Immunoterapia per la cura del mesotelioma pleurico maligno: finalmente un nuovo standard di cura in grado di migliorare le condizioni di salute dei malati oncologici. Il 9 Giugno 2021 è una data importante per tutti coloro che sono affetti da mesotelioma pleurico maligno in fase metastatica. Dopo quasi 16 anni, tutte le persone affette da una grave forma di tumore ai polmoni, possono beneficiare di un nuovo protocollo di cura: l’immunoterapia.
Si tratta di una strategia rivoluzionaria che si sta affermando sempre di più nella lotta contro il cancro. L’innovazione del nuovo protocollo punta tutto sulla riattivazione delle cellule del sistema immunitario. Queste ultime, silenziate da alcuni meccanismi messi in atto dalle cellule del tumore, permettono al tumore di crescere e invadere i tessuti circostanti.
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L’immunoterapia per la lotta contro il cancro
Immunoterapia, o bioterapia, nasce grazie alla comprensione dei meccanismi di base del sistema immunitario e al comportamento di alcune cellule tumorali. Alcuni tumori sono caratterizzati da cellule che sfruttano dei normali meccanismi di regolazione delle risposte immunitarie per poter eludere il sistema di sorveglianza. Quindi, con la caratterizzazione del tumore e delle sue mutazioni, oggi siamo in grado di sviluppare molecole in grado di potenziare la risposta immunitaria.
La novità del trattamento risiede nella precisione con cui i farmaci raggiungono le mutazioni o prodotti delle mutazioni neoplastiche. Pertanto, la maggior parte dei tumori, a breve sarà curata come tutte le altre malattie. Inoltre, con l’immunoterapia, indipendentemente dalle anormalità genetiche o metaboliche, le persone affette da neoplasia potranno ricevere una cura personalizzata.
Immunoterapia passiva per il mesotelioma pleurico maligno
Sulla base del meccanismo di azione dei farmaci nel sbloccare o potenziare il sistema immunitario, l’immunoterapia può essere distinta in immunoterapia passiva e immunoterapia attiva. Mentre l’immunoterapia attiva utilizza farmaci che agiscono sui meccanismi di regolazione della risposta immunitaria, l’immunoterapia passiva si serve di farmaci che rendono le cellule tumorali maggiormente visibili ed appetibili al sistema immunitario.
Una delle tecniche immunoterapeutiche più efficaci per gestire e moderare la diffusione del mesotelioma pleurico maligno è l’immunoterapia mediante anticorpi monoclonali. Questi farmaci si legano con elevata specificità ad alcune molecole espresse dalle cellule del tumore, che rendono la neoplasia invisibile al sistema immunitario. Altre tecniche di immunoterapia per sconfiggere il cancro sono la terapia con le cellule Car T ed i vaccini a mRNA.
Anticorpi monoclonali per il mesotelioma pleurico maligno
Gli anticorpi monoclonali sono farmaci prodotti in laboratorio, altamente specifici per alcuni profili molecolari. Possono essere prodotti in laboratorio in quantità illimitata grazie alle tecniche di ingegneria genetica. Ad oggi esistono più di 100 anticorpi monoclonali in fase di sperimentazione, per differenti patologie. Tra queste: il melanoma, il tumore del polmone, il tumore del fegato, della vescica e dello stomaco. Alcuni anticorpi monoclonali sono stati realizzati e testati anche su persone affette da mesotelioma pleurico in fase metastatica.
In particolare, sono stati condotti diversi studi su alcuni pazienti affetti dalla patologia asbesto correlata per eccellenza: il mesotelioma pleurico maligno. Questi studi hanno restituito risultati davvero grandiosi. Il più importante è lo studio CheckMate-743, unico nel suo genere perché riuscito a mantenere la promessa iniziale per la combinazione di due farmaci. Si tratta, infatti, del primo ed unico studio positivo di fase 3 sull’immunoterapia testato su 605 pazienti oncologici con mesotelioma pleurico in fase metastatica non precedentemente trattato.
