L’industria delle rovine è lo spunto, che cogliamo noi, come i vertici dell’ONA e del CNIFP, di chi è attento alla salvaguardia della nostra qualità di vita. È più di un calcio nel ventre, di un insulto gastrico violento. Perché si tratta di una rappresentazione monumentale della insipienza e della stupidità del sistema, senza salvezza per nessuno dei coattori istituzionali, per non parlare dei privati, senza discriminazioni di collocazione nel tempo e nello spazio.
In poche parole, non possiamo parlare di ripresa, di ritorno alla normalità di un Paese straordinariamente importante per la cultura universale, com’è il nostro, se non facciamo chiarezza su di una questione di fondo, nodale. La forma e l’aspetto sono sostanza. Non ci possiamo consentire il permanere di orrori, come quelli che deturpano e contraddicono la nostra vocazione alla rinascenza, che sono ormai ovunque.
Il degrado dell’industria delle rovine
E veniamo a quello che diviene addirittura esemplificativo del concetto. L’industria delle rovine è una esagerata rappresentazione di quel che s’intende per cattedrale nel deserto, di ecomostro e di luogo del disagio sociale, ancorché combinato chimicamente con la sua anima in amianto, coi rifiuti tossici dell’antica vocazione industriale , con il pattume e le sedimentazioni antropiche di una umanità in disfacimento. Perché si tratta di quel che era un simbolo del riscatto italico nel dopoguerra, la Leo – Industrie Chimiche Farmaceutiche Roma. Era destinata alla più grande produzione di penicillina in Europa, inaugurata personalmente dall’insignito del Premio Nobel, Alexander Fleming.
Dunque, oggi come ieri e qualche mese fa, si torna a parlare e discutere di un complesso di ben quattro ettari rimasto in stato di abbandono per un trentennio. Adesso è oggetto di attenzioni e interventi per aver superato la soglia limite mediatica. Inoltre è oggetto dell’occupazione abusiva dei disperati in cerca di ricovero e gli accadimenti negativi inesorabilmente collegati.
Industria delle rovine: bonifica e messa in sicurezza
E’ ovvio ed evidente che siamo di fronte all’ennesima situazione d’emergenza dell’industria in rovina. L’alternativa allo stato dell’arte, alla alta pericolosità si è determinata. Non dovrebbe che essere la messa in sicurezza, salvo la bonifica e quindi il recupero almeno dell’area, se non dei manufatti.
Diciamo che saremmo di fronte alla banalità, se non si trattasse di un eclatante simbolico richiamo delle centinaia di situazioni romane. Inoltre ci sono anche altre decine di migliaia o meglio innumerevoli criticità strutturali diffuse sull’intero territorio nazionale. Questi quasi sempre vedono in perversa sintonia il degrado urbanistico con quello ambientale e sociale.
Il masochismo sembra aver condizionato l’orientamento politico amministrativo negli ultimi venticinque anni. La saturazione di ogni margine giustificativo a ritardi e distrazioni, lo sfaldamento del sistema industriale nei territori non più sostenuti dal finanziamento pubblico nazionale ed europeo, la incongruenza della burocrazia e l’inadeguatezza di progettualità e controlli, la mancanza di una cultura del rispetto ambientale e della salute, il disorientamento sociale legato al deperimento economico, hanno creato una bolla nella quale è cresciuta come la gramigna quella che possiamo considerare una forma consolidata delle variabili industriali, quella delle rovine.
Ovunque, quel che resta, come macerie della filosofia del fare e disfare senza rispetto delle regole, richiama l’urgenza, la inderogabilità di una risposta adeguata.
Ecco, dunque, emergere la prospettiva estremamente seria di un impegno progettuale e programmatico. Occorre un necessario fronte della rinascenza, che veda insieme le forze sane ed attive del Paese, di cui l’Osservatorio Nazionale Amianto è da considerarsi a ragione un pilone in prima linea.
A cura del Dott. Ruggero Alcanterini direttore “L’Eco Del Litorale” ed editorialista di “Il Giornale sull’amianto”.
ONA: intervenga il Sindaco Raggi
L’Avv. Ezio Bonanni, a più riprese, è intervenuto pubblicamente rivolgendosi fiducioso all’Avv. Virginia Raggi, sindaco di Roma, affinché siano accolte le richieste del Comitato Nuova Penicillina ed in ogni caso tutte le richieste dei lavoratori e cittadini. Necessario quindi un intervento delle pubbliche autorità e, se necessario, anche dell’autorità giudiziaria a tutela della salute e dell’ambiente.
Servizi di assistenza ONA
L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA Onlus e l’Avv. Ezio Bonanni tutelano i diritti di tutti i cittadini e lavoratori esposti e vittime dell’amianto e altri cancerogeni. L’associazione con il pool di tecnici, assiste i cittadini per la bonifica e messa in sicurezza dei siti contaminati (prevenzione primaria). In caso di esposizioni ad asbesto ed altri cancerogeni, si può chiedere il servizio di assistenza medica gratuita (prevenzione secondaria).
L’ONA guida la ricerca scientifica in materia di mesotelioma ed altre patologie asbesto-correlate. La diagnosi precoce, e le terapie più tempestive, assicurano maggiori chance di guarigione, ovvero di maggiore sopravvivenza a migliori condizioni di salute. L’ONA guida anche il pool di legali, per la tutela di tutti i diritti delle vittime di malattia professionale, tra cui quelle asbesto correlate. Così si , per il prepensionamento e l’adeguamento dei ratei pensionistici, con i c.d. benefici contributivi per esposizione ad amianto. Anche i lavoratori che sono ancora privi di malattia, hanno diritto ai benefici contributivi per esposizione ad amianto.