IL 28 APRILE DI OGNI ANNO, IL MONDO DICE STOP ALL’AMIANTO E SI UNISCE PER COMMEMORARE LA GIORNATA DELLA MEMORIA DELLE VITTIME DI AMIANTO, UN MOMENTO DI RIFLESSIONE PER RICORDARE I LAVORATORI CHE HANNO PERSO LA VITA A CAUSA DELLE MALATTIE CORRELATE ALL’AMIANTO. TUTTAVIA, MENTRE RIFLETTIAMO SUL PASSATO, DOBBIAMO ANCHE AFFRONTARE LA REALTÀ PRESENTE. NELL’ANNO 2023, L’ITALIA HA REGISTRATO OLTRE 7MILA DECESSI E 10MILA NUOVI CASI DI MALATTIE LEGATE ALL’AMIANTO
«Soltanto la bonifica e messa in sicurezza possono evitare future diagnosi di malattie asbesto correlate che in più del 90% dei casi si tramutano purtroppo in una sentenza di morte». Così esordisce l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
Incidenza dell’amianto in Europa: una chiamata all’azione. Stop all’amianto
La più alta incidenza di casi di mesotelioma e altre malattie correlate all’amianto in Europa nel 2023 ha finalmente portato il Parlamento Europeo a prendere posizione sulla prevenzione primaria. La nuova direttiva, entrata in vigore il 20 dicembre 2023, ha introdotto modifiche rilevanti per la protezione dei lavoratori esposti durante l’attività lavorativa. Tuttavia, in Italia, la questione è trascurata nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con poche menzioni sull’argomento. Lo stop al pericoloso patogeno è ancora un chimera.
L’Impatto epidemiologico del killer silente in Italia
Negli ultimi dieci anni, circa 60mila persone in Italia sono decedute a causa di malattie correlate all’amianto. Nel 2023, l’Osservatorio Nazionale Amianto ha censito circa duemila casi di mesotelioma, con un tasso di mortalità di circa il 93% nei cinque anni precedenti. Lo stesso anno ha visto circa quattromila nuove diagnosi di tumore al polmone causate dall’esposizione all’amianto (escluso il fumo e altri agenti cancerogeni), con un tasso di sopravvivenza stimato del 12% su cinque anni, corrispondente a circa 3500 decessi.
È importante considerare anche l’asbestosi, una conseguenza dell’amianto che può portare a problemi cardiaci (ha causato circa cinquecento decessi). Altre neoplasie associate al patogeno, includono tumori della laringe, faringe, esofago, stomaco, colon, ovaie e colangiocarcinoma del fegato, con un impatto totale di oltre 7mila decessi e 10mila nuovi casi di malattia.
Un appello alle istituzioni
Questa situazione richiede una risposta immediata e determinata da parte delle istituzioni e della società nel suo complesso. La protezione dei lavoratori, la bonifica delle aree contaminate e una maggiore consapevolezza pubblica sono essenziali per affrontare questa crisi sanitaria e sociale legata all’amianto.
«In questo giorno, in cui si ricordano le vittime dell’amianto rivolgiamo un appello al Premier Meloni perché torni nell’agenda di Governo. Ricordiamo che soltanto la bonifica e messa in sicurezza può evitare le esposizioni ad amianto e quindi le future diagnosi di malattie asbesto correlate che purtroppo, in più del 90% dei casi si tramutano in una sentenza di morte». Questo il commento dell’avv. Ezio Bonanni.
Mappa del rischio: diffusione pervasiva dell’asbesto
Il settimo Rapporto del Registro Nazionale dei Mesoteliomi, pubblicato il 14 febbraio 2022, ha esaminato oltre 30mila casi, evidenziando che il 70% delle modalità di esposizione è stato direttamente legato alle condizioni lavorative. Settori come l’edilizia, la metalmeccanica e i cantieri navali emergono come particolarmente a rischio. Tuttavia, anche settori inaspettati, come gli impianti di raffinazione e gli zuccherifici, emergono come aree di esposizione all’amianto.
Ancora nel 2024, la mappa del rischio continua a mostrare una situazione allarmante: dire stop è cruciale. Ci sono ancora 40 milioni di tonnellate di amianto presenti in oltre 1 milione di siti e micrositi, di cui 50mila a carattere industriale e quarantadue di interesse nazionale. La presenza di amianto è stata riscontrata anche in luoghi apparentemente sicuri come scuole, biblioteche, edifici culturali e ospedali, con oltre 352mila alunni e 50mila membri del personale docente e non docente esposti. Inoltre, più di 500mila km di tubature di acquedotti pubblici sono realizzati in cemento-amianto, causando gravi preoccupazioni per la contaminazione dell’acqua potabile.
Lombardia: la pesante eredità industriale. È ora di dire stop!
