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sabato, Ottobre 5, 2024

Condanna del ministero della Difesa per mesotelioma pleurico: risarcimento ai familiari di un militare deceduto a causa dell’amianto

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IL TRIBUNALE DI FIRENZE HA CONDANNATO IL MINISTERO DELLA DIFESA A RISARCIRE, CON UNA LIQUIDAZIONE DI 300MILA EURO, LA VEDOVA E IL FIGLIO DI N. T., UN EX MILITARE DECEDUTO ALL’ETÀ DI 86 ANNI A CAUSA DI UN MESOTELIOMA PLEURICO. LA SENTENZA È GIUNTA IN SEGUITO AL RICONOSCIMENTO DELLA RESPONSABILITÀ DEL MINISTERO PER LA MANCANZA DI ADEGUATE INFORMAZIONI E FORMAZIONE RIGUARDO AI RISCHI LEGATI ALL’ESPOSIZIONE ALL’AMIANTO DURANTE IL SERVIZIO DI LEVA. A RAPPRESENTARE I FAMILIARI DELLA VITTIMA, L’AVVOCATO BONANNI, PRESIDENTE DELL’OSSERVATORIO NAZIONALE AMIANTO

La storia di N.T

Il militare in questione, nato nel 1931 a Impruneta, in provincia di Firenze, aveva prestato servizio nell’Esercito Italiano durante il periodo di leva obbligatoria dal 6 novembre 1954 al 27 marzo 1956. Durante il suo servizio, fu assegnato a diverse caserme: la Caserma Michele Milano a Bari fino al 7 gennaio 1955, poi a Civitavecchia (Genio Pionieri) fino al 13 marzo 1955, e infine alla Caserma Corrado Viali di Bologna fino al termine del servizio.

Nel 2016, N. T. iniziò a manifestare problemi di salute, con sintomi quali difficoltà respiratorie e dolore toracico. Lo stesso anno, Sto arrivando! arrivando!ivà la conferma della diagnosi di mesotelioma pleurico, una malattia rara e aggressiva causata dall’esposizione all’asbesto.

L’uomo è morto l’11 agosto 2017 all’età di 86 anni. L’esposizione alle “fibre killer” si era verificata principalmente durante il servizio militare, ma era continuata anche durante il suo lavoro come elettricista, una professione che aveva esercito per oltre 40 anni. Le sue mansioni lo avevano infatti portato a stretto contatto con le sottilissime fibre di eternit rilasciate nell’aria durante le ristrutturazioni di vecchi edifici.

L’Iter legale e la condanna

Dopo che il ministero della Difesa aveva inizialmente rifiutato ogni responsabilità, i familiari di N.T. si erano rivolti al Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, Ezio Bonanni. L’avvocato aveva quindi avviato una causa legale per ottenere giustizia per l’ex militare, già riconosciuto come vittima del dovere.

Nello specifico, il 26 giugno 2020, era stato depositato un ricorso al Tribunale, con la richiesta di riconoscere il mesotelioma pleurico del sig. N.T come causato dalla negligenza della Difesa, che non aveva fornito adeguate informazioni e formazione riguardo al rischio di esposizione all’amianto durante il servizio di leva.

Il Tribunale, con la sentenza n. 375/2021, aveva dichiarato il difetto di giurisdizione in favore del TAR e aveva rigettato le domande di risarcimento per la perdita del congiunto, ritenendo che la legislazione dell’epoca non coprisse adeguatamente i danni derivanti dall’esposizione all’asbesto. Tuttavia, aveva accettato di esaminare ulteriori richieste di risarcimento per danni iure proprio.

L’Avvocatura dello Stato, in rappresentanza del ministero della Difesa, aveva eccepito il difetto di legittimazione passiva del ministero dell’Interno e il giudicato sulle domande già trattate. Aveva anche cercato di dimostrare che la malattia non fosse attribuibile al servizio militare, bensì ad esposizioni professionali successive.

Il 29 settembre 2022, il giudice aveva pertanto ordinato una consulenza tecnica d’ufficio (CTU) per valutare l’esposizione al pericoloso patogeno e il nesso di causalità con il mesotelioma pleurico. 

Il 10 novembre 2023, i consulenti, depositando una relazione tecnico-ambientale congiunta, avevano effettivamente confermato il legame.

Il 25 giugno 2024, con la sentenza n. 2026/2024, il tribunale ha quindi condannato il ministero della Difesa a risarcire la vedova (87 anni all’epoca del decesso del marito) e il figlio di N.T. con una liquidazione che ammonta a 300mila euro.

Il commento dell’avv. Ezio Bonanni sulla condanna

«Si tratta dellennesima sentenza di condanna a carico del Ministero per il decesso di un militare dellEI per elevata e non cautelata esposizione a fibre e polveri damianto e multipli cancerogeni che conferma lallarmante dato epidemiologico sulle delle malattie e i decessi dei militari delle Forze Armate Italiane”– denuncia Bonanni – ci chiediamo le ragioni per le quali la Difesa neghi i diritti delle vittime nonostante le numerose pronunce di condanna dellAutorità Giudiziaria, e auspichiamo lintervento del Capo dello Stato per evitare queste sperequazioni che costringono  i familiari, dopo lodissea della malattia del congiunto e del lutto, ad affrontare anche continue azioni giudiziarie per far valere un proprio diritto».

L’ONA ha istituito un servizio di assistenza per le vittime del dovere con il numero verde 800 034 294, e tramite il sito.

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