8.7 C
Rome
martedì, Gennaio 14, 2025

L’eredità tossica della ex-Pertusola. A Crotone si combatte una battaglia per la salute pubblica

Letto: 112 volte

Ultimi articoli


LA STORIA DI CROTONE È SEGNATA DA UNA PESANTE EREDITÀ AMBIENTALE CHE CONTINUA A MIETERE VITTIME E SOLLEVARE INTERROGATIVI. AL CENTRO DI QUESTA TRAGEDIA SILENZIOSA SI COLLOCA IL SIN (SITO DI INTERESSE NAZIONALE) DELLA CITTADINA CALABRA, UN’AREA CONTAMINATA DOVE PER DECENNI L’INDUSTRIA METALLURGICA HA RILASCIATO SOSTANZE TOSSICHE NEL SUOLO, NELL’ARIA E NELLE ACQUE. L’AVVOCATO EZIO BONANNI, PRESIDENTE DELL’OSSERVATORIO NAZIONALE AMIANTO (ONA) E L’ONCOLOGO PASQUALE MONTILLA, MEMBRO DEL COMITATO SCIENTIFICO DELL’ONA, SONO OGGI DUE FIGURE DI RIFERIMENTO NELLA LOTTA PER LA GIUSTIZIA AMBIENTALE E SANITARIA. IL LORO IMPEGNO SI TRADUCE IN UNA BATTAGLIA CONTINUA PER PORTARE ALLA LUCE I DANNI IRREPARABILI SUBITI DALLA POPOLAZIONE LOCALE E OTTENERE INTERVENTI CONCRETI DI BONIFICA E PREVENZIONE

Il peso della storia: l’eredità della ex-Pertusola di Crotone

La ex-Pertusola Sud a Crotone, una delle più grandi industrie metallurgiche d’Italia, ha disperso per decenni tonnellate di scarti di lavorazione contenenti arsenico, piombo, cadmio e altre sostanze altamente tossiche nell’ambiente, operando in un contesto privo di adeguate regolamentazioni ambientali e senza adottare misure di contenimento. Questo lascito velenoso ha permeato ogni angolo del territorio circostante, rendendo la cittadina calabrese uno dei luoghi più inquinati d’Italia.

Il Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Crotone, istituito per avviare le operazioni di bonifica dell’area industriale realizzata nei primi decenni del Novecento e delle discariche marine ad essa connesse, rappresenta un’incompiuta emblematica. I ritardi burocratici, uniti a una cronica carenza di volontà politica, hanno condannato il territorio a un prolungato stato di degrado e abbandono. 

Molti dei fondi destinati alla bonifica, ad esempio, sono stati utilizzati per studi preliminari e consulenze, senza che si siano visti risultati tangibili sul territorio.

L’ONA ha denunciato questa situazione in numerose sedi istituzionali, chiedendo un’accelerazione delle operazioni di risanamento e un maggiore coinvolgimento della comunità locale. «Non è più accettabile – afferma Bonanniche la popolazione di Crotone continui a vivere in un ambiente tossico mentre si perde tempo in studi che non portano a nulla di concreto».

Nel frattempo, le sostanze tossiche continuano a infiltrarsi nel suolo e a contaminare le falde acquifere, configurando una minaccia costante per la salute pubblica e l’ecosistema locale. La mancata risoluzione di questa criticità ambientale non solo perpetua un grave danno al paesaggio e alle risorse naturali, ma espone quotidianamente la popolazione a rischi sanitari di rilevante entità.

La situazione sanitaria: un’epidemia di tumori e malattie respiratorie

L’impatto sulla salute della popolazione è devastante. Studi epidemiologici condotti negli ultimi vent’anni hanno rilevato un’incidenza anomala di tumori, patologie respiratorie e malattie neurodegenerative tra i residenti di Crotone e delle aree limitrofe. «In un ambiente potenzialmente contaminato e altamente mutagenico come quello di Crotone, sarebbe stato necessario ipotizzare tassi elevati di mutazioni genetiche a indirizzo oncogeno, avviando studi tossicologici e genetici per prevenire l’insorgere di malattie», spiega il dottor Pasquale Montilla, consulente scientifico dell’ONA.

Secondo l’esperto, la mancata attuazione di misure preventive ha costituito un errore clamoroso, esponendo inutilmente la popolazione a rischi che avrebbero potuto essere evitati. In questo contesto, l’approccio bayesiano avrebbe potuto giocare un ruolo cruciale. Questo metodo statistico si basa sull’aggiornamento progressivo delle probabilità di un evento – come l’insorgenza di patologie oncologiche – tenendo conto di dati pregressi e di nuove evidenze. Applicato a Crotone, tale approccio avrebbe reso possibile l’elaborazione di modelli predittivi in grado di stimare con maggiore precisione il rischio legato alla contaminazione ambientale. Ciò avrebbe favorito interventi preventivi più tempestivi ed efficaci.

Il ruolo dell’ONA e l’impegno del presidente Ezio Bonanni

L’avvocato Ezio Bonanni, instancabile nella sua lotta per la giustizia ambientale, ha reso l’ONA un punto di riferimento per le vittime dell’amianto e delle contaminazioni industriali. La sua azione va ben oltre la mera difesa legale: il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto si impegna attivamente nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica e nella promozione di incisive riforme legislative, con l’obiettivo di innescare un cambiamento duraturo.

Nonostante l’importanza di garantire risarcimenti adeguati alle vittime, Bonanni sottolinea con fermezza che la vera priorità rimane la bonifica e la prevenzione. «Nessuna somma di denaro può restituire la salute compromessa o colmare il vuoto lasciato da una vita spezzata». Per questo, insiste affinché la rimozione dell’amianto e la decontaminazione dei siti industriali siano affrontate con urgenza e determinazione, ponendo fine a una tragedia silenziosa che continua a mietere vittime.

Non solo Crotone: un impegno per il diritto alla salute 

La battaglia per la bonifica del SIN di Crotone e la tutela della salute pubblica è lontana dall’essere conclusa.

La sua eredità tossica rappresenta una ferita aperta nel tessuto ambientale e sociale italiano, un monito su ciò che accade quando l’industria opera senza controllo e la politica resta inerte di fronte alle emergenze ambientali. Ma è anche un esempio di come, grazie all’impegno di figure come Ezio Bonanni e Pasquale Montilla, la consapevolezza e la mobilitazione possano tracciare la strada per una rinascita, dove la salute e la giustizia ambientale diventino priorità imprescindibili.

- Advertisement -spot_img

Numero verde ONA

spot_img

Chiedi assistenza gratuita