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LO STUPRO DELL’ITALIA INSICURA

Italia rifiuti
Italia rifiuti

Se non ce ne fosse bisogno, non avrebbe senso di parlare di sicurezza. Purtroppo l’insicurezza deriva dalla sostanziale incapacità di prevenire le condizioni per cui si generano criminalità e violenza. L’ultimo episodio che lo attesta squallidamente è quello dello stupro di gruppo in prossimità di una discoteca, nei paraggi dello Stadio Olimpico.

Criminalità e violenza!

Italia

Molti colleghi cronisti si sono soffermati sulla etnia della vittima e sul contesto in cui si è originato l’episodio. In realtà non è altro che l’ennesimo finito però con una drammatica coraggiosa denuncia, a fronte di tanti altri assolutamente non segnalati.

ambienteDiciamo che la perversione che porta al disinvolto sequestro di una persona e ad usarle violenza è esattamente lo stesso che quarantaquattro anni fa indusse tre ragazzi della Roma borghese a massacrare due ragazze in una villa del Circeo, di cui una, miracolosamente sopravvissuta alle orribili sevizie, fu inflessibile testimone, sino all’epilogo della sua vita sfregiata dagli orchi.

Appunto, gli orchi, ma chi sono coloro se non quelli che avevano frequentato fino a quindici anni prima le “primarie” e le “secondarie” di una scuola, per decenni e decenni, senza anima etica, senza sufficiente carattere, avara se non addirittura incapace di educare i discenti ai valori etici, del rispetto, della socialità, nella consapevolezza della differenza di genere e di abilità.

Il bullismo, ecco la definizione generica di un fenomeno che non dovrebbe assolutamente esistere in generale e tanto meno nella scuola. La violenza associata allo sport è e dovrebbe essere considerata una bestemmia, espulsa a prescindere da qualsiasi contesto di appartenenza, comunque ingiustificabile .

Italia

Ieri ho sentito il Ministro dell’Interno paventare la rivalsa sui club, a proposito dei costi esagerati per l’intervento delle forze di polizia in occasione di eventi, richiamandone la responsabilità oggettiva. Forse, dovremmo puntare di più sulla responsabilità soggettiva, investendo appunto sulla sicurezza, che può essere oggi garantita dalle professionalità e da sistemi di riconoscimento, sino a qualche tempo fa impossibili, nella speranza di attivare prima possibile quella prevenzione culturale, di salute mentale, che dovrebbe avere disco verde, senza se e senza ma.

degrado

Incontro-confronto fra sport e sicurezza

Colgo l’occasione, per ricordare che quegli stessi luoghi che invochiamo, come giusto contesto della missione educativa, spesso sono fonte perversa di rischio, per via del degrado e soprattutto per la presenza “killer” dell’amianto, riversato senza remore in tutte le strutture realizzate per lo sport, la scuola ed altre realtà d’interesse pubblico, come gli stessi ospedali, sino al 1992, anno della legge che ne vieta l’uso, ma che non ne impedisce la pandemica letale silente subdola azione sino a bonifica avvenuta.

Ecco, quindi, un motivo in più per rendere utile lo storico incontro-confronto tra lo sport e la sicurezza ambientale, promosso per giovedì 30 maggio (ore 15)

sportal Salone d’Onore del Foro Italico, dal Comitato Nazionale Italiano Fair Play con l’Osservatorio Nazionale Amianto e Ambiente, pienamente condiviso dal Ministro di competenza, Generale Sergio Costa e dal Presidente del CONI, Giovanni Malagò.

Qualcuno si chiederà cosa c’entri lo stupro di gruppo con l’amianto ed io penso che sia giusto così, perché denota il livello di consapevolezza, di sensibilità, rispetto al grande angoscioso problema dello stupro psicologico, della insicurezza, al clima che crea sfiducia e subalternità, rassegnazione e rinuncia, si rinuncia a frequentare eventi negli stadi, piuttosto che all’utilizzo di strutture contaminate, del territorio degradato e abbandonato, ridotto a “terra dei fuochi”, inselvatichito, con zone di movida, piste ciclabile e parchi urbani ridotti a rifugio per marginalità sociali e possibili predatori in agguato.

A cura del Dott. Ruggero Alcanterini direttore “L’Eco Del Litorale” ed editorialista di “Il Giornale sull’amianto”.

I servizi di assistenza ONA

L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA Onlus e l’Avv. Ezio Bonanni tutelano i diritti di tutti i cittadini e lavoratori esposti e vittime dell’amianto e altri cancerogeni. L’associazione con il pool di tecnici, assiste i cittadini per la bonifica e messa in sicurezza dei siti contaminati (prevenzione primaria). In caso di esposizioni ad asbesto ed altri cancerogeni, si può chiedere il servizio di assistenza medica gratuita (prevenzione secondaria).

L’ONA guida la ricerca scientifica in materia di mesotelioma ed altre patologie asbesto-correlate. Fermo il ruolo della prevenzione primaria, la diagnosi precoce, e le terapie più tempestive, assicurano maggiori chance di guarigione, ovvero di maggiore sopravvivenza a migliori condizioni di salute. L’ONA guida anche il pool di legali, per la tutela di tutti i diritti delle vittime di malattia professionale, tra cui quelle asbesto correlate, per il prepensionamento e l’adeguamento dei ratei pensionistici, con i c.d. benefici contributivi per esposizione ad amianto. Anche i lavoratori che sono ancora privi di malattia, hanno diritto ai benefici contributivi per esposizione ad amianto.

