
Rischio di malattie correlate all’amianto
Siamo tutti esposti a bassi livelli di amianto nell’aria. Respirare amianto ogni giorno è un grave danno per la salute. L’aria di solito contiene tra le 10 e le 200 fibre di amianto in ogni 1000 litri (o metro cubo) di aria (equivalenti a 0,01 – 0,20 fibre per litro di aria).
Dunque non esiste una categoria “esente” dal rischio esposizione amianto. Il rischio di ammalarsi di cancro a causa dell’amianto dipende dalla concentrazione di fibre nell’aria respirabile e della durata di esposizione.
Si parla quindi di dose dipendenza. Per quanto riguarda invece le sostanze cancerogene, è difficile indicare con assoluta certezza un livello di concentrazione senza effetti. Anzi, per l’amianto, il rischio é anche a basse soglie. Pertanto, l’esposizione all’amianto deve essere sempre ridotta il più possibile al minimo (principio di minimizzazione).
Su tutti i posti di lavoro che non prevedono un contatto con l’amianto il principio di minimizzazione si considera raggiunto se il valore rilevato non supera il 10% del valore MCA.
Rischio amianto: ambiente e lavoro
Sui luoghi di lavoro, il rischio morbigeno è riconducibile anche alla contaminazione ambientale degli stabilimenti. Quindi riguarda tutti i lavoratori. Infatti a prescindere dal tipo di lavorazione effettuata, e dalla mansione, ci sono esposizioni indirette.
Tanto é vero che la presenza, nello stesso ambiente, di operatori adibiti a postazioni contigue, determina l’esposizione di tutti. Anche di chi non manipola l’amianto.
Da qui l’esigenza di un’attenta valutazione degli amianto rischi, e l’esigenza di mettere in sicurezza impianti e persone. In particolare Con il confinamento e la separazione tra gli ambienti di lavoro.
Prima della legge 257 del 12 marzo 1992, che ha messo al bando l’amianto, molti lavoratori sono stati esposti. Infatti hanno incontrato frequentemente livelli di fibre di amianto ben al di sopra dei livelli di fondo e privi di protezione.
Aggiornamento 2022: protezione europea dei lavoratori
La Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2021 raccomanda di avviare una serie di iniziative volte alla protezione dei lavoratori dall’esposizione all’amianto.
Si propone, quindi, che di aggiornare la direttiva 2009/148/CE, al fine di rafforzare le misure volte a proteggere i lavoratori dalla minaccia dell’amianto e prevenire una nuova ondata di vittime dell’amianto, a causa delle ristrutturazioni.
Inoltre, grazie all’European Strategy for the Removal of All Asbestos (ESRAA), si cerca di definire le strategie nazionali di rimozione sicura di tutto l’amianto negli Stati membri.
Esposizione amianto rischi nelle Forze Armate
In caso di servizio reso nelle Forze Armate, o pubblico impiego non privatizzato, c’è il riconoscimento di causa di servizio. Poi quella di vittima del dovere.
Quindi le vittime e i loro famigliari hanno diritto al risarcimento dei danni. In caso di decesso, le somme sono liquidate ai famigliari, loro eredi legittimi.
Il limite di legge: le soglie di esposizione
Il limite regolamentato sul luogo di lavoro per un periodo di otto ore, è di 100 fibre per litro di aria. Cosi è compreso tra 500 e 10.000 volte i livelli di fondo.
Questo valore si intende di maggiore allarme, cioè impone ulteriori misure cautelari. Infatti, non vi può essere una soglia lecita di esposizione, perché tutti i cancerogeni sono sempre dannosi. Le fibre di asbesto lo sono ancora di più. Infatti, per il mesotelioma anche poche esposizioni ed anche a bassa dose, possono causare questa neoplasia, ad esito infausto.
Mesotelioma: il rischio amianto delle basse dosi
Per quanto riguarda il mesotelioma, sia esso quello pleurico, peritoneale, pericardico, e alla tunica vaginale del testicolo, eternit rischi sono anche a basse dosi. Tant’è vero che anche tra i professori e personale non docente nelle scuole, sono censiti n. 91 mesoteliomi.
