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Intervento per l’Ilva di Taranto

Ilva di Taranto
Ilva di Taranto

Continua l’impegno dell’ONA per tutelare i lavoratori dell’ Ilva

L’ILVA di Taranto e la realtà pugliese inducono l’ONA, attraverso il suo presidente, Avv. Ezio Bonanni, a sollecitare nuovamente il Ministro del Lavoro e Vicepremier, On.le Luigi Di Maio, per una incisiva tutela della salute e dell’ambiente da coniugarsi con la tutela del lavoro, prima di tutto il lavoro salubre.

L’Osservatorio Nazionale Amianto, con l’Avv. Ezio Bonanni, ha elaborato, anche attraverso l’autorevole supporto del Prof. Gaetano Veneto e di altri autorevoli giuristi, tecnici e medici, un piano che permette di evitare e superare il falso dilemma tutela del lavoro o tutela della salute, per affermare invece la possibilità di poter immediatamente bonificare e mettere in sicurezza l’ILVA e tutto il territorio tarantino e al tempo stesso tutelare i livelli occupazionali.

È stato elaborato un programma / progetto con soluzioni tecniche e operative e tecnico normative per perseguire le specifiche, seguenti, finalità:

  • La bonifica e messa in sicurezza del sito ILVA rispetto al rischio amianto e altri cancerogeni;
  • Risanamento ambientale della città di Taranto
  • Sorveglianza sanitaria per i lavoratori ILVA, compreso l’indotto, e loro familiari, e per gli abitanti del quartiere Tamburi, e di altri quartieri limitrofi alla città di Taranto;
  • Sorveglianza epidemiologica per i cittadini di Taranto e dei Comuni limitrofi;
  • Istituzione di un polo oncologico nazionale per affrontare la problematica cancro nella città di Taranto, atteso l’esponenziale aumento del numero delle nuove neoplasie anche in fase pediatrica e ben oltre le sole patologie asbesto correlate;
  • Salvaguardia dei livelli occupazionali.

Si riserva di presentare il dettagliato dossier presso il Ministero del Lavoro, all’attenzione del Vicepremier On.le Luigi di Maio. Mentre l’ONA intende continuare a tutelare la salute e l’ambiente.

Approfondimento

L’impegno dell’associazione Onlus nei confronti della città di Taranto è seguito ormai da tanti sostenitori provenienti però da tutta la penisola italiana, in diverse occasioni l’ONA si è esposta in prima linea pur di tutelare i lavoratori e i cittadini di Taranto, schierandosi l’ultima volta accanto all’USB (Unione Sindacale di Base) e premettendo anche una mobilitazione nel caso la situazione non riuscisse a trovare una risoluzione.

l’esposizione a fibre di amianto purtroppo provoca l’insorgenza di numerose patologie, quasi tutte gravemente invalidanti come: mesotelioma, asbestosi, cancro ai polmoni, placche pleuriche e ispessimenti pleurici. Per conoscere maggiori dettagli su quali sono i rischi in cui incorrono tutti gli esposti, potete consultare l’interessante servizio allegato in basso nella pagina oppure contattare il nostro Sportello Amianto Nazionale.

Ilva Taranto
Ilva Taranto

I servizi di assistenza ONA

L’Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni ti tutelano e assistono gratuitamente. Per accedere ai servizi gratuiti dell’associazione, basta consultare la pagina dei servizi di tutela legale e assistenza medica, oppure chiamare il numero gratuito 800 034 294.

Liberi dall’amianto si può

Antonio Dal Cin
Antonio Dal Cin

Sotto i riflettori: Antonio Dal Cin

L’ONA (Osservatorio Nazionale Amianto), presieduto dall’avvocato Ezio Bonanni, dal 2010 si batte in difesa delle vittime di amianto. I casi seguiti sono davvero tanti e tutti eclatanti.

