Una moglie d’acciaio, e una guerriera dell’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto. Così Paola Santospirito: «io moglie di un militare, contaminata dall’uranio impoverito».
Non solo uranio, ma anche amianto, radiazioni ionizzanti, nano particelle di metalli pesanti. Questo è il corpo umano di Paola Santospirito, coniuge di Mastrovito Leonardoantonio, Tony per gli amici, già vittima del dovere.
Era giovane e forte Tony, quando si è arruolato nella Marina Militare. Aveva appena 16 anni quando le fibre di amianto hanno iniziato a trafiggerlo. Ora la sua salute è compromessa ed è a rischio. Ha superato e vinto la battaglia contro il cancro. Ma lo attanagliano l’asbestosi e le fibre che ha nei polmonie e nella pleura e che si sono diffuse, attraverso il sangue, in tutto il corpo.
Ora i medici hanno comunicato che dalle placche e dagli ispessimenti della pleura potrebbe essere diagnosticato il mesotelioma, allora la situazione sarebbe drammatica. L’amianto è, comunque, un potente cancerogeno. Anche a bassa dose. Questo risulta anche dall’ultima mongrafia IARC.
Ma non si da per vinto Tony, è ancora forte. Il corpo è contaminato dall’amianto e dall’uranio e dai metalli pesanti, ma lui confida nella fede che gli ha infuso in modo ancora più forte padre Palmiro.
Tony ha la stessa forza morale di quando giovanissimo ha svolto il servizio sulla nave ammiraglia della Marina Militare italiana. L’incrociatore Vittorio Veneto: con le bandiere al vento questa nave ha solcato il Mediterraneo e tutti i mari de mondo con il tricolore italiano.
Tony: contaminato dall’uranio e malato di amianto
Tony ora lotta non solo per sé ma anche per i suoi commilitoni. Grazie anche all’impegno della moglie, Paola Santospirito. La quale afferma il diritto delle donne a preservare la salute dei loro mariti, figli e padri, dalla fibra killer.
Ma non solo: purtroppo anche da uranio, altri elementi radiattivi, metalli pesanti e radiazioni. Questo anche a causa delle missioni all’estero, in particolare nei Balcani.
Ma nonostante l’art. 20 della Legge 183/2010, che garantisce il riconoscimento dello status di Vittima del Dovere, Tony ha dovuto lottare per il riconoscimento dei suoi diritti.
Lo Stato li voleva, ma anche grazie alla forza di Paola e alla fede in Dio e al sostegno dell’ONA, il ministero della Difesa ha dovuto riconoscere le sue responsabilità.
La cosa più vergognosa è che è stato sì, riconosciuto lo status di vittima del dovere, tuttavia, non gli sono stati ancora risarciti i danni.
«Vergogna!» grida Paola Santospirito. «Solo una percentuale di invalidità, e 100% solo quando morirà».
“Insufficienza respiratoria, osas di grado severo, avviata terapia con CFAB, fibrosi polmonare, ispessimento scissurale anteriore destro diffuso, asbestosi, steatosi epatica, alveorite macrofagica, discopatie multiple, poliartrosi, cardiopatia ipertensiva, tumore della ghiandola salivare, referati metalli pesanti in ambito ematico, cutaneo, carotideo, urinario, sindrome depressiva severa e melanoma”: questo è il vero e proprio bollettino di guerra della vittima della pace.
Tony è infatti una vittima della pace, e cioè, un militare che dona la vita agli altri ma è ucciso dall’incuria, dalla negligenza, dall’imprudenza e dall’incapacità di chi dovrebbe tutelare la salute dei nostri militari.
In particolare di quei militari imbarcati nelle unità navali della nostra flotta: questi subiscono una vera epidemia di malattie da amianto. Non solo, ma anche di uranio, radiazioni, di metalli pesanti. Questo è stato accertato dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta della Camera dei Deputati nella relazione finale.
Interviste a cura della Giornalista Ilaria Cicconi
La parola a Paola Santospirito: moglie coraggio
«Sono la moglie di un ex militare della Marina che, in seguito all’esposizione diretta ad amianto e a metalli pesanti durante il periodo di servizio, si è ammalato. Mio marito ha dei problemi polmonari con fibrosi legati all’amianto.
Ha contratto la neoplasia tumorale alla parotide nel 2004 quando è tornato dai Balcani dov’è stato in missione per un anno, erano i luoghi in cui ha svolto il servizio. Nel 2005 è ritornato nei Balcani e nel 2007 mi sono ammalata di carcinoma mammario. Nel 2016, mio marito è stato nuovamente colpito da un melanoma maligno. Allora abbiamo fatto analizzare questi tumori da un chimico, il dott. Vincenzo Cagnazzo.
