Il cancro del colon ed amianto e l’indennizzo
Il cancro del colon è una neoplasia asbesto-correlata. In sostanza è una malattia che si origina dalla esposizione a fibre di amianto. Questo cancro colpisce l’intestino crasso o il retto e si colloca tra le prime cause di morte al mondo. Infatti, generalmente la prognosi del cancro al colon retto è infausta. In molti casi, questa neoplasia è provocata da esposizioni lavorative, tra queste l’asbesto.
La ricerca medica sulla relazione tra tumore del colon-retto e amianto suggerisce che vi sia un nesso causale. Lo stesso IARC, nell’ultima monografia, ha confermato una più elevata incidenza di tumore del colon tra i lavoratori esposti ai minerali di amianto.
L’Osservatorio Nazionale Amianto e il suo presidente, l’Avvocato Bonanni, sono in prima linea per la tutela delle vittime di cancro del colon. Offrono una consulenza gratuita a chi ne fa richiesta. Così è possibile ottenere l’assistenza medica e legale.
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Tumore del colon: dati epidemiologici
L’esposizione professionale all’amianto è stata analizzata in un importante studio sul cancro tra il 1984 e il 2004. Gli esperti hanno esaminato 3.897 pazienti che sono stati esposti al lavoro in amianto.
Hanno poi esaminato il potenziale legame tra l’amianto e vari tumori specifici, e hanno scoperto che il tumore del colon-retto era elevato tra gli uomini che erano stati esposti per via professionale all’amianto. Gli autori dello studio hanno detto che l’età, una storia di fumo e altri fattori sono stati valutati nei risultati.
Un interessante studio, pubblicato sull’American Journal of Epidemiology, ha scoperto che un tipo specifico di amianto, l’anfibolo, può essere potenzialmente associato al cancro del colon-retto. Gli autori hanno riportato dati che suggeriscono che l’amianto serpentino non è collegato ad un aumentato rischio di cancro del colon-retto.
Il tumore del colon condanna dell’INAIL all’indennizzo
Nella lista II dell’INAIL è inserito il tumore del colon. Questa neoplasia, proprio perché non è inserita nella lista I, non ha la presunzione di origine. In altri termini, l’onere della prova del nesso causale è a carico della vittima.
Quindi è il lavoratore a dover dimostrare che il suo tumore del colon è derivato da esposizione lavorativa, sia essa d’amianto o per un altro agente cancerogeno.
L’ONA e l’Avvocato Ezio Bonanni hanno ottenuto significativi risultati nella tutela di quei lavoratori esposti ad amianto colpiti da questo cancro.
Tumore del colon: condanna dell’INAIL l’indennizzo
Nonostante l’evidente correlazione tra malattia e l’esposizione alla fibra killer, un lavoratore nato in provincia di Matera, Carmine Tammone, ha dovuto tribolare per il riconoscimento dei suoi diritti.
L’uomo per 50 anni ha lavorato nei cantieri navali, ed è andato in pensione nel 1995. Purtroppo, come spesso accade, la pensione non è stata il preludio di un meritato riposo, ma l’inizio di un vero e proprio incubo.
Nel 1997 infatti al Signor Carmine Tammone è stato diagnosticato un cancro al colon e si è dovuto sottoporre ad un delicato intervento. Per fortuna è ancora in vita.
Dopo una dura battaglia legale, ha ottenuto l’indennizzo INAIL, con la costituzione della rendita. Accolte le sue richieste in seguito la difesa legale dell’Avvocato Ezio Bonanni.
La difesa dell’ avv. Ezio Bonanni: ricorso al giudice
Sebbene il cancro al colon sia riconosciuto come patologia asbesto correlata inserita nella Lista II, l’INAIL di Latina ha negato al Signor Carmine il diritto alla rendita.
Eppure nel sito lavorativo era stata dimostrata la presenza e l’utilizzo di materiali di asbesto, e la violazione delle regole cautelari.