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Laura Agea direttiva cancerogeni per la difesa della salute

Laura Agea
Laura Agea

Laura Agea direttiva cancerogeni. Abbiamo intervistato Laura Agea, Europarlamentare del Movimento 5 Stelle, protagonista della revisione della direttiva cancerogeni e mutageni, da anni impegnata nella tutela delle vittime dell’amianto e di altri cancerogeni e che ha tradotto in norme comunitarie l’impegno ad una tutela più estesa, in chiave preventiva, delle vittime dell’amianto.

Laura Agea nella lotta per tutelare i lavoratori

L’impegno di Laura Agea, ora nuovamente candidata al Parlamento Europeo, si è tradotto anche nella partecipazione alla recente conferenza Tutela dell’ambiente: gli stati generali (Latina, 21 maggio 2019), e in quella precedente Latina tra amianto, nucleare e rifiuti (Latina, 13 aprile 2019).

Laura Agea direttiva cancerogeni

Agli stati generali dell’ambiente, che l’ONA ha organizzato lo scorso 21 maggio 2019, nella città di Latina, sono intervenuti, oltre ai cittadini e alle Istituzioni, anche i rappresentanti di tutte le  Forze Politiche come l’On.le Dario Tamburrano e il Il vicepresidente del Parlamento Europeo, Fabio Massimo Castaldo.

Sono intervenuti, inoltre, Cinzia Pellegrino, coordinatore Nazionale Dipartimento Tutela Vittime di Fratelli d’Italia, Giuseppe Punzi, Presidente di AMIL (Associazione Mutilati Invalidi del Lavoro).

In più, sono interventuti anche gli esponenti della Lega: Angelo Tripodi, Capogruppo Lega in Consiglio Regionale del Lazio, Matteo Adinolfi, coordinatore provinciale della Lega; 

Inoltre erano presenti anche: Matteo Coluzzi, consigliere del Comune di Latina; Salvatore La Penna, Consigliere Regionale del Lazio (Partito Democratico). 

Alla sessione hanno partecipato anche dei tecnici. Tra i quali: Lorenza Fiumi, ricercatore CNR, Giorgio Libralato, ambientalista e tecnico.

Laura Agea

Qual è il programma per la tutela vittime dell’amianto?

Occorre innanzitutto essere molto attenti in sede europea, perché è lì che si gioca quasi tutta la partita in tema di tutela ambientale e, per molti aspetti, della salute nei luoghi di lavoro. In materia di amianto, fu proprio l’Europa ad essere il propulsore della messa al bando del minerale. Infatti con la direttiva 477/83/CEE, furono adottate le prime misure a tutela dei lavoratori esposti all’amianto, in modo più specifico rispetto alla precedente legislazione, e si è giunti all’entrata in vigore della L. 257/92, che ne ha vietato l’estrazione, la lavorazione, la produzione e la commercializzazione.

Cosa pensa di poter fare al Parlamento nei prossimi 5 anni?

Se sarò rieletta, continuerò il mio impegno per un progresso sostenibile, che sia rispettoso dell’ambiente e della salute. In materia di sicurezza sul lavoro, mi impegnerò affinché ci sia un sempre più adeguato utilizzo degli strumenti di prevenzione tecnica e di protezione individuale, nei luoghi di lavoro in cui si utilizzano cancerogeni, in modo da evitare le esposizioni, e quindi le malattie e i decessi.

In molti casi, purtroppo, non è semplice sostituire le sostanze dannose (prima opzione), e se proprio non si può evitare di utilizzare queste sostanze, a questo punto occorre adottare tutte le precauzioni, in primo luogo confinare, in secondo luogo dotare i lavoratori degli strumenti di protezione.

È possibile utilizzare fondi per bonificare le scuole?

Sicuramente. Abbiamo dimostrato che nelle pieghe della normativa europea è possibile utilizzare i fondi anche per la bonifica dell’amianto, mi riferisco alle scuole e agli altri edifici pubblici. Anche su questo continuerò il mio impegno a tutela della salute dei nostri bambini, e in generale di tutti i cittadini.

Che ne pensa della necessità del bando globale dell’amianto?

L’Unione Europea dovrà dire la sua e sollecitare la messa al bando globale dell’amianto, con una più efficace interlocuzione con i palesi produttori e utilizzatori, dalla Russia alla Cina, dall’India al Brasile, e così via.

Ci può fare una sintesi della normativa comunitaria?

Per rispondere a questa domanda non basterebbe un’enciclopedia del diritto. Sarò molto sintetica, e mi esprimerò con concetti semplificati, così da essere comprensibili a coloro che non sono addetti ai lavori.

In che cosa consiste la tutela comunitaria?

Il Diritto comunitario ha recepito le norme della Convenzione per i Diritti dell’Uomo e le Libertà Fondamentali e i protocolli allegati (art. 6 Trattato di Maastricht), conferendo loro il primato giuridico proprio di quelle norme (la primauté, se si vuole utilizzare il linguaggio francese).

