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domenica, Settembre 8, 2024

Eventi estremi in aumento, “Fronteggiare crisi climatica”

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A causa del cambiamento climatico aumentano gli eventi estremi in Italia. Legambiente ne ha registrati ben 132 nei primi 7 mesi del 2022, numero più alto della media annua dell’ultimo decennio. In totale gli eventi estremi dal 2010 sono stati 1318. Sono stati colpiti 710 comuni della Penisola.

I dati sono relativi alla mappa del rischio climatico elaborata ogni anno dall’Osservatorio Cittàclima.

L’associazione ambientalista entra nello specifico e registra 516 allagamenti da piogge intense, 367 danni da trombe d’aria. Ci sono stati anche 157 danni alle infrastrutture da piogge e 123 esondazioni fluviali (con danni). Come pure 63 danni da grandinate, 55 da siccità prolungata, 55 frane da piogge intense. Infine 22 siti patrimonio storico sono stati danneggiati e Legambiente ha contato 17 temperature estreme in città, chiamate ondate di calore.

Cianfani: “Fronteggiare la crisi climatica”

“Il 2022 in fatto di eventi climatici estremi è da codice rosso. Chi si candida a governare il paese per i prossimi 5 anni – ha detto il presidente di Legambiente Stefano Ciafani – dovrebbe esplicitare quali soluzioni vuole mettere in campo per fronteggiare la crisi climatica.

Una delle principali emergenze planetarie che rischia di mettere in ginocchio l’intero Pianeta. Se non si interviene al più presto rischiamo nei prossimi anni sia un disastroso impatto sociale ed economico, oltre che ambientale, sia di sprecare anche le risorse del Pnrr”.

Eventi avversi: CittàClima, l’osservatorio di Legambiente

CittàClima è l’osservatorio di Legambiente sugli impatti dei cambiamenti climatici nel territorio italiano che si avvale della collaborazione di UnipolSai Assicurazioni.

La mappa del rischio climatico elaborata, che registra i fenomeni per Comune correlati anche da foto e articoli stampa, aiuta a comprendere quanto sta avvenendo. Grazie a questo costante monitoraggio è possibile anche comprendere dove e come questi eventi avversi si ripetano maggiormente. Lo studio analizza le conseguenze e le differenze con il passato. Ciò consente di verificare il rapporto tra accelerazione dei processi climatici e problematiche legate a fattori insediativi o infrastrutturali nel territorio italiano.

Eventi estremi, le buone pratiche

In diverse città europee e italiane le amministrazioni hanno intrapreso progetti e iniziative per contrastare gli effetti del cambiamento climatico sulla popolazione. Si tratta di piani di adattamento al clima e progetti sperimentali per quartieri che diventino eco-sostenibili. O anche di ripristino delle rive dei fiumi e di riqualificazione delle piazze. Si vuole così evitare la formazione delle isole di calore che interessano le aree urbane, ma anche alluvioni.

Eventi estremi, a Torino un Piano di resilienza climatica

Nel 2020 il Comune di Torino ha approvato il “Piano di resilienza climatica”. Prima di questa città lo avevano già fatto Ancona e Bologna.

Il Piano parte dal presupposto che il territorio sia stato soggetto a numerosi eventi climatici estremi nel corso degli ultimi anni. Anche a causa del fatto che si trova all’interno di un complesso sistema idrologico, con esondazioni dei fiumi ed ondate di calore estreme.

Nello stesso tempo impegna l’amministrazione a ridurre il manifestarsi di un fenomeno critico. Ad adattare l’ambiente urbano e i servizi per ridurre l’esposizione e gestire eventuali emergenze. Così come ad adattare gli edifici per migliorare la qualità della vita e contenere la richiesta energetica. E ancora a gestire l’evoluzione degli ecosistemi urbani e la trasformazione urbana. A sviluppare una cultura del rischio climatico nella progettazione delle opere pubbliche e a preparare i cittadini ad affrontare le nuove condizioni.

Milano all’interno del progetto “100 Resilient Cities”

Milano già dal 2015 fa parte del progetto “100 Resilient Cities” promosso dalla Fondazione Rockefeller. L’obiettivo è quello di favorire la resilienza agli stress ambientali, fisici, economici e sociali che impattano sui cittadini.

Diversi i progetti innovativi relativi all’housing sociale, alla rigenerazione urbana, alla smart city e alla prevenzione dai rischi idrogeologici. Previsto anche un piano di forestazione urbana chiamato “ForestaMi”. È partito nel 2018 e punta alla piantagione di 3 milioni di alberi entro il 2030.

Un altro obiettivo dell’amministrazione milanese è quello di investire nei tetti verdi, per assorbire calore e CO2 ed emettere ossigeno. In città ci sono 32 milioni di metri quadrati di tetti, dei quali poco meno di 1 milione hanno già almeno una parte sistemata a verde. Il Comune vorrebbe arrivare a coprire fino a 14 milioni di metri quadrati a verde entro il 2030.

“Gli eventi estremi, le trombre d’aria e le alluvioni, anche sul litorale laziale, di cui non abbiamo memoria nel passato, danneggiano le colture e creano disagi importanti, quando addirittura non causano vittime. Abbiamo sfruttato il territorio, lo abbiamo inquinato senza pensare alle conseguenze e ora la Natura ci presenta il conto. Lo stesso vale per le ondate di calore e la siccità. È il momento di agire verso una transizione ecologica che non può restare soltanto uno slogan”. Così il presidente dell’Ona -Osservatorio nazionale amianto, l’avvocato Ezio Bonanni, che nella sua missione ha anche la tutela dell’ambiente, indissolubilmente collegato a quello della salute.

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