Con una recente sentenza, il Giudice del Lavoro del Tribunale di Bari ha stabilito che l’INAIL dovrà riconoscere la malattia professionale a un ex dipendente della sede barese di Telecom Italia. F.V. è stato colpito da multiple placche e ispessimenti pleurici, riconducibili all’esposizione prolungata all’amianto.
A dichiararlo è l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA).
Un’attività trentennale
L’uomo ha prestato servizio per oltre trent’anni – dal 1969 al 2000 – come assistente tecnico. Si è occupato del coordinamento delle operazioni di collegamento e manutenzione delle linee telefoniche. Il suo incarico includeva anche interventi su cavi collocati su pali in legno e in tubature sotterranee. Oltre a operazioni di collaudo delle ditte esterne.
Secondo quanto emerso in sede giudiziaria, durante lo svolgimento di queste mansioni l’ex tecnico sarebbe stato esposto in modo diretto e indiretto alla fibra d’amianto.
Il contesto ambientale
La sede di lavoro in Via Caldarola a Bari si trova a breve distanza, circa 50 metri, da un sito industriale dismesso. Quest’ultimo era noto per la produzione di manufatti in cemento-amianto. La vicinanza con l’ex stabilimento, dove il materiale veniva lavorato allo stato friabile, avrebbe contribuito all’inalazione di fibre disperse nell’aria anche al di fuori del perimetro della fabbrica.
All’uomo inoltre sarebbe stato fornito un telo ignifugo contenente crisotilo. Impiegato durante le operazioni con cannelli a gas propano, per evitare danni da fiamme a materiali e attrezzature.
Il procedimento giudiziario
Dopo che l’INAIL aveva rigettato la richiesta di riconoscimento della malattia professionale, F.V. si è rivolto all’avvocato Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), per intraprendere un’azione legale. Il Tribunale ha accolto la tesi difensiva, riconoscendo la connessione tra la malattia e l’esposizione alla cosiddetta “fibra killer” durante il periodo lavorativo.
Come risultato, è stato disposto il riconoscimento di una rendita mensile, in considerazione del danno subito e del rischio per la salute. Secondo il legale, “Dopo questa condanna adesso agiremo per il risarcimento del danno per ottenere la maggiorazione della pensione”.
L’impegno dell’Osservatorio Nazionale Amianto
L’ONA prosegue il suo lavoro a tutela di chi è stato esposto all’amianto, incluso il personale delle Forze Armate. L’associazione si avvale di un team multidisciplinare – composto da medici legali, tecnici e criminologi – con l’obiettivo di fornire assistenza medica e legale alle vittime e ai loro familiari.
Alla luce dei dati aggiornati dall’INAIL nell’ottavo Rapporto ReNaM, il lavoro dell’ONA assume un’importanza strategica anche grazie alla collaborazione con l’Osservatorio Vittime del Dovere.
Per chi necessiti di supporto, è attivo il numero verde dell’associazione: 800 034 294.