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mercoledì, Gennaio 15, 2025

Giustizia dopo nove anni: il caso Lombardo e il dramma dell’amianto nel petrolchimico di Siracusa

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IL GIUDICE DEL LAVORO DEL TRIBUNALE DI CATANIA HA CONDANNATO INAIL E INPS A RICONOSCERE LA MALATTIA PROFESSIONALE E AD ADEGUARE LA PENSIONE DEL SIGNOR ORAZIO LOMBARDO, UN EX OPERAIO 81ENNE CHE, DOPO ANNI DI ESPOSIZIONE ALL’AMIANTO NEL PETROLCHIMICO DI SIRACUSA, HA OTTENUTO FINALMENTE GIUSTIZIA.

QUESTA SENTENZA, PUR ARRIVANDO DOPO NOVE ANNI DI SOFFERENZA, RAPPRESENTA UN PRECEDENTE IMPORTANTE E ILLUMINA UNA QUESTIONE CHE PER TROPPO TEMPO È RIMASTA NELL’OMBRA: L’ESPOSIZIONE DEI LAVORATORI DEL PETROLCHIMICO DI PRIOLO GARGALLO, UNO DEI SITI DI INTERESSE NAZIONALE (SIN) PER L’ELEVATO LIVELLO DI INQUINAMENTO. AD ASSISTERE LOMBARDO, L’AVVOCATO EZIO BONANNI, PRESIDENTE DELL’OSSERVATORIO NAZIONALE AMIANTO 

Un esempio di giustizia tardiva

Orazio Lombardo, originario della provincia di Enna, ha lavorato per diciassette anni all’interno del polo industriale di Priolo Gargallo-Siracusa, un’area tristemente nota per l’impiego diffuso di amianto, sia in forma friabile sia compatta. Le aziende del Gruppo ENI (ex Enichem Spa, Montecatini Edison Spa, di Priolo Gargallo, Enichem Polimeri S.r.l., Serchem S.P.A., Praoil srl, nella Enichem S.r.l, per ultimo nella Syndial Spa), utilizzavano il minerale fibroso nelle linee e nelle apparecchiature degli impianti di produzione, nei rivestimenti delle tubature, nelle coperture dei tetti e persino nei guanti di protezione che lo stesso Lombardo indossava per lavorare.

A confermare l’esposizione, la perizia del CTU (consulente tecnica d’ufficio) ambientale richiesta dal Tribunale, che ha evidenziato sia l’esposizione diretta sia quella indiretta derivante dalla contaminazione ambientale.

L’ex operaio, ha cominciato a manifestare sintomi solo decenni dopo il primo contatto con questa sostanza letale. Nel 2016, ha iniziato a sperimentare una progressiva difficoltà respiratoria, un senso di affaticamento costante e un deterioramento generale delle sue condizioni di salute. Questi segnali, inizialmente attribuibili a cause generiche, si sono rivelati i primi indizi di una malattia ben più grave.

Dopo una serie di approfondite visite specialistiche, è arrivata la diagnosi: fibrosi polmonare, una patologia direttamente associata all’esposizione prolungata al pericoloso minerale. 

La lunga battaglia giudiziaria

Nel 2016, Lombardo aveva presentato domanda all’INAIL per il riconoscimento della malattia professionale. Contemporaneamente, aveva avanzato una richiesta all’INPS per la ricostituzione della posizione contributiva, consapevole che la malattia avrebbe inciso profondamente sul suo futuro economico. Tuttavia, entrambe le richieste erano state respinte.

Di fronte a questa situazione, l’ex operaio si era rivolto all’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), il quale aveva avviato un ricorso presso al Tribunale del Lavoro.

Per nove anni, il caso si è trascinato nei meandri della giustizia, con Lombardo che ha dovuto affrontare non solo le difficoltà legate alla malattia, ma anche l’estenuante attesa di un riconoscimento che sembrava non arrivare mai. 

Finalmente, il Giudice del Lavoro del Tribunale di Catania ha deciso a suo favore, sancendo un’importante vittoria. Il giudice ha condannato l’INAIL a liquidare un indennizzo per il danno biologico pari a circa 15mila euro, riconoscendo la correlazione tra la malattia e l’attività lavorativa svolta. Parallelamente, ha obbligato l’INPS a rivedere la posizione contributiva di Lombardo, aumentando la sua pensione di 300-400 euro mensili e liquidando gli arretrati accumulati negli anni.

Una sentenza che conferma il rischio epidemiologico dei lavoratori del settore petrolchimico 

«Dopo nove anni, Lombardo ha finalmente ottenuto giustizia – ha dichiarato l’avv. Ezio Bonanni, aggiungendo – questa sentenza rappresenta l’ennesima conferma del rischio epidemiologico dei lavoratori del settore petrolchimico e nel caso specifico, di quello di Priolo Gargallo-Siracusa. Sono centinaia i lavoratori che si sono ammalati di malattie asbesto correlate e tanti sono deceduti per asbestosi, tumore polmonare, mesoteliomi, tumore del sangue al colon da amianto, basti pensare che nel VII rapporto ReNaM si registrano 229 casi di mesotelioma tra i lavoratori dei petrolchimici, dati che sono destinati ad aumentare per via della lungo latenza delle patologie da amianto».

Questa sentenza rappresenta non solo una vittoria personale per Lombardo, ma anche un segnale di speranza per le tante vittime di malattie asbesto-correlate che spesso si sono trovate a combattere contro l’indifferenza delle istituzioni.

L’Osservatorio Nazionale Amianto continua a denunciare la situazione e a lottare per i diritti delle vittime. È essenziale che questa sentenza serva da punto di svolta, non solo per Lombardo, ma per tutti quei lavoratori che hanno contribuito con fatica e sacrificio alla crescita industriale del Paese e che, oggi, chiedono solo giustizia e dignità.

La speranza è che queste storie non siano più dimenticate, ma che rappresentino un nuovo capitolo di responsabilità, consapevolezza e cura verso chi, lavorando, ha pagato con la salute e con la vita.

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