Risarcimento malattia professionale amianto. La malattia professionale da amianto, che sia mesotelioma, tumore del polmone, o altro, prevede per il lavoratore colpito un indennizzo Inail. L’indennizzo, però, non copre tutti i danni. Per i danni differenziali, cioè la differenza rispetto all’indennizzo INAIL, è necessario presentare un ricorso distinto.
Infatti, sia l’una tantum che la rendita dell’Inail sono soltanto un indennizzo. È dovuto, invece, alle vittime di malattia professionale asbesto correlata il risarcimento di tutti i danni, al netto della rendita INAIL. Gli stessi familiari hanno diritto al risarcimento dei danni iure proprio, vale a dire il danno patito in modo diretto dai familiari e congiunti della vittima.
Che cos’è L’ONA e quali sono i suoi scopi
L’Osservatorio Nazionale Amianto è un’associazione di utilità sociale che si occupa di tutela legale, psicologica e sanitaria ai cittadini e ai lavoratori esposti ad amianto e ad altri cancerogeni. Grazie all’assistenza legale gratuita di ONA i cittadini esposti all’asbesto o ad altri cancerogeni, possono ottenere l’indennizzo INAIL, il prepensionamento e il risarcimento dei danni nei casi di patologie asbesto correlate, nonché in tutte le malattie causate dall’attività professionale.
L’associazione di vittime amianto assiste gratuitamente tutti i cittadini, i pazienti e i loro familiari. In questo modo, è possibile ottenere il risarcimento malattia professionale amianto. L’assistenza legale gratuita è fornita dall’Avv. Ezio Bonanni, insieme al suo staff ONA di avvocati online.
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Cos’è il risarcimento malattia professionale amianto?
I soggetti esposti ad amianto che hanno contratto una delle malattie asbesto correlate durante l’attività lavorativa hanno diritto a:
- indennizzo INAIL (risarcimento INAIL);
- prepensionamento amianto.
- le prestazioni del Fondo Vittime Amianto;
- riconoscimento della causa di servizio e riconoscimento di vittima del dovere, nel caso dei lavoratori pubblici;
- risarcimento dei danni differenziali e complementari da parte del datore di lavoro.
Le vittime di danni per esposizione ad amianto negli ambienti lavorativi e di vita, hanno diritto al risarcimento dei danni, patrimoniali e non patrimoniali (biologici, morali ed esistenziali).
La Corte di Cassazione, III Sez. Civile, con la Sentenza 19.02.2013, n. 4033, ha puntualizzato che “il danno biologico (cioè la lesione della salute), quello morale (cioè la sofferenza interiore) e quello dinamico-relazionale (altrimenti definibile esistenziale, e consistente nel peggioramento delle condizioni di vita quotidiane, risarcibile nel caso in cui l’illecito abbia violato diritti fondamentali della persona) costituiscono pregiudizi non patrimoniali ontologicamente diversi e tutti risarcibili”.
È indispensabile l’accertamento medico legale per il riconoscimento della rendita INAIL, o della qualità di vittima del dovere, con il risarcimento dei danni complementari, differenziali o dell’integrale risarcimento dei danni al netto delle prestazioni previdenziali già ricevute.
Risarcimento malattia professionale amianto familiari vittime
Anche i familiari delle vittime hanno diritto al risarcimento danni, in particolare il coniuge e i figli della vittima, anche per lesione del vincolo parentale.
La Cassazione SS.UU. sentenza 15350 del 22 luglio 2015 ribadisce il principio di diritto della risarcibilità di tutti i danni sofferti anche dai familiari, sia per le “perdite di natura patrimoniale o non patrimoniale che dalla morte possono derivare ai congiunti della vittima, in quanto tali e non in quanto eredi” (sulla base delle norme di cui agli artt. 29, 30 e 31 Cost. – Sentenze n. 8827 ed 8828 del 2003 , ribadito da SS.UU., Sentenza 6572/2006 e SS.UU. Sentenza 26972/2008).
Approfondisce l’argomento il testo dell’Avv. Bonanni e G. Ugazio: “Patologie Ambientali e Lavorative”.
