Che cos’è l’energia geotermica e come si ricava? Viene prodotta sfruttando fonti geologiche di calore, ovvero il calore prodotto dalla Terra. Considerata una forma di energia alternativa e rinnovabile, si basa infatti sullo sfruttamento del calore naturale del pianeta, che è potenzialmente illimitato se usato con razionalità.
Anche l’energia geotermica però è sottoposta a critiche e legata a criticità per la salute e per l’ambiente. Oltre alle possibili concentrazioni dannose di acido solfidrico, nelle centrali geotermiche è stato utilizzato l’amianto in grandi quantità. In particolare, nella manutenzione delle tubatore che trasportavano il vapore veniva utilizzata la cosiddetta fibretta a base di amianto in polvere maneggiata e utilizzata quotidianamente dagli addetti al lavori. A Larderello, in Toscana, la prima centrale geotermica d’Italia e del mondo, solo uno di quei lavoratori è ancora in vita ma nei suoi polmoni ci sono centinaia di fibre di amianto.
In questo articolo vediamo cos’è l’energia geotermica e come funziona, scopriamo tutte le criticità legate alle centrali geotermiche, tutto sulla loro effettiva sostenibilità e l’amara storia dei lavoratori delle centrali geotermiche affetti da malattie amianto correlate, cancro e mesoteliomi.
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, insieme all’Avvocato Bonanni, si occupa della tutela legale e medica degli esposti ad amianto e a tutti i cancerogeni. Promuove la bonifica dei siti contaminati e la sicurezza sul lavoro.
Indice dei contenuti
- Energia geotermica: cos’è?
- Come funziona l’energia geotermica?
- Tipi di sorgenti geotermiche
- Storia dell’energia geotermica
- Energia geotermica in Italia
- L’energia geotermica è un’energia pulita?
- Geotermia e amianto
Definizione energia geotermica: che cos’è?
Cos’è l’energia geotermica? L’energia geotermica fu utilizzata per la prima volta per la produzione di elettricità il 4 luglio 1904, in Italia, a Larderello, in Toscana.
Costituisce meno dell’1% della produzione mondiale di energia. Uno studio condotto dal Massachusetts Institute of Technology afferma che la potenziale energia geotermica contenuta sul nostro pianeta si aggira attorno ai 12.600.000 ZJ e che con le attuali tecnologie sarebbe possibile utilizzarne solamente 2000 ZJ e, dato che il consumo mondiale di energia ammonta a un totale di 0,5 ZJ all’anno.
Dunque utilizzando esclusivamente l’energia geotermica si potrebbe teoricamente soddisfare il fabbisogno energetico planetario per i prossimi 4000 anni. Nuovi investimenti sono in atto per studiare impianti di produzione di energia geotermica di terza generazione.
Come funziona l’energia geotermica?
Come funziona l’energia geotermica? L’energia geotermica sfrutta il calore presente negli strati più profondi della crosta terrestre e può essere usata sia come finte di calore che per la produzione di energia elettrica.
Come già accennato è la radioattività naturale del Pianeta a generare questo calore. La potenza è sensibilmente maggiore vicino ai limiti delle fratture tettoniche dove la crosta è meno spessa. Inoltre la circolazione di acqua in profondità può aumentare ulteriormente la potenza termica per unità di superficie.
Le tipologie di sorgenti geotermiche
Le sorgenti geotermiche si possono dividere in tre tipologie:
- sorgenti idrotermiche è la sorgente si trova a profondità non eccessive (1000–2000 m) e a seconda della pressione può essere classificata come sorgente geotermica a vapore o ad acqua dominante;
- geopressurizzate è la sorgente si trova a profondità maggiori (3000–10000 m) e l’acqua ivi contenuta è a pressioni elevate (1000 atm) e ad una temperatura di 160 °C;
- sorgenti petrotermiche è la sorgente si trova a profondità maggiori rispetto alle precedenti ed è composta da rocce calde (senza acqua). Circa l’85% delle risorse geotermiche sono di questo tipo ma sono anche di difficile sfruttamento proprio per l’assenza dell’acqua.
Attualmente vengono sfruttati a livello industriale solo i sistemi idrotermali, costituiti da formazioni rocciose permeabili in cui l’acqua piovana e dei fiumi si infiltra e viene scaldata da strati di rocce ad alta temperatura.
Caratteristiche delle sorgenti idrotermiche
Per un sistema geotermico efficiente che sfrutta le sorgenti idrotermiche sono necessari quattro elementi fondamentali:
- una sorgente di calore, di solito un’intrusione magmatica;
- un serbatoio geotermico, costituito da rocce porose e permeabili, in cui i fluidi (acqua e gas) possono muoversi;
- una copertura, cioè una sequenza di rocce impermeabili soprastanti il serbatoio, che lo sigillano impedendo la dispersione dei fluidi;
- un’area di ricarica, dove le acque meteoriche possono almeno in parte infiltrarsi nel sottosuolo e alimentare il serbatoio;
- deve esservi continuità geologica tra l’area di ricarica e il serbatoio in profondità.
