Amianto a Reggio Calabria : alla luce del ritrovamento in strada di un serbatoio composto interamente da amianto, Massimo Alampi rappresentante dell’Osservatorio Nazionale Amianto Reggio Calabria, ha cercato di invitare le autorità competenti e la popolazione locale ad avere un maggior rispetto per l’ambiente e soprattutto per la propria salute.
Il serbatoio è stato trovato su una strada percorsa da centinaia di macchine ogni giorno; lasciato così alla vista di tutti, il serbatoio presentava anche uno stato avanzato di decomposizione, che aumenta i rischi di contagio visto che le fibre di amianto sono così lasciate libere di fuoriuscire e liberarsi nell’aria aperta.
Alampi ha abbracciato la causa della lotta contro l’amianto dopo aver perso il padre, deceduto per aver contratto una patologia asbesto correlata e questo spiega la premura e l’apprensione con le quali Massimo si impegna ogni giorno accanto all’Osservatorio Nazionale Amianto.
Nonostante la comprovata presenza di amianto nella città di Reggio Calabria, il progetto di bonifica e mappatura dei siti contaminati sul territorio, trova continuamente ostacoli allontanandosi sempre di più dall’obiettivo principale, quello di tutelare la salute umana dai rischi amianto.
Come spiega il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, l’avvocato Ezio Bonanni, l’esposizione alla fibre killer provoca terribili patologie: mesotelioma, cancro al polmone, asbestosi, placche pleuriche etc..
È proprio a causa di questi rischi che le istituzioni dovrebbero iniziare a riflettere su un piano concreto di risoluzione alla problematica.
L’amianto non è uno scherzo e continua a mietere vittime in tutto il Paese, c’è bisogno di attenzione sul problema e soprattutto occorre fare molta prevenzione, educare le persone sull’argomento e far conoscere ogni dettaglio della situazione.
Amianto Reggio Calabria: possibili soluzioni
Vista la presenza di numerosi siti contaminati in tutta la Calabria, è stato avviato un Piano Regionale Amianto Calabria (PRAC).
Il PRAC è nato come progetto a carattere temporaneo, intento a delineare una completa mappatura dei siti contaminati da amianto nel territorio calabrese.
La prevenzione è da sempre l’arma più efficace, è dimostrato che con una maggiore consapevolezza dei rischi in cui si incorre, è possibile formulare le soluzioni da adottare per la risoluzione della questione.
Una mappatura dei siti contaminati del territorio calabrese è stata già iniziata da ARPACAL (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria), sarebbe utile unire i dati di questa a quelli del PRAC, in modo da riuscire ad avere un’idea migliore e più concreta delle zone da bonificare e tenere sotto controllo.
Regione Calabria: divisa tra spazi verdi e capannoni di amianto
La Calabria è definita da molti una delle regioni italiane con maggiore patrimonio culturale e paesaggistico.
Ci basta pensare alle stradine dei paesini arroccati sulla Sila, ricchi di storia e tradizioni, ai sapori e ai profumi inebrianti, ai laghi e agli immensi spazi verdi che sembrano uscire da un libro delle favole ma purtroppo passeggiando per le strade di Reggio Calabria è possibile imbattersi anche nei fantasmi di vecchi capannoni, stabilimenti in cui è visibile agli occhi di tutti la presenza di amianto nei tetti delle strutture.
È proprio il coordinatore ONA Reggio Calabria a denunciare la presenza di due pericolosi siti contaminati, posizionati rispettivamente uno in periferia del capoluogo e l’altro più vicino al centro nevralgico della città.
Il primo stabilimento, di enormi dimensioni, forse quello che presenta la situazione più preoccupante, è situato nella frazione di Salice Calabro.
È quasi impossibile credere che al posto di quello che adesso sembra un rudere, un tempo sorgeva un’importante azienda per la lavorazione degli agrumi; la struttura si mostra fatiscente e la tettoia di eternit è visibilmente in stato di decomposizione.
Secondo alcune testimonianze, in zona ci sono stati molti decessi causati di malattie respiratorie e solo grazie all’impegno dell’ONA si è riusciti a comprendere che queste patologie erano strettamente correlate alla presenza dell’asbesto.
Eternit: siti contaminati a Salice Calabro
Il secondo sito contaminato è facilmente rintracciabile, si trova nei pressi del centro della città e si tratta di un grande capannone anche questo con il tetto interamente rivestito di eternit.
Il paradosso sta nel fatto che l’edificio si trova proprio accanto a una caserma dei carabinieri ma la pericolosità della situazione sembra essere presa sotto gamba anche dalle forze dell’ordine che, forse, ignorano che il pericolo è imminente anche per la loro salute.
Alampi difronte a una situazione così fuori controllo, ha dimostrato di avere le idee ben chiare, sulle possibili iniziative utili alla risoluzione del problema.
«La percezione è che la gente sia spaventata dai costi necessari alla bonifica. Così cerca a modo proprio di disfarsi dell’amianto nella maniera più errata, abbandonando i rifiuti di amianto per strada, alla presenza di adulti e bambini, mettendo a rischio la di questi», prosegue il nostro coordinatore, con un velo di tristezza negli occhi. «Una possibile soluzione sarebbe cercare di adottare politiche economiche che non si limitino alle sole detrazioni fiscali ma bensì ad azioni economiche più concrete che vadano incontro alla gente».
La situazione amianto Reggio Calabria, si dimostra difficile da affrontare ma speriamo che queste parole arrivino al cuore della gente e che le istituzioni decidano di azionare degli aiuti concreti nei confronti di chi vuole fare la differenza, di chi vuole denunciare e combattere la battaglia contro l’amianto e di chi è stanco di vedere la propria terra morire.