Quali sono i danni che vengono risarciti?
Il lavoratore malato (o i suoi famigliari in caso di decesso) di patologia asbesto correlata o altre malattie professionali (cioè che hanno origine dell’attività lavorativa) ha diritto all’integrale risarcimento danni biologici INAIL al netto della rendita INAIL o delle prestazioni di Vittima del Dovere (se appartenente alle Forze Armate o al Comparto Sicurezza).
I danni risarcibili sono:
I pregiudizi non patrimoniali consistono nel danno biologico per lesione all’integrità psicofisica (per sofferenza fisica ed interiore) morale ed esistenziale (per il peggioramento qualità della vita). A questi si aggiungono anche il danno catastrofale, il danno tanatologico e anche quello psicologico.
Le vittime di danni amianto subiscono un danno biologico del 100% (percentuale danno biologico), già al momento della diagnosi. Tutte le malattie amianto provocano infatti sintomi gravi che impongono chirurgia, chemioterapia e farmaci che provocano effetti collaterali pesanti.
- Danno patrimoniale (emergente e per lucro cessante).
Il risarcimento malattia professionale amianto è sempre dovuto, anche nel caso in cui non fosse stato richiesto l’indennizzo INAIL. Quest’ultimo ha una prescrizione triennale. Il risarcimento, invece, ha un termine di prescrizione più elevato.
Calcolo del risarcimento malattia professionale amianto
Sotto la coordinazione dell’Osservatorio milanese, un pool di 120 esperti del settore, tra avvocati, giudici togati e onorari, medici legali, professori universitari e cultori della materia, si è riunito per oltre una decina di incontri con l’obiettivo di confrontarsi e trovare una risposta concreta sul risarcimento con calcolo del danno biologico.
Il risarcimento malattia professionale amianto presuppone la deduzione e poi la prova del danno, che è quantificato equitativamente.
In questo modo, sono stati individuati i valori monetari della liquidazione rendita INAIL, con riferimento al caso di incidenza della lesione in termini “standardizzabili”, in quanto frequentemente ricorrenti e con attenzione particolare alla personalizzazione del caso, dove sono presenti peculiarità provate del danneggiato.
L’ONA ha proposto anche una rivisitazione dei valori in passato liquidati a titolo di danno biologico e morale temporaneo. Con l’aggiornamento delle tabelle INAIL che tengano conto dell’entità dei danni. Il risarcimento malattia professionale amianto deve tener conto, per la vittima diretta, di quanto erogato dall’INAIL.
Per tali motivi, l’ONA ha proposto la liquidazione congiunta dell’intero danno temporaneo derivante da lesione alla persona. In particolare, per il risarcimento danno INAIL, il valore monetario di liquidazione è corrispondente ad un giorno di inabilità assoluta.
Calcolo del danno biologico in caso di decesso
Nella previsione di liquidazione danno biologico per il decesso di un congiunto, è posto in essere il grado di parentela tra vittima e familiare della vittima, con un tetto massimo di 331.920,00 per la liquidazione in favore di ciascun genitore per la morte di un figlio.
Anche nell’ipotesi di danno non patrimoniale derivante da grave lesione del rapporto parentale, l’Osservatorio Nazionale Amianto ribadisce che la liquidazione del risarcimento danni amianto INAIL è disancorata dal danno biologico subito dalla vittima primaria.
L’importo dell’indennizzo per il danno non patrimoniale (biologico, morale ed esistenziale) e per quello patrimoniale varia dipendentemente dalle conseguenze della patologia (compresa la morte), dall’invalidità permanente acquisita, dall’età dell’ammalato, dal numero di familiari conviventi e non conviventi.
Sotto questo punto di vista, vi è la nota dell’Avv. Ezio Bonanni in tema di risarcimento malattia professionale amianto. Si applicano per il risarcimento malattia professionale amianto le Tabelle del Tribunale di Milano.
Si tratta comunque di cifre molto alte, che in sede giudiziale possono superare anche il milione di euro. Le Tabelle del danno non patrimoniale del Tribunale di Milano stilate sotto la coordinazione dell’Osservatorio milanese sono un ottimo strumento per la quantificazione del danno e del possibile risarcimento.
