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Carissimi,
sono l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale sull’Amianto – ONA APS.
Sono ormai circa 20 anni che, inizialmente con un gruppo di vedove e di lavoratori malati della Provincia di Latina e poi, a partire dal 2008, con migliaia di cittadini e lavoratori esposti e vittime dell’amianto, e con i loro familiari, lottiamo contro le lobby dell’amianto, contro criminali senza scrupoli che, per sete di profitto, hanno determinato, ed ancora determinano per via della lunga latenza delle patologie asbesto correlate, migliaia e migliaia di morti, sconvolgendo vite umane, famiglie e comunità.

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L’impegno dell’ONA per la tutela della salute e della vita

La vita umana è sacra e l’amianto è uno dei peggiori killer, e continua a seminare lutti in tutti i continenti, senza alcuna distinzione, perché le fibre sono cancerogene. Ciò è confermato dallo IARC (World Health Organization IARC monographs on the evaluation of carcinogenic risks to humans – Vol. 100C “Arsenic, metals, fibres, and dusts volume 100 C – A review of human carcinogens” ASBESTOS – Lyon, France 2012).

In particolare, l’OMS fa riferimento a 107.000 decessi ogni anno per i soli casi di mesotelioma, tumore del polmone e asbestosi di origine professionale. Se si tieni conto di tutte le patologie e anche di quelle non professionali, la diffusione dell’epidemia è molto più elevata.

Ci sono focolai in tutto il mondo. Tuttavia, la situazione di maggiore allarme è in Italia, come ho dimostrato.

Il libro bianco della strage della fibra killer in Italia

Come già detto, il numero dei casi di malati di amianto è in aumento. A causa dell’uso smodato dei minerali di amianto, serpentini (tra i quali il crisotilo) e  gli anfiboli tra i quali amosite, actinolite, crocidolite, tremolite, antofillite), presente sul nostro territorio in ancora 40 milioni di tonnellate.

Infatti, la Legge 257 del 1992 non è stata risolutiva perché ha solo vietato l’estrazione, la lavorazione e la commercializzazione dell’amianto e dei prodotti che lo contengono, ma non l’uso di ciò che era stato già prodotto. In più, non è stata imposta la bonifica, che avrebbe costituito la risoluzione del problema. 

Nel 2021, sono stati censiti dall’ONA almeno 7.000 decessi per patologie asbesto correlate. I danni per la salute, insieme a quelli ambientali, impongono dei costi in termini umani, sociali ed economici inaccettabili: occorre dar corso alle bonifiche.

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