Ad unirli sono alcuni tratti distintivi: ovvero il malcelato negazionismo e la resistenza verso l’argomento da parte delle Istituzioni.

Oggi raccontiamo la storia umana di un uomo che non si è mai lasciato abbattere dai muri di gomma, ne’ dalle pressioni.

Parliamo di Antonio Da Cin, finanziere in congedo, che ha contratto l’asbestosi pleurica  a causa dell’esposizione alle fibre di amianto per un periodo di circa 12 anni, mentre svolgeva attività di servizio nel Corpo della Guardia di Finanza.

L’attività sinergica di Antonio Dal Cin e dell’Avv. Bonanni (udito recentemente dallaCommissione Parlamentare di Inchiesta sui rischi per i militari) danno ragione a quanti chiedono verità e giustizia, dopo essere stati, per così dire, dimenticati dallo Stato.

Signor Dal Cin, a lei è stata riconosciuta la “Causa di Servizio”, e successivamente ha ottenuto il riconoscimento di “Vittima del Dovere”, anche se con un misero 5% di invalidità totale che in realtà contrasta fortemente con le sue precarie condizioni di salute. Lei, ovviamente deluso dal magro risultato, chiede giustizia. Cosa si aspetta dalle Istituzioni?

Ho vissuto sulla mia pelle l’indifferenza di chi in modo scorretto mi ha privato dei miei diritti, tra strane dimenticanze ed errori incomprensibili ed inaccettabili per cui ho provato un senso di profondo abbandono, fino a ritrovarmi ostaggio della burocrazia, in una vicenda che non ha precedenti in Italia. Questo ed altro ancora, perchè qualcuno ha deciso cosa, come e quando. Ciononostante, continuerò a credere nelle Istituzioni fino alla morte. E morirò per il rispetto delle Istituzioni, e al tempo stesso lotterò perchè tutti abbiano lo stesso rispetto. Si può morire per la divisa, ma è necessario che tutti lo facciano, ovvero, riconoscano il segno distintivo del sacrificio e di quell’onestà, lealtà e onore che ha sempre contraddistinto il Corpo della Guardia di Finanza.

Perché questi ritardi, secondo lei?

Per il semplice fatto che secondo qualcuno è così che deve essere premiato un militare che fedele al giuramento prestato ha privilegiato la tutela del bene sacro della vita. Ma un uomo giusto, continua a fare il proprio dovere fino in fondo, senza mai voltarsi indietro e senza temere le conseguenze di una giusta scelta.

Si tratta di ostruzionismo, negazionismo, si temono dei pericolosi precedenti o cosa?

Questo non spetta a me valutarlo. Ma nei miei confronti è stato posto in essere un comprovato e reiterato ostruzionismo, esclusivamente mirato a non far emergere quella verità che solo in parte è stata resa pubblica, attraverso le risultanze mediatiche, Parlamentari e non in ultimo sanitarie. Nonostante le mie precarie condizioni di salute, ho subito quel fenomeno ormai noto negli ambienti militari e meglio conosciuto come “mobbing con le stellette”. Le relazioni che ho depositato all’Amministrazione lo documentano in modo chiaro, inequivocabile ed incontrovertibile, trovando peraltro riscontro in quanto certificato dai vari specialisti presso il “Centro per il Rilevamento della Patologia Mobbing Compatibile della ASL di Roma”.

Il suo motto è “Liberi dall’amianto si può e si deve”. In che modo ci si può liberare dal letale agente?

Ho sempre cercato di esprimermi con parole semplici ma efficaci che possano racchiudere  l’essenziale. “Liberi dall’amianto si può” esclusivamente attraverso le bonifiche, ma il concetto  deve essere recepito a 360°. Innanzitutto, occorre che vi sia una manifesta volontà politica che getti le basi, affinchè tutto ciò possa realizzarsi. Finora non c’è mai stata, se non durante i comizi elettorali sfociati in promesse mai mantenute. “Liberi dall’amianto si deve”, perchè chi riveste un ruolo istituzionale ha il dovere di tutelare la salute dei cittadini e salvaguardare l’ambiente in cui essi vivono. Ma a quanto pare, seimila morti l’anno di amianto in Italia non scuotono le coscienze degli uomini e tutto si ripete in un tempo senza fine.