Risarcimento malattia professionale amianto: eredi vittima
I familiari della vittima, anche in caso di decesso del loro congiunto (anche nel caso in cui questi fosse un fumatore che ha contratto un tumore al polmone) hanno diritto ad ottenere il risarcimento di tutti i danni, prima di tutto di quelli subiti dal loro congiunto (risarcimento danni eredi defunto), e poi al risarcimento dei danni iure proprio, e cioè dei danni che i familiari della vittima hanno sofferto direttamente.
Inoltre, come spiegato durante la conferenza “Amianto e mesotelioma” del 07.07.2017, la tutelare dei propri diritti prevede il pensionamento anticipato, i benefici contributivi e le rivalutazioni contributive per esposizione ad amianto, ex art. 13 comma 7 L. 257/92 e art. 13 comma 8 L.257/92.
Le maggiorazioni contributive hanno coefficiente 1,5 per i lavoratori esposti amianto per oltre 10 anni (art. 13 comma 8 L. 257/92) e per coloro che, in seguito all’esposizione professionale, si sono ammalati di patologie asbesto correlate (art. 13 comma 7 L. 257/92).
La Cassazione, Sez. Lav., 25000/2014 ha riconosciuto degli indennizzi contributivi per esposizione ad amianto a:
- lavoratori delle miniere (comma 6);
- vittime patologie asbesto correlate (comma 7);
- lavoratori esposti ad asbesto non malati (comma 8).
L’ONA offre tutela legale gratuita per ottenere il certificato di esposizione ad amianto o ad altre sostanze nocive che hanno causato la malattia. Tale certificazione è utile per il riconoscimento INAIL della malattia professionale e successivo indennizzo. In caso di decesso, la rendita INAIL reversibile è liquidata al coniuge ed agli orfani.
Risarcimento malattia professionale amianto: danni sulla salute
L’amianto o asbesto è un composto minerale a base di silicio che è in grado di formare fibre molto flessibili, resistenti al calore e chimicamente inerti. Se queste fibre, sottili e di forma allungata, sono rilasciate e sono presenti nell’aria, rappresentano un rischio per la salute di chi le respira.
L’Italia è stato uno dei maggiori produttori di amianto. L’asbesto, in particolare il crisotilo, il cosiddetto amianto bianco, è stato utilizzato nel nostro paese in circa 3000 applicazioni. Solo con la L. 257/92 è arrivato finalmente il divieto di estrazione, lavorazione e commercializzazione di questo minerale cancerogeno, con decorrenza al 28/04/1993.
Il problema della bonifica si pone tutt’ora e questi materiali sono in parte ancora presenti nelle scuole, ospedali, unità navali della Marina Militare, nei più disparati settori industriali, e perfino nelle abitazioni private. Si contano un milione di micrositi e alcune decine di migliaia di siti contaminati da asbesto.
I meccanismi di azione delle fibre di amianto sull’organismo
Le polveri e fibre di asbesto, respirate ed ingerite, causano infiammazione e cancro. Gli organi colpiti sono, prima di tutto, quelli dell’apparato respiratorio e poi quelli gastrointestinali.
I minerali di amianto hanno la capacità di suddividersi longitudinalmente in fibre sempre più sottili, che vengono inalate e, attraverso gli alveoli polmonari, provocano prima di tutto le c.d. malattie infiammatorie da asbesto (asbestosi, ispessimenti pleurici e placche pleuriche) e in seguito possono provocare tumore del polmone, mesotelioma (pleurico, ma anche cancro del pericardio, del peritoneo e della tunica vaginale del testicolo) cancro della laringe, della faringe, dell’esofago, dello stomaco, del colon e delle ovaie.
Cosa significa l’amianto o asbesto?
I minerali di amianto si classificano in due gruppi: il serpentino, che comprende il crisotilo (gruppo dei fillosilicati) e gli anfiboli tra i quali l’actinolite, l’amosite, la crocidolite, la tremolite o amianto grigio – verde – giallo e l’antofillite (gruppo degli inosilicati).