Durante lo studio, i pazienti con mesotelioma pleurico, si sono sottoposti alla somministrazione combinata di due anticorpi monoclonali: Nivolumab e Ipilimumab. Questi due anticorpi hanno mostrato un tasso di sopravvivenza globale maggiore rispetto alle cure tradizionali, quali chemioterapia e radioterapia. Inoltre, è stata osservata una riduzione del rischio di morte del 26% per i pazienti trattati con gli anticorpi monoclonali rispetto ai protocolli di cura classici. Così, nel 2021, la Commissione Europea ha dato il via libera ai nuovi farmaci per il trattamento di prima linea del mesotelioma pleurico maligno non operabile.
Mesotelioma pleurico maligno: patologia asbesto correlata
Il mesotelioma pleurico maligno è una patologia asbesto correlata, che insorge in seguito all’esposizione a polveri e fibre di amianto. I paesi maggiormente coinvolti sono i paesi industrializzati, dove si è verificato un uso spasmodico delle fibre di amianto. Tra questi, anche l’Italia, che ha bandito qualsiasi attività riconducibile all’amianto con la Legge 257 del 1992.
Secondo il VII Rapporto Mesoteliomi, negli ultimi tre anni (dal 2016 al 2018), in Italia, vi sono stati solamente 3792 casi di mesotelioma. Questi numeri, però, devono tener conto di due fattori importanti. Il primo è il fatto che la raccolta dei dati è stata incompleta per alcune regioni (Molise, Calabria e Sicilia). Mentre il secondo è che alcuni centri di raccolta dati hanno momentaneamente sospeso il servizio (Campania e Abruzzo).
Solo in Italia, ogni anno, sono diagnosticati quasi 2000 nuovi casi di mesotelioma pleurico. Nella maggior parte dei casi, si tratta di pazienti che ricevono una diagnosi infausta con coinvolgimento di organi differenti da quello della neoplasia. In questo caso, trattamenti come la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia sono strumenti poco efficaci. Infatti, la maggior parte delle persone con mesotelioma pleurico maligno ha un’aspettativa di vita che non supera i 14 mesi. Il tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi, invece, è inferiore al 10%.
Perché funziona l’immunoterapia con il mesotelioma pleurico maligno
Come evidenziato precedentemente, il mesotelioma pleurico maligno è una patologia particolarmente invalidante che spesso viene diagnosticata tardivamente. Questo perché lo sviluppo della patologia ha dei tempi di latenza piuttosto lunghi. Si parla di 30 o 40 anni dal momento in cui la persona si espone alla fibra killer. Durante questi anni, le fibre killer che hanno sorpassato le barriere chimiche e fisiche, si depositano a livello delle membrane degli organi. Da qui, attivano dei processi di infiammazione prolungati nel tempo che generano mutazioni a livello del DNA.
Queste mutazioni sono ereditate anche dalle cellule figlie. A loro volta, queste cellule danno origine ad una progenie di cellule mutate e caratterizzate da un particolare profilo molecolare. L’individuazione delle mutazioni permette ai ricercatori di sviluppare farmaci diretti contro i prodotti mutati. Così, gli anticorpi monoclonali presentano l’esatto profilo molecolare delle cellule mutate e vi si legano con elevata affinità. In questo modo, la neoplasia è riconosciuta e debellata dalle cellule del sistema immunitario.
Assistenza medica e legale gratuita – ONA
L’Osservatorio Nazionale Amianto, è l’unica associazione che negli anni è riuscita a sensibilizzare le persone in tema di amianto. In particolare offre un servizio assistenza medica e legale gratuita a tutte le vittime dell’amianto e ai loro familiari. Nella sezione news è possibile consultare tutti gli eventi e le iniziative svolte sul territorio con la finalità di educare alla salute e alla prevenzione.
Per questo motivo è stata realizzata anche un’applicazione che permette a cittadini e istituzioni di rimanere sempre aggiornati su qualsiasi iniziativa. Con l’APP Amianto è possibile anche segnalare, in forma anonima, tutti i siti ancora contaminati dalla fibra killer. Per approfondire la questione dell’amianto, su tutto il territorio italiano, consulta l’ultima pubblicazione dall’Avv. Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto: “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed.2022“.
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