Quale protocollo sanitario segue per contrastare ed arginare l’avanzamento della malattia?

Intanto, la “Sorveglianza Sanitaria”, quale strumento efficace per una diagnosi precoce.
Poi mi attengo scrupolosamente alle terapie farmacologiche prescritte dai vari specialisti che mi seguono.
Non in ultimo, grazie al Prof. Luciano Mutti, stiamo provando a contrastare il cosiddetto “tiro alla fune” tra il cancerogeno e le difese immunitarie dell’organismo, attraverso l’assunzione di antiossidanti, tra cui il glutatione, associato a acetilcisteina, vitamine ed altro, oltre ad una corretta alimentazione ricca di frutta e verdura di stagione, limitando il consumo di carne e derivati.

Lei è uno dei pilastri dell’ONA: segue, divulga informazioni, infonde coraggio. Che riscontri ha da parte delle altre vittime di amianto?

Mi ritengo semplicemente un uomo giusto. Dono al prossimo quanto ho di più prezioso, il mio tempo. E’ un dovere che va ben oltre ogni dovere e mi consente di sentirmi ancora vivo, nonostante sono già prigioniero del mio corpo. La salute e la salubrità dell’ambiente in cui viviamo, costituiscono i requisiti essenziali all’interno di una società civile, dove il rispetto del diritto alla Vita, non ha bisogno di trovare fondamento nelle norme giuridiche, essendo il diritto a vivere, primordiale, quindi spettante a ogni essere umano che ha il diritto di vivere in condizioni ecologiche, sociali, psicologiche, tecnologiche, che ne consentano lo sviluppo di tutte le potenzialità, senza mai lederlo.

Respiriamo per vivere, non per morire e non può essere revocato in dubbio che l’unica fibra di amianto non pericolosa per la salute dell’uomo è quella che non respiriamo. Questo il motivo per cui da anni sono schierato in prima linea con l’Osservatorio Nazionale Amianto ONA Onlus che ha quale suo primo obiettivo la prevenzione primaria, ovvero, evitare tutte le esposizioni ad amianto e altri cancerogeni (ambiente pulito equivale a salute e l’ambiente contaminato a malattie). La bonifica evita le esposizioni ai cancerogeni, e previene le malattie asbesto correlate, tra le quali: mesotelioma, cancro del polmone, asbestosi. Solo così si può fermare l’epidemia di malattie asbesto correlate.

Ci descrive una sua giornata tipo?

Non esiste una giornata tipo quando si vive una condizione di malattia grave. Ogni giorno va affrontato come si presenta. Si combatte per la vita e si cerca di sopravvivere tra mille difficoltà.

Come vive un malato di amianto? Quali sono le sue paure e le sue inquietudini?

La paura fa parte della nostra esistenza. Chi dice di non aver paura mente, o non è umano. La razionalità non può essere ingannata, quando si ha la consapevolezza di essere “in fila per morire”. Ogni volta ci si chiede chi sarà il prossimo.

A livello economico come sopravvive un malato che deve curarsi e difendersi, avvalendosi delle briciole concesse da chi lo ha “ammazzato”?

Molto male ed è un comune denominatore per tutte le persone che vivono la medesima condizione e non vedono via d’uscita in un Paese dove la sanità ha subito tagli inaccettabili.

Uno sguardo verso il futuro: come si vede fra qualche anno. Sente di vincere le sue lotte?

Per chi vive la mia condizione è difficile guardare al futuro anche quando si è sempre pensato in positivo. La mattina quando mi sveglio mi sento un privilegiato e vivo ogni giorno come il più bel miracolo in assoluto, dedicandolo ai miei figli.

