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lunedì, Settembre 29, 2025

Estrazione amianto: rischi e scenari del 2025 in Russia e Kazakistan

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Secondo Farmonaut, nel 2023, Russia e Kazakistan avrebbero prodotto oltre 1,2 milioni di tonnellate di amianto, primeggiando nella produzione mondiale nonostante i rischi comprovati a livello scientifico per la salute. I maggiori giacimenti si trovano nei Monti Urali nell’ex Unione Sovietica e nelle regioni di Akmola e Kostanay in Kazakistan.

Il principale problema connesso all’estrazione dell’amianto riguarda l’esposizione alle sue fibre, causa di gravissime malattie. Un’ulteriore complicazione è rappresentata dal lungo periodo di latenza di queste malattie, che può estendersi a decenni dall’esposizione iniziale, rendendo difficile la diagnosi e la prevenzione tempestiva.
Come spesso segnalato dall’ONA, Canada, Russia, Kazakistan e Cina sono risultati essere i maggiori produttori globali di asbesto.

L’amianto è stato un materiale impiegato a livello globale. Veniva estratto, lavorato impiegato dalle industrie manifatturiere.
Dall’isolamento ignifugo negli edifici, alle pastiglie freno per veicoli, dalle guarnizioni navali fino ai vestiti protettivi per operai, l’amianto sembrava insostituibile fino a quando i suoi effetti nocivi sulla salute non sono divenuti evidenti.

Il danno ambientale e alla biodiversità

Dal punto di vista ambientale, l’attività estrattiva influirebbe negativamente sugli ecosistemi locali perché potrebbe contaminare suolo e acque. Inquinando il territorio, si compromette l’utilizzo futuro per l’agricoltura. Le fibre inoltre sono in grado di persistere nell’aria per molto tempo. La dispersione di polveri pericolose oltre i confini delle miniere mette a rischio, oltre la popolazione residente, anche la fauna selvatica. Gli animali selvatici e domestici presenti nelle zone limitrofe ai siti contaminati potrebbero ingerire le fibre, causando squilibri nella catena alimentare e alterazioni ecologiche su larga scala.

Regolamentazioni attese nel 2025: rigore e cooperazione internazionale

L’OMS spinge verso l’eliminazione completa dell’esposizione all’amianto, promuovendo trattati globali e collaborazioni transfrontaliere. Mentre più di 60 Nazioni nel mondo hanno introdotto divieti totali su estrazione, importazione e utilizzo dell’amianto, in Russia e in Kazakistan, l’estrazione del crisotilo è ancora consentita, con protocolli di sicurezza stabiliti dalle autorità locali.
Tra le disposizioni di sicurezza, c’è l’obbligo di indossare dispositivi di protezione personale e sono richiesti controlli sanitari frequenti per i lavoratori.
Normative più stringenti richiedono la bonifica dei siti e lo smaltimento sicuro dei residui per limitare l’impatto ambientale.
Entro il 2025, è previsto un calo della produzione tra 5 e 15%, miglioramenti nei protocolli di sicurezza e incremento nell’adozione di alternative più sicure, che potrebbe raggiungere il 35-45% entro il 2030.

Visione futura: riduzione dell’amianto e sviluppo di alternative

L’estrazione dell’amianto sembra quindi anche in quei territori destinata a una progressiva diminuzione, motivata da una fisiologica diminuzione della domanda globale dovuta ai rischi.

“E’ inaccettabile che nel 2025 non si sia arrivati ancora ad un divieto dell’amianto che coinvolga l’intero pianeta. Si stima che la fibra killer sia la causa di circa 200.000 morti l’anno. Non bastano le restrizioni: occorre che il mondo si liberi definitivamente di questa sostanza”. Ha affermato l’Avv. Ezio Bonanni.

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