Chemioterapia vinorelbina per la cura dei tumori

La chemioterapia con Vinorelbina è un protocollo di cura approvato dall’Agenzia Italiana del Farmaco in data 8 Giugno 2017. Si tratta di un chemioterapico che agisce a livello delle strutture cellulari che compromettono il processo di divisione cellulare di tutte le cellule con elevato tasso di replicazione.

Il farmaco è stato approvato per la cura del tumore al polmone non a piccole cellule in fase metastatica, per il tumore al seno e per alcune forme di sarcoma. L’entrata in commercio del farmaco ha permesso ad un gran numero di pazienti di guarire dal cancro. Attualmente, in Italia vi sono circa 2 milioni e 250 mila persone affette da neoplasia.

Assistenza e tutela gratuita dell’ONA

Secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto, l’associazione che supporta tutte le vittime dell’amianto ed i loro familiari, ha stimato che sono circa 3,6 milioni gli italiani che sopravvivono dopo una diagnosi di tumore. Le chances di sopravvivenza sono da ricercare nei protocolli di cura come l’operazione chirurgica, la radioterapia e la chemioterapia.

Inoltre, grazie ai protocolli di cura più recenti e del tutto innovativi, un numero sempre maggiore di persone ottiene nuove possibilità di guarigione. Un esempio di protocollo innovativo e più recente è l’immunoterapia mediante l’utilizzo di anticorpi monoclonali. Tuttavia, il protocollo di cura maggiormente utilizzato per la cura del cancro rimane la chemioterapia.

consulenza chemioterapia vinorelbina

Chemioterapia per la cura del cancro

Grazie alla chemioterapia, un gran numero di malati oncologici ha sconfitto il tumore. Secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto, i pazienti che hanno ottenuto la meglio sul cancro sono circa il 37% in più rispetto a 10 anni fa. L’enorme successo è dovuto al fatto che, in campo oncologico, sono stati molteplici i progressi che hanno permesso l’ottimizzazione delle terapie.

Sempre più spesso si sente parlare di medicina di precisione, quella branca della medicina che fonda i protocolli di cura sulle caratteristiche del paziente e non sulla malattia. La combinazione dei nuovi protocolli di cura, insieme alla chemioterapia si sono, così, rivelati un gran successo.

Le terapie di combinazione, ovvero l’applicazione della chemioterapia con l’immunoterapia, la radioterapia o con l’operazione chirurgica è risultata favorevole per alcune neoplasie. In particolare per il mesotelioma maligno, una patologia asbesto correlata la cui diagnosi è spesso infausta.

Con la scoperta dell’efficacia di combinazione del protocollo di cura della chemioterapia con l’immunoterapia cambia, dopo circa 16 anni, lo standard di cura per i pazienti. Questi ultimi, ora, possono beneficiare di una nuova cura che apporta miglioramenti sul processo di progressione della neoplasia. Per approfondire sulla chemioterapia come protocollo di cura.

Indice

Tempo di lettura: 9 minuti

Chemioterapia con la somministrazione del farmaco vinorelbina

La vinorelbina è un farmaco antitumorale particolarmente indicato per il trattamento del carcinoma del polmone non a piccole cellule (in stadio avanzato o metastatico); per il tumore della mammella in fase metastatica; per alcune forme di sarcoma in fase metastatica. In generale, la somministrazione di questo farmaco antitumorale è prevista quando le precedenti terapie antitumorali non sono state in grado di rallentare la progressione del tumore.

Per questo motivo, i malati oncologici che beneficiano della somministrazione del farmaco sono coloro che hanno sviluppato metastasi o che hanno più organi compromessi.

Il farmaco vinorelbina, come la maggior parte dei farmaci chemioterapici, ha un effetto sistemico su tutto l’organismo. Svolge la sua azione citotossica a livello di tutte le cellule del corpo che presentano un elevato tasso di replicazione. Per questo motivo, il bersaglio del farmaco non è solo la cellula del tumore, ma anche alcune cellule sane del nostro corpo.

La vinorelbina è un farmaco antineoplastico che appartiene alla famiglia degli alcaloidi. Il suo principio attivo agisce sull’equilibrio di alcune strutture proteiche cellulari, indispensabili per il processo di replicazione cellulare. Infatti, la somministrazione del farmaco blocca la fase mitotica delle cellule e ne provoca la morte.

Somministrazione e posologia della chemioterapia con la vinorelbina

Come avviene per la maggior parte dei farmaci antitumorali, la chemioterapia con il farmaco vinorelbina deve essere prescritta da medici esperti. Infatti, l’uso di farmaci in chemioterapia richiede la presenza di attrezzature per il
monitoraggio dei pazienti che si sottopongono a cure citotossiche. In questo modo, con la comparsa dei primi campanelli di allarme, l’equipe medica può sospendere il trattamento o modificare la terapia.