Non si può disconoscere il ruolo assunto dalle norme della Carta Sociale Europea, che il Diritto Comunitario fa proprie richiamandole espressamente nell’art. 136, che nel Trattato CE, al titolo XI “politica sociale, istruzione; formazione professionale e gioventù’” esordisce al capo 1° con le “disposizioni sociali”, e con la norma che testualmente statuisce:

 “la Comunità e gli Stati membri, tenuti presenti i diritti sociali fondamentali, quali quelli definiti nella Carta Sociale Europea firmata a Torino il 18.10.1962 e nella Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori del 1989, hanno come obiettivi la promozione dell’occupazione, il miglioramento delle condizioni di vita e del lavoro, che consenta la loro parificazione nel progresso, una protezione sociale adeguata, il dialogo sociale, lo sviluppo delle risorse umane atto a consentire un livello occupazionale elevato e duraturo e la lotta contro l’emarginazione”  (art. 136 Trattato CE).

Carta Sociale Europea del 26.02.1965

Il trattato del Consiglio di Europa e cioè la Carta Sociale Europea, del 26 febbraio 1965, resa esecutiva con Provvedimento di esecuzione della Repubblica Italiana, del 26 febbraio 1965, – e con Legge 3 luglio 1965 n. 929, in “Gazzetta Ufficiale”, 3 agosto 1965, n. 193, entrata in vigore per l’Italia in data 21 novembre 1965, ha sancito l’ulteriore profilo normativo della protezione dei diritti dell’uomo, nella sfera lavorativa.

In data 03.05.1996, sono state approvate le modifiche che la rendono più congrua, rispetto alle finalità perseguite, con ratifica della Repubblica Italiana, con Legge n. 30 del 09.02.1999.

Non vi è chi non veda la gratuità (inutilità) del recepimento legislativo interno, rispetto alla primauté che le conferisce il dictum del Trattato CE (art. 136).

Anche perché la norma interna può essere sempre modificata e giungere in contrasto con le altre fonti, mentre quella comunitaria la sovrasta.

Comunque, la duplice fonte cui attingere (quella comunitaria e quella interna) avrebbe dovuto impedire l’inaridimento della sorgente di tutela e salvaguardia dei diritti dei lavoratori.

Sui rivoli (già all’art. 1), si inerpicano i profili di equità delle sue condizioni (art. 2), e di rispetto della sicurezza ed igiene (sul lavoro) (art. 3).

Art. 11 della Carta Sociale Europea

Certamente è norma ultronea sol che si tenga conto della solenne consacrazione cristallizzata nell’art. 32 e nello specifico dell’art. 41 II comma della Costituzione Repubblicana, e nuovamente riaffermati nell’art. 11 della Carta sociale, che recita:

 “per assicurare l’effettivo esercizio del diritto alla protezione della salute, le Parti s’impegnano ad adottare sia direttamente sia in cooperazione con le organizzazioni pubbliche e private, adeguate misure volte in particolare:

1. ad eliminare per quanto possibile le cause di una salute deficitaria; 2. a prevedere consultori e servizi d’istruzione riguardo al miglioramento della salute ed allo sviluppo del senso di responsabilità individuale in materia di salute; 3. a prevenire, per quanto possibile, le malattie epidermiche, endemiche e di altra natura, nonché gli infortuni.;

Carta Sociale europea aggiornamenti: i diritti

La Carta Sociale Europea, aggiornata e rivista, tutela il diritto: “ad usufruire di servizi sociali” (art. 14),

“ il diritto delle persone portatrice di handicap all’autonomia, all’integrazione sociale ed alla partecipazione della vita di comunità” (art. 15), “il diritto della famiglia ad una tutela sociale, giuridica ed economica” (art. 16), alla parità di opportunità e di trattamento (art. 20), il “diritto di partecipare alla determinazione ed al miglioramento delle condizioni di lavoro e dell’ambiente di lavoro” (art. 22), “il diritto delle persone anziane ad una protezione sociale” (art. 23), “il diritto ad una tutela in caso di licenziamento” (art. 24), “il diritto dei lavoratori alla protezione dei loro crediti in caso di insolvenza del loro datore di lavoro” (art. 25), “il diritto alla dignità sul lavoro” (art. 26) e tutti gli ulteriori profili di tutela del lavoro e dei lavoratori.

Come è stata modificata la direttiva Cancerogeni e mutageni?

Innanzitutto c’è da dire che il 20 febbraio 2019, è entrata in vigore la Direttiva (UE) 2019/130 del 16 gennaio 2019 (G.U.U.E. L 30 del 31 gennaio 2019), che ha modificato la cd. “CMD – Carcinogens and Mutagens Directive”, e cioè la Direttiva 2004/37/CE,  in materia di principi minimi di protezione dei lavoratori dai rischi dell’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni, nel corso dell’attività lavorativa, con la fissazione di misure preventive e protettive e limiti di esposizione.

La suddetta CMD, già oggetto di modifiche nel 2014 e nel 2017, rispettivamente a mezzo delle Dir. 2014/27/EU e Dir. 2017/2398/EU, trova applicazione a tutte le sostanze o miscele classificate come cancerogene di categoria 1A o 1B o mutagene di cellula germinale di categoria 1A o 1B di cui all’allegato I del regolamento CLP, oltre che alle sostanze cancerogene o miscele o ai processi di cui all’allegato I della medesima, e per sostanze o miscele rilasciate da un processo.

