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domenica, Maggio 18, 2025

Orsa F43 muore durante controllo: Wwf denuncia danno biologico

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Grandi polemiche sono scoppiate dopo la morte dell’Orsa F43. Un animale che viveva nella zona di Ledro, in Val di Concei, in Trentino, e che era considerata indocile. Tanto che era stato deciso di applicarle un collare per monitorare i suoi movimenti.

Più volte si era avvicinata pericolosamente alle zone abitate attirata da pollai e cassonetti.

Orsa F43 muore durante il cambio del collare

Purtroppo qualche giorno fa, durante l’operazione per cambiarle il collare, è deceduta. L’orsa è entrata nella trappola che consente di addormentarla e di cambiare l’oggetto al collo, ma dopo l’iniezione si è bloccata in una posizione che l’ha portata al decesso.

“La necessità di monitorare in modo intensivo soggetti problematici – si legge nella nota della Provincia autonoma di Trento – e di cercare di modificarne il comportamento può comportare incidenti come quello occorso, dati i rischi intrinseci in operazioni delicate, condotte spesso in contesti e condizioni ambientali non facili”.

Nello scritto era stato spiegato il motivo del monitoraggio e il sistema utilizzato per bloccare l’animale. Nonostante questo però alte si sono alzate le rimostranze degli ambientalisti. Perdere una femmina in età per procreare è un dramma per la specie già considerata in pericolo critico in Italia.

Orsa F43, Wwf: “Danno biologico non indifferente”

Il Wwf che da anni segue e protegge l’orso bruno nel nostro Paese è molto critico. “La perdita di una femmina in età riproduttiva – fanno sapere – rappresenta infatti un danno biologico non indifferente rispetto a una popolazione trentina di orsi che conta, tra giovani e adulti, circa 80 esemplari stimati nel 2021”.

Secondo il Wwf oltre a monitorare gli animali è importante mettere in sicurezza il cibo che gli orsi possono trovare ai margini delle aree in cui vivono.

“L’abbondanza di risorse di facile accesso presso i centri abitati – dicono infatti – è un problema che da troppo tempo rimane irrisolto in molte aree del Trentino. La presenza di animali selvatici che mostrano abituazione verso l’uomo e che frequentano assiduamente centri abitati è sempre originata da errati comportamenti umani. Come dimostrato da numerose esperienze nazionali e internazionali”.

La Lav chiede copia dei verbali dell’intervento

La Lav ha chiesto copia dei verbali dell’intervento. “Se F43 era un’orsa ‘confidente’ la responsabilità è esclusivamente di noi umani – ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici – la mancata messa in sicurezza dei cassonetti dei rifiuti da parte della Provincia, che in più di 20 anni non è riuscita a completarne la sostituzione con quelli provvisti di dispositivo anti-orso, è di fatto la causa della spregiudicatezza degli orsi che in quei cassonetti identificano una mensa a disposizione, al punto da riuscire a superare la loro innata paura nei confronti dell’uomo”.

L’associazione Italiana Difesa Animali & Ambiente (Aidaa), mette in dubbio l’ipotesi dell’incidente. “Meglio andare a fondo della vicenda e per questo chiediamo di indagare su questa morte”. Anche il Wwf auspica che l’autopsia faccia chiarezza sulle dinamiche della morte. 

“La convivenza tra animali e esseri umani è molto delicata e va gestita nel migliore dei modi. E’ assurdo comunque – ha dichiarato il presidente dell’Ona – Osservatorio nazionale amianto, l’avvocato Ezio Bonanni – che un’orsa muoia per un intervento che dovrebbe essere di routine. Errori del genere, se di errore si è trattato, non dovrebbero più verificarsi. E andrebbero valutati interventi perchè sia gli uomini che gli animali possano vivere in sicurezza. L’orso è un animale in pericolo critico, rischia quindi l’estinzione: questo va in ogni modo impedito. Ogni creatura – ha concluso – occupa un posto ben definito nell’ambiente che ci circonda, che va preservato per evitare catastrofi”.

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