La Lombardia, con i suoi 6653 casi di mesoteliomi censiti fino al 2017 nel VII Rapporto ReNaM, pari al 21,1% dei casi registrati, rappresenta una delle regioni più colpite dall’amianto. Nel 2023, l’Osservatorio Nazionale Amianto ha censito circa cinquecento nuovi casi di mesoteliomi e più di mille diagnosi di tumore del polmone asbesto-correlato, portando a un totale di oltre 2000 decessi per tutte le malattie asbesto-correlate. Questo impatto è legato al passato industriale della regione, caratterizzato dal massiccio uso di amianto fino alla messa al bando imposto dalla legge 257/92.
Piemonte: una tragica storia di contaminazione ambientale
Il Piemonte, (5084 casi di mesoteliomi censiti fino al 2017 nel VII Rapporto ReNaM, pari al 16,1% dei casi nazionali), è anch’esso gravemente colpito dall’amianto. Nel 2023, sono stati censiti circa 250 nuovi casi di mesoteliomi e più di cinquecento diagnosi di tumore del polmone asbesto-correlato. La contaminazione ambientale, particolarmente evidente nella città di Casale Monferrato e nelle città limitrofe, è stata causata principalmente dalla presenza di eternit, portando a un alto numero di decessi, stimati a oltre mille se si considerano tutte le altre patologie asbesto-correlate.
Liguria: incidenza elevata in proporzioni disarmanti
Casi censiti fino al 2018 nel VII rapporto ReNaM: 3263, pari al 10,3%. La Liguria, nonostante abbia una popolazione relativamente ridotta di 1.508.800 abitanti, che costituisce circa il 2,5% della popolazione italiana, si trova ad affrontare un impatto significativo delle malattie correlate all’amianto. Nel 2023, sono stati registrati 150 nuovi casi di mesotelioma, il che rappresenta oltre il 13% dei casi nazionali, e si stima che questi casi abbiano portato a circa 140 decessi. In aggiunta, sono stati registrati circa 280 decessi per tumore del polmone da amianto. Tenendo conto di tutte le altre patologie asbesto-correlate, l’impatto epidemiologico complessivo è stimato essere superiore ai 600 decessi. Questi dati evidenziano che, nonostante le dimensioni ridotte della popolazione, la Liguria è gravemente colpita dalle conseguenze dell’esposizione all’amianto, dimostrando la serietà della situazione e la necessità di interventi mirati per affrontare questa emergenza sanitaria.
Emilia Romagna: le conseguenze dell’esposizione
Con 2873 casi di mesoteliomi censiti fino al 2018 pari al 10,3% (VII Rapporto ReNam), l’Emilia Romagna si trova anch’essa ad affrontare una significativa incidenza di malattie correlate all’amianto. Nel 2023, si sono registrati circa 160 nuovi casi di mesotelioma e 320 casi di tumore del polmone asbesto-correlato, portando a un totale di circa 650 decessi se si tengono conto di tutte le altre patologie asbesto-correlate.
Lazio: sfide nella gestione dell’impatto epidemiologico
Mesoteliomi censiti fino al 2018 nel VII rapporto ReNaM: 1448, pari al 4,6%. Nel 2023, l’ONA ha censito circa 110 nuovi casi di mesoteliomi, con un impatto di circa cento decessi, più di 220 diagnosi di tumore del polmone asbesto-correlato. L’Osservatorio Nazionale Amianto stima un totale di circa 500 decessi se si considerano tutte le altre patologie asbesto-correlate.
Un impegno per la sicurezza e la memoria: stop al patogeno
Ogni anno ci sono 10mila nuove diagnosi, in prevalenza uomini, per motivi del loro impegno professionale e/o operai negli stabilimenti o nei siti militari e in particolare nelle regioni a maggior rischio. Con una media annua di casi diagnosticati compresa tra 1.500 e 1.800, la Lombardia, il Piemonte, la Liguria e il Lazio rappresentano oltre il 56% dei casi segnalati.
Accendendo una candela il 28 aprile, ci uniamo alla comunità globale nel ricordo delle vittime e nell’impegno per un futuro. L’ONA dice stop una volta per tutte al killer silente!
L’Osservatorio Nazionale Amianto svolge un ruolo fondamentale per la prevenzione primaria, e cioè per sensibilizzare le istituzioni e/o fornire assistenza ai cittadini per evitare le esposizioni ad amianto e altri cancerogeni e per la bonifica. A seguire un elenco delle attività:
Sostegno per la sorveglianza sanitaria, diagnosi precoce, le terapie e cure, rispetto al rischio amianto (prevenzione secondaria);
Tutela delle vittime e dei loro familiari per far ottenere loro il prepensionamento amianto, e le prestazioni INAIL;
Riconoscimento dello status di vittima del dovere, e il risarcimento del danno (prevenzione terziaria).
È operativo lo sportello amianto, anche on-line, scrivendo sul sito dell’Osservatorio Nazionale Amianto e anche attraverso il numero verde 800 034 294
Stop all’amianto!