Nuova direttiva 2019/130: l’art. 13 bis

La nuova Direttiva 2019/130 ha introdotto il nuovo Art.13 bis – Accordi sulle parti sociali, in cui fa riferimento alla Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA), e modifica gli allegati I e III.

Le modifiche costituiscono l’aggiornamento della Direttiva CMD con i contributi del comitato scientifico per i limiti dell’esposizione professionale agli agenti chimici (SCOEL) e del comitato consultivo per la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro (CCSS) specialmente in merito ai valori limite fissati e ai dati sui rischi residui.

L’allegato III fa registrare l’aggiunta di 5 sostanze cancerogeneil tricoloretilene (TCE), la 4,4’ – metilendianilina, l’epicloridrina, l’etilene dibromuro e l’etilene dicloruro. Per quanto concerne il TCE è stato possibile fissare un valore limite in funzione di un periodo di lunga (otto ore) e breve (quindici minuti) durata nella media ponderata. E’ stato normato il rischio di assorbimento attraverso la pelle. Lo SCOEL ha stabilito anche un valore limite pratico, rispetto ad informazioni disponibili, sulla base della letteratura scientifica e tecnica.

Sono state introdotte tre miscele cancerogene:

-gli oli minerali usati nei motori a combustione interna per lubrificare e raffreddare le parti mobili all’interno del motore

-le emissioni di gas di scarico dei motori diesel

-miscele di idrocarburi policiclici aromatici, in particolare quelle contenenti benzo[a]pirene, e quindi che rispondono ai criteri di classificazione come sostanze cancerogene (1A o 1B ai sensi del Reg. CLP e pertanto classificati come agenti cancerogeni ai sensi della CMD).

L’esposizione avviene per via cutanea

Per i primi non sono stati stabiliti valori limite ma, essendo assorbiti in misura significativa attraverso la pelle, lo SCOEL ha concluso che l’esposizione professionale avviene per via cutanea e ha vivamente raccomandato  l’osservazione di una serie di migliori pratiche volte a ridurre la penetrazione cutanea.

Per i secondi è stato fissato il valore limite di 0,05 mg/m3, misurato sotto forma di carbonio elementare, come consigliato dallo IARC, mentre i terzi, alla cui esposizione possono includersi processi di combustione ad alta temperatura, recano l’osservazione di un rilevante assorbimento cutaneo senza l’indicazione di un valore limite, nonostante al 18° Considerando della Direttiva si espliciti la raccomandazione del CCSS di valutare gli aspetti scientifici allo scopo di proporre un valore limite di esposizione professionale in futuro.

Sussiste un termine di due anni per poter recepire questa direttiva nell’ordinamento interno (20.02.2011), ad eccezione delle disposizioni dell’allegato III relative alle emissioni di gas di scarico dei motori diesel, per le quali si aggiunge un ulteriore periodo transitorio di due anni (21 febbraio 2023) o addirittura, per i settori delle attività minerarie e della costruzione di gallerie, di cinque anni (21 febbraio 2026) C.Z.

Tutela dell’ambiente: la nuova iniziativa ONA

ONA
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Mentre il Comune e la regione sono immobili, i cittadini si ammalano e muoiono di cancro e di altre malattie per via degli alti livelli di contaminazione degli ambienti di lavoro e di vita.

Prosegue l’impegno di sensibilizzazione dell’ONA in provincia di Latina sul tema amianto, nucleare e rifiuti con l’organizzazione della conferenza: “Tutela dell’Ambiente: gli Stati Generali”.

Gli stati generali: la grande iniziativa ONA

L’iniziativa è stata promossa e presieduta dal Presidente dell’associazione e componente della commissione amianto nominata dal Ministero dell’Ambiente Costa, Ezio Bonanni, convinto che.

“Con una mobilitazione condivisa con la collettività uniti si vince” che ha aperto l’incontro con la presentazione dello “sportello del cittadino per la tutela dal rischio amianto e da tutti gli altri cancerogeni”. Che prenderà il via dal 1 giugno a Cisterna di Latina.

L’ambulatorio medico affiancherà le attività dello sportello di tutela legale amianto e sarà guidato dal Dott. Arturo Cianciosi.

Il presidente ha poi precisato che sulla problematica: “non occorrono nuove leggi. Piuttosto la loro applicazione che presuppone una nuova cultura che si fondi sulla presa d’atto dell’emergenza ambientale.

Gli stati debbono collaborare tra di loro dopo aver preso coscienza della centralità dell’ambiente. La scarsa consapevolezza, la corruzione, la tutela del profitto ad ogni costo sono le ragioni della scarsa applicazione delle norme in tutela dell’ambiente”.

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Hanno aderito all’iniziativa e partecipato alla conferenza

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Oltre a Bonanni sono intervenuti alla conferenza esponenti e rappresentanti di tutti gli schieramenti politici, l’europarlamentare M5S, Laura Agea, ha sottolineato che:

“in Italia e in Europa sono ancora troppi gli ambienti contaminati da sostanze cancerogene.

In questa legislatura all’Europarlamento ho ottenuto la revisione della direttiva sulla protezione dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni. Inoltre, ho intenzione di chiedere alla Commissione Europea un’iniziativa legislativa anche per i lavoratori esposti a farmaci pericolosi. Compresi i citotossici”.

