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lunedì, Settembre 29, 2025

Roma, Corte d’Appello riconosce status di Vittima del dovere a carabiniere speronato

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Il 4 giugno 2014, un appuntato scelto dell’Arma ricevette un ordine urgente: raggiungere via Cilicia, a Roma, dove era stata segnalata una sparatoria. L’intervento, disposto da un ufficiale del nucleo radiomobile, era mirato a garantire la sicurezza dei cittadini in un contesto di potenziale pericolo. Alla guida di un’auto di servizio, il militare si stava dirigendo verso la zona indicata insieme al superiore. All’altezza dell’incrocio tra via Prenestina e via Tor de’ Schiavi, il veicolo venne colpito con forza da un’altra automobile.

L’impatto provocò gravi lesioni: trauma cranico, fratture cervicali e del bacino, lasciando conseguenze permanenti. L’Arma dei Carabinieri riconobbe subito il legame con la causa di servizio, ma inizialmente non lo status di vittima del dovere. L’episodio venne come un incidente stradale ordinario.

Il lungo contenzioso e la decisione dei giudici

La richiesta di riconoscimento fu respinta, con il parere favorevole dell’allora Prefetto di Roma e successivamente del TAR del Lazio. La svolta arrivò anni dopo, quando il carabiniere, assistito dall’Avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e dell’Osservatorio Vittime del dovere, portò il caso in Corte d’Appello.

I magistrati di secondo grado ribaltarono la decisione, stabilendo che l’operazione del 2014 rientrava pienamente nelle attività di contrasto alla criminalità, come previsto dalla legge 266/2005. Il Ministero dell’Interno fu quindi condannato a riconoscere lo status di Vittima del Dovere. Secondo stime dell’Osservatorio Nazionale Amianto, il riconoscimento possibile potrebbe essere di circa 400mila euro di arretrati e probabilmente la pensione mensile di circa 2.300 euro.

Una vittoria che va oltre la singola vittima del dovere

Nella sentenza si legge che il militare fu speronato mentre si stava dirigendo, insieme al superiore, verso un’area in cui erano stati segnalati colpi d’arma da fuoco. La decisione conferma che non è necessario dimostrare un rischio ulteriore rispetto a quello previsto dalle normali funzioni istituzionali.

Il carabiniere, oggi in congedo, ha espresso soddisfazione ma anche amarezza per gli anni di attesa. «Ho servito lo Stato con lealtà e non avrei mai immaginato di dover combattere così a lungo per vedere riconosciuti i miei diritti. Dedico questa vittoria ai miei colleghi che non ci sono più».

Anche l’Osservatorio Vittime del Dovere ha accolto con favore la decisione, sottolineando come rappresenti un segnale importante per tutte le forze dell’ordine. L’organizzazione ribadisce il proprio impegno nel fornire assistenza gratuita agli appartenenti ai corpi armati- Ed ha ricordato che la tutela di chi rischia la vita per il Paese non dovrebbe mai essere messa in discussione.

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Informazioni fornite dall’Osservatorio Nazionale e dall’Avv. Ezio Bonanni

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