“Oggi è la festa della Repubblica e della Costituzione. Ricordiamo i valori di libertà e giustizia. Così anche la giustizia sociale e la tutela del lavoro e della salute sul lavoro contro gli infortuni e malattie professionali. In questo giorno non possiamo ignorare che migliaia di persone continuano a morire per l’amianto. La Repubblica non può dirsi davvero compiuta finché tollera questa strage silenziosa. Bonificare è un dovere costituzionale. Ogni fibra di amianto lasciata nell’ambiente è un’offesa al diritto alla salute sancito dall’articolo 32.”
Avv. Ezio Bonanni, Presidente ONA – Osservatorio Nazionale Amianto.
Un punto cardinale della nostra coscienza civile
Oggi è il giorno in cui, nel 1946, il popolo italiano, per la prima volta anche le donne scelse la democrazia sulla monarchia, la libertà sull’oblio, la partecipazione sulla sudditanza. Una scelta che ha reso possibile ogni successiva conquista di giustizia, inclusa quella sociale e ambientale.
La Repubblica e il diritto alla salute
La Costituzione, entrata in vigore due anni dopo quel referendum, ha inscritto tra i suoi valori fondativi il diritto alla salute e la dignità del lavoro (articoli 32 e 41). Due principi fondamentali per la contro l’ingiustizia ambientale, come quella legata all’esposizione all’amianto. Amianto significa mesotelioma, asbestosi, tumori professionali. Significa anche dimenticanza, negazione. Le vittime del dovere hanno lavorato nelle navi, officine, fabbriche, scuole, caserme, ignari del nemico invisibile che respiravano.
“La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.”
Affermò Piero Calamandrei.
Per questo dinanzi alla strage dell’amianto, nasce spontaneo chiedersi: può dirsi davvero compiuta la Repubblica se tollera l’inerzia nella bonifica dei siti contaminati? Se accetta ritardi nei processi, silenzi nelle aule parlamentari, e lacune nella prevenzione? Quando una democrazia rimanda, decade.
Ricordare non basta
Quindi in questa giornata della Repubblica, commemorare non basta. Occorre agire. Il 2 giugno deve diventare anche la festa della responsabilità ambientale e sociale. In nome dei morti per amianto e dei vivi. Le bonifiche devono essere una priorità nazionale. I processi, veloci. I risarcimenti, giusti. La vigilanza, costante. La prevenzione, scientifica e indipendente. Non lo dobbiamo solo a chi è stato esposto. Lo dobbiamo a quell’idea di Repubblica come casa comune, come patto tra generazioni, come orizzonte di giustizia.
“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”, disse Sandro Pertini.
Così è anche la salute, così è la giustizia. Oggi, mentre sventolano le bandiere tricolori, ricordiamo che la Repubblica è un impegno quotidiano. In aula, nei cantieri, nei tribunali, nelle scuole, nei luoghi di lavoro. Il futuro della Repubblica si misura anche da quanto saprà liberarsi del suo passato contaminato.
Per una Repubblica libera anche dall’amianto.