Il ruggito dell’Avv. Ezio Bonanni non è tardato ad arrivare. Chiamato a difendere il Sig. Tammone Carmine, l’avvocato Bonanni si è rivolto al Tribunale, il quale dopo aver disposto gli accertamenti, ha condannato l’INAIL a costituire la rendita.
L’INAIL, ha tuttavia impugnato la sentenza di condanna presso la Corte di Appello di Roma. Secondo l’Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro, le capacità cancerogene dell’amianto non sono riconducibili all’esposizione lavorato.
Inoltre secondo l’INAIL, il cancro al colon non deve essere riconosciuto come malattia professionale.
La Corte di Appello di Roma, dopo aver disposto ulteriori accertamenti medico legale, ha smentito le tesi dell’INAIL. Infatti il consulente medico legale conferma le tesi del primo giudice per cui la sentenza diviene poi definitiva.
L’udienza del 18/09/2018 ha dato finalmente voce a tutte le vittime di amianto che ad oggi non riescono ad ottenere degno riconoscimento alle loro sofferenze.
Il merito va all’Avvocato Ezio Bonanni, che si è battuto strenuamente per riaffermare l’imprescindibile diritto alla salute ed alla giustizia delle vittime di amianto. Il Presidente della Corte di Appello di Roma ha accolto in pieno le tesi dell’Avv. Ezio Bonanni rigettando l’appello e condannando l’INAIL al pagamento delle spese.
La vittima: con l’avv. Ezio Bonanni ho avuto giustizia
«Ho lavorato una vita nei cantieri navali. Non vedevamo ad un metro di distanza per le polveri di amianto.
Tutti i miei colleghi, purtroppo sono già morti, e io sono vivo per miracolo, solo perché, grazie allo Sportello Amianto, creato dal comitato delle vittime, già nei primi anni 2000 nell’Agro Pontino, e all’impegno del Dott. Arturo Cianciosi, sono riuscito ad estirpare il cancro, e così sono salvo, anche se con dei grossi problemi.
Poi è iniziata la trafila con l’INAIL che negava e nega i diritti alle vittime, agli orfani, alle vedove, è una cosa veramente vergognosa.
Come aderente all’ONA avrei voluto iniziare uno sciopero della fame per protestare per il comportamento dell’INAIL. Dopo una lunga battaglia in primo grado, dove il mio medico di parte Dott. Arturo Cianciosi è riuscito a dimostrare che l’amianto fa male. Anche il tumore del colon è provocato dalla esposizione alle fibre di asbesto, tutte comprese quelle di crisotilo.
Non comprendo le ragioni per le quali Lina e lei si sia accanito nel non riconoscere l’origine professionale del tumore del colon ed anzi abbia appellato la prima sentenza.
Subito dopo la sentenza di condanna hanno notificato l’appello e mi hanno costretto a quasi altri 4 anni di causa, perché hanno impugnato tutto, hanno negato anche l’evidenza.
Intendo ringraziare pubblicamente l’Avv. Ezio Bonanni. Sono più che soddisfatto dei risultati raggiunti, soprattutto grazie all’impegno dell’Avv. Bonanni e dell’Osservatorio Nazionale Amianto» – dichiara il Sig. Tammone Carmine.
Le conclusioni dell’ avvocato Ezio Bonanni
In seguito alla vittoria il Presidente ONA Ezio Bonanni ha aggiunto: «Non comprendo le ragioni per le quali l’INAIL opponga tutta questa resistenza.
Se c’è uno sventurato lavoratore malato di cancro per via dell’esposizione lavorativa ad amianto, perché negare il riconoscimento dei suoi diritti? Soprattutto per quale motivo, dopo una sentenza schiacciante di condanna in primo grado, si continua con l’atto di appello?
Qui c’è un vero e proprio accanimento, ingiusto e ingiustificato, contro gli sventurati lavoratori vittime dell’amianto».
Tumore al colon: assistenza medica e tutela legale
L’Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni tutelano e assistono gratuitamente le vittime e i loro familiari.
Per accedere ai servizi gratuiti dell’associazione, basta consultare la pagina dei servizi di tutela legale e assistenza medica. In alternativa si può chiamare il numero gratuito 800 034 294 o compilare il form.