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mercoledì, Gennaio 15, 2025

COTRAL condannata per la morte di un operaio esposto all’amianto: risarcimento di 500mila euro ai familiari

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LA CORTE D’APPELLO DI ROMA HA CONDANNATO COTRAL A RISARCIRE CON 500MILA EURO LA FAMIGLIA DI LUIGI PENNACCHIETTI, UN OPERAIO MORTO A 37 ANNI PER UN TUMORE AI POLMONI CAUSATO DALL’ESPOSIZIONE ALL’AMIANTO. L’UOMO AVEVA LAVORATO NELLE OFFICINE DELLA SOCIETÀ DI TRASPORTO PUBBLICO DEL LAZIO A ROMA CENTOCELLE DAL 1988 AL 1994. I FAMILIARI, ASSISTITI DALL’AVVOCATO EZIO BONANNI, PRESIDENTE DELL’OSSERVATORIO NAZIONALE AMIANTO, HANNO OTTENUTO GIUSTIZIA DOPO UN LUNGO ITER LEGALE

La Storia di Luigi Pennacchietti, operaio COTRAL

Luigi Pennacchietti, nato a Genazzano, in provincia di Roma il 30 maggio 1957, aveva lavorato come operaio elettromeccanico e manutentore di mezzi rotabili nelle officine della Compagnia Trasporti Laziali – COTRAL dal 1988 al 1994. 

Durante quegli anni, era stato esposto all’amianto, un minerale altamente tossico presente nei materiali con cui operava quotidianamente. L’asbesto era ampiamente utilizzato nelle officine, in particolare nei cassoni e contenitori di apparati elettrici, nei sottocassa dei veicoli e nei rivestimenti delle carrozze. Le attività di manutenzione, che prevedevano un frequente contatto con le sottilissime fibre disperse nell’aria, comportavano quindi rischi elevati.

Nel 1992, Pennacchietti iniziò a manifestare i primi sintomi di tumore polmonare. Nonostante le cure, la malattia progredì rapidamente e lo portò alla morte il 24 agosto 1994, a soli 37 anni.

Nonostante il riconoscimento del legame tra la malattia e l’esposizione al “killer silenzioso” , la vicenda ha dato luogo a un lungo contenzioso giudiziario.

Una lunga battaglia legale

La domanda di risarcimento era stata inizialmente rigettata sia dal Tribunale sia dalla Corte di Appello di Roma, che avevano ritenuto prevalente il danno da fumo di sigarette rispetto all’amianto. Dopo il ricorso dell’avv. Bonanni, la Cassazione ha accolto la richiesta dei familiari di Pennacchietti. Esaminando le testimonianze dei colleghi dell’operaio e la relazione del CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio), il giudice ha quindi ribadito il principio dell’“equivalenza delle cause”, secondo cui ogni fattore che contribuisce alla malattia deve essere preso in considerazione. In particolare, la sentenza ha sottolineato che, sebbene l’esposizione al minerale tossico in COTRAL fosse meno intensa rispetto ad altre precedenti esperienze lavorative di Pennacchietti, essa ha comunque accelerato il decorso della sua patologia.

Un aspetto cruciale del verdetto è stato l’accertamento che il fumo di sigaretta, pur essendo un fattore aggravante, non può essere considerato l’unica causa del tumore. Il CTU ha infatti evidenziato come “l’esposizione all’asbesto e il fumo abbiano concorso in egual misura alla produzione dellevento morte”. «Questa sentenza è molto importante, perché afferma il principio della concausa, in ogni caso ove insorga il cancro del polmone dovuto allesposizione allamianto, il datore di lavoro è responsabile anche se il lavoratore era un fumatore», dichiara Bonanni.

La conclusione del processo e gli aspetti risarcitori

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L’avv. Ezio Bonanni, presidente ONA dichiara: «Continueremo a lottare affinché nessuno debba più subire queste ingiustizie»

La conclusione del processo ha pertanto stabilito un risarcimento di 500mila € in favore dei familiari di Luigi Pennacchietti. «Questa decisione rappresenta una vittoria fondamentale nella lotta per il riconoscimento dei diritti delle vittime dell’amianto –dichiara il presidente ONA – Il caso Pennacchietti dimostra ancora una volta quanto sia devastante l’esposizione a questo materiale pericoloso, e quanto sia cruciale ottenere giustizia per i lavoratori che ne sono stati vittime. Continueremo a lottare affinché nessuno debba più subire queste ingiustizie».

L’Osservatorio Nazionale Amianto tutela da anni le vittime di questo pericoloso cancerogeno. Queste possono richiedere assistenza tramite attraverso il sito o tramite il numero verde gratuito 800 034 294

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