Fa mai dei progetti per sé e per la sua famiglia? Un sogno ed una speranza…

Penso ogni giorno alla mia famiglia. La mia speranza è quella di veder sistemati i miei figli, prima che possa accadermi qualcosa.

Gratitudine: si tratta di un concetto che oggi si sta perdendo. A chi rivolgerebbe la sua gratitudine?

Colgo l’occasione per esprimere la mia profonda gratitudine all’Avv. Ezio Bonanni che non  mi ha abbandonato un solo istante, all’associazione ONA Onlus e a tutti i circa 20.000 iscritti che operano su tutto il territorio nazionale.

Ho incontrato l’avv. Ezio Bonanni a novembre del 2011 nel suo studio a Latina e ho capito subito che andavamo nella stessa direzione, in quel comune cammino che ancora ci unisce e ci vede schierati contro l’amianto in nome del bene sacro della vita. In lui ho trovato un valido sostegno che va ben oltre il ruolo professionale. E’ per me il fratello che non ho mai avuto e mi ha incoraggiato e sostenuto nei momenti difficili, restando sempre vicino alla mia famiglia. Senza il suo aiuto, tutto ciò che ho fatto insieme ad altri non sarebbe mai stato possibile.

Un giorno non lontano, il mondo intero sarà costretto ad ammettere che la Shoah silenziosa dell’amianto è uno dei più grandi crimini commessi contro l’umanità in nome del progresso e del profitto, perpetrato e reiterato dalla lobby con piena e lucida consapevolezza, grazie alla connivenza dei governi che ne hanno favorito l’utilizzo in modo indiscriminato e ne hanno ritardato la messa al bando, nonostante la pericolosità per la salute dell’uomo è già nota agli inizi del primo novecento, e l’amianto è risultato tra i più micidiali cancerogeni del pianeta.

Intervista formulata a cura della Dott.ssa Simona Mazza

I servizi di assistenza ONA

L’Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni ti tutelano e assistono gratuitamente. Per accedere ai servizi gratuiti dell’associazione, basta consultare la pagina dei servizi di tutela legale e assistenza medica, oppure chiamare il numero gratuito 800 034 294.

Amianto nelle scuole, servono più controlli

Amianto nelle scuole
Amianto nelle scuole

Amianto nelle scuole. È accaduto a Pietrasanta in provincia di Lucca, comune in cui l’attenzione è rivolta ad una problematica molto preoccupante, quella della presenza di amianto nelle scuole. Manca poco al ritorno degli studenti dietro i loro banchi di scuola. Le azioni di bonifica da effettuare negli istituti contaminati sono ancora inadempienti.

Alberto Giovannetti: maggiori controlli

Il primo cittadino di Pietrasanta, il Sindaco Alberto Giovannetti, dichiara di voler istituire maggiori controlli al fine di monitorare al meglio la situazione. Questo in modo da porre, così, al primo posto la salute e la sicurezza dei giovani studenti e degli impiegati degli edifici comunali. Saranno, infatti, oggetto di controlli più specifici anche gli uffici comunali.

Il problema sembrerebbe esser passato in secondo piano per troppo tempo. Il tutto, nonostante i vari casi che hanno fatto da campanello di allarme, come il caso della Leonardo Da Vinci oppure dell’ex scuola Barsanti.

L’Osservatorio Nazionale Amianto ha intuito, invece, l’allarme precocemente. Ha messo in guardia l’opinione pubblica ed ha promosso il rischio amianto e malattie asbesto correlate con l’ausilio di incontri, assemblee pubbliche e numerose monografie scritte a cura dell’avv. Ezio Bonanni, presidente della stessa associazione Onlus.

Amianto nelle scuole cancerogeno: ultima monografia IARC

L’alta lesività delle fibre di amianto e i suoi conseguenti effetti cancerogeni, trovano conferma nell’ultima monografia IARC.

