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sabato, Aprile 26, 2025
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Morte per diagnosi errata: Asl condannata a risarcire

diagnosi errata

Errore medico: risarciti familiari del paziente deceduto

Errata diagnosi: confondono i sintomi di una leucemia con quelli di una colica renale. Per questo, perde la vita S.M., a soli 26 anni. Secondo la mia visione giuridica, anche in caso di perdita di chance sussiste la responsabilità e l’obbligo risarcitorio. Il caso in esame era stato trascurato anche dopo la morte del paziente. Grazie al supporto medico legale, e allo staff del mio studio (Studio Legale Bonanni), ho potuto dimostrare l’errore medico.

La ASL Roma 6, già Roma H, ha trascurato le mie sollecitazioni e quindi ho dovuto ricorrere al Giudice. Da qui, la condanna del Tribunale di Velletri.

Tribunale di Velletri: risarcimento record per diagnosi errata

Un errore medico, una diagnosi errata che ha portato alla morte, in soli cinque giorni, S.M., 26 anni di Anzio. La asl Roma H è stata condannata, con sentenza del Tribunale di Velletri, al pagamento di quasi ottocentomila euro. Questo importo è stato nel frattempo corrisposto. Infatti, in seguito al pignoramento, i familiari della vittima hanno ricevuto le somme dovute.

“Negligenza e imperizia medica non hanno consentito al paziente di avere un rallentamento nel decorso della malattia, privandolo dunque di avere una sopravvivenza più lunga e una migliore qualità della vita”.

Questa in sintesi la sentenza con la quale la ASL Roma H, ora Roma 6, è stata condannata al risarcimento record, che con gli interessi, ha sfiorato il milione di euro.

Leucemia fulminante: il paziente poteva essere salvato

Secondo quanto sostenuto dal medico legale di parte, qualora il paziente fosse stato trattato e stabilizzato, il decorso della malattia sarebbe stato bloccato. In ogni caso, quantomeno rallentato.

La malattia ematologica acuta, leucemia fulminante, è stata non diagnosticata dai sanitari dell’Ospedale di Anzio. Avevano, infatti, diagnosticato una semplice ‘colica renale’.

Certamente, un errore medico: la negligenza, imprudenza ed imperizia, che è costata la vita ad un giovane di 26 anni. Sì, perché S.M. aveva appena 26 anni, rientrato in casa, dopo due giorni, è sprofondato nel coma. Eppure, “i sintomi della leucemia erano chiaramente evidenti e la neoplasia facilmente diagnosticabile. Tuttavia, senza alcun esame strumentale, il paziente è stato dimesso, senza la presa in carico”, così, il medico legale di parte.

Diagnosi errata: fatale il ritardo nella diagnosi e delle cure

Un gravissimo errore medico costato la vita ad un ragazzo di appena 26 anni. S.M., quindi, è morto proprio per la negligenza dei medici in servizio al pronto soccorso dell’ospedale di Anzio e Nettuno. Il giorno in cui è arrivato con forti dolori all’addome doveva essere immediatamente trattato e stabilizzato.

Una diagnosi errata e ritardata che non ha permesso al giovane, che avrebbe potuto avere ancora tanti anni da vivere, tanti anni da potere dare e ricevere amore, di essere sottoposto a trasfusioni di plasma e piastrine. Questo trattamento avrebbe sicuramente permesso la sopravvivenza, ovvero maggiori chance di sopravvivenza, certamente maggiore a 5 giorni.

Una storia straziante: il paziente è dimesso senza cure

E’ il 4 dicembre di qualche anno fa. L’aria è gelida, le temperature quasi vicino lo zero. Si comincia a respirare aria di festa. Il Natale è vicino. Stefano è a casa. All’improvviso accusa lancinanti dolori all’addome. Spasmi che gli tolgono il respiro. Non ce la fa a resistere.

Stefano è giovane, solare, pieno di vita, non è ipocondriaco. Sta male sul serio. E’ in quel preciso momento che comincia il count down dei suoi ultimi cinque giorni.

Stefano è sorretto dai genitori. Sale in macchina e, insieme ai suoi affetti più cari, raggiunge il pronto soccorso dell’ospedale di Anzio e Nettuno. I medici lo visitano e poco dopo lo dimettono.

Sospetta colica reale sinistra”, questa la diagnosi. La cura? Antibiotici e riposo.

Diagnosi errata: il paziente in coma

Dopo due giorni S.M., mentre era a riposo a casa, come ‘prescritto’ dai medici dell’Ospedale di Anzio e Nettuno, perde conoscenza. Entra in un coma profondo dal quale non ne esce più perché muore dopo due giorni di ricovero nel reparto di rianimazione della casa di cura Città di Aprilia, trasportato d’urgenza nella struttura dai sanitari del 118. E’ nel pronto soccorso della clinica che i camici bianchi diagnosticano unaleucemia mieloide acuta.