Dario Tamburrano ha precisato che “da oltre trent’anni l’UE si occupa della pericolosità dell’amianto.

Da un quarto di secolo è proibito produrlo e importarlo in Italia. Eppure è ancora in centinaia di migliaia di edifici, e sono in cemento amianto 100.000 chilometri di tubi delle reti idriche.

Significa che tutti noi continuiamo ad avere nel territorio e ad entrare in contatto, per lo più inconsapevolmente, con un materiale cancerogeno”.

Interviene anche il vicepresidente del Parlamento Europeo

Il vicepresidente del Parlamento Europeo, Fabio Massimo Castaldo ha evidenziato che: “per il Movimento 5 Stelle è fondamentale che il principio di precauzione venga applicato senza se e senza ma. Soprattutto per le informazioni importanti per l’ambiente e la salute dei cittadini diventino pubbliche”.

L’europarlamentare ha poi chiarito che: “grazie all’approvazione della legge che istituisce la Rete nazionale dei registri dei tumori e il referto epidemiologico.

Iniziativa fortemente voluta dal movimento, si è raggiunto un traguardo fondamentale per il diritto alla salute di tutti i cittadini.

Solo partendo da una completa consapevolezza della situazione sanitaria e ambientale delle nostre comunità si potranno attivare politiche sanitarie più efficaci e strategie economiche sostenibili”.

L’amianto è un problema tutto italiano

Gli ha fatto eco Cinzia Pellegrino, coordinatore Nazionale Dipartimento Tutela Vittime di Fratelli d’Italia, che ha osservato che: “quello riguardante l’amianto è un problema che l’Italia fino ad ora ha dimostrato di non voler risolvere.

Non solo, nonostante la consapevolezza dei danni e delle morti che provoca e lasci l’impronta come l’assassino addirittura sono state costruite scuole ed esposti al rischio mesotelioma militari, operai, insegnanti, bambini.

Di fatto abbiamo regole scritte quasi sempre senza le adeguate coperture finanziarie che consentano la messa in sicurezza dei siti a rischio.

Resta indispensabile che il Governo si preoccupi di sollecitare gli enti preposti all’attuazione del Piano Nazionale di smaltimento procedendo periodicamente alla verifica del corretto funzionamento dei Registri Tumori. Importante anche il sollecitare l’INAIL ad attuare le norme riguardanti l’adeguato ristoro delle Vittime”.

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Sono intervenuti, inoltre, Giuseppe Punzi, Presidente di AMIL (Associazione Mutilati Invalidi del Lavoro), Angelo Tripodi, Capogruppo Lega in Consiglio Regionale del Lazio, Matteo Adinolficoordinatore provinciale della Lega; Matteo Coluzzi, consigliere del Comune di Latina; Salvatore La Penna, Consigliere Regionale del Lazio (Partito Democratico), Lorenza Fiumiricercatore CNR, Giorgio Libralato, Tecnico in materia di sicurezza.

L’ONA, fin dalla sua costituzione nell’agosto del 2008 ha denunciato l’inaccettabile cocktail di agenti cancerogeni e tossico nocivi, cui sono esposti i cittadini della provincia e della città di Latina.

In particolare negli ambienti di vita e di lavoro. Oltre all’assenza delle istituzioni locali . Prime fra tutte il Comune di Latina, e quelle regionali. Anche qui è emblematico il fatto che la sanità regionale risulti commissariata.

Quali sono i rischi per la provincia di Latina?

Latina e le città limitrofe hanno bisogno di tutela. Sono città accerchiate da due delle quattro centrali nucleari realizzate in Italia.

Parliamo di quella di Latina, Borgo Sabotino, a nord e del Garigliano – Sessa Aurunca – a sud del Lazio.

E da discariche, abusive e non (emblematico è il caso di quella di Borgo Montello), siti dismessi di ogni tipo tra cui quelli della desertificazione industriale che ha fatto seguito alla crisi.

Anche della politica, ha fatto registrare un preoccupante fenomeno epidemico con una alta incidenza di patologie asbesto correlate e di altre patologie. Ivi comprese quelle tumorali con 600 decessi dal 2000 al 2018, una media di 30 all’anno.

Il territorio versa, denuncia Bonanni: “in un generale degrado legato anche all’incapacità della politica di mettere in campo progettualità trasversali coerenti con i tempi.

Ma anche con i principi di legalità che costituiscono il moloch contro il quale l’ONA si batte, ritenendo inammissibile ed inaccettabile il continuo sacrificio di vite umane immolate al profitto per l’uso di amianto e di altri cancerogeni che prevale sul diritto alla vita”.

I dati pubblicati dall’Osservatorio Nazionale Amianto

Centrale Nucleare (Borgo Sabotino)

In merito alla situazione della centrale elettronucleare di Latina, situata nella frazione di Borgo Sabotino ed entrata in servizio nel 1962 con un unico reattore da 220 MW alimentato a uranio naturale, moderato a grafite e raffreddato con anidride carbonica, il presidente Ona ha segnalato che “nonostante l’impianto sia stato chiuso il 1 dicembre 1987 con la disposizione di predisporre le opere necessarie per la custodia protettiva passiva.