Altri minerali asbestiformi non rientrano nelle classificazioni dell’asbesto ma, avendo una capacità lesiva identica a quella dell’amianto propriamente detto, l’ONA e l’Avv. Ezio Bonanni si battono perché tutti i danni da minerali asbestiformi debbano essere risarciti.
L’Eternit, fibrocemento eternit (fibrocemento con amianto) è particolarmente pericoloso per la salute umana nel caso in cui viene sottoposto a stress termico e meccanico. Questi materiali in fibrocemento o eternit, originariamente compatti, sottoposti alle piogge, al vento e al cambio di temperatura, si tendono a ridursi in polvere e a rilasciare fibre di amianto.
Esse vengono inalate e/o ingerite, anche attraverso l’acqua potabile che scorre nelle tubature in eternit provocando le patologie asbesto correlate, nonostante la loro matrice originariamente compatta.
Le cause dell’insorgenza di patologie asbesto correlate
L’insorgenza di patologie tumorali non è sempre legata ad una lunga esposizione a fibre di amianto, ma è provato che è possibile contrarre malattie correlate all’asbesto anche con basse esposizioni. Il rischio di esposizione non interessa solamente i lavoratori che operano su materiali contenenti amianto, ma anche tutte quelle persone che risiedono o frequentano ambienti in cui è presente amianto sotto forma di manufatti.
Solitamente trascorre un lungo periodo di tempo fra la prima esposizione all’amianto e l’inizio della malattia vera e propria. Ciò può variare in un intervallo compreso fra 15 e 60 anni. Soltanto impedendo o minimizzando tale esposizione le malattie correlate all’amianto potranno essere finalmente eliminate (prevenzione primaria).
Durante la conferenza “Amianto e mesotelioma” alla Regione Lazio del 07.07.2017, l’Avv. Ezio Bonanni parla di siti ancora a rischio (scuole, ospedali, treni, navi, aerei e tutti gli stabilimenti produttivi) e di come sia necessario evitare le esposizioni ad amianto per evitare le patologie asbesto correlate.
Si parla del reale rischio anche per i familiari dei lavoratori esposti ad amianto e di quanto la prevenzione primaria e secondaria siano ancora insufficienti. L’avvocato approfondisce l’argomento anche in “il libro bianco delle morti di amianto in Italia ed.2022“.
Risarcimento malattia professionale amianto: malattie
Il 95% dei tumori è provocato dalle esposizioni ambientali e lavorative ad agenti tossico-nocivi e cancerogeni. L’esposizione ad agenti patogeni e cancerogeni è di per sé dannosa per la salute umana e l’unica tutela è quella di evitare tutte le esposizioni per inalazione ed ingestione.
La sola esposizione ad amianto e ad altri cancerogeni e tossico-nocivi dà diritto al risarcimento dei danni (in materia di risarcimento dei danni da sola esposizione ad amianto si ricorda Cass., Sentenza 13 ottobre 2017, n. 24217, e in caso di malattia professionale le vittime hanno diritto alla costituzione della rendita, e per coloro che sono dipendenti dell’amministrazione pubblica anche il riconoscimento di vittime del dovere).
È ormai considerato pacifico che le fibre di asbesto provocano le c.d. malattie asbesto correlate per le capacità cancerogene e fibrogene dell’amianto. I mesoteliomi (della pleura, del peritoneo, della tunica vaginale del testicolo, del pericardio) hanno quale loro unico agente eziologico, unitamente all’asbestosi (che è patologia infiammatoria autoimmune), l’amianto. Questo cancerogeno, poi, ha un effetto moltiplicatore del rischio con gli altri agenti cancerogeni, con i quali agisce in sinergia.
Già nel 1937 l’amianto era considerato causa di asbestosi e addirittura di neoplasie. Qui sotto trovate un video intervento dell’Avv. Ezio Bonanni, Presidente ONA, durante il convegno “Amianto, Stato dell’arte a 25 anni dalla legge 257/92” avvenuto il 27.03.2017, presso Palazzo Montecitorio, che fa il punto sulla situazione di esposizione all’amianto attuale in Italia: i dati effettivi delle vittime, i siti amianto, la possibilità per i cittadini di segnalare casi e siti e la necessità di rispettare il principio di precauzione.
