Durante i lavori per la realizzazione dell’idropolitana, un grande collettore fognario, sono stati rinvenuti circa 3.000 metri cubi di terreno con amianto sotto l’area verde di Italia ’61, un sotto quartiere a Torino di Nizza Millefonti. A renderlo noto è La Stampa. Il materiale, equivalente a circa 6.000 tonnellate, si sarebbe trovato nel sottosuolo da oltre 70 anni.
La scoperta e le prime misure
Il fatto è emerso quando alcuni operai hanno incontrato strati di terra intrisi di frammenti di fibrocemento, materiale sospetto di contenere amianto. Immediatamente, i lavori sono stati interrotti e sono state avviate le procedure di smaltimento. Il terreno contaminato è stato suddiviso in sacchi da un metro cubo ciascuno e trasportato in un sito specializzato a Novara per il trattamento e lo smaltimento in sicurezza.
La posizione dell’Arpa Piemonte
L’Agenzia della Regione Piemonte per la Protezione Ambientale (Arpa) ha rassicurato la popolazione, dichiarando che l’amianto rappresenta un pericolo solo se le fibre vengono inalate. Poiché il materiale era sepolto e stabile, non ci sarebbe alcun rischio immediato per la salute dei residenti.
Le implicazioni storiche
Il ritrovamento solleva interrogativi e ipotesi sul passato della zona. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Torino affrontava la necessità di smaltire grandi quantità di macerie. Una pratica comune era quella di utilizzare questi detriti come materiale di riempimento per zone paludose e instabili, come l’area di Italia ’61. Questa prassi ha forse portato alla sepoltura dei materiali.
La reazione della comunità e delle autorità
La scoperta ha suscitato preoccupazione tra i residenti e le associazioni ambientaliste. Tuttavia, le autorità locali hanno garantito che tutte le operazioni di bonifica sono state eseguite nel rispetto delle normative vigenti, tranquillizzando sui rischi per la salute pubblica. È stato istituito un comitato di monitoraggio per seguire l’evolversi della situazione e per informare la comunità sugli sviluppi.