E’ ancora notevole la quantità di rifiuti che contiene, “ancora a fine 2017 il volume dei rifiuti radioattivi, presenti nel sito di Latina, era pari a 1739 m3, dei quali 887 definiti ad ‘attività molto bassa’, 821 a ‘bassa attività’ e 31 a ‘media attività (dati conformi a quelli rilevati dalla stessa SOGIN S.p.A.)”.

Si prevede la conclusione della prima fase del decommissioning nel 2027, con lo smantellamento delle infrastrutture e l’abbassamento dell’edificio reattore dagli attuali 50 metri a 30. Dopo di che i rifiuti radioattivi, già condizionati e stoccati nei depositi temporanei del sito, dovranno essere trasferiti al Deposito Nazionale.

La seconda ed ultima fase, sarà costituita dallo smantellamento del reattore nucleare. Tale operazione produrrà circa 2000 tonnellate di rifiuti radioattivi a media attività (grafite). All’inizio del 2018, il volume dei rifiuti radioattivi, classificati in accordo con il decreto del 7 agosto 2015, presenti nel sito di Latina è di 1.739 m3.

Il volume può variare di anno in anno col progredire delle attività di mantenimento in sicurezza e di decommissioning e delle modalità di condizionamento dei rifiuti pregressi. Quantitativo (in metri cubi) dei rifiuti radioattivi, suddivisi per tipologia, presenti nella centrale di Latina al 31.12.2017.

Emergenza rifiuti

Nell’ottobre 2011, il Decreto VIA ha imposto alla Sogin S.p.A. il monitoraggio ambientale convenzionale oltre a quello radiologico. Nell’autunno 2013, Sogin ha avviato la campagna di caratterizzazione del territorio e in tre analisi, effettuate su tre campioni di acqua di falda di superficie, dei valori anormali per presenza di cloruro di vinile.TUTELA

Siti dismessi in provincia di Latina e nel Lazio

L’ONA prosegue la sua mobilitazione. In provincia di Latina come nel resto di Italia. L’associazione chiede che si dia corso alla totale bonifica e definitiva messa in sicurezza di tutti i siti industriali dismessi.

Il tutto, al fine di evitare rischi di contaminazione per presenza di amianto ed altri agenti cancerogeni.

Il rischio amianto rilevato dall’ONA

L’ONA ha censito, per la provincia di Latina, circa 150 casi di mesotelioma, con un trend in netto aumento, rispetto ai circa 100 casi censiti dal Dipartimento di Prevenzione per il periodo dal 2000 fino all’anno 2014.

Le città più colpite dai casi di mesotelioma – secondo quanto rilevato dal presidente dell’Associazione – fino a tutto il 2018, sono Latina con 30 casi; Gaeta con 25 casi; Aprilia con 20 casi; Sezze con 10 casi; Formia con 15 casi.

“Il mesotelioma è solo la punta dell’iceberg – ha spiegato Bonanni – perché l’amianto provoca tumori polmonari, alla laringe, faringe, esofago, fegato, colon e perfino all’ovaio e per non parlare dell’asbestosi, placche pleuriche ed ispessimenti pleurici e le complicazioni cardio-vascolari”.

Luigi Toti militare della Marina, superstite del mesotelioma

Dragamine della Marina Militare Luigi Toti
Dragamine della Marina Militare

Luigi Toti: ex marinaio affetto da Mesotelioma pleurico

Questa è la triste storia di un uomo, Luigi Toti, che ha prestato servizio, durante il periodo di leva, nella Marina Militare italiana.

Nel corso dell’intervista mi racconta la sua storia, con la voce fioca dovuta alla terribile malattia che ha contratto a causa dell’esposizione all’amianto presente all’interno delle navi in cui ha lavorato: il mesotelioma pleurico.

Parlare lo affatica molto, abbiamo dovuto interrompere la nostra conversazione dopo mezz’ora.

Chi è Luigi Toti, marinaio vittima di mesotelima?

Lugi Toti, nato a Cagliari l’11 Giugno 1938 ha prestato servizio prima a Marinarsen a La Spezia, dall’8 Marzo del 1961 fino al 10 luglio 1961, con il grado di Allievo.

Poi fu imbarcato nelle navi dragamine, il Gaggia, ila Glicine e la nave Vischio fino all’11 aprile 1963 anno in cui fu congedato.

Le dragamine erano navi utilizzate per ripulire ampie superfici di mare da mine a bassa tecnologia, quali quelle ancorate sul fondo per mezzo di cavi o quelle galleggianti.

Questi ordigni venivano fatti esplodere producendo impulsi elettromagnetici o acustici da apparecchiature rimorchiate. Questi sistemi creavano dei corridoi liberi da mine per la navigazione.

Luigi ha partecipato a missioni di alto rischio legato alla bonifica delle mine seminate durante il periodo bellico. Ma non solo.

L’amianto era presente ovunque nelle navi

Le tre navi sulle quali ha svolto servizio sia come elettricista sia nell’attività di smagnetizzazione delle mine, erano piene di amianto. Si è occupato della rimozione e della sostituzione delle camere spegni arco all’interno delle cabine elettriche, della manutenzione delle guarnizioni, delle caldaie e delle tubazioni della sala macchine.

L’amianto era presente praticamente ovunque, lo ha maneggiato inalato, indossato.
Persino nelle tute e nei guanti antincendio, per la capacità di isolamento e resistenza al calore delle fibre di questo minerale.

