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mercoledì, Gennaio 15, 2025

Diagnosi più rapida e accurata per il mesotelioma. Test della Mayo Clinic

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IL MESOTELIOMA, UNA DELLE FORME DI CANCRO PIÙ RARE E AGGRESSIVE, HA PER DECENNI RAPPRESENTATO UNA SFIDA IMMENSA PER LA MEDICINA MODERNA. LEGATO ALL’ESPOSIZIONE ALL’AMIANTO, QUESTO TUMORE COLPISCE PREVALENTEMENTE LA PLEURA, IL RIVESTIMENTO DEI POLMONI, E SI DISTINGUE PER LA SUA DIFFICOLTÀ DI DIAGNOSI PRECOCE. I RICERCATORI DELLA MAYO CLINIC DI ROCHESTER (MINNESOTA, STATI UNITI), HANNO IDEATO UN INNOVATIVO TEST DEL SANGUE CHE PROMETTE DIAGNOSI PIÙ RAPIDE E ACCURATE

Che cos’è il mesotelioma e perché è così difficile la sua diagnosi?

Il mesotelioma è un tumore maligno che si sviluppa principalmente a causa dell’inalazione di fibre di amianto, un materiale ampiamente utilizzato in passato nell’edilizia e nell’industria. La sua insorgenza è subdola, con un periodo di latenza che può superare i quarant’anni e i sintomi iniziali sono spesso aspecifici, come tosse, dolori toracici e affaticamento, rendendo la diagnosi estremamente complessa.

Il problema, però, risiede proprio nella diagnosi tardiva. Questa neoplasia, infatti, è spesso individuata in fasi avanzate, quando le opzioni di trattamento sono limitate e la prognosi è sfavorevole. Fino a oggi, la diagnosi richiedeva spesso biopsie invasive o test ematici poco accurati. È in questo contesto che il nuovo test della Mayo Clinic rappresenta una svolta. Vediamo di che si tratta.

Il ruolo del nuovo test ematico nella diagnosi oncologica

I ricercatori della Mayo Clinic hanno sviluppato un test ematico basato sul sequenziamento dell’intero genoma, una tecnica avanzata che permette di analizzare il DNA delle cellule tumorali per individuare specifici cambiamenti cromosomici, detti “riarrangiamenti cromosomici”. Questo approccio è significativamente più preciso rispetto ai tradizionali esami del sangue, che si limitano a identificare mutazioni a punto singolo.

Grazie a questa innovazione, il nuovo test è in grado di rilevare il mesotelioma in fase precoce, fornendo così indicazioni fondamentali per personalizzare il trattamento. Inoltre, l’esame consente di monitorare l’efficacia delle terapie in corso e di individuare eventuali recidive dopo interventi chirurgici o altri trattamenti.

Secondo il dottor Aaron Mansfield, responsabile dello studio, questo progresso apre la strada a un monitoraggio meno invasivo e più accurato, riducendo la necessità di biopsie nei pazienti anziani o debilitati. «Stiamo spingendo i confini di ciò che è possibile nel monitoraggio basato sul sangue», ha dichiarato.

Perché questa innovazione è così importante. L’impatto sulla salute e sulla società

La possibilità di diagnosticare il mesotelioma precocemente non è solo una questione medica ma anche sociale. Ogni anno, in Italia, si registrano circa 1.500 nuovi casi di mesotelioma, un dato che riflette decenni di esposizione all’asbesto, nonostante il suo utilizzo sia vietato dal 1992. La diagnosi precoce può fare la differenza tra una terapia efficace e una battaglia persa in partenza.

Secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), nel Paese si contano oltre 96mila strutture ancora contenenti amianto, un dato che evidenzia l’entità del problema e la necessità di interventi rapidi e risolutivi.

Le statistiche rivelano un quadro preoccupante: tra il 2010 e il 2020, il mesotelioma ha causato una media di 1.545 decessi annui, con una maggiore incidenza tra gli uomini (1.116 decessi) rispetto alle donne (429 decessi), come riportato dall’Istituto Superiore di Sanità. Nonostante un calo dei decessi tra le persone sotto i 50 anni, attribuito alle restrizioni imposte dalla legge 257, il numero complessivo di vittime resta elevato.

Le regioni settentrionali – Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta e Liguria – registrano tassi di mortalità superiori alla media nazionale, retaggio di un passato industriale in cui il pericoloso minerale era largamente impiegato. Tuttavia, il fenomeno non è circoscritto al nord, poiché il mesotelioma mostra una diffusione capillare su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo numerosi comuni in cui l’incidenza delle patologie asbesto-correlate rimane significativa.

Dati sottostimati 

L’Osservatorio Nazionale Amianto, guidato dall’avvocato Ezio Bonanni, denuncia da tempo la sottostima dei dati ufficiali, sostenendo che il mesotelioma sia solo la punta dell’iceberg. Il presidente ONA, infatti, afferma che i numeri attuali non tengono conto di altre patologie asbesto correlate, come tumori ai polmoni, alla laringe, alle ovaie e l’asbestosi, contribuendo così a dipingere un quadro parziale e incompleto della reale portata del problema.

Italia ed Europa: come si posiziona il nostro Paese rispetto agli altri?

In Italia, nonostante gli sforzi dell’ONA e di altre organizzazioni, permangono lacune legislative e difficoltà logistiche nella bonifica dei siti contaminati. La legge stabilisce che ogni Regione è tenuta a stilare piani d’azione per la gestione dell’amianto sul proprio territorio, oltreché per il censimento e la mappatura dei siti in cui è stato utilizzato nel corso degli anni. Tuttavia, come evidenziato dall’edizione 2022 del “Libro bianco delle morti di amianto in Italia”, tale termine non viene pressoché mai rispettato.

Questa situazione evidenzia la necessità di un rafforzamento delle politiche di prevenzione e monitoraggio, nonché di una maggiore trasparenza nella raccolta dei dati epidemiologici, per affrontare efficacemente i rischi legati all’amianto e proteggere la salute pubblica. Ma c’è di più. Mentre il nostro Paese stenta a fare progressi significativi nella gestione dei rischi legati all’amianto, altre nazioni europee hanno adottato misure più incisive. La Francia, ad esempio, ha vietato l’uso dell’amianto nel 1997 e ha istituito un programma nazionale per la sorveglianza sanitaria degli ex lavoratori esposti, offrendo controlli periodici gratuiti. Nel Regno Unito, dove l’asbesto è stato vietato nel 1999, il governo ha avviato campagne di sensibilizzazione capillari e ha stanziato fondi per accelerare la rimozione dell’amianto dagli edifici pubblici.

La voce dell’Avvocato Ezio Bonanni: un impegno per il futuro

«La diagnosi precoce è un diritto, così come lo è la prevenzione. Il nostro impegno continuerà a essere quello di supportare le famiglie colpite, promuovere la ricerca scientifica e fare pressione sulle istituzioni affinché si acceleri la bonifica dellamianto in tutta Italia», dichiara l’avv. Bonanni.

Il quale ha inoltre sottolineato l’importanza di integrare queste innovazioni nella rete sanitaria nazionale, garantendo che ogni paziente abbia accesso a strumenti diagnostici avanzati, indipendentemente dalla propria condizione economica o geografica. «Non possiamo permettere che le disuguaglianze sociali impediscano ai pazienti di accedere a cure di qualità. La lotta al mesotelioma deve essere una priorità collettiva».

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