La geotermia consiste nel convogliare i vapori provenienti dalle sorgenti d’acqua del sottosuolo verso apposite turbine adibite alla produzione di energia elettrica e riutilizzando il vapore acqueo per il riscaldamento urbano, le coltivazioni in serra e il termalismo.
Per alimentare la produzione del vapore acqueo si ricorre spesso all’immissione di acqua fredda in profondità, una tecnica utile per mantenere costante il flusso del vapore. In questo modo si riesce a far lavorare a pieno regime le turbine e produrre calore con continuità. In tal senso molto promettenti sembrano essere gli sviluppi relativi all’energia geotermica, che presenta una distribuzione territoriale molto estesa a motivo dell’assenza di utilizzo di acqua ma solo calore.
Storia dell’energia geotermica nel mondo
La storia dell’energia geotermica parte da lontano. Già nel 1777 il chimico tedesco Hubert Franz Hoefer avviò la prima azienda che dalle acque termali estraeva acido borico, un composto che un tempo era considerato sedativo e dalle proprietà antisettiche.
Cinquant’anni dopo l’ingegnere François Jacques de Larderel intuì che invece di bruciare tonnellate di legna per far bollire le acque boriche e ricavare l’acido borico, si poteva sfruttare il calore del vapore che usciva dal terreno.
Una trovata così geniale, e redditizia, che il granduca Leopoldo II fu lieto di ribattezzare quel posto Larderello. Nel 1904 il conte Piero Ginori Conti, convogliando il vapore endogeno verso un motore collegato a una dinamo, accese cinque lampadine, trasformando per la prima volta l’energia termica e meccanica in energia elettrica.
Il 10 marzo 1914 entrò in funzione la prima centrale geotermica del mondo: la centrale 1 della Società boracifera di Larderello, in Toscana.
In Islanda l’85% delle case è riscaldato con energia geotermica. Il più grande complesso geotermico al mondo si trova sul Monte Amiata nel comune di Piancastagnaio in Toscana.
Anche Google ha investito nel geotermico di terza generazione, basato sulla trivellazione di profondità per raggiungere punti caldi della crosta anche da zone non naturalmente termali.
L’utilizzo dell’energia geotermica in Italia
In Italia la produzione di energia elettrica dalla geotermia è fortemente concentrata in Toscana (Pisa, Siena e Grosseto). I giacimenti naturali di vapore in Toscana producono ogni anno oltre 14,4 PJ di elettricità nelle sole centrali toscane di Larderello (Pisa) e di Radiconcoli (Siena).
Ad oggi in Toscana sono presenti più di 30 centrali elettriche alimentate dal fluido endogeno prelevato direttamente dal sottosuolo mediante pozzi del tutto simili a quelli per il petrolio. Lo sviluppo ed il miglioramento di queste centrali è continuo e il rendimento aumenta.
Tutte le centrali presenti nelle aree geotermiche toscane, sono dotate di efficienti impianti di abbattimento dei gas presenti insieme al vapore (in particolar modo idrogeno solforato), che nonostante fossero ampiamente sotto i limiti di legge vengono ugualmente abbattuti per mantenere più alta possibile la qualità dell’aria.
Nella valle del Cornia è da poco stato avviato il primo impianto al mondo ad unire due fonti rinnovabili, ovvero geotermia e biomasse.
L’energia geotermica è un’energia pulita?
L’energia geotermica immette nell’atmosfera elementi tossici che possono causare inquinamento atmosferico. Immette infatti nell’atmosfera inquinanti come zolfo, mercurio e arsenico presenti nei fluidi geotermali, per questo motivo le aree geotermiche sono sottoposte a verifiche ambientali annuali.
La geotermia è caratterizzata anche da significative emissioni in aria anche di anidride carbonica (CO2), metano (CH4), ammoniaca (NH3), radon (Rn) e altri, metalli come boro (B) e antimonio (Sb), oltre che a idrogeno solforato (H2S), mercurio e arsenico. Le fonti di energia geotermica contribuiscono quindi al riscaldamento globale emettendo anidiride carbonica nell’atmosfera e contribuendo all’effetto serra.
Danni e inquinamento delle centrali geotermiche
Problemi ambientali connessi con l’energia geotermica determinano inoltre la diminuzione delle risorse idriche, danni alla vegetazione e fenomeni di microsismicità.
L’idrogeno solforato emana un tipico odore di uova marce, problema risolvibile mediante l’utilizzo di impianti di abbattimento. Anche l’impatto delle centrali geotermali sul paesaggio è particolarmente grave, ma anche questo in parte risolvibile con un’attenta pianificazione architettonica.
A tutto ciò si aggiunge l’inquinamento acustico. Le maggiori sorgenti di inquinamento acustico sono le torri di raffreddamento, gli eiettori del vapore e le turbine.
Centrali geotermiche: subsidenza e sismicità
L’estrazione di grandi quantità di fluido dai serbatoi geotermici può causare fenomeni di subsidenza, ossia il graduale abbassamento del suolo. Questo è un fenomeno irreversibile, ma non catastrofico, perché è un processo lento e distribuito su aree vaste.