Per questo l’amianto fu largamente utilizzato negli anni passati, come coibente, isolante, per la sua economicità, quando ancora non si conosceva la pericolosità delle sue fibre.
Luigi Toti ha lavorato nella Marina Militare Italiana dal 1961 al 1963.
Alcuni erano a conoscenza della pericolosità dell’amianto ma solo nel 1992 l’uso ne fu vietato.

Oltre ad essere stato imbarcato, Toti ha svolto servizio anche a terra, all’interno dell’arsenale di La Spezia. Nelle esercitazioni antincendio erano utilizzati materiali in amianto, così come nelle attività di manutenzione e lo stoccaggio a terra.

Mesotelioma pleurico: la terribile scoperta

Ho scoperto tre anni fa di aver contratto questo terribile tumore, il mesotelioma pleurico. Ho 81 anni e mi ritengo un sopravvissuto. L’amianto era dappertutto in quegli anni, all’interno delle navi. Moltissime persone che hanno lavorato con me a contatto con l’amianto saranno morte o avranno contratto un tumore in giovane età a causa dell’amianto“.

Una vera ingiustizia. Soprattutto per chi avrebbe potuto godere le bellezze della vita, il calore di una famiglia, un futuro di sogni, anche legati al lavoro che avevano scelto, imbarcandosi e hanno trovato la morte inconsapevoli.

Il 16 settembre del 2014 Luigi Toti è stato ricoverato presso l’azienda ospedaliera Brotzu per “versamento pleurico recidivante in cardiopatia ischemica con pregresso BPAC. Durante il ricovero sono stati effettuati vari accertamenti.

Il 6 ottobre dello stesso anno è stato sottoposto a intervento chirurgico di drenaggio, toilette e talcaggio del cavo pleurico destro più prelievi bioptici della pleura parietale destra“.
Diagnosi definitiva “Mesotelioma pleurico“.

Così Luigi decise di chiedere l’invalidità civile all’INPS e ottiene il seguente riconoscimento: “Invalido Civile 100% con diritto all’indennità di accompagnamento”.  “Diagnosi CML: Carcinoma del rene operato.

Mesotelioma Maligno operato, in trattamento chemioterapico…Valutazione proposta dal CML: INVALIDO ultrasessantacinquenne con necessità di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita.

Validità del certificato: ILLIMITATA”. (certificazione medica del 23.04.2014, del Dirigente Medico Maria Laura Deiana del Dipartimento di Prevenzione Medicina legale della ASL di Cagliari).

Nel 2016 ha presentato al ministero della Difesa la domanda di riconoscimento della dipendenza da causa di servizio dell’infermità di cui è affetto, l’equo indennizzo per l’infermità che ha causato la malattia e il riconoscimento di vittima del dovere.

La domanda è stata respinta dal ministero perché “intempestiva, essendo stata presentata oltre il termine perentorio di sei mesi dalla data di conoscibilità dell’infermità”.

Mi parli della sua esperienza nel periodo di servizio nella Marina Militare e di come è venuto a conoscenza della correlazione tra la sua malattia e le fibre di amianto.

Risponde Luigi Toti: “Di amianto ce n’era anche troppo: nella sala macchine, nei rivestimenti dei tubi, persino nelle cuccette. Ovviamente io e i miei colleghi non eravamo consapevoli della pericolosità delle sue fibre.

Solo più tardi venne scoperto.
Il mesotelioma è una malattia molto aggressiva. I medici mi chiesero se ho avuto contatto con l’amianto e mi resi conto che gli unici contatti avuti furono quelli durante il servizio in Marina.

Che cosa le dissero i medici?

La malattia, mi dissero i medici, poteva manifestarsi anche dopo 50 anni e basta inalare poche fibre per ammalarsi. Per questo non capisco come possa, il ministero della Difesa, definire la mia domanda intempestiva.

Quando, anche gli stessi medici dell’ospedale militare hanno riconosciuto il mesotelioma dipendente da causa di servizio. Non è il primo caso purtroppo. Cercano sempre di rigettare la domanda, ovviamente. Ci provano. Faccio cicli di chemioterapia, con interruzioni, per poi riprendere.

I primi sintomi furono dispnea e forti dolori al petto. Non posso camminare e parlare troppo a lungo. Mi hanno tolto la pleura. È stata un’operazione molto invasiva ma ho fatto bene ad operarmi, mi sta prolungando la vita.

Nella sfortuna mi ritengo fortunato solo per il fatto di essere ancora in vita. Vado avanti e riesco ancora a parlare, alla mia età. Come potevo immaginare che queste navi fossero piene di amianto. Io e gli atri siamo stati esposti senza alcuna protezione.

Lei si è rivolto ai suoi avvocati?

Ci sono stati moltissimi casi di militari esposti durante il processo alla Procura di Padova. Più o meno tutti risalenti al mio periodo.

La maggior parte saranno morti, gli altri ammalati.
La prima causa terminò con l’assoluzione degli ammiragli. Per quella ancora in corso staremo a vedere.

Comunque mi sono costituito anch’io parte civile in quella causa. Ho fatto la querela e mi hanno inserito tra gli altri. L’oncologo si stupisce del fatto che io sia ancora in vita. Ogni persona ha il suo DNA.

Per me, mentalmente, la malattia non esiste. Nonostante i dolori e le privazioni cerco di vivere, per quanto possibile, senza pensarci.

