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martedì, Dicembre 30, 2025

ONA: protocollo Montilla modello di prevenzione oncologica

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ONA Calabria: dalla ricerca dell’oncologo Pasquale Montilla e l’impegno dell’avvocato Ezio Bonanni è presentato un nuovo protocollo per la prevenzione oncologica che porebbe essere applicata a livello nazionale ed internazionale.

Il territorio di Crotone, per anni associato a emergenze ambientali e criticità sanitarie, potrebbe oggi diventare il punto di partenza di una nuova strategia nazionale per la prevenzione delle patologie oncologiche legate all’inquinamento. Al centro di questa prospettiva si colloca un progetto che punta a trasformare l’esperienza maturata nei Siti di Interesse Nazionale in un modello scientifico capace di incidere concretamente sulle politiche pubbliche.

L’obiettivo non è soltanto fotografare i danni prodotti dall’esposizione ambientale. Ma comprendere in modo scientificamente fondato come e perché tali danni si generano, così da intervenire prima che la malattia si manifesti.

Oltre la semplice osservazione dei dati sanitari

Per anni la sorveglianza epidemiologica ha permesso di rilevare un aumento di patologie oncologiche in determinate aree del Paese. Tuttavia, la mancanza di strumenti capaci di dimostrare il nesso biologico diretto tra inquinamento e malattia ha spesso limitato l’efficacia delle politiche di prevenzione.

Il nuovo approccio proposto per il SIN di Crotone si fonda su un cambio di paradigma. Ossia integrare i dati epidemiologici con analisi biologiche avanzate, in grado di individuare marcatori di esposizione, alterazioni molecolari e processi patogenetici precoci. In questo modo, la prevenzione non resta teorica, ma diventa operativa e misurabile.

Il contributo scientifico del modello Montilla

Alla base di questa impostazione vi è il lavoro del dottor Pasquale Montilla, oncologo che ha sviluppato un protocollo orientato alla comprensione causale delle patologie ambientali. Il modello proposto si distingue per l’uso integrato di strumenti come l’analisi del bioaccumulo di contaminanti e lo studio delle correlazioni tra esposizione ambientale e danno tissutale.

Questo approccio, già valutato positivamente in ambito accademico internazionale è stato riconosciuto per la sua solidità metodologica e per la possibilità di essere applicato in altri contesti territoriali. La sua forza risiede nella capacità di superare la semplice descrizione del fenomeno, offrendo basi scientifiche utili alle decisioni pubbliche.

Il ruolo dell’avvocato Ezio Bonanni e dell’Osservatorio Nazionale Amianto

Un ruolo centrale in questo percorso è svolto dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che da anni promuove un approccio orientato alla prevenzione primaria e alla tutela dei diritti delle persone esposte a rischi ambientali.

Secondo Bonanni “la difesa della salute collettiva richiede strumenti scientifici avanzati e una visione istituzionale capace di superare logiche emergenziali.”
L’ONA, in questo contesto, si propone come soggetto di raccordo tra ricerca, istituzioni e cittadini, contribuendo a costruire un modello di governance fondato su evidenze scientifiche e responsabilità pubblica.

Un’opportunità per il sistema sanitario nazionale

L’esperienza del SIN di Crotone potrebbe rappresentare un punto di svolta per l’intero Paese. L’adozione di un approccio integrato, che unisca ricerca scientifica, prevenzione e politiche sanitarie, consentirebbe di affrontare in modo più efficace le conseguenze dell’inquinamento ambientale sulla salute.

La richiesta di sostegno

La Presidenza del Consiglio dei Ministri è quindi chiamata, su proposta ONA, a valutare l’opportunità di accompagnare un processo scientifico già strutturato e coerente con gli obiettivi di tutela della salute pubblica. La richiesta avanzata riguarda riconoscimento istituzionale di un modello capace di rafforzare le politiche nazionali di prevenzione ambientale.
Tramite Atto di indirizzo o presa d’atto ministeriale prevede il mantenimento del coordinamento scientifico in capo all’Oncologo Medico Dr. Pasquale Montilla  e con il supporto dell’ONA.

In questo quadro ideale, lo Stato assumerebbe un ruolo di garanzia e accompagnamento

Un eventuale riconoscimento da parte della Presidenza del Consiglio costituirebbe un segnale di attenzione verso un modello che privilegia l’anticipazione del rischio, la tutela della salute collettiva e la costruzione di strategie fondate su evidenze scientifiche, senza logiche emergenziali o contrapposizioni istituzionali.

In questa prospettiva, l’Italia avrebbe l’occasione di porsi come riferimento europeo nella prevenzione oncologica ambientale, trasformando territori segnati da criticità storiche in modelli di innovazione, responsabilità e tutela della vita.

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