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martedì, Settembre 30, 2025

Risarcimento vittime del dovere: tutela civile e penale (VIDEO)

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La tutela delle vittime dell’amianto e delle vittime del dovere rappresenta un tema centrale per l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA). Una nuova intervista del giornalista Luigi Abbate all’avvocato Veronica Scigliano e all’avvocato Ezio Bonanni, hanno approfondito le differenze tra tutela civile e penale.

La via civile: uno strumento più rapido ed efficace

Secondo gli avvocati, la tutela civilistica si presenta come una soluzione più praticabile per ottenere un risarcimento in tempi ragionevoli. Il procedimento civile, infatti, prevede un onere probatorio meno rigido rispetto al processo penale.

Un altro elemento determinante è legato alla particolare natura delle malattie da amianto. Si tratta di patologie a lunga latenza, che possono manifestarsi anche dopo decenni dall’esposizione. Questo significa che, in molti casi, i potenziali responsabili non sono più in vita al momento dell’avvio di un processo penale. In queste circostanze, la via civile offre alle famiglie la possibilità di far valere i propri diritti senza ostacoli insormontabili.

Il limite della tutela penale

Il procedimento penale resta fondamentale per l’accertamento di eventuali responsabilità individuali, ma presenta ostacoli oggettivi. Come ha ricordato l’avvocato Ezio Bonanni, nel penale la colpevolezza deve essere provata oltre ogni ragionevole dubbio e i procedimenti si concentrano su singole imputazioni.

Nei casi di esposizione professionale ad amianto, tuttavia, spesso si sono succeduti più datori di lavoro o più responsabili della sicurezza nei luoghi di lavoro. Ciò rende complesso individuare un singolo imputato. Inoltre, i lunghi tempi della giustizia penale possono portare alla prescrizione dei reati, riducendo le possibilità di ottenere un riconoscimento concreto.

L’esecutività della sentenza civile

Un altro aspetto cruciale riguarda l’esecutività delle sentenze. Una decisione civile, infatti, può essere applicata già dal primo grado di giudizio. Al contrario, una sentenza penale diventa definitiva solo dopo tre gradi di giudizio, con conseguenti ritardi per le vittime e le loro famiglie.

Per questo motivo, molti legali suggeriscono di privilegiare la via civile e previdenziale, garantendo così ai cittadini un percorso più certo e rapido verso il risarcimento dei danni.

Oltre i tribunali: prevenzione e bonifica

L’ONA sottolinea che il tema non può limitarsi alla sola dimensione processuale. Come ha ricordato l’avvocato Bonanni, la vera tutela delle vittime passa attraverso la prevenzione primaria, cioè la bonifica dei siti contaminati da amianto.

Agire tempestivamente per rimuovere i materiali pericolosi significa ridurre drasticamente il rischio di esposizione e, quindi, il numero futuro di malattie e decessi. È questa la missione principale dell’Osservatorio: affiancare l’assistenza legale con l’impegno nella sensibilizzazione e nella difesa del diritto alla salute.

Una tutela integrata per i cittadini

Come visti quindi, la strada civile rappresenta oggi lo strumento più efficace per ottenere giustizia in tempi certi. La via penale conserva un ruolo importante ma deve essere accompagnata da strumenti di deflazione processuale, come l’estinzione del reato subordinata al risarcimento integrale del danno.

Allo stesso tempo, l’ONA ribadisce che la priorità deve essere quella di prevenire nuove esposizioni attraverso la bonifica e l’adozione di politiche pubbliche mirate. Solo così sarà possibile garantire non soltanto giustizia alle vittime, ma anche tutela della salute collettiva e un futuro libero dall’amianto.

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