Esposizione a fibre di amianto: conseguenze

Ricordiamo che l’esposizione a fibre di amianto favorisce l’insorgenza di particolari forme di tumore come il mesotelioma, ribattezzata da molti come la piaga del nostro ultimo secolo perché arriva come un killer silenzioso e colpisce la vittima anche dopo 20 o 30 anni dall’esposizione.

Le fibre di asbesto sono infatti considerate come delle bombe ad orologeria, è per questo che occorre una maggiore attenzione ma soprattutto occorre la bonifica completa dei siti contaminati. Obiettivo ambizioso ma non irraggiungibile che sembra aver coinvolto anche alcuni leader della nuova classe politica, in prima linea il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

Usa, colori per bambini con amianto

USA
USA

Negli USA i bambini colorano e giocano con prodotti contenenti amianto

È di pochissimi giorni fa la notizia che vede al centro dell’attenzione il Presidente degli USA Donald Trump, che a quanto pare è favorevole all’uso dell’amianto nel settore edile.

Oggi riprendiamo un’altra notizia accaduta sempre negli Stati Uniti ma stavolta la situazione diventa un po’ più delicata.

Parliamo infatti di alcuni prodotti in commercio destinati all’uso dei bambini, che secondo alcuni test risultano positivi alla presenza di amianto e altri cancerogeni. Prodotti usati nelle scuole o tra le mura domestiche che potrebbero nuocere gravemente alla salute dei più piccoli.

Le fibre di amianto sono piccole e sottili, facili da ingerire o respirare. Se la loro particolare struttura non fosse già particolarmente preoccupante ci sono altri fattori che allarmano l’opinione pubblica e uno di questi è il ritardo con il quale le patologie asbesto correlate si sviluppano.

Studi medici, scientifici hanno accertato che una malattia amianto correlata può svilupparsi anche a distanza di venti o trenta anni dal momento in cui la fibrilla di asbesto subentra nell’organismo, questo dovrebbe mettere in guardia gli americani sul fatto che un giorno moltissimi bambini potrebbero crescere  e ammalarsi di cancro ai polmoni o mesotelioma.

Queste sono solo due voci della lunga lista di malattie amianto correlate che potrebbero manifestarsi nei futuri americani. Ma adesso proviamo a guardare insieme quali sono i prodotti incriminati:

Colori Hasbro

USA

Il cofanetto di colori prodotto dalla Hasbro è uno dei più apprezzati dai piccoli statunitensi, l’azienda produttrice è tra le più estese sull’intero pianeta e pare assai strano che possa essersi imbattuta in una situazione del genere, eppure dalle analisi su alcuni campioni sono state trovate proprio delle fibre di amianto. Ma la stessa multinazionale ha garantito che le indagini proseguiranno e il problema sarà risolto quanto prima possibile, dopotutto si parla della salute di bambini.

Colori Expo

USA

Analoga situazione si è presentata con i colori Expo, acquistabili però su Amazon. All’interno dei colori sono state trovate tracce di BTEX, che corrisponde a quattro sostanze chimiche molto dannose per l’organismo soprattutto perché attacca il fegato e rende vulnerabile il sistema immunitario.

The Board Dudes

USA

E quelle simpatiche lavagnette bianche dove è solito scrivere e disegnare con simpatici pennarelli? Bene anche negli appositi pennarelli per quelle lavagnette sono state trovate le stesse sostanze rinvenute nei colori Expo.

Sembra proprio che negli USA le grandi aziende multinazionali dovrebbero prestare un briciolo di attenzione in più ai prodotti che mettono in commercio, soprattutto se essi sono destinati all’uso dei bambini che nemmeno vanno ad immaginare in contro a quali grave conseguenze potrebbero andare.