Si tratta delle rilevazioni fino al 2015, poi ci sono gli altri casi e, ancora, tutte le altre malattie asbesto correlate.
Per questo motivo, il problema dell’amianto nelle scuole, come negli ospedali, è centrale, e con esso la bonifica. Tant’è vero che questa è una delle più pressanti richieste dell’Avv. Ezio Bonanni.
Il presidente ONA, infatti, ha fondato molta della sua azione sulla prevenzione rischio amianto scuole.
Mesotelioma e tumori amianto dose dipendenti
Il fatto stesso che ci possano essere delle esposizioni, determina un danno per la salute, perché le fibre, anche a bassa dose, hanno capacità infiammatoria. Infatti, ciò è stato ribadito dalla stessa Corte di Cassazione, IV Sez. Pen., sentenza n. 45935/2019.
Lo stesso Ministero della Salute, nei suoi Quaderni, ha chiarito che tutte le esposizioni ad amianto, anche quelle a bassa dose, rilevano. Infatti, aumentano il rischio di insorgenza, abbreviano la latenza e accelerano il decorso e la morte.
- I quaderni del Ministero della Salute: “Stato dell’arte e prospettive in materiali di contrasto alle patologie asbesto-correlate“
Tant’è vero che, proprio per scongiurare il rischio di mesotelioma, è fondamentale la bonifica. Per segnalare i siti contaminati è possibile utilizzare l’APP Amianto, uno strumento messo a disposizione dall’ONA.
In caso di insorgenza di mesotelioma, tutti coloro che hanno esposto ad amianto la vittima ne sono responsabili.
Rischio amianto nelle scuole: un problema ancora attuale
L’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’ONA, ha sollevato il problema del rischio amianto scuole.
Infatti, anche lo stesso Ministro Costa, ha stanziato 385mln per progettare le bonifiche delle scuole e degli altri edifici pubblici. Tuttavia, ciò non è sufficiente e l’ONA insiste con il Governo nazionale perché si dia corso alle bonifiche delle scuole.
Rischio amianto negli ospedali
Nelle c.d. basse dosi sono ricomprese anche quelle degli ospedali. Anche queste strutture debbono essere bonificate. È uno degli ulteriori impegni dell’ONA.
Per questi motivi, l’unico strumento effettivamente efficace, non può che essere la prevenzione primaria, non solo per gli ospedali ma per tutti i posti di lavoro. A questo proposito l’ONA ha creato un’apposita App per le segnalazioni dei siti contaminati. Per scoprire quali sono e dove sono è disponibile su questo sito la relativa mappa.
La normativa di riferimento
La materia risulta regolamentata dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e s.m. per “Attuazione dell’articolo 1 della Legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”.
In particolare dal Capo III, inerente la “Protezione dei rischi connessi all’esposizione all’amianto”.
Si riportano nel seguito, al fine di meglio contestualizzare gli elementi di base delle norme che regolano la materia. Infatti, relativamente agli aspetti trattati circa il rischio amianto, gli articoli:
- 246 “Campo di applicazione” (art. 246, Dlgs. 81/20089.
- 249 “Valutazione del rischio”;
- 251 “Misure di prevenzione e protezione”;
- 253 “Controllo dell’esposizione”;
- 254 “Valore limite”.
Il rischio amianto si estende anche ai familiari
Anche i familiari dei lavoratori esposti o quelli che vivono vicino a miniere di amianto attive sono a rischio. Un lavoratore esposto può infatti trasportare fibre di amianto su vestiti, stivali, pelle, capelli e strumenti. Le famiglie dovrebbero essere vigili per assicurarsi che i familiari non siano esposti a queste fibre.
Rischio amianto: il futuro dei limiti di soglia
Cessarne la produzione non ha significato la cessazione dei rischi. I malati e i morti sono previsti ancora per parecchi anni, perché le malattie da amianto si manifestano molti anni dopo l’esposizione (tempo di latenza) soprattutto se non si interverrà per toglierlo definitivamente dagli ambienti di vita.
Va sottolineato infine che l’amianto è ancora grandemente impiegato in molti paesi e che ad oggi sono circa 100.000 gli esposti ed ex esposti che ogni anno muoiono in tutto il mondo.