Riconoscimento della malattia professionale
L’assicurazione INAIL è un obbligo per i datori di lavoro che abbiano personale dipendente che svolga le proprie funzioni nell’ambito di lavorazioni rischiose. L’iscrizione all’assicurazione esonera il datore di lavoro dalla responsabilità civile per gli eventuali danni subiti dai propri dipendenti.
L’INAIL, Istituto Nazionale per l’assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, considera malattia professionale (o “tecnopatia”) la “patologia la cui causa agisce lentamente e progressivamente sull’organismo (causa diluita e non causa violenta e concentrata nel tempo)”. La malattia professionale è quindi una patologia, con una causa diretta ed efficiente (cioè in grado di produrre l’infermità in modo esclusivo o prevalente), contratta nell’esercizio e/o insorta a causa delle lavorazioni rischiose.
Nei casi in cui le malattie professionali fossero riconducibili anche a cause extra-professionali devono essere comunque indennizzate dall’ente assicuratore, perché riconducibili al rischio professionale.
In che cosa consiste il rischio professionale
Il rischio professionale può consistere sia nel tipo di lavorazioni svolte, sia dall’ambiente in cui vengono svolte le lavorazioni (in questo caso si parla di “rischio ambientale”). La malattia professionale si differenzia dalla comune malattia, in quanto quest’ultima di solito non correlata al lavoro e va distinta dall’infortunio, che è un evento traumatico che si verifica durante l’orario di lavoro, in maniera violenta e concentrata nel tempo (al contrario del “lentamente e progressivamente” delle tecnopatie, caratteristica che rende la diagnosi spesso difficile e non tempestiva).
I requisiti per il riconoscimento di malattia professionale
Ai fini del riconoscimento di malattia professionale è necessario che esista un nesso causale diretto fra la malattia contratta e l’esercizio di lavorazioni rischiose. Ciò contrariamente a quanto avviene per gli infortuni, la causa dei quali può essere indiretta pur se avvenuta sul luogo di lavoro. L’inizio della malattia professionale viene fatto solitamente decorrere dal primo giorno di assenza dal lavoro per una causa correlata a quella che verrà poi accertata come malattia professionale. I requisiti di una malattia per essere classificata come professionale sono:
- Essere causata dall’esposizione a determinati rischi correlati al tipo di lavoro (quantificazione danno biologico INAIL), come il contatto con polveri e sostanze nocive, rumore, vibrazioni, radiazioni, o misure organizzative che agiscono negativamente sulla salute;
- il rischio deve agire in modo prolungato nel tempo e quindi la causa deve essere lenta.
La distinzione tra malattia tabellata e non tabellata
L’INAIL distingue la malattia professionale in malattia tabellata e malattia non tabellata, a seconda della presenza della patologia in apposite tabelle pubbliche (tali tabelle costituiscono gli allegati al Testo unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, emanato con Decreto del Presidente della Repubblica del 30 giugno 1965, n. 1124).
Risarcimento danni: malattia professionale tabellata
Una malattia tabellata solleva il lavoratore dell’onere della dimostrazione dell’origine professionale della malattia stessa. Ciò consente all’ammalato di ottenere il riconoscimento di malattia professionale per il solo fatto di aver presentato denuncia all’Ente nei termini di indennizzabilità. Affinché dunque una malattia sia riconosciuta di sicura origine professionale e che sussista la presunzione legale d’origine, è necessario che:
- la malattia sia indicata in una delle due tabelle INAIL esistenti: una per l’industria, l’altra per l’agricoltura;
- il lavoratore sia stato adibito ad una delle lavorazioni comprovate essere all’origine della patologia;
- la malattia sia denunciata all’INAIL entro un determinato periodo dalla cessazione dell’attività a rischio (il periodo massimo di indennizzabilità è riportato nelle tabelle stesse).
Malattie professionali non tabellate
Per quanto riguarda invece le malattie professionali non tabellate, cioè quelle non presenti nelle tabelle INAIL, sussiste un sistema misto (consolidato nella sentenza della Corte Costituzionale n. 179/1988) per il quale il lavoratore ha la possibilità di dimostrare l’origine professionale della malattia.