La somministrazione del farmaco avviene esclusivamente per via orale, adottando specifiche precauzioni. Le capsule di vinorelbina non devono essere masticate, disciolte o frantumate. Possono essere assunte facilitando l’ingestione con acqua o con l’assunzione di un po’ di cibo.

Infatti, il liquido contenuto all’interno della capsula è un irritante che potrebbe causare delle lesioni in caso di contatto con la pelle. Di conseguenza, le capsule danneggiate non devono essere ingerite e devono essere riportate in farmacia o al medico per poter essere distrutte in modo appropriato.

Per quanto riguarda la posologia del farmaco, invece, la chemioterapia con la vinorelbina è fortemente influenzata dalle reazioni avverse al farmaco e dal protocollo di cura. Infatti, il farmaco può essere somministrato sia in monoterapia che in terapia di combinazione con i farmaci cisplatino e carboplatino. Tuttavia, il trattamento prevede la somministrazione del farmaco una volta alla settimana ed il continuo monitoraggio dei valori ematici.

Tra questi: la determinazione dei livelli di emoglobina, la conta di leucociti, neutrofili e piastrine e la determinazione dei livelli enzimatici del sangue.

Effetti collaterali della chemioterapia con la vinorelbina

Gli effetti collaterali della chemioterapia con il farmaco vinorelbina non sono sempre gli stessi e variano da individuo ad individuo. Infatti, i pazienti in terapia riferiscono effetti collaterali differenti che scaturiscono in maniera diversa sulla base delle condizioni di salute della persona, sullo stadio della neoplasia ed in base al tipo di terapia somministrata.

Vi sono, però, alcuni effetti collaterali comuni, che si manifestano con maggiore frequenza in tutte quelle persone che si sottopongono a chemioterapia. In linea generale, i pazienti devono sempre riferire gli effetti collaterali della chemioterapia al proprio medico oncologo. Quest’ultimo provvederà a modificare la terapia o a prescrivere nuovi farmaci per la risoluzione del disturbo.

Proprio per l’ampio raggio di azione dei farmaci antitumorali, i malati oncologici riferiscono spesso una sensazione di fatica e spossatezza, nonché di diminuzione dell’appetito. Infatti, la riduzione temporanea della produzione di cellule ematiche da parte del midollo osseo può rappresentare la causa. In particolare, la diminuzione dei globuli rossi provoca la diminuzione dell’emoglobina e quindi l’anemia.

Altri effetti collaterali comuni sono i disturbi gastrointestinali (come: diarrea, stitichezza e crampi addominali) e neurotossicità che comporta formicolio a livello degli arti periferici e dolore localizzato. Tra gli effetti collaterali meno frequenti, invece, vi sono: nausea e vomito, perdita di capelli e reazioni allergiche al farmaco. Per ulteriori informazioni si rimanda alla scheda tecnica della vinorelbina.

Ulteriori informazioni per la somministrazione della vinorelbina

La somministrazione dei farmaci chemioterapici provocano effetti collaterali temporanei che, solitamente, scompaiono con la sospensione della chemioterapia. Infatti, durante la somministrazione del farmaco, spesso i pazienti riferiscono la modificazione del colore delle urine. Questa conseguenza persiste per circa 24 ore successive al trattamento.

Nel caso in cui il farmaco sia somministrato in vena, la fuoriuscita del liquido dal sito di puntura, può danneggiare la pelle. Se si verifica tale condizione, il paziente, durante la somministrazione o nelle ore successive, può avvertire dolore o bruciore nell’area.

I farmaci chemioterapici possono influire anche sulla fertilità della persona o sulla gestazione del feto. Per questo motivo, il medico oncologo deve informare il paziente della possibilità di conservazione del liquido seminale per gli uomini. Per le donne, invece, la somministrazione dei farmaci chemioterapici è fortemente sconsigliata sia durante la gravidanza che nei sei mesi successivi alla sospensione della chemioterapia.

Questo perché, l’azione citotossica del farmaco potrebbe comportare seri problemi al feto. Infine, non è noto se i farmaci chemioterapici possano essere trasmessi durante l’allattamento, pertanto l’assunzione del latte materno deve essere interrotta prima di iniziare la terapia.

Il tumore del polmone non a piccole cellule

Il tumore del polmone è una neoplasia multifattoriale, e cioè una patologia che scaturisce a causa di differenti agenti eziologici. Sulla base delle cellule e strutture polmonari coinvolte, possono essere distinte due differenti forme tumorali. Il tumore del polmone a piccole cellule, conosciuto anche come microcitoma, è un tumore che ha origine a livello delle cellule nervose che rivestono i bronchi.

Differentemente, il tumore del polmone non a piccole cellule, detto anche adenocarcinoma, rappresenta la neoplasia maggiormente diffusa. Infatti, per il 70% di diagnosi del tumore del polmone sono a morfologia a grandi cellule.

