IL NUOVO RAPPORTO DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ (ISS), AGGIORNATO CON I DATI ISTAT PIÙ RECENTI, EVIDENZIA L’IMPATTO PERSISTENTE DELL’AMIANTO SULLA MORTALITÀ IN ITALIA, CON UN’ANALISI SUI DECESSI PER MESOTELIOMA MALIGNO TRA IL 2010 E IL 2020. A PIÙ DI TRENT’ANNI DAL BANDO DELL’ASBESTO, LE ESPOSIZIONI CONTINUANO A CAUSARE MALATTIE LETALI, SPECIE NELLE REGIONI INDUSTRIALI DEL NORD. IL RAPPORTO SOLLECITA INTERVENTI DI BONIFICA, ASSISTENZA E SORVEGLIANZA PER ARGINARE I RISCHI, ANCHE PER GIOVANI E DONNE ESPOSTI INDIRETTAMENTE
Il nuovo rapporto ISS sull’emergenza amianto
Il nuovo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) analizza l’impatto dell’amianto sulla mortalità in Italia nel decennio 2010-2020, con un focus sulle malattie direttamente collegate all’esposizione, tra cui il mesotelioma maligno.
Questo studio rappresenta uno strumento fondamentale per comprendere come l’esposizione al pericoloso minerale continui a influire sulla salute pubblica, nonostante il divieto di produzione e utilizzo in vigore con legge 257/1992. L’analisi non si limita a presentare i dati, ma evidenzia i comuni e le regioni con tassi di mortalità superiori alla media nazionale, sottolineando l’urgenza di un’azione mirata per la prevenzione e l’assistenza alle persone esposte e ai loro familiari.
Incidenza del mesotelioma e mortalità regionale
Dal 2010 al 2020, in Italia si sono verificati 16.993 decessi per mesotelioma, una forma di tumore strettamente collegata all’esposizione all’asbesto. Di questi, 12.276 sono uomini e 4.717 donne, con un tasso standardizzato di 3,79 decessi per 100mila abitanti negli uomini e di 1,1 nelle donne. Le regioni con i tassi di mortalità più elevati sono concentrate al Nord, con Piemonte, Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta in testa.
La geografia del rischio di mortalità conferma il legame tra questa patologia e le regioni industrializzate, dove, fino al bando del 1992, si faceva largo uso di amianto nei settori della produzione di manufatti e della cantieristica.
Inoltre, il report evidenzia il persistente rischio anche in comuni più piccoli, dove il “killer silente” era utilizzato come materiale isolante in edifici pubblici e privati, e nelle aree portuali e di manutenzione navale.
Focus sui giovani e le esposizioni ambientali
Uno degli aspetti più preoccupanti emersi dal rapporto riguarda l’incidenza della mortalità per mesotelioma maligno in persone di età pari o inferiore ai 50 anni, una fascia solitamente meno colpita dalla malattia. Dei 16.993 decessi registrati, 279 hanno coinvolto persone in questa fascia di età, il che suggerisce una possibile esposizione indiretta o ambientale in contesti extra-lavorativi.
I comuni italiani con eccessi di mortalità in questa classe di età includono Milano, Napoli, La Spezia e Casale Monferrato, tutte aree con una lunga storia di esposizione ad amianto. Questo dato fa emergere la necessità di continuare la sorveglianza epidemiologica e di rafforzare le politiche di bonifica ambientale per prevenire nuove esposizioni accidentali o indirette.
Le donne e il rischio di esposizione familiare e ambientale
In Italia, i decessi per mesotelioma maligno sono stati registrati anche in un numero significativo di donne, sempre nelle regioni settentrionali, come Piemonte e Lombardia. Nella maggior parte dei casi, le vittime non erano direttamente esposte all’amianto sul posto di lavoro ma hanno subito esposizioni indirette attraverso familiari o residenze vicino a industrie che trattavano il minerale.
Questi casi rivelano il rischio persistente delle esposizioni ambientali e para-occupazionali, dimostrando come l’asbesto possa rappresentare una minaccia anche per chi non ha lavorato direttamente a contatto con esso.
Effetti dell’amianto su altri tumori: un focus sul tumore ovarico
Un’altra importante evidenza emersa dal rapporto è l’associazione tra esposizione all’amianto e tumore ovarico. In Lombardia, circa il 30% dei decessi per questa neoplasia è attribuibile all’asbesto nei comuni vicini alle aree industriali e ai siti di lavorazione del materiale.
Il rapporto ISS rileva come l’eternit continui a incidere su malattie oncologiche diverse dal mesotelioma, nonostante la sua messa al bando. Questa scoperta sottolinea l’importanza di includere il tumore ovarico e altre patologie correlate tra gli obiettivi dei programmi di sorveglianza epidemiologica per valutare appieno l’impatto dell’amianto sulla salute.
Necessità di interventi e sorveglianza continua
Il rapporto sottolinea altresì la necessità di interventi mirati per affrontare il problema dell’amianto, una sfida che richiede la collaborazione tra istituzioni, enti sanitari e comunità locali. Le principali priorità indicate includono la bonifica dei siti contaminati, l’assistenza sanitaria e psicologica per le vittime e i loro familiari, e l’attivazione di programmi di sorveglianza continua, come quelli previsti dal Progetto SEPRA, promosso dall’INAIL. Inoltre, è fondamentale che le istituzioni implementino politiche preventive per evitare nuove esposizioni, incluse azioni per rimuovere il minerale ancora presente in edifici e infrastrutture pubbliche e private.
L’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto chiede azioni più urgenti
Secondo l’avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto ONA, i dati sulla mortalità e sull’incidenza delle malattie amianto-correlate presentati nel rapporto ISS potrebbero essere sottostimati. L’avvocato ha sottolineato come la reale portata dell’impatto dell’amianto sulla salute sia probabilmente più vasta rispetto a quanto emerge dai numeri ufficiali, sia per la difficoltà di diagnosticare con precisione i casi legati all’amianto sia per la mancanza di tracciabilità completa delle esposizioni.
Bonanni ha inoltre evidenziato l’importanza di intensificare le attività di monitoraggio e di allargare i criteri di riconoscimento delle malattie asbesto-correlate, proponendo un intervento urgente per garantire una sorveglianza più capillare, il rafforzamento delle bonifiche e un adeguato sostegno legale e sanitario per i pazienti e le loro famiglie. La posizione dell’ONA punta a rendere più trasparente la situazione reale e a migliorare l’efficacia delle politiche di prevenzione, tutela e risarcimento per chi ha subito esposizioni inconsapevoli o non tracciate, così da contribuire a promuovere una maggiore giustizia sociale per le vittime dell’amianto.