E’ importante che si parli di amianto e delle sue vittime anche in ambiti diversi da quelli dell’emergenza salute, territorio ed ambiente. L’arte contemporanea, ad esempio, non è solo espressione estetica del presente, ma un linguaggio che arriva in maniera trasversale alla popolazione e che dà voce e forma all’immaginario collettivo. L’amianto costituisce una delle ferite aperte e sanguinolente della nostra società e l’arte avrebbe la capacità di rendere visibile ciò che è stato nascosto sotto strati di negligenza e omissione.
Possibili campi di azione artistica
L’arte, soprattutto quella performativa, è stata anche un importante mezzo di elaborazione del trauma. Installazioni, video, performance, opere site-specific possono dare vita a storie individuali e collettive, diventando occasione di rielaborazione della tragedia, oltre ad essere possibilità di rinascita e consapevolezza. Ovviamente l’arte avrebbe solo funzione di moltiplicatore e supporto. Le azioni concrete che si svolgono quotidianamente nella lotta contro una delle più grandi tragedie degli ultimi due secoli, si svolgono attraverso le conquiste legali, le battaglie per le bonifiche.
ONA – il supporto degli artisti per l’Osservatorio Nazionale Amianto
Sono numerosi gli artisti disposti a sostenere moralmente l’Avv. Ezio Bonanni e ONA – Osservatorio Nazionale Amianto. Tra questi il soprano Lucia Rubedo, attiva da febbraio anche con la Banda dell’Esercito italiano di Roma.
“Supporto le importanti iniziative dell’Osservatorio Nazionale Amianto” ha affermato la cantante lirica in occasione di un’intervista per ONA TV.
Nasce quindi spontanea l’idea di muoversi verso questa direzione, coinvolgendo artisti in atti simbolici, in gesti sociali.
Camagna, una sala di un museo per le vittime dell’amianto
Il Museo della Resistenza di Camagna Monferrato in Alessandria ha dedicato la Sala Conferenze alle vittime dell’amianto del territorio. Un’azione simbolica in occasione della Festa dei lavoratori del primo Maggio ed il 122esimo anniversario della nascita di Eusebio Giambone partigiano simbolo della Resistenza, nato nell’edificio che oggi ospita il Museo.
“Ricordare oggi, significa non solo rendere omaggio a chi ha perso la vita, ma anche rinnovare l’impegno per prevenire nuove tragedie e garantire condizioni di lavoro sicure per tutti”. ha affermato Pesce di Afeva.
Il paradosso dell’utilizzo dell’amianto nell’arte
In passato l’amianto è stato impiegato negli usi più disparati. E’ uno spaventoso paradosso considerato che la sostanza è una pericolosissima fibra killer. Esistono opere bizantine in intonaco d’amianto, negli anni ’70 fu realizzato anche un monumento con il materiale nocivo nel Massachusetts.
A Oristano un monumento per le vittime e l’urgenza delle fabbriche da bonificare
Nel 2022, a Oristano, nella grande rotonda di Via Petri, nei pressi delle sedi della Prefettura e della Questura, è stata eretta una statua e affissa un’insegna in ricordo delle vittime dell’amianto.
Un momento cardine per il territorio, considerato che la provincia di Oristano è la più esposta all’amianto in quanto sede di due fabbriche. La prima è la Sardit a Oristano e la seconda la Cema Sarda di Marrubiu. Entrambe chiuse definitivamente dopo l’approvazione in Parlamento della legge 27 marzo 1992 n°257.
A proposito di questi due siti, il 25 aprile Giampaolo Lilliu le avrebbe definite “una bomba ambientale”, in quanto non sarebbero state ancora bonificate.
Diviene quindi urgentissimo l’intervento della messa in sicurezza di queste fabbriche della morte, volta a tutelare la salute umana.