Una patologia grave che sarebbe potuta essere accertata con un banale emocromo. Analisi di laboratorio, dunque, come stabilito dalle perizie mediche che hanno indotto il Tribunale di Velletri a pronunciare sentenza di condanna, riconoscendo quindi responsabilità medica, che avrebbero permesso la diagnosi.

Infatti, i risultati degli esami clinici, o meglio dell’emocromo, avrebbero evidenziato la leucemia. Infatti, sarebbero risultate completamente alterate. Così, avrebbero quindi messo in allerta i medici, capendo subito che la diagnosi di “sospetta colica renale” non poteva che essere errata.

Vittima di diagnosi errata: danno al paziente

S.M. con una patologia così grave non avrebbe potuto avere una vita lunghissima. Ma senza quel maledetto errore diagnostico, Stefano avrebbe sicuramente potuto avere la possibilità di essere sottoposto a trasfusioni di sangue e di piastrine. Un iter che permette ai malati ematologici di poter affrontare anche diversi cicli di chemioterapia. Ma tutto questo non è avvenuto a causa di una diagnosi errata.

E poi chissà se la vita avrebbe potuto riservargli anche una rinascita con un trapianto o un autotrapianto midollare. Chi può più dirlo, ora! A Stefano però, tutto questo è stato negato. Dai primi dolori, a chiudere per sempre gli occhi sono solo trascorse 120 ore. Le ultime, le più lunghe e interminabili che mamma e papà difficilmente dimenticheranno.

Lo squarcio nei cuori dei genitori, quella ferita che ha devastato la loro anima, rimarrà aperta per sempre. Un figlio non si dimentica. Un figlio continui ad amarlo anche non potendolo più accarezzare.

Diagnosi errata e risarcimento medico

Il diritto alla salute è il presupposto per l’esercizio di tutti gli altri diritti. Infatti, non vi può essere l’esercizio del diritto di libertà, piuttosto che del diritto al lavoro, se non si è in piena efficienza psicofisica. A maggior ragione, nel caso di S.M., che ha perso la vita proprio perché non è stato stabilizzato.

Recentemente tutta la normativa, in materia di responsabilità medica, ha trovato un definitivo assetto proprio in seguito alla c.d. Legge Gelli Bianco. Si tratta del riordino normativo di tutta la complessa materia della responsabilità medica, anche oltre la problematica del ritardo diagnostico.

Proprio il ritardo diagnostico è  uno dei temi fondamentali per quanto riguarda la responsabilità medica nei casi di mesotelioma, diagnosticati in ritardo. Questi profili sono stati attenzionati dall’ONA, che poi ha proseguito con la tutela anche per altri casi di errore medico.

Responsabilità medica in caso di diagnosi errata

Nel caso in cui ci si trovi di fronte ad errore diagnostico ed anche al ritardo nella diagnosi, sussiste il diritto al risarcimento di tutti i danni. Infatti, nel caso di S.M. il Tribunale di Velletri ha accolto la domanda di risarcimento del danno.

Il profilo più rilevante è proprio quello della responsabilità contrattuale della struttura sanitaria, cui si aggiunge quello extracontrattuale.

Quindi, il paziente che subisce un danno può chiederne il risarcimento integrale. I danni risarcibili sono sia quelli non patrimoniali che patrimoniali.

Tra i primi, vi è il danno biologico, quello morale e quello esistenziale. Poi ci sono i danni economici. Inoltre, in caso di decesso, i familiari hanno diritto alla liquidazione di quanto maturato dal loro congiunto.

Risarcimento danni, diagnosi errata, errore medico

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, tutela quindi, anche i pazienti, senza dimenticare poi il ruolo importante dei medici, per l’assistenza sanitaria. In questa triste esperienza del Covid-19, il sistema sanitario nazionale e i sanitari hanno dato prova di capacità e dedizione. Per questi motivi, le azioni sono sempre intentate contro la struttura sanitaria e solo per ottenere il risarcimento del danno, in casi di effettiva responsabilità.

Consulenza, risarcimento danni diagnosi errata

Proprio perché non si può dimenticare il ruolo fondamentale dei medici, in particolare durante la pandemia Covid-19, nella quarta ondata del gennaio 2022, è necessario circoscrivere l’azione.

In sostanza, agire solo nei casi in cui vi sia un’effettiva responsabilità. Per questi motivi, si può approfondire sul tema malasanità proprio in questo sito.

