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martedì, Gennaio 14, 2025

L’inertizzazione dell’amianto, innovazione e sostenibilità per un futuro più sicuro

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L’INERTIZZAZIONE POTREBBE RAPPRESENTARE UNA SVOLTA NELLA GESTIONE DELL’AMIANTO, UN MATERIALE CHE PER DECENNI È STATO AL CENTRO DI UNA CRISI SANITARIA E AMBIENTALE GLOBALE. A DIFFERENZA DELLO SMALTIMENTO IN DISCARICHE, CHE È TEMPORANEO E COMPORTA ALTI RISCHI AMBIENTALI, QUESTA TECNICA INNOVATIVA OFFRE UNA RISPOSTA DEFINITIVA E SOSTENIBILE. IN UN’ITALIA CHE ANCORA FRONTEGGIA MILIONI DI TONNELLATE DI MATERIALI CONTENENTI AMIANTO (MCA), QUESTA SOLUZIONE SI PROFILA COME UNA NECESSITÀ STRATEGICA PER TUTELARE SALUTE E AMBIENTE, TRASFORMANDO UN PROBLEMA IN UNA RISORSA

L’amianto, da risorsa a minaccia

Per molti decenni, l’asbesto è stato il simbolo di un progresso industriale che prometteva durabilità, isolamento termico e resistenza. Tuttavia, la scoperta dei suoi effetti letali ha trasformato questa risorsa in una minaccia per la salute e l’ambiente. Le sue fibre, se inalate, causano gravi patologie come il mesotelioma, una malattia devastante e spesso fatale. 

Nonostante il divieto della sua produzione e utilizzo in Italia con la legge 257/1992, ancora oltre 40milioni di tonnellate di materiali in amianto e contenenti amianto (MCA) restano disseminati sul territorio, rappresentando una sfida per la gestione dei rifiuti pericolosi.

Il metodo più comune per affrontare il problema è lo smaltimento in discarica. Tuttavia, questa soluzione è temporanea, costosa e soggetta a rischi ambientali. In risposta a tali limiti, l’inertizzazione emerge come una tecnologia capace di neutralizzare i pericoli dell’amianto e, al contempo, offrire una nuova vita ai materiali trattati- vediamo Ion cosa consiste.

L’inertizzazione: trasformare il rischio in sicurezza

L’inertizzazione è un processo tecnologico avanzato che neutralizza completamente la tossicità delle fibre di amianto, rendendole inoffensive e trasformandole in materiali riutilizzabili. Questo avviene attraverso un trattamento termico o chimico che altera la struttura cristallina del minerale. Il metodo termico, in particolare, è il più promettente. Attraverso l’esposizione a temperature superiori ai 1.100 °C, le fibre vengono distrutte e riorganizzate in composti chimicamente stabili, sicuri per l’uomo e per l’ambiente.

Il prodotto finale dell’inertizzazione può essere utilizzato nell’industria edilizia per la produzione di ceramiche, pavimentazioni o riempitivi, riducendo la necessità di estrarre nuove risorse naturali. Di contro, se non reintrodotto nel ciclo produttivo, il materiale può essere smaltito come rifiuto non pericoloso, abbattendo i costi e i rischi associati alla gestione dei MCA. 

Il metodo chimico utilizza invece specifici reagenti, come acidi forti, basi o soluzioni saline concentrate, per modificare la struttura cristallina delle fibre, trasformandole in composti non tossici.

Uno dei principali vantaggi è la possibilità di operare a temperature più basse, riducendo così il consumo energetico. Tuttavia, presenta alcune criticità, tra cui i costi dei reagenti e la gestione degli scarti, che possono risultare complessi o potenzialmente pericolosi. Per queste ragioni, è spesso scelto per quantità limitate di materiale o in situazioni dove l’approccio termico non è praticabile.

Nonostante le difficoltà, questo metodo amplia le opzioni disponibili per la gestione sostenibile dell’amianto, offrendo una soluzione utile soprattutto in combinazione con altri trattamenti.

Il processo e i suoi vantaggi

Le tecnologie di inertizzazione rappresentano un significativo passo avanti rispetto al tradizionale smaltimento in discarica. La neutralizzazione completa delle fibre elimina il rischio sanitario e ambientale, prevenendo esposizioni future. Inoltre, il trattamento riduce del 59% le emissioni di anidride carbonica rispetto alla gestione in discarica, secondo un’analisi del ciclo di vita (LCA). La possibilità di riutilizzare i materiali trattati supporta altresì i principi dell’economia circolare, offrendo un’alternativa sostenibile e innovativa alla gestione dei MCA.

Sfide da affrontare

Nonostante i benefici, l’inertizzazione non è priva di ostacoli. I costi iniziali per la costruzione degli impianti e i consumi energetici elevati rappresentano barriere significative. Inoltre, la mancanza di una normativa chiara e di incentivi economici rallenta l’adozione su larga scala. Per superare queste difficoltà, è necessario un sostegno finanziario da parte delle istituzioni, accompagnato da campagne di sensibilizzazione che coinvolgano cittadini e imprese.

La visione dell’avv. Ezio Bonanni

L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), ha definito l’inertizzazione come «una straordinaria opportunità per trasformare una tragedia sanitaria ed ecologica in una risorsa per la società».

Bonanni ha tuttavia sottolineato l’importanza di un maggiore impegno nella prevenzione:  «Ogni euro investito oggi nellinertizzazione e nella bonifica rappresenta un risparmio futuro in termini di costi sanitari e ambientali. Dobbiamo agire con urgenza per proteggere la salute delle persone e garantire un futuro più sicuro».

Certo è che l’Italia, con la sua storia di creatività e resilienza, ha l’opportunità di guidare questa rivoluzione, dimostrando che progresso e sostenibilità possono andare di pari passo.

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