Dal recente rapporto INAIL intitolato “Le malattie asbesto‑correlate – Analisi statistica 2025”: la Lombardia risulta la regione con il maggior numero di casi legati all’amianto. Nonostante il divieto dall’amianto in Italia sia in vigore dal 1992, questa fibra continua a causare malattie gravi, manifestandosi dopo decenni di latenza.
Crisi crescente nelle malattie professionali
Tra il 2020 e il 2024, le malattie riconosciute dall’INAIL come professionali sono aumentate del 41%, dai 16.795 casi ai 23.658. Le patologie asbesto‑correlate, benché in lieve diminuzione (da 1.242 a 1.022 casi), restano particolarmente pericolose per la loro lenta evoluzione e l’elevata mortalità. Il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità segnala che fra il 2010 e il 2020 si sono verificati 16.993 decessi per mesotelioma maligno: 12.276 uomini e 4.717 donne, con tassi di mortalità di 3,79 per 100.000 abitanti negli uomini e 1,1 nelle donne.
Una posizione di rilievo per la Lombardia e malattie amianto
Nel 2024 la Lombardia ha registrato 203 casi riconosciuti, la cifra più alta a livello nazionale. Dietro si collocano Piemonte e Friuli‑Venezia Giulia. Il Nord‑Ovest nel suo complesso concentra oltre la metà delle diagnosi italiane di malattie legate all’amianto. Questo dato riflette l’eredità industriale della zona: attività metallurgiche, edilizia, cantieri, e processi ad alta temperatura hanno esposto molti lavoratori.
Mesotelioma: sintomi, diagnosi e dati
Il mesotelioma, malattia professionale per eccellenza, è oggetto di sorveglianza da parte del VIII Rapporto ReNaM, dove vengono inseriti i casi accertati e le aree coinvolte.
Circa il 60% dei casi riguarda lavoratori nei settori edile e industriale; il restante 40% si verifica in persone esposte inconsapevolmente, come chi vive vicino a aree contaminate dove sono presenti amianto in coperture, tubazioni o coperture edilizie.
Fonte: UIL Lombardia, Insanitas, INAIL