I servizi di assistenza ONA
L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA e l’Avv. Ezio Bonanni tutelano i diritti di tutti i cittadini e lavoratori esposti e vittime dell’amianto e altri cancerogeni. L’associazione con il pool di tecnici, assiste i cittadini per la bonifica e messa in sicurezza dei siti contaminati (prevenzione primaria).
In caso di esposizioni ad asbesto ed altri cancerogeni, si può chiedere il servizio di assistenza medica gratuita (prevenzione secondaria). L’ONA guida la ricerca scientifica in materia di mesotelioma ed altre patologie asbesto-correlate.
Fermo il ruolo della prevenzione primaria, la diagnosi precoce, e le terapie più tempestive, assicurano maggiori chance di guarigione, ovvero di maggiore sopravvivenza a migliori condizioni di salute.
L’ONA guida anche il pool di legali, per la tutela di tutti i diritti delle vittime di malattia professionale, tra cui quelle asbesto correlate, per il prepensionamento e l’adeguamento dei ratei pensionistici, con i c.d. benefici contributivi per rischio esposizione amianto.
Anche i lavoratori che sono ancora privi di malattia, hanno diritto ai benefici contributivi per esposizione ad amianto. In caso di insorgenza di malattia professionale, l’ONA avvia il percorso INAIL per l’indennizzo e/o la rendita.
- L’indennizzo INAIL malattie professionali
- Come ottenere il riconoscimento malattie asbesto correlate
Esposizione amianto e il diritto al prepensionamento
I lavoratori esposti al c.d. rischio amianto, hanno diritto al prepensionamento ex art. 13, co. 8, L. 257/1992. In particolare, è necessario dimostrare il rischio amianto superamento della soglia delle 100 ff/ll.
Quest’esposizione deve essere dimostrata per più di 10 anni. In caso di malattia, invece, il rischio amianto c’è sempre, purché ci sia stata l’esposizione, al di là delle soglie.
Pensione invalidità amianto
C’è pure il diritto alla pensione di invalidità amianto. Questo tipo di prestazione pensionistica può essere richiesto da chi ha subito una malattia asbesto correlata.
Mesotelioma esposizione ambientale e Fondo Vittime Amianto
Nel caso di mesotelioma per esposizione ad amianto in famiglia (abiti contaminati da amianto di lavoratori del settore), e per dispersione di fibre, siamo in presenza di malattia di origine ambientale.
Nei casi di mesotelioma, sussiste, per queste vittime, il diritto alle prestazioni del Fondo Vittime Amianto.
Risarcimento danni rischio amianto
Il danno già c’è con l’esposizione. Quindi, deve essere risarcito. Anche quello morale ed esistenziale.
Quindi, sussiste il diritto all’integrale risarcimento di tutti i danni, che sono connessi al rischio amianto.
Poiché, anche la semplice esposizione è lesiva, sussiste il diritto al risarcimento del danno, anche morale ed esistenziale, per attesa di malattia.
Sul punto occorre richiamare Cass., sez. lav., n. 24217/2017. Infatti, la Corte di Cassazione fa presente che, nei lavoratori esposti ad amianto, c’è il timore di ammalarsi. Nel caso specifico, si fa riferimento a chi è ammalato di placche pleuriche.
Tuttavia, questa paura di ammalarsi, sussiste anche in chi è ancora, apparentemente, sano. Poi ci sono, naturalmente, le patologie asbesto correlate che, come abbiamo visto, hanno un’alta incidenza di lesività.
Le vittime di malattia asbesto correlata, ovvero di rischio asbesto, hanno diritto all’integrale risarcimento di tutti i danni. Anche gli stessi familiari subiscono ingiusti danni.
Per cui, il risarcimento deve essere integrale, e il calcolo è su base equitativa.
Quantificazione danni rischio amianto
Come abbiamo già evidenziato, le fibre, una volta inalate o ingerite, provocano dei danni. Per tali motivi, è sempre dovuto il risarcimento.
Le tecniche di quantificazione e risarcimento sono quelle delle tabelle.
Consulenza gratuita alle vittime per amianto
L’Osservatorio Nazionale Amianto offre assistenza gratuita ai cittadini e ai lavoratori esposti ad amianto e altri agenti patogeni e cancerogeni.