Chiedi la tua consulenza legale gratuita errore medico, facendone richiesta scritta all’Associazione. Otterrete, gratuitamente, la consulenza legale gratis errore medico, con un parere completo con le norme ed i riferimenti giurisprudenziali. Così, in questo modo, sarà possibile orientarsi e determinarsi per agire per la tutela di diritti.

Diagnosi errata malattie amianto: tutela medica e legale

Nei casi di malattia asbesto correlata, in particolare in caso di mesotelioma, con ritardo diagnostico, è chiaro che c’è responsabilità. Ho, infatti, sempre sostenuto che la diagnosi precoce è fondamentale. L’esperienza mi ha dato sempre ragione. Sono centinaia i casi per i quali la diagnosi precoce ha evitato il peggio. In particolare, nei casi di mesotelioma e di tumore del polmone.

Infatti, per legge, coloro che sono stati esposti a cancerogeni, in particolare ad amianto, hanno diritto alla c.d. sorveglianza sanitaria. Il tutto, come stabilito dall’art. 259 del D. Lvo 81/08 (testo unico sulla sicurezza sul lavoro).

In questo modo, con queste misure di c.d. prevenzione secondaria, è possibile attenuare gli effetti delle esposizioni pregresse.

Per chiedere assistenza medica e legale ci si potrà rivolgere all’Associazione ONA: Tutela Legale ritardo diagnosi malattie asbesto correlate.

La tutela dei sanitari, vittime del Covid-19

In ogni caso, l’ONA supporta tutti i cittadini, dal punto di vista medico e legale. Con il recente Governo Draghi, sono stati implementati i fondi della sanità pubblica. Però, questo non è sufficiente. E’ indispensabile valorizzare il nostro personale medico e paramedico, adeguare le retribuzioni.

Per i nostri numerosi medici, infermieri ed altro personale medico che hanno subito danno per l’epidemia Covid-19, necessario anche il riconoscimento di vittima del dovere.

In questo momento particolare, se si fa riferimento ad una sentenza del Tribunale che condanna delle strutture sanitarie, non si può non ricordare il sacrificio dei nostri sanitari.

Questo non lo possiamo dimenticare. Ecco perchè, già nel marzo del 2020, quando cominciavano a morire con i loro pazienti, ne ho invocato la tutela.

Tanto è vero che, anche nella trasmissione di ONA Tv “lavoratori e tutele nell’era del coronavirus”, ne abbiamo parlato.

Mi sembra doveroso ed onesto, ricordare anche la memoria di tutti i nostri caduti nella guerra al Covid-19, che non si è ancora conclusa.

Papa Francesco: sempre dalla parte degli ultimi

Papa Francesco
Papa Francesco

Un uomo che ha dedicato la sua intera vita al servizio degli ultimi, dei poveri, di coloro invisibili. Non si è mai risparmiato nella denuncia dei mali che affliggono la società, e più in generale l’intera umanità. Papa Francesco, dallo stile sobrio e concreto, anche per i suoi modi di fare è riuscito a parlare anche alle nuove generazioni, rimanendo impresso nella mente di molti.

Sono migliaia i fedeli che si sono radunati in Piazza San Pietro oggi, 26 aprile 2025, per partecipare ai funerali di Papa Francesco. L’evento vede la partecipazione di capi di Stato e delegazioni internazionali. A presidiare le esequie è il decano del Collegio cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re. I concelebranti sono 980, fra cardinali, vescovi e sacerdoti, ci sono poi 200 ministri della Comunione e oltre 4 mila presbiteri. Dopo la messa esequiale ci sarà la traslazione della salma nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Il feretro sarà tumulato in una tomba semplice tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza, nel rispetto delle volontà espresse da Bergoglio.

Grande afflusso per i funerali di Papa Francesco

Non solo in Piazza San Pietro, migliaia di persone si sono radunate anche davanti a Santa Maria Maggiore, dove il feretro arriverà per le 12 circa. Si tratta della tappa finale del percorso che effettuerà Papa Francesco, con un copioso corteo, a seguito della cerimonia funebre. Pellegrini, gruppi di scout, gente comune, sono già dietro le transenne per aspettare il carro. Il pontefice sarà tumulato proprio a Santa Maria Maggiore. Imponenti le misure di sicurezza, presenti forze dell’ordine e volontari della Protezione civile. La piazza è blindata e anche i numerosi giornalisti, di tutte le parti del mondo, sono in un’apposita area allestita per l’occasione. 

Le dichiarazioni di Ezio Bonanni, presidente ONA

Anche il Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA APS ha ricordato il Pontefice e il suo messaggio pastorale espresso in modo particolare con la Laudato Sì. Il concetto di ecologia integrale è giustizia sociale, senso etico e morale. Si affronta il tema della cura della casa comune, cioè del nostro pianeta.