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ONA e USB insieme per tutelare i lavoratori dell’Ilva

ILVA
ILVA

ONA e USB insieme a tutela dei lavoratori Ilva Taranto e dell’ambiente

L’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) e L’Unione Sindacale di Base di Taranto (USB), hanno dato vita ad una nuova collaborazione per tutelare i lavoratori dell’Ilva di Taranto che ad oggi sono ancora esposti ad amianto e altri cancerogeni.

Salute e lavoro sono un connubio imprescindibile che fin troppo spesso passa in secondo piano nonostante i preoccupanti dati epidemiologici già diffusi dall’ONA. Essi rispecchiano una realtà triste e preoccupante a cui il Governo deve cercare di porre rimedio quanto prima possibile.

L’ONA e l’USB hanno infatti sottolineato insieme la necessità di trovare risoluzione alla problematica, ricorrendo anche ad una nuova proposta di legge che verrà presentata nelle prossime settimane. Quella dell’Ilva è una vera e propria strage che continua ad abbattersi sulla città di Taranto:

  • 472 casi di mesotelioma, registrati nella sola città di Taranto nel periodo dal 1993 al 2015 (Complessivamente in Puglia negli ultimi vent’anni sono stati censiti 1.191 mesotelioma e di questi il
    40% sono a Taranto);
  • Il 400% in più di casi di cancro tra i lavoratori impiegati nelle fonderie ILVA;
  • Il 50% di cancri in più anche tra gli impiegati dello stabilimento, che sono stati esposti solo in modo indiretto;
  • Il 500% di cancri in più rispetto alla media della popolazione generale, della città di Taranto, non impiegata nello stabilimento;
  • Tasso di incidenza del cancro, dell’intera città di Taranto, superiore alla media di tutte le altre città italiane.

Le richieste dell’ONA per la tutela dei lavoratori dell’Ilva

Ma cosa serve per fermare questa mattanza? L’ONA è ha espresso chiaramente le richieste da adempire per poter mettere al sicuro i lavoratori Ilva e per tutti coloro che vivono nei pressi dello stabilimento, la situazione è difatti diventata così critica da mettere in pericolo anche chi vive nel territorio circostante.

  • Bonifica integrale del sito ILVA in ordine ai materiali in amianto e agli altri agenti cancerogeni;
  • Immediato prepensionamento dei lavoratori esposti ad amianto e pensione immediata affetti da patologie asbesto correlate ovvero da patologie di origine professionale;
  • Sorveglianza sanitaria per i lavoratori ILVA e per i loro famigliari;
  • Istituzione di un polo oncologico nazionale per affrontare la problematica cancro nella città di Taranto, atteso l’esponenziale aumento del numero delle nuove neoplasie anche in fase pediatrica e ben oltre le sole patologie asbesto correlate;
  • Risanamento ambientale della città di Taranto.

Il supporto dell’USB alle richieste dell’ONA

Le richieste sono state supportate in pieno anche dall’USB che ha deciso di affiancare l’associazione Onlus in questa lunga battaglia.

«E’ necessario che i lavoratori più pesantemente esposti ottengano il riconoscimento dei benefici amianto fino a tutt’oggi, per anticiparne il pensionamento ed evitare altre esposizioni a questi veleni. Chi è stato colpito da patologie tumorali deve essere posto immediatamente in pensione. Gli altri lavoratori devono veder salvaguardato il loro posto di lavoro» – dichiarano congiuntamente l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, e Francesco Rizzo, coordinatore USB Taranto.

Come anticipato, nelle prossime settimane sarà presentata una proposta di legge di iniziativa popolare con raccolta firme, che verrà comunque presentata a tutte le forze politiche, e inoltrata al Capo dello Stato, come Massimo e Supremo Garante dei diritti costituzionali violati e calpestati nella città di Taranto.

Ricordiamo che per richiedere assistenza o semplici informazioni, lo Sportello Amianto ONA è sempre disponibile al seguente link.

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