Secondo alcuni studi, ogni anno vi sono circa 17,5 milioni i nuovi casi di tumore e 8,7 milioni i morti. Nel mondo, ogni anno si verificano circa 70.000 decessi a causa di tumore del polmone, per lo più causati per esposizione a polveri e fibre di amianto. Questo minerale, estratto per lungo tempo dalle miniere di amianto, è stato utilizzato per numerosi impieghi, come nel settore dell’edilizia, dei trasporti, etc.

La scoperta della sua cancerogenicità, confermata anche nell’ultima monografia IARC, ha messo al bando qualsiasi attività collegata al minerale. Per questo motivo, l’Osservatorio Nazionale Amianto ha istituito uno sportello online al quale possono rivolgersi le persone affette da tumore del polmone o che negli anni sono state esposti a polveri e fibre di amianto.

Il mesotelioma: patologia asbesto correlata monofattoriale

Oltre al tumore del polmone, vi sono numerose neoplasie che sono direttamente riconducibili all’esposizione a polveri e fibre di amianto. Tra queste patologie vi è il mesotelioma, un tumore particolarmente invalidante che insorge solo dopo esposizione alle fibre killer.

Il mesotelioma è una neoplasia monofattoriale, che colpisce prevalentemente il mesotelio, una membrana che riveste gli organi addominali. Infatti, sulla base degli organi colpiti, vengono distinti il mesotelioma:

  • pleurico: rappresenta il 93% dei casi di mesotelioma, e interessa la pleura, e quindi il polmone;
  • peritoneale: rappresenta il 5% dei casi di mesotelioma, e interessa gli organi addominali;
  • pericardico: rappresenta il 2% dei casi di mesotelioma, e interessa il cuore;
  • della tunica vaginale: rappresenta solamente l’1% dei casi di mesotelioma, e interessa la membrana che avvolge i testicoli.

Il fenomeno epidemico di patologie asbesto correlate, in particolar modo il mesotelioma, è costantemente monitorato dal Registro Nazionale dei Mesoteliomi, l’ente che in Italia raccoglie tutti i nuovi casi di mesotelioma, per valutare l’incidenza della patologia e le fonti di esposizione ancora ignote di amianto.

Il ReNaM raccogliere dati sulla storia professionale e sulle abitudini di vita della vittima, ma anche dei suoi familiari per il monitoraggio del dato epidemico. Dal più recente VII Rapporto Mesoteliomi si evince che dalla messa al bando dell’amianto al 2018, sono stati censiti più di 31.572 casi di mesotelioma maligno.

Il fenomeno epidemico delle malattie asbesto correlate

Il fenomeno epidemico delle patologie asbesto correlate è stato descritto nel dettaglio dall’Avv. Ezio Bonanni in una sua pubblicazione, dal nome “il Libro bianco delle morti di amianto in Italia (Ed. 2022)“. Nella pubblicazione, recentemente aggiornata, viene denunciata la terribile condizione di rischio amianto su tutta la penisola italiana.

Il testo può essere consultato gratuitamente e presenta i dati della più recente mappatura ufficiale dell’amianto. Infatti, secondo l’ONA, sul territorio italiano ci sono ancora 58 milioni di mq di coperture in cemento-amianto e oltre 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto.

Per denunciare la presenza di amianto, Istituzioni e cittadini hanno a disposizione l’applicazione gratuita dell’Osservatorio Nazionale Amianto. Si tratta dell’APP Amianto che permette di segnalare, anche in maniera anonima, siti contaminati dalla fibra killer. Solo in questo modo sarà possibile accelerare le attività di bonifica e preservare la tutela ambientale e della salute umana.

Infatti, come ribadito più volte dall’Avv. Ezio Bonanni, è importantissimo educare le nuove generazioni alla prevenzione. In particolare, la prevenzione primaria, secondaria e terziaria sono gli strumenti infallibili che permettono di prevenire tutte le patologie asbesto correlate, tra cui il mesotelioma.

Scarica l’app anche sul tuo smartphone.

Assistenza medica e chemioterapia con la vinorelbina

Coloro che si sottopongono a chemioterapia con il farmaco vinorelbina possono accedere al servizio gratuito di assistenza offerto dall’Osservatorio Nazionale Amianto. Possono usufruire dell’assistenza legale e medica gratuita anche coloro che ricevono una diagnosi di patologia asbesto correlata.

L’Osservatorio, infatti, è stato istituito nel 2008 per dar voce a tutte le vittime dell’amianto e ai loro familiari. Compila il form con tutte le informazioni richieste oppure contatta l’associazione mediante il numero verde 800 034 294.

Numero verde ONA chemioterapia vinorelbina
Whatsapp ONA chemioterapia vinorelbina