La Giornata mondiale delle vittime del terrorismo (International Day of Remembrance and Tribute to the Victims of Terrorism) è una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite per commemorare le vittime e sostenere i sopravvissuti di atti terroristici in tutto il mondo.
Questa giornata rappresenta un’occasione per riflettere sulle politiche di tutela e sulle carenze normative che ancora oggi colpiscono chi ha subito violenze in prima persona o chi ha perso familiari.
In Italia, l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) e dell’Osservatorio Vittime del Dovere, da anni porta avanti una battaglia culturale e giuridica per affermare il principio che tutte le vittime meritano pari diritti e che il quadro normativo deve superare discriminazioni e tecnicismi.
“Non è sufficiente il giorno della memoria del 9 maggio di ogni anno dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi. E’ necessario superare il tecnicismo giuridico e tutelare in modo efficace ed effettivo tutte le vittime” (Avv. Ezio Bonanni).
Le tre date simboliche: ONU, Europa e Italia
La giornata del 21 agosto deve essere letta in un quadro più ampio di ricorrenze internazionali ed europee.
- 21 agosto (ONU): ricordo globale delle vittime del terrorismo, istituito dalle Nazioni Unite.
- 11 marzo (UE): Giornata europea delle vittime del terrorismo, nata per commemorare gli attentati di Madrid del 2004.
- 9 maggio (Italia): Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi, con particolare riferimento all’uccisione di Aldo Moro e agli anni di piombo.
Queste date sono complementari e raccontano una storia di memoria plurale, che dal livello internazionale scende a quello nazionale e locale.
Terrorismo in Italia: dagli anni di piombo a oggi
Per comprendere il senso di queste ricorrenze bisogna tornare indietro nel tempo.
L’Italia ha vissuto decenni di violenza politica e criminale, tra gli anni ’60 e gli anni ’80, conosciuti come “anni di piombo”. Le azioni terroristiche hanno avuto matrici diverse: estrema destra, estrema sinistra, separatismi locali (Alto Adige, Sardegna), fino ad arrivare al terrorismo internazionale.
A questa stagione vanno aggiunti gli attentati di criminalità organizzata mafiosa, che negli anni ’90 hanno insanguinato il Paese: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, costate la vita a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, fino alle autobombe del 1993 a Roma, Firenze e Milano.
Il bilancio è drammatico:
- oltre 350 morti e circa 1000 feriti solo per terrorismo politico,
- migliaia di vittime legate ad azioni mafiose, camorristiche e ‘ndranghetiste.
Questa sequenza di eventi dimostra quanto il fenomeno sia stratificato e quanto sia difficile tracciare una linea netta tra terrorismo, criminalità organizzata e criminalità comune.
Il ruolo degli Osservatori guidati da Ezio Bonanni
L’avv. Ezio Bonanni, con l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) e l’Osservatorio Vittime del Dovere, è da anni impegnato nella difesa legale, nella sensibilizzazione pubblica e nell’attività di pressione istituzionale.
Gli osservatori offrono:
- consulenza legale gratuita per vittime e familiari,
- assistenza medico-legale in caso di danni alla salute,
- azioni giudiziarie e advocacy per ottenere sentenze innovative,
- campagne di informazione e ricostruzione della memoria collettiva.
“Purtroppo, nella legislazione italiana vi è stata e vi è una distinzione che, in alcuni casi, è discriminante rispetto alle stesse vittime e familiari. […] È evidente che non può esserci un diverso trattamento, come invece accade ora. Necessario quindi superare questo discrimine.” Ha aggiunto Bonanni.
Perché serve un cambio di passo
Nonostante le leggi esistenti, molti familiari segnalano difficoltà: procedure complesse, ritardi burocratici, riconoscimenti parziali.
Le parole di Bonanni mettono in evidenza che il nodo è giuridico, ma anche etico: non si può distinguere tra chi ha perso la vita in un attentato e chi è caduto difendendo la collettività in un’azione criminale.
La Giornata mondiale del terrorismo è quindi un momento di commemorazione e di richiesta politica e sociale per una maggiore giustizia.
Educazione e prevenzione
Le ricorrenze oltre al valore simbolico servono a educare le nuove generazioni, a diffondere una cultura di legalità e a prevenire il rischio di nuove radicalizzazioni.
Scuole, università e istituzioni civili sono chiamate a coinvolgere i cittadini con progetti di memoria attiva: testimonianze, mostre, programmi di formazione.
Questo il numero verde Osservatorio Vittime del Dovere: 800 034 294