L’esperto ha riscontrato sulle due neoplasie di Tony, sul sangue, sui capelli e nelle urine, delle sostanze nocive. Metalli pesanti tra cui il cesio, il tungsteno e l’uranio. Questo perché mio marito è stato in zone bombardate e scavava il terreno.
Nel mio tumore sono stati trovati metalli pesanti che non dipendono dal siderurgico di Taranto, anche perché lo stabilimento in questione non produce né uranio né cesio né tungsteno. L’ho saputo perché ho chiesto un parere all’Arpa e al ministro Cingolani; ministro della Transazione ecologica. Hanno risposto che lo stabilimento siderurgico in merito alle normative AIA e ISPRA non utilizza materie prime di questi metalli”.
Consulta il documento ufficiale rilasciato dal Ministero della Transizione ecologica.
Come mai lei, Paola Santospirito, ha deciso di fare le analisi?
«Avevo paura di essere stata contagiata anch’io indirettamente. Così, ho effettuato le stesse analisi che il chimico ha fatto a mio marito. I risultati sono stati sorprendenti. Sul mio carcinoma sono stati trovati gli stessi metalli del tumore di mio marito: uranio, cesio e tungsteno.
Mi sono sottoposta anche a test genetici BRCA1 e BRCA2 i quali attestano che i tumori non sono dovuti a ereditarietà. Ne ho avuto la prova quando il dott. Cagnazzo ha analizzato il mio carcinoma che era depositato presso il l’ospedale Oncologico di Bari “Giovanni Paolo II”. Nel tessuto tumorale ha trovato questi metalli pesanti».
Secondo lei, quindi, si è ammalata quando suo marito era in missione?
«Si, il tumore mi ha colpito mentre mio marito si trovava fuori, in Egitto, in missione e ho dovuto affrontare questo male da sola. Iniziò il mio calvario: mastectomia totale, chemioterapia, ho assunto tutti i farmaci necessari per la cura.
A distanza di 14 anni, dopo aver fatto analizzare il mio tessuto tumorale e quelli di mio marito, ho scoperto che anche altri militari che vivono a Taranto e fuori Taranto, come Tony, hanno avuto la stessa problematica e molte mogli si sono ammalate. Nei capelli e urine di questi militari che avevano lavorato in missione nei Balcani come mio marito».

«Ancora oggi nel sangue di mio marito sono presenti metalli nocivi, prelievi eseguiti ad Agosto 2021, dal Dottor Cagnazzo i metalli nocivi trovati hanno i valori che superano, i limiti posti dal’Istituto Superiore di Sanità».
Nel 2007 Paola Santospirito si ammala di tumore..
Nel 2007 si ammala di tumore, Paola Santospirito, e poi dopo 14 anni scopre la causa scatenante in seguito alle analisi effettuate dal dott. Cagnazzo. Nei tumori sono presenti metalli pesanti ,melanoma, tumore alla ghiandola salivare e carcinoma mammario.
«Tony lo ha scoperto dopo 20 anni. Veniva dai Balcani e dall’Albania in mimetica. Ha avuto una doppia esposizione sia ad amianto che ad uranio impoverito», afferma Santospirito.

«Per questa terribile situazione, ovvero per le neoplasie causate da esposizioni indirette, è stata fatta un’interrogazione europarlamentare soltanto dall’onorevole Piernicola Piedicini al Parlamento di Bruxelles riguardante le mogli di militari che sono state esposte a queste sostanze e si sono ammalate. Questo per avere giustizia e riconoscimento».
Vincenzo Cagnazzo: il perito che ha scoperto la contaminazione
Il dott. Vincenzo Cagnazzo è uno dei consulenti cui l’ufficio legale dello scrivente si è avvalso per istruire le domande risarcitorie di Tony e di Paola. Resiste sulla linea del Piave la Marina Militare italiana chiusa in trincea. Infatti, ha prima riconosciuto a Tony la causa di servizio e lo ha equiparato alle Vittime del dovere, ma poi ha negato il risarcimento!
Risarcimento negato: si va in Tribunale
Infatti, proprio sulla base dell’art. 20, 2 co. della Legge 183/2010, queste vittime hanno diritto al risarcimento del danno biologico. La Legge è chiara, eppure, la Marina rifiuta l’applicazione di questa legge.
In un caso analogo come quello di T.R.G., il Tribunale di Roma ha accolto le richieste dello studio e ha liquidato un risarcimento di circa 1milione e mezzo di euro.