L’articolo 10 del decreto legislativo n. 30/2000 ha introdotto le modalità di revisione e aggiornamento delle tabelle allegate al Testo unico, istituendo:
- una commissione scientifica che periodicamente si riunisce e propone l’aggiornamento dell’elenco dopo un’attenta valutazione delle evidenze scientifiche;
- un registro delle malattie causate dal lavoro presso la banca dati dell’INAIL, reso accessibile a tutti gli organismi preposti alle funzioni di sicurezza sul lavoro e ricerca sanitaria.
Benefici INAIL in caso di malattia professionale
L’INAIL prevede tutta una serie di benefici di carattere riabilitativo, sanitario ed economico per coloro abbiano contratto una malattia professionale direttamente riconducibile all’esposizione lavorativa.
All’asbestosi e alla silicosi come malattie professionali è dedicata una normativa a parte. Chi contrae queste due malattie ottiene il riconoscimento di malattia professionale tabellata, anche se non è stato addetto alle specifiche lavorazioni ritenute causa delle patologie. Si ritiene, infatti, che entrambe le malattie siano strettamente connesse al tipo di lavorazione in quanto tale.
In caso di silicosi ed asbestosi l’INAIL indennizza anche:
- le conseguenze indirette della malattia, contrariamente alle altre patologie professionali, di cui è quantificato solo il danno diretto;
- non prevede un termine massimo d’indennizzabilità per la denuncia;
- revisiona la rendita connessa a queste patologie in modo continuativo nel tempo, senza i termini cui sono soggette la altre patologie.
Patologie asbesto correlate lista I dell’INAIL
Qui di seguito trovate tutte le patologie asbesto correlate inserite nella lista I dell’INAIL, ovvero che l’INAIL considera determinate da esposizione ad amianto con elevata probabilità.
Chi contrae una malattia che compare in questa lista ha diritto al riconoscimento della malattia professionale, e quindi, all’indennizzo INAIL. Esse si distinguono tra infiammazioni da asbesto (asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici) e vere e proprie neoplasie.
L’asbestosi: patologia asbesto correlata
L’asbestosi polmonare è una malattia respiratoria cronica che è causata esclusivamente dalle fibre di amianto. Ha un decorso progressivo, con complicazioni cardiache ed evolve eventualmente in tumore polmonare o mesotelioma pleurico.
I lavoratori esposti ad asbesto o amianto devono essere sottoposti a controlli sanitari periodici per favorire la diagnosi precoce dell’asbestosi, permettendo una terapia e cura tempestiva e più efficace (prevenzione secondaria).
In cosa consiste l’asbestosi? I macrofagi alveolari nel tentativo di fagocitare fibre inalate rilasciano citochine e fattori di crescita che provocano infiammazione, il danno ossidativo, la deposizione di collagene e infine la fibrosi. Il rischio è proporzionale all’entità delle esposizioni per intensità e durata, dal tipo, lunghezza e spessore delle fibre inalate, che costituiscono l’unico agente eziologico di questa malattia, a cui sono associate delle complicazioni cardiache e cardiovascolari.
Questa patologia, contemplata nella lista I dell’INAIL con agente eziologico asbesto, deve essere sempre indennizzata (indennizzo inail danno biologico), con il diritto all’integrale risarcimento dei danni a carico del datore di lavoro.
Placche ed ispessimenti pleurici
Le placche pleuriche sono lesioni della pleura (la membrana sottilissima che riveste i nostri polmoni). Queste lesioni di natura cicatriziale vengono diagnosticate attraverso RX e TC del torace. Non necessariamente esse evolvono, nel corso degli anni, in lesioni pericolose per la vita, ma devono essere tenute sotto controllo, anche quando asintomatiche, per scongiurare l’evoluzione in mesotelioma (tumore maligno della pleura).La presenza delle placche pleuriche segnala incontrovertibilmente l’esposizione prolungata alle fibre di amianto. Queste patologie debbono essere indennizzate dall’INAIL, perché contemplate nella lista I.