Non posso camminare e parlare troppo a lungo. Pensavo che sarei morto prima. Dal mesotelioma non si guarisce. Tre anni maledetti di servizio militare mi hanno provocato questo tumore.

Per questo mi sono rivolto all’avv.  Bonanni. Per avere giustizia per me e per tutti coloro che credevano in questo lavoro e hanno perso la loro vita e la salute a causa della fibra killer.

E per chiedere giustizia. Per coloro che verranno. Perché si possa finalmente porre fine a questa strage e bonificare i luoghi in cui l’amianto è ancora presente”.

SPORT, FORSE SERVIZIO NAZIONALE, APPENA QUARANTUNO ANNI FA

Sport e scuola
Sport e scuola

Tra dieci giorni nel Salone d’Onore, al Foro Italico, ci sarà un importante aggiornamento per la storia dello sport, quando verrà tirato in ballo lo stato di salute degli impianti sportivi fuori e dentro la scuola, afflitti dal degrado e dalla contaminazione da amianto, almeno per quanto riguarda quelli costruiti sino al 1992.

Sembra ancora fantascienza!

Nella conferenza promossa e organizzata da Osservatorio Nazionale Amianto e Comitato Nazionale Italiano Fair Play, si confronteranno, con Ezio Bonanni e Ruggero Alcanterini, i protagonisti della storia di oggi, il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, il Presidente di Sport e Salute, Rocco Sabelli, il Presidente del Credito Sportivo, Andrea Abodi

E sì, anche a me, che ho vissuto per intero l’esperienza di tanti “bambini” mai nati, di tanti progetti condivisi ma abortiti, di uno sport sociale e per tutti semplicemente tenuto in naftalina e a futura memoria, appare semplicemente stupefacente che quel che si poteva fare ieri sembri ancora fantascienza oggi .

Infatti, la proposta di legge 2269 del 1978 prevedeva puntualmente, oltre che il Consiglio, il Segretariato Nazionale per lo Sport, le cui attribuzioni sarebbero state ispirate a criteri di armonizzazione territoriale e sociale, con programmazione quinquennale in piena sinergia con la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Sport nella scuola per un corretto stile di vita

Sport
Giulio Onesti – ex dirigente sportivo e avvocato italiano

Oltre al Pubblico Registro per Enti di Promozione e Federazioni Sportive, la vera scommessa per lo sviluppo orizzontale della cultura dello sport, come educazione comportamentale e per la prevenzione salute secondo un corretto stile di vita, sarebbe stata quella dello Sport nella Scuola.

La collaborazione tra medici e pedagoghi avrebbe dato supporto alla graduale iniziazione, partendo dalle “materne”, passando per le “primarie” in una logica ludica e quindi per le medie con un avviamento, che si sarebbe consolidato in abitudine alla pratica sportiva nelle secondarie.

Neanche a dirlo, previste anche le Associazioni Sportive Scolastiche e l’ottimizzazione dell’impiantistica a disposizione dei plessi. Sembrerebbe utopia ed invece era tutto nella logica di un Paese sano ed attento al bene della collettività.

Non se ne fece nulla e il prezzo dell’inconcludenza l’avrebbero pagato intere e diverse generazioni di italiani. Il 1978 fu un anno terribile per la nostra storia, quando Giulio Onesti fu defenestrato con un ingrato colpo di mano leguleio e soprattutto Aldo Moro fu rapito e trucidato.

Una nebbia che lievita

Nei due episodi si riassume la tensione morale e politica di quel lontano periodo, si comprende meglio il clima che fece lievitare quella nebbia, in cui finì appunto anche l’avveniristica proposta di legge per il Servizio Nazionale dello Sport…

(aggiungo la copertina del propedeutico “Forza e gioia con la ginnastica” del mitico prof. Livio Urbani – 1969). (SUL GRUPPO “SPORT PER CULTURA” LA SETTIMA PARTE CON L’ARTICOLATO DELLA legge 2269/78).

A cura del Dott. Ruggero Alcanterini direttore “L’Eco Del Litorale” ed editorialista di “Il Giornale sull’amianto”.

I servizi di assistenza ONA

L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA Onlus e l’Avv. Ezio Bonanni tutelano i diritti di tutti i lavoratori esposti e vittime dell’amianto e altri cancerogeni. L’associazione con il pool di tecnici, assiste i cittadini per la bonifica e la messa in sicurezza dei siti contaminati da amianto (prevenzione primaria). In caso di esposizioni ad asbesto ed altri cancerogeni, si può chiedere il servizio di assistenza medica gratuita (prevenzione secondaria).

L’ONA guida la ricerca scientifica in materia di mesotelioma ed altre patologie asbesto-correlate. Fermo il ruolo della prevenzione primaria, la diagnosi precoce, e le terapie più tempestive, assicurano maggiori chance di guarigione, ovvero di maggiore sopravvivenza a migliori condizioni di salute. L’ONA guida anche il pool di legali, per la tutela di tutti i diritti delle vittime di malattia professionale, tra cui quelle asbesto correlate, per il prepensionamento e l’adeguamento dei ratei pensionistici, con i c.d. benefici contributivi per esposizione ad amianto. Anche i lavoratori che sono ancora privi di malattia, hanno diritto ai benefici contributivi per esposizione ad amianto.assistenza ona