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venerdì, Giugno 2, 2023

Crisi energetica, centrali a carbone ripartono a pieno ritmo

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La crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina e dal blocco del gas russo avrà conseguenze importanti anche sull’ambiente. Le associazioni ambientaliste avevano pregato perché la soluzione ricercata per far fronte al problema non includesse fonti fossili, invece proprio questo è avvenuto. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, secondo quanto scrive La Repubblica, darà l’ok per la ripresa a pieno regime delle centrali a carbone.

Centrali a carbone da “in dismissione” a pieno regime

Il provvedimento era stato già ipotizzato nel decreto del 25 febbraio 2022, il giorno successivo all’invasione russa dell’Ucraina.

Questo servirà a non lasciare l’Italia al freddo questo inverno, con i rapporti sempre più tesi tra Europa e Russia. L’Ue ha deciso di porre un tetto al prezzo del gas russo e per tutta risposta il Paese ha spiegato che lo venderà altrove.

Le centrali a carbone che ripartiranno a pieno ritmo sono sette, quasi tutte in funzione. Con il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec), ne era stata però disposta la dismissione o la conversione per il 2025.

Propaganda russa si rivolge agli italiani

In questi giorni poi una grave ingerenza sta arrivando dalla Russia che si rivolge direttamente agli italiani. Il messaggio è che le sanzioni sono state prese dall’Unione europea e dagli Stati Uniti, però sarà l’Italia a pagare in termini di crisi economica.

La lotta al cambiamento climatico deve aspettare

La guerra, che sta facendo migliaia di vittime e che conta già quasi 300 bambini dispersi, rallenterà anche il contrasto (già debole) al cambiamento climatico. Un disastro a lungo termine, proprio quando l’opinione pubblica stava pressando la politica per intervenire su un problema che gli scienziati denunciano da anni. Cambiamento climatico che sta provocando sempre di più eventi estremi, ondate di calore e conseguenze che sarà sempre più difficile affrontare.

La soluzione sarebbero state le energie rinnovabili, ma abbiamo atteso e atteso e adesso, a quanto pare senza il gas russo non riusciamo a coprire il fabbisogno. E’ chiaro che anche i consigli per risparmiare sono quanto meno tardivi. Le famiglie e le aziende già da mesi si stanno facendo carico di bollette altissime. In tanti negozi si trova l’aria condizionata spenta e sfido chiunque a trovare le lavatrici delle famiglie avviate non a pieno carico.

L’inquinamento causato dalle centrali a carbone

Per quanto riguarda l’inquinamento causato dalle centrali a carbone Legambiente condusse uno studio 10 anni fa. “A fronte – si può leggere nelle conclusioni – di un contributo pari al 16% della produzione energetica italiana” le centrali a carbone contribuiscono del 35% alle emissioni di CO2. Più del doppio.

Per ogni kWh prodotto dalle centrali a carbone, “vengono emessi 857,3 grammi di CO2, contro i 379,7 di quelle a gas naturale”. Durante il processo, inoltre, vengono rilasciate sostanze inquinanti e cancerogene, come arsenico, cromo, cadmio, mercurio e polveri sottili. L’Ona – Osservatorio nazionale amianto e il suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, sanno bene quanto la mancata tutela dell’ambiente influisca sulla salute di tutti gli esseri viventi.

Le centrali solari, eoliche, idroelettriche, geotermiche a biomasse emettono invece zero emissioni. Ora l’Italia e l’Europa accelerano in questo senso, speriamo sia la volta buona.

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