In molte occasioni l’ente previdenziale stima il danno provocato dalle placche e dagli ispessimenti pleurici quali infermità inferiori al 6%, e quindi non indennizza il danno biologico. In questo caso l’avente diritto può ricorrere in sede amministrativa e in sede giudiziaria, chiamando in causa anche il datore di lavoro, comunque obbligato al risarcimento dei danni differenziali e complementari nel caso di indennizzo INAIL, ovvero all’integrale risarcimento di tutti i danni, patrimoniali e non patrimoniali, anche nel caso di applicazione della franchigia INAIL, per un danno biologico inferiore al 6% (Cass. Sez. Lav., n. 2491/2008).
Il tumore al polmone causato dall’amianto
Il tumore al polmone è una neoplasia che si sviluppa a livello dei polmoni. È contemplato nella Lista I dell’INAIL delle malattie asbesto correlate, la cui origine lavorativa è di “elevata probabilità” sia nella sua forma di adenocarcinoma che di microcitoma.
L’esposizione all’amianto può agire in sinergia e potenzia gli effetti del fumo di tabacco (sinergismo). Nel caso in cui il lavoratore dimostri la presenza di asbesto nell’ambiente lavorativo, anche nel caso in cui fosse un fumatore, ha diritto all’indennizzo INAIL.
Il tumore della laringe causato dall’amianto
Il tumore della laringe è un tumore della gola, ovvero una neoplasia che si sviluppa nella gola e precisamente a livello della laringe. L’amianto può essere una delle cause di tumore alla laringe. Il tumore della gola è una neoplasia considerata dalla Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) tra le neoplasie causate dall’asbesto.
Esso non è riscontrabile solo nei pazienti che hanno lavorato nel corso della vita a diretto e consapevole contatto con l’amianto, ma anche in tutte quelle situazioni in cui il paziente non ne è stato consapevole come nei casi di esposizione ambientale ed esposizione professionale inconsapevole.
Il mesotelioma: patologia asbesto correlata
Il mesotelioma è un tumore maligno provocato esclusivamente dall’esposizione ad amianto. Colpisce le sierose. Nella quasi totalità dei casi, questa neoplasia si verifica soprattutto a causa di un’esposizione professionale prolungata alle sottilissime fibre di amianto. L’INAIL ha inserito il mesotelioma nella lista I, con riferimento all’agente eziologico asbesto, che ne costituisce la causa esclusiva (patologie asbesto correlate monofattoriali), secondo la legge della dose cumulativa e cioè della dose dipendenza, con rilevanza di tutte le esposizioni in modo proporzionale alla loro intensità e durata (nesso causale mesotelioma).
Per tali motivi, in caso di insorgenza di mesotelioma, che fosse riconosciuto di origine professionale per la presenza della noxa nell’ambiente lavorativo, la vittima ha diritto, prima di tutto all’indennizzo INAIL, reversibile al coniuge e agli altri aventi diritto (risarcimento danni amianto eredi defunto), e poi all’integrale risarcimento di tutti i danni (Cass., Sez. Lav., 18503/2016; Cass. Sez. Lav., 15165/2019).
Il cancro alle ovaie causato dall’amianto
Il cancro alle ovaie è una neoplasia che si sviluppa a livello delle ovaie. Secondo l’ultima monografia rilasciata dallo IARC (International Agency for Research on Cancer) l’amianto è un agente eziologico in grado di provocare non solo il carcinoma ovarico, ma anche altri tipi di tumore ginecologico in seguito all’esposizione a polveri di asbesto per motivi professionali e non.
Il tumore alle ovaie figura nella Lista I dell’INAIL con altre malattie asbesto correlate la cui origine lavorativa è di “elevata probabilità” e come tale deve essere indennizzata dall’INAIL (indennizzo INAIL danno amianto). In più, le vittime hanno diritto all’integrale risarcimento del danno ( risarcimento malattia professionale amianto).