Questa enciclica si ispira al Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi. L’ecologia ha la sua dimensione ambientale, economica, spirituale e sociale. Il Papa denuncia con chiarezza l’inquinamento, il cambiamento climatico, la perdita della biodiversità e l’ingiustizia sociale che spesso colpisce i più poveri, che sono i primi a subire le conseguenze del degrado ambientale. La novità dell’approccio è l’invito a un’“ecologia integrale”, che supera la separazione tra uomo e natura e sottolinea la connessione tra le crisi ambientali e le crisi etiche e spirituali del nostro tempo.

Papa Francesco invita tutti – credenti e non credenti – a un cambiamento radicale dello stile di vita e a una conversione ecologica, fondata sulla sobrietà, la solidarietà e la responsabilità verso le generazioni future. La Laudato Sì è un documento profetico che unisce fede, scienza e impegno civile, diventando una voce autorevole nel dibattito globale sulla sostenibilità e sul futuro del pianeta. È un richiamo urgente ad agire, prima che sia troppo tardi.

Codice crisi d’impresa e insolvenza, abbattimento dello stigma e dell’amianto (Video)

Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza

“Lo stigma legato al fallimento imprenditoriale è stato, per lungo tempo, vissuto come una terribile  condizione colpevolizzante. È grazie al superamento di questo paradigma attraverso il significante giuridico (e significato) di “liquidazione” in ambito aziendale che è stato possibile un cambiamento significativo nelle percezioni culturali, legali e sociali.” E’ uno degli argomenti affrontati nel cuore dell’Antica Biblioteca dell’Università degli Studi Link, lo scorso 23 aprile 2025. Al centro dell’incontro il suo libro dal titolo il Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza, curato dall’Avv. Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno, edito da Duepuntozero Edizioni, con il sostegno dell’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA APS e dell’Avv. Ezio Bonanni.

Il libro: un punto di riferimento per i professionisti

L’opera di Bonanni Saraceno presenta una disamina completa sui principi regolatori e sulla normativa contenuta nel codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza alla luce delle novità introdotte dal d.lgs. 14 settembre 2024, n. 136 (c.d. correttivo ter). Uno strumento completo per i professionisti con un’approfondita trattazione sulle singole norme, necessaria per orientarsi tra i vari istituti, le fattispecie sostanziali e processuali, oltreché sulla complessa e variegata casistica relativa alla crisi d’impresa.

Il sapere come responsabilità

Giuseppe Daloiso, CEO di Duepuntozero Edizioni, ha ricordato che anche l’editoria specialistica partecipa alla costruzione del sapere: un sapere che sostiene il lavoro dei professionisti e la diffusione della cultura giuridica.
Illuminante il punto di vista di del Dott. Francesco Bonanni docente all’Università Sapienza di Roma ha effettuato una introduzione sulla nascita del capitalismo e sulla necessità di rivedere l’attendibilità delle posizioni del sociologo Max Weber.

Crisi come processo

Non si è trattato soltanto di un evento giuridico, ma di un vero e proprio momento di riflessione collettiva sulla funzione dell’impresa e sul valore umano e sociale della giustizia. La presenza di avvocati, magistrati, economisti e rappresentanti delle istituzioni ha dato voce a una molteplicità di sguardi che hanno attraversato la complessità della crisi d’impresa.

L’Avv. Gianni Di Matteo ha chiarito che la crisi va affrontata riconoscendo limiti e possibilità, promuovendo soluzioni che portino a nuova vitalità, anche fiscale, grazie alla ripresa dell’attività produttiva.

Un passaggio epocale per il superamento dello stigma

“Il cambio della terminologia da fallimento e liquidazione è fondamentale nel senso del superamento dello stigma del fallimento derivante da una situazione che può essere fisiologica nello svolgimento di un’attività imprenditoriale.” ha affermato il Prof. Avv. Vincenzo Sanasi d’Arpe, esperto in amministrazione straordinaria e amministratore delegato della CONSAP, nonché attuale amministratore delegato della CONSAP

Un testo prezioso e necessario

Il Dott. Enea Franza (CONSOB) ha riconosciuto nel libro “un punto di riferimento degli operatori del diritto pur nel carattere interdisciplinare”, mentre il Dott. Giancarlo Sestini (Mediterranea S.p.A.) ha posto l’accento sugli strumenti concreti offerti dal nuovo Codice per la gestione della crisi.