Per Tony, il dicastero ha erogato le prestazioni previdenziali ma non ha risarcito il danno!
Per questi motivi l’ONA sta istruendo il carteggio per citare in giudizio il ministero della Difesa: pertanto, il supporto tecnico del dott. Cagnazzo è fondamentale. In più, l’ONA vuole far riconoscere anche la sig.ra Paola come Vittima del dovere.
Il principio è quello dettato dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione n. 22753/2018, per esposizione a nano particelle e radiazioni. Occorre precisare che questa contaminazione non dipende dalla presenza dell’ex Ilva. Proprio questa sentenza della Cassazione chiarisce che per ottenere tale riconoscimento non è necessario essere dipendenti del ministero. Ecco perché il nostro ufficio legale intenterà causa anche nell’interesse della sig.ra Paola Santospirito.
Io dott. Vincenzo Cagnazzo e l’accertamento sulla sig.ra Paola.
«Ho eseguito in questi anni, cominciando proprio dal marito di Paola e altri suoi colleghi ed ex colleghi delle Forze Armate, analisi del sangue, capelli e anche su altre matrici, per la ricerca di metalli pesanti e microinquinanti organici.
Mi sono concentrato, poi, sulla ricerca di metalli pesanti analizzando sangue urine e capelli. Ho riscontrato su più persone una certa contaminazione. Qui siamo sul campo delle ipotesi perché fino a quando non c’è uno studio che va a verificare effettivamente le situazioni di causa effetto, diventa difficile capire come stanno effettivamente le cose.
Comunque, molti di questi militari che erano affetti da patologie di vario tipo avevano delle concentrazioni di metalli estremamente elevate tanto da arrivare, in alcuni casi, anche a metalli particolarmente pericolosi come manganese, tungsteno e uranio».
Come è nato il “dubbio” di contaminazione secondaria e indiretta?
«Mi sono posto il problema dell’origine della patologia che avevano sia la signora Santospirito che suo marito. Ho analizzato a livello istologico (cioè quelle che erano le parti restanti dall’esame istologico che è stato fatto sia a Paola che al marito) dove sono stati riscontrati delle patologie tumorali. Dalle analisi effettuate ho riscontrato la presenza di metalli pesanti anche nei tessuti tumorali.
Ora l’ipotesi della contaminazione secondaria mi è venuta in mente considerando la storia di Monfalcone e delle contaminazioni da amianto. Ho pensato: e se ci dovesse essere un tipo di contaminazione di questo tipo anche da metalli pesanti?
Chiaramente per poter provare una cosa del genere sarebbe opportuno effettuare degli studi a livello epidemiologico. Bisognerebbe cercare nelle famiglie di militari coinvolti in scenari di guerra ed esposti a determinate sostanze. Se si sono ammalate anche le mogli, o se coloro che vivevano con loro hanno avuto patologie dovute a contaminazione indiretta. Quindi capire se si possa creare un nesso causa effetto tra l’esposizione a scenari particolari o ad attività lavorative che possano causare questo tipo di contaminazione secondaria. Questa è semplicemente un’ipotesi e bisognerebbe indagare. Sono cose che devono essere seguite dalle istituzioni o dalle strutture universitarie».
Che tipo di metalli ha trovato in seguito alle analisi effettuate?
«Ho trovato dei valori alti di metalli pesanti come il tungsteno, manganese, piombo, cadmio, cesio e uranio nelle analisi del marito di Paola. Sono rimasto sorpreso nel trovare gli stessi metalli nelle analisi effettuate alla moglie. Per questo ho pensato a una contaminazione secondaria».
Azioni dell’ONA a tutela dei militari e dei loro familiari
L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto è in prima linea nella tutela del personale civile e militare delle Forze Armate. Uomini e donne, vittime, che hanno donato e donano la loro vita per l’Italia. Il loro sacrificio ha pesanti ripercussioni anche sulle loro famiglie. Questo è emerso anche nella trasmissione di ONA TV: Settima puntata ONA News – Sicurezza nei luoghi di lavoro.
Nel corso di questa puntata è intervenuto il Segretario Generale dell’UGL Paolo Capone, il quale ha ribadito come per i nostri Militari siano state violate le regole di cautela.
Anche il Segretario Generale UGL ha condiviso l’impegno dell’ONA a tutela anche dei coniugi e dei familiari delle vittime.
L’associazione ha costituito anche lo Sportello Online di assistenza per le vittime del dovere, con la possibilità di ottenere una consulenza. Oltre al numero 800034294 si può inoltrare una richiesta per ottenere un parere legale scritto gratuito al seguente link.