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domenica, Novembre 16, 2025

Elof Wedin: un artista tra pittura e amianto

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Elof Wedin, classe 1901 e deceduto per malattia amianto correlata nel 1983, è stato un pittore svedese-americano.
E’ noto per la sua lunga carriera artistica di oltre cinquant’anni a Minneapolis e Saint Paul, nel Minnesota.
Principalmente pittore a olio su tela, Wedin si cimentò con pastelli su velluto, intagli su legno e sculture in acciaio inox. Per guadagnarsi da vivere, parallelamente alla sua attività di artista, lavorava come caldaista.

Origini e formazione

Nato a Härnösand, nella regione svedese di Ångermanland, Elof crebbe in una famiglia di commercianti. Già in Svezia iniziò a lavorare come operaio rivestitore di caldaie, un mestiere che lo avrebbe accompagnato anche negli Stati Uniti dopo l’emigrazione nel 1919. Stabilitosi a Minneapolis, frequentò corsi serali al Minneapolis Institute of Arts e poi studiò con George Oberteuffer alla School of the Art Institute di Chicago, prima di tornare definitivamente a Minneapolis.

La doppia vita: artista e lavoratore dell’amianto

Dal 1928 Wedin si occupò di isolamento termico di caldaie e condotte con l’amianto, materiale largamente utilizzato all’epoca per le sue proprietà isolanti. Di giorno quindi era impegnato in questo lavoro, mentre la sera e nei fine settimana si dedicava alla pittura. Questa doppia esistenza ebbe conseguenze drammatiche: l’esposizione prolungata alla sostanza, gli causò gravi problemi di salute che portarono alla sua morte nel 1983.

L’arte di Wedin: dall’interpretazione figurativa all’astrazione

Nel primo periodo della sua attività artistica, dagli anni ’20 ai primi anni ’30, Wedin si ispirò a grandi maestri come Rembrandt, Modigliani e gli Impressionisti, dipingendo ritratti e paesaggi con una cifra stilistica figurativa. Negli anni ’30 collaborò ai progetti artistici del New Deal, realizzando scene di vita urbana e rurale per il Public Works of Art Project e la Works Progress Administration, con opere spesso caratterizzate da un regionalismo fortemente influenzato dal cubismo e dal modernismo.
Con il passare degli anni, la sua arte si evolse verso forme più astratte e sperimentali, usando colori pastello e texture fino ad approdare negli anni ’60 a tele astratte di grandi dimensioni, con vivaci diagonali di colore e composizioni che Wedin stesso definiva “astratte nascoste”. Le sue opere sono oggi conservate in prestigiose collezioni, tra cui il Walker Art Center e lo Smithsonian Institution.

L’impatto dell’amianto: riflessioni 

La vicenda di Elof Wedin è un tragico esempio di come l’esposizione all’amianto abbia segnato la vita di molti lavoratori. L’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e noto esperto in materia di amianto, sottolinea: “La storia di Wedin evidenzia quanto fosse sottovalutato il rischio amianto in passato, con conseguenze devastanti per la salute dei lavoratori. Ancora oggi è fondamentale mantenere alta l’attenzione sulla prevenzione e sull’eradicazione dell’amianto per evitare nuove tragedie.”

Wedin, pur essendo un artista di talento, non è stato immune dal prezzo umano pagato per la sicurezza insufficiente sul lavoro. Il suo caso contribuisce a ricordare l’importanza delle battaglie per la tutela della salute nei luoghi di lavoro-

 

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