Pensavamo di non sentire più di donne morte a causa dell’amianto, per aver lavato le tute dei mariti operai. Invece, la notizia è di qualche giorno fa, la scia di dolore dell’asbesto è lunga.
Godego, morta la madre di don Gerardo
A Godego, un Comune in provincia di Treviso, è venuta a mancare la madre di un parroco molto noto nella sua città: don Gerardo. La donna, 84 anni, aveva perso il marito per una patologia asbesto correlata. Due mesi dopo la dipartita dell’uomo, nel 2020, la stessa diagnosi ha colpito anche lei.
Il padre di don Gerardo lavorava alla Fervet (Fabbricazione e riparazione vagoni e tramway), dove prima del 1992 venivano stoccati vernici e amianto e il materiale veniva utilizzato nella costruzione dei mezzi. Tanti ex operai dell’azienda si sono ammalati negli anni e sono deceduti per aver respirato la polvere di asbesto e le sue terribili fibre, altamente cancerogene. Come si può leggere ne: “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – ed. 2022”, infatti l’amianto provoca il mesotelioma, il tumore del polmone, l’asbestosi e tante altre patologie.
Lavava le tute piene di amianto
Come il padre di don Gerardo tanti altri lavoratori svolgevano le loro attività senza essere informati dei rischi e senza che la ditta prendesse le dovute precauzioni per garantire la sicurezza sul posto di lavoro. Così non erano utilizzate mascherine, né venivano adeguatamente aerati i locali, infine le tute indossate non erano usa e getta, ma venivano lavate a casa.
Gli operai facevano a casa anche la doccia e tornavano, dopo il turno di lavoro, anche con i capelli pieni di fibre di amianto. Non sapendo che stavano portando in casa un veleno. Così, come altre donne, l’84enne ha inalato le fibre killer che sono rimaste inermi per decenni, come accade con l’amianto. Soltanto dopo tanti anni, infatti, si manifestano le malattie, spesso mortali.
Tute contaminate, l’ultimo saluto all’84enne
Durante il funerale don Gerardo ha ricordato la mamma, come una donna di fede, anche volontaria presso la Caritas. “Una malattia beffarda – ha detto il parroco, come riporta il giornalista Grabriele Zanchin, nel suo articolo su IlGazzettino.it – insidiosa malefica. Una pagina passata sottotraccia di cui troppo poco si parla, ma che interroga la storia dell’industrializzazione castellana e la coscienza collettiva”.
Una malattia subdola, che per decenni non compare e poi si manifesta in tutta la sua gravità. Quella del mesotelioma, ma anche degli altri tumori asbesto correlati. Malattie e decessi che potevano essere evitati se fossero stati presi in considerazione gli studi scientifici effettuati già negli anni ’40, o anche solo il principio di precauzione.
Mogli coraggiom, la storia di Paola Santospirito
Non sono poche le mogli degli operai a contatto con l’amianto (per il lavaggio delle tute), ma anche di militari contaminati oltre che dall’asbesto anche dai metalli pesanti, a essere state contaminate indirettamente. Che non hanno colpe, eppure subiscono mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro dei loro mariti. Un’ingiustizia che, purtroppo, può addirittura colpire i loro figli.
Tra queste c’è anche Paola Santospirito, moglie di Mastrovito Leonardoantonio, Tony per gli amici. Quando era solo un ragazzo Tony si è arruolato nella Marina Militare. Negli anni si è ammalato più volte. Ha vinto la battaglia contro il cancro, ma ora lotta contro l’asbestosi e le fibre che ha nei polmoni e nella pleura e che si sono diffuse, attraverso il sangue, in tutto il corpo.
La compagna di una vita ha subito la stessa sorte, anche lei ha l’asbestosi, ma non solo. È stata contaminata dagli stessi metalli pesanti presenti nel corpo del marito. L’uomo, infatti, nelle missioni di pace all’estero, in particolare nei Balcani, è stato a contatto con terreni contaminati da cesio, il tungsteno e l’uranio impoverito.
Anche per questo è necessario bonificare il territorio italiano dall’amianto, ma anche evitare che i nostri militari, anche all’estero, vengano a contatto con sostanze cancerogene e pericolose per la salute.