A lungo termine può raggiungere diecine di centimetri ed anche metri. Per questo motivo deve essere monitorato sistematicamente per evitare danni alle strutture geotermiche ed agli edifici civili circostanti. In molti casi la subsidenza può essere prevenuta o ridotta reiniettando nel serbatoio i fluidi scaricati dagli impianti geotermici.
L’estrazione o la reiniezione dei fluidi geotermici può stimolare o aumentare, in aree particolari, la frequenza di eventi sismici.
L’impatto della geotermia sulla regione Toscana
In Toscana, patria della geotermia nazionale, la Giunta Regionale (Deliberazione del 4.11.2013 n. 904; DGR344/2010) riconosce ed è consapevole del fatto che le centrali geotermoelettriche nell’amiatino «rilasciano in atmosfera i gas incondensabili associati al vapore geotermico che le alimenta».
In più, l’allegato a questa deliberazione mette in evidenza che «dal punto di vista ambientale i componenti di maggior rilievo contenuti nei gas incondensabili sono l’idrogeno solforato ed il mercurio. Il primo per l’elevata sensibilità olfattiva che l’uomo manifesta nei suoi confronti. Il secondo, per la sua elevata mobilità ambientale e la possibilità di accumulo in specifici comparti ambientali».
Uno studio scientifico di Bravi e Basosi (2014) ha ormai evidenziato, per i quattro impianti geotermici posti sul Monte Amiata che «i principali contributi all’impatto sono associati con l’alto contenuto di ammoniaca, idrogeno solforato, metano ed anidride carbonica» e che «in alcuni casi l’impatto è più alto di quello riscontrato per la produzione di elettricità da combustibili fossili».
Criticità sulle centrali geotermiche in Toscana
Le criticità presenti sono sostanzialmente cinque:
- grave situazione sanitaria, nei comuni geotermici della Toscana meridionale, emersa dalla ricerca epidemiologica condotta dalla Fondazione Monasterio per conto dell’Agenzia Regionale di Sanità (+13% di mortalità maschile rispetto ai comuni vicini);
- interferenza tra acquifero superficiale idropotabile e acquifero geotermico profondo, con conseguente abbassamento della superficie della falda superficiale e consumo di acqua potabile a fini industriali;
- inquinamento dell’aria e del suolo;
- inquinamento delle acque causato dalla risalita di gas, in particolare l’arsenico;
- sismicità indotta e subsidenza, come nel sisma del 1 aprile 2000.
Il Parlamento europeo, con gli emendamenti di Tamburrano, prende finalmente atto che la geotermia non è pulita per definizione e che quindi gli incentivi dovrebbero essere indirizzati verso quelle fonti di energia che non producano danni all’ambiente.
L’impegno dell’ONA nella Regione Toscana
L’Osservatorio Nazionale sull’Amianto ha presentato nel convegno “Amianto e geotermia. Prevenzione primaria, epidemiologia e tutela” gli ultimi dati epidemiologici sull’impatto dell’amianto e degli altri agenti cancerogeni tra cittadini e lavoratori, con particolare specificità relativa alla Regione Toscana.
Ciò è stato fatto al fine di permettere l’elaborazione di proposte e la predisposizione di strumenti idonei alla prevenzione primaria e alla tutela giuridico-risarcitoria delle vittime e dei loro familiari. Si parla anche di geotermia e della morte degli operai che hanno lavorato nella centrale geotermica di Larderello.
Correlazione tra geotermia e amianto
Tra il 1992 e il 2007 nella centrale geotermica di Larderello si ammalarono di malattie asbesto correlate 200 lavoratori. Oltre a loro, si ammalarono anche i familiari dei lavoratori, che entravano in contatto con le tute da lavoro contaminate dalle fibre di amianto. Si ammalarono gli autisti degli autobus degli operai, i meccanici delle officine e gli addetti alle pulizie delle strade.
In due decenni dalla messa al bando dell’asbesto, l’Enel ha speso più di trenta milioni di euro per ripulire il territorio, bonificando tutti i siti principali e collaborando con le Asl. Ma le morti da amianto non sono ancora finite.
Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Amianto in Italia muoiono per malattie correlate all’asbesto circa tremila persone all’anno. Il picco delle morti è atteso attorno al 2025, come afferma anche la pubblicazione dell’Avv.Bonanni “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed. 2022“.
Intanto, nel 2017 il processo a carico di quattro dirigenti dell’Enel di Larderello, accusati di omicidio colposo per aver “omesso di attuare le misure di prevenzione e di rendere edotti i lavoratori dei rischi specifici cui erano esposti”, si è risolto con un’assoluzione.
Assistenza ONA legale e madica per le vittime
L’ONA, oltre all’assistenza medica, offre assistenza legale gratuita agli esposti che hanno contratto una patologia causata dalle fibre di asbesto o da altri cancerogeni. Difende le vittime e i loro familiari.
Per chiedere la consulenza gratuita chiamare il numero verde o compilare il form.