Risarcimento malattia professionale amianto (lista II e III)
Nella Lista II sono comprese le malattie causate dall’amianto la cui origine lavorativa è considerata di limitata probabilità dall’INAIL. Non vi è la presunzione legale di origine, quindi il paziente che è affetto da una di queste patologie deve dimostrare la loro eziologia professionale per ottenere il risarcimento danni (rendita e/o indennizzo INAIL amianto, se il grado di invalidità riconosciuto è inferiore al 16% – malattia professionale INAIL punteggio).
Essendo in questo caso più complicato ottenere il riconoscimento della eziologia professionale, l’assistenza medica e legale dell’ONA, diventa di fondamentale importanza per fornire la prima certificazione di malattia professionale e per rispondere legalmente al rigetto da parte dell’INAIL di riconoscimento di malattia professionale.
Nella lista II dell’INAIL compaiono:
La lista III comprende solo il tumore all’esofago la cui origine lavorativa è ritenuta possibile.
Risarcimento malattia professionale amianto tabellate
Le fibre killer di amianto non sono l’unica sostanza cancerogena che può causare malattie lavorative che danno il diritto al risarcimento dei danni. Qui di seguito riportiamo l’elenco delle malattie tabellate dell’INAIL.
Le malattie professionali tabellate, come dicevamo più su, sono contenute in un elenco allegato al DPR n. 1124/1965, aggiornate da ultimo dal decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali del 10 giugno 2014. Ogni patologia ha un proprio codice identificativo e sono divise in tre liste (Lista I, in cui sono riportate le malattie la cui origine lavorativa è di elevata probabilità, Lista II contenente le malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità e Lista III che racchiude le malattie la cui origine lavorativa è possibile.
Risarcimento malattia professionale amianto: agenti
Nella Lista I, oltre alle malattie asbesto correlate, ci sono le malattie provocate con elevata probabilità da agenti chimici, come quelle derivanti da piombo (anemia, encefalopatia), rame (congiuntivite, asma bronchiale), anidride solforosa(tracheobronchite), cloruro di vinile (fibrosi polmonare, epatopatia fibrotica), silice libera cristallina (silicosi polmonare), ossidi di ferro (siderosi), stagno (stannosi), alluminio (alluminosi), cotone (bissinosi).
Inoltre, vi sono malattie che possono essere provocate da agenti chimici, derivanti da fibre minerali (tracheobronchite), fibre vetrose e minerali (tracheobronchite), quelle provocate da olii minerali (dermatite follicolare), radiazioni ionizzanti (radiodermiti), radiazioni solari (cheratosi attiniche), radiazioni infrarosse (eritema permanente), da arsenico (tumore della cute, tumore del polmone, tumore della vescica), cromo (tumore del polmone), composti del nichel (tumore del polmone, tumore delle cavità nasali, tumore deiseni paranasali), fuliggine (tumore della cute, tumore del polmone), pece di catrame e catrame di carbone (tumore della cute e tumore del polmone).
La Lista II, oltre alle malattie asbesto correlate, ospita le malattie da agenti chimici come anadride trimellitica (alveoliti allergiche estrinseche), cloruro di polivinile (granulosi polmonare), formaldeide (tumore delle cavità nasali, tumore dei seni paranasali) e benzene (leucemia linfoide, linfoma non hodgkin, mieloma multiplo).
Nella Lista III ci sono le malattie provocate da agenti chimici come la silice libera cristallina (poliangite microscopica), fibre ceramiche (fibrosi polmonare), cloruro di vinile (tumore del polmone, tumore cerebrale, tumori del sistema emolinfopoietico), cobalto e suoi Sali (tumore del polmone).
Consulenza gratuita per le vittime di amianto
Gli avvocati dell’assistenza legale ONA forniscono un primo consulto legale online ai cittadini. Si può farne richiesta attraverso il form attraverso il numero verde 800 034 294.
Tutti coloro che nel corso della loro vita o della loro professione sono stati esposti ad amianto possono richiedere una consulenza medica e legale ONA.
In seguito ad una prima consulenza, l’ONA vi assisterà nella richiesta di risarcimento malattia professionale amianto con tutti i danni. Infatti, le prestazioni previdenziali, sono solo indennizzi, ed è sempre dovuto il risarcimento.