La voce delle istituzioni

Il Senatore Pierantonio Zanettin, intervenuto da remoto, ha annunciato una proposta normativa che prevede l’autorizzazione preventiva del Tribunale per le ispezioni della Guardia di Finanza, segno di una volontà di equilibrio tra garanzie e controlli.
Il Dott. Renato Loiero ha ribadito “il ruolo centrale delle istituzioni e l’evoluzione della normativa in rapporto alla giurisprudenza”.
L’Avv. Alessandro Graziani, Consigliere Segretario dell’Ordine degli Avvocati di Roma, ha rimarcato “il ruolo centrale dell’Avvocatura nella gestione della crisi d’impresa”.

Il messaggio dell’Avv. Ezio Bonanni: impresa e funzione sociale

L’Avvocato Ezio Bonanni, instancabile nella lotta alle ingiustizie, ha scritto la storia della giurisprudenza con la vittoria di sentenze di valenza mondiale nella lotta all’amianto. In un passaggio carico di significato ha affermato:
“ Fare impresa non può essere contrapposta ad un’idea di ecologia, rispetto dell’ambiente e della dignità della persona umana come anche sancito dalla Costituzione. E’ importante superare vecchi concetti come lo scontro della lotta di classe tra lavoratore e padrone che si rifanno a ideologie ottocentesche. Dovremmo trovare dei parametri anche per la crisi d’impresa che debba tener conto anche di concetti etici coerenti con la nostra tradizione giudaico-cristiana. Vanno tutelati i posti di lavoro, come nel caso Parmalat, e l’aiuto agli imprenditori per risolvere momenti di crisi. Rimane fondamentale il diritto alla salute, anch’esso tutelato dalla Costituzione.
Attraverso le sue parole, l’amianto diventa simulacro del male assoluto da combattere.
“Abbiamo portato avanti le nostre battaglie coerentemente con questi valori che tutelano sia le imprese che i lavoratori. Il testo di Bonanni Saraceno segna un decisivo punto di svolta.” Ha dichiarato ‘Avvocato che ha inoltre indicato come modello di riferimento valoriale Papa Francesco, venuto dolorosamente mancare due giorni prima.

Tra il pubblico anche la cantante lirica Lucia Rubedo supporto di ONA – Osservatorio Nazionale Amianto.

Ezio Bonanni – ONA

Il punto di vista di Matteo Villanova, Università Roma Tre

Il Professore Matteo Villanova ha evidenziato l’importanza di modelli identitari valoriali e del ruolo primario dell’educazione tramite l’esempio. Un intervento significativo sull’etica della comunicazione e l’importanza della formazione dell’individuo, cellula di uno Stato che non dovrebbe essere orientato al profitto ma alle singole identità. “Il fallimento dell’educazione è il fallimento della politica interna e quando quest’ultima fallisce nel rapporto con altri Stati si arriva alla Guerra. La trasmissione televisiva che enfatizza il furbo ha una responsabilità. Vorrei una comunicazione dove chi non paga il biglietto non teme la multa, ma perché vuole contribuire al funzionamento dello Stato”.

Dott. Fabio Massimo Gallo: c’era una volta l’art. 18

L’abolizione dell’articolo 18 e l’introduzione del Jobs Act sono stati spesso presentati come mezzi verso una maggiore flessibilità del mercato del lavoro, ma sono stati passaggi volti allo smantellamento dei diritti dei lavoratori. L’articolo 18, che garantiva la reintegra nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo, rappresentava un’importante forma di tutela per i dipendenti, specialmente contro i licenziamenti arbitrari o discriminatori. La sua eliminazione ha reso più semplice il licenziamento e ha limitato le garanzie in particolare per i lavoratori con contratti precari o a termine. Nel ha parlato il Magistrato e Presidente di Sezione Lavoro presso la Corte d’Appello di Roma Fabio Massimo Gallo.

Fabio Massimo Gallo

Melissa Trombetta, riflessioni su Criminologia e crisi d’impresa

“Parlando di crisi d’impresa, il mio compito all’interno dell’Osservatorio Nazionale Amianto riguarda principalmente reati ambientali. Ciò che mi ha colpito oggi è stato il grande spazio dato alla didattica” ha affermato la criminologa Melissa Trombetta.

Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno, l’autore della necessità del superamento

“Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno dimostra non solo una straordinaria competenza giuridica, ma anche una rara sensibilità umana.” Ha affermato ’Avv. Alessandra Finocchio (TIF) sottolineando la necessità e l’importanza di quest’opera didattica.

Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno


Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno è un avvocato iscritto all’Ordine degli avvocati di Roma. E’ gestore della crisi di impresa e da sovraindebitamento, oltre che legal advisor nelle procedure di risanamento aziendale. Ha inoltre, maturato significative esperienze professionali come consulente per diverse società finanziarie di rilievo nazionale e multinazionali. Attualmente svolge la sua attività legale nell’ambito del diritto societario, bancario e assicurativo, altresì specializzato nell’attività giudiziale a tutela delle vittime di amianto e del dovere per il riconoscimento del risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale.

Il fallimento come possibilità

Saraceno Bonanni attraverso un’analisi lucida e appassionata, ha guidato i presenti nel riconoscere come il fallimento non debba essere considerato un marchio d’infamia, bensì una tappa possibile e a volte necessaria nel percorso di chi osa innovare, rischiare e costruire. con coraggio e visione, ha saputo trasformare l’esperienza dell’insuccesso in un punto di partenza per riflettere su un sistema economico e culturale che troppo spesso punisce chi cade, anziché valorizzare chi ha il coraggio di rialzarsi. Il suo contributo è un invito potente a cambiare gli stereotipi: a vedere nell’imprenditore non un colpevole, ma un protagonista resiliente del progresso.

“L’uomo nasce dal verbo e già dal punto di vista biblico e religioso abbiamo ben chiaro quanto sia importante la parola. I latini dicevano “Verba Volant Scripta Manent” La forma è connessa alla sostanza. Oscar Wilde diceva che la forma è tutto, è il segreto della vita. Dietro ogni termine c’è un concetto, il significato. Oggi che non si usa più il termine fallire, ma liquidare porta a pensare che errare umanum est. Quando un cittadino muore dal punto di vista imprenditoriale, muore anche da un punto di vista esistenziale.” ha dichiarato Fabrizio Saraceno Bonanni durante l’intervista post evento.

Il linguaggio, come teorizzato da Malinowsky e Sapir-Worf, non descrive soltanto la realtà, la plasma. Se cambiamo il modo in cui chiamiamo un evento, cambiamo anche il modo in cui lo pensiamo, lo sentiamo e lo viviamo. Pensiamo ad esempio a quanti imprenditori si sono suicidati in seguito ad un fallimento d’impresa: questo testo diviene quindi importante testimone di una rivoluzionaria trasformazione salvifica.

Proteggere la Terra, salvare la vita: Papa Francesco sempre nel cuore (Video)

In un periodo storico che sembrava aver smarrito la bussola spirituale, arrivò un uomo semplice, con il nome di un Santo povero e la voce ferma di chi ha camminato nel dolore del mondo. Jorge Mario Bergoglio, nato nel 1936 a Buenos Aires da una famiglia di emigrati piemontesi, divenne Papa Francesco per ricordarci che la Chiesa può parlare con umiltà e farsi ascoltare come un padre amorevole.

Scelse la misericordia come vessillo, la Terra come maestra, utilizzando la poesia e la sacralità del Vangelo da vivere con le scarpe impolverate e le mani tese verso gli emarginati. Diede voce agli ultimi silenzi, accarezzando la sofferenza e sfidando il potere.

Ha promosso il dialogo tra le religioni e ha cercato di costruire ponti con altre fedi per affrontare insieme le sfide globali, parlava agli uomini ma anche al Creato con compassione.

Ora che il suo corpo riposa, Papa Francesco è tornato a camminare a piedi nudi, lasciando l’idea di una “Chiesa povera per i poveri”, ed ha saputo enfatizzare la misericordia e l’inclusione. ​

Coerente con ciò che amava ripetere: “la mia gente è povera e io sono uno di loro”.

Una vita intera dedicata alla crescita culturale e spirituale

Già a soli 22 anni, entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù per poi laurearsi in filosofia presso il Collegio San Giuseppe di San Miguel, in Argentina. Successivamente, dal 1964 al 1965, ha insegnato letteratura e psicologia in due scuole, prima a Santa Fé e poi a Buenos Aires. La seconda laurea arriva nel 1970 in teologia e ne diventa professore e fondamentale il suo impegno nella formazione spirituale e accademica dei giovani gesuiti. Diviene vescovo nel 1992, nominato da Papa Giovanni Paolo, nel 1998 arcivescovo di Buenos Aires e cardinale nel 2001. Nel 2005, partecipa al Conclave che elegge Benedetto XVI. Ma è nel 2013, che Bergoglio viene eletto Papa lasciando un’impronta profonda nel cuore dei fedeli di tutto il mondo.

Quei ricordi struggenti passati alla Storia

Fin dal primo saluto dopo la sua elezione avvenuta il 13 marzo 2013, da Piazza San Pietro: “Buonasera!” si capì che qualcosa era cambiato. Papa Francesco rifiutava molte formalità: indossava scarpe semplici, scelse di vivere nella residenza di Casa Santa Marta anziché nei sontuosi appartamenti papali, e chiese ai fedeli di pregare per lui.

Dichiarò di vedere la Chiesa come un “ospedale da campo”, vicina ai feriti, avviando importanti riforme e prendendo con forza anche posizioni nette e scomode. La cosa peggiore che possa accadere nella Chiesa, affermò in diverse occasioni, “è quella che de Lubac definisce mondanità spirituale”, che consiste nel “mettere al centro se stessi”.

Uno dei momenti più indimenticabili accadde a Roma il 27 marzo 2020 in una sera piovosa, fredda, irreale. Normalmente gremita di fedeli, Piazza San Pietro quel giorno appariva deserta, spoglia, sospesa nel tempo. Il pianeta intero, sconvolto dalla pandemia di Covid-19, guardava in diretta le immagini di un Papa solo, fragile e determinato, che camminava a passo lento sotto una pioggia insistente, davanti all’altare posizionato sotto il portico della Basilica. Accompagnato dal silenzio assordante e dalla solitudine di un’umanità smarrita, rivolse al cielo una preghiera universale, carica di dolore ma anche di speranza: “Non lasciarci da soli”.  Per gli ammalati e i loro cari, per i medici e gli infermieri che lavoravano instancabili contro una malattia che non si conosceva e che mieteva vittime. In quel momento, Francesco fu il Pastore di un mondo ferito.

L’amianto come terreno di riflessione per una lotta comune

La sua enciclica “Laudato si’” non parla esplicitamente di amianto, ma il suo richiamo alla “cultura dello scarto” e alla necessità di una “conversione ecologica” colpisce al cuore questa guerra. Perché l’amianto non è solo una fibra mortale: è il simulacro e paradigma di un sistema che ha anteposto l’interesse alla vita. Quando il Pontefice invitava alla responsabilità collettiva verso il Creato, indicava una strada che unisce giustizia sociale, compassione etica e coraggio civile.
La lotta contro l’amianto trova quindi eco nel messaggio di Francesco, in quella Chiesa che si sporca le mani, si china sulla sofferenza, e non ha paura di farsi ascoltare.

L’Avv. Ezio Bonanni, presidente di Ona – Osservatorio Nazionale Amianto ha rilasciato un messaggio video per salutare con gratitudine il Papa:
“Il Papa della fratellanza e della pace, degli emarginati, dei malati, di chi è in difficoltà. Siamo in lutto e chiediamo al pontefice di darci una benedizione dall’alto. Ci hai scaldato i cuori, con la tua enciclica Laudato Sì di chiaro stampo francescano ma profondamente ancorata alle Sacre scritture, all’ecologia integrale. Questo vuol dire non lasciare indietro nessuno. Per questo motivo, papa Francesco, noi ti avremo sempre nel nostro cuore”.



“Papa Francesco ci ha lasciato”, la lettera di Ezio Bonanni per il Pontefice

Papa Francesco è deceduto questa mattina, lunedì 21 aprile 2025, alle ore 7:35, nella sua residenza di Casa Santa Marta in Vaticano. L’annuncio è stato dato dal cardinale Kevin Joseph Farrell, camerlengo di Santa Romana Chiesa.

Jorge Mario Bergoglio, nato a Buenos Aires nel 1936, è stato il primo pontefice gesuita e latinoamericano. Eletto nel 2013, ha guidato la Chiesa cattolica per oltre 12 anni, distinguendosi per il suo impegno verso gli ultimi, la riforma della Curia, la lotta contro gli abusi e la promozione di un dialogo aperto su temi sociali e ambientali. ​

Suprema attenzione alla misericordia, alla giustizia sociale e alla cura del Creato ha caratterizzato il suo Pontificato. Il Papa sarà sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore, in linea con il suo desiderio di semplicità. Infatti solitamente i Papi riposano a San Pietro.

La lettera in ricordo di un Papa “argine nella difesa della Madre Terra

Riportiamo la dedica dell’Avv. Ezio Bonanni, presidente di ONA – Osservatorio Nazionale Amianto al Pontefice. L’Associazione ha indicato più volte Papa Francesco come un importantissimo esempio da seguire ed inoltre, con la benedizione di Sua Santità, è partner del Comitato Amici di Papa Francesco. Le azioni di ONA, infatti, si intrecciano con il magistero di Papa Francesco in un punto essenziale: la difesa della vita umana, nella sua vulnerabilità e nella sua dignità.

“ Papa Francesco ci ha lasciato.
È tornato alla casa del padre Francesco, servitore dell’umanità e Santo.
Si, contro la guerra, per la pace, la felicità e la gioia di Dio in un mondo migliore. Niente più guerre, armi e distruzione. Aveva riaffermato con forza i valori dell’uomo, dell’essere umano.

L’amianto, l’uranio impoverito, gli altri veleni continuano ad uccidere e Papa Francesco ha rappresentato un argine fondamentale nella difesa della Nostra Madre Terra.

Laudato si’: l’ecologia e l’ambiente sono diventati il nuovo paradigma di giustizia etica e sociale.
Quell’enciclica ha segnato la svolta per un nuovo percorso, che dobbiamo continuare a sostenere.

Come persona, come famigliare di vittima dell’amianto e come Osservatorio Nazionale Amianto abbiamo avuto in Papa Francesco il più grande alleato e fonte di forza, luce e speranza.
Si, speranza nella vita, speranza in un mondo migliore senza guerre e sperequazioni.

Papa Francesco  sarai sempre nei nostri cuori, nelle nostre anime e nelle nostra preghiere.
Ti chiediamo di benedirci dall’alto, insieme ai nostri cari.”

Il saluto di Papa Francesco



Malattie autoimmuni: possibile induzione da amianto?

Un anfibolo (verde) scattato del dipartimento di Geologia dell'università di Padova, 2018, ph Wikipedia Commons

Uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Autoimmunity Reviews ha acceso i riflettori su un possibile collegamento tra esposizione all’amianto di tipo anfibolo e lo sviluppo di malattie autoimmuni sistemiche, come il lupus, la sclerodermia e l’artrite reumatoide.

Tra le malattie riconosciute provocate dall’amianto vi è l’asbestosi e tumori come mesotelioma e vari tipi di cancro.

Inoltre vi sono possibili correlazioni con altre patologie che colpiscono il sistema nervoso centrale e cardiovascolare ed altre malattie.
L’Avv. Ezio Bonanni, presidente di ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, oltre a battersi da decenni con abnegazione contro questo pericoloso materiale e per le vittime del dovere, ha effettuato numerose pubblicazioni. Queste riguardano la strage di decessi causati da questo pericoloso minerale.

Insieme al Prof. Ugazio ha affrontato, tra le varie patologie già menzionate, il tema della Sensibilità Chimica Multipla – MSC e possibili connessioni con l’amianto.

La ricerca: l’amianto anfibolo come fattore scatenante ambientale per le malattie autoimmuni sistemiche di Jean C. Pfau, Brett McLaurin, Brenda J. Buck, Frederick W. Miller

Al momento è necessario sottolineare che stiamo riportiamo semplicemente la notizia pubblicata su Science Direct, in quanto la ricerca è ancora agli inizi ed avrà bisogno di ulteriori passaggi per essere convalidata.Le attuali tabelle INAIL, non includono le malattie autoimmuni tra quelle riconosciute come causate da esposizione ad amianto.

I ricercatori hanno individuato diversi luoghi nel mondo dove l’esposizione all’amianto anfibolo è stata significativa, e dove si sarebbero registrati tassi insolitamente alti di positività ai test per malattie autoimmuni.
Secondo quanto dichiarato, queste sono le aree prese in considerazione in diverse parti del mondo:
Libby, negli Stati Uniti, dove per anni è stata estratta una vermiculite contaminata da amianto.
New York, dopo il crollo delle Torri Gemelle.
– Alcune aree del sud Italia, come Biancavilla in Sicilia, dove è presente la fluoroedenite, un minerale asbestiforme.
– L’Australia, per le attività minerarie legata alla crocidolite.

L’approccio scientifico

Secondo quanto riportato dalla fonte, sono stati effettuati 48 studi epidemiologici sull’uomo e 15 studi sperimentali sugli animali. In 31 di questi casi, sarebbe stato calcolato un rischio maggiore di sviluppare autoanticorpi ANA ( le spie precoci di malattia autoimmune) dopo l’avvenuta esposizione all’amianto.
Le persone esposte avrebbero quindi quasi tre volte più probabilità di sviluppare questi marcatori rispetto alla popolazione generale.
Anche gli esperimenti sui roditori avrebbero confermato l’effetto negativo sul sistema immunitario dell’anfibolo.

Le motivazioni potrebbero essere dovute allo stress ossidativo, all’infiammazione cronica e all’incapacità del corpo di eliminare scorie cellulari.  Tutti processi che potrebbero innescare una reazione autoimmune.

Il monitoraggio come ulteriore strumento di tutela

Se la correlazione dovesse essere riconosciuta, basterà un semplice test del sangue per rilevare gli ANA, un indicatore precoce della malattia. Estendere questo tipo di monitoraggio potrebbe costituire